La Terra dei Sudeti

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale dell'area appartenuta alla ex Cecoslovacchia
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Giuseppe Ghetti
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La Terra dei Sudeti

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

Sarei grato a chi sapesse indicarmi il nome della località che dovrebbe comparire in questo annullo (o timbro); si deve trattare di una località dei Sudeti, e l'annullo fu impresso dan Nazisti locali, all'epoca della crisi del Settembre 1938:
50.JPG

:?: :?: Ciao: Ciao:
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simonag69
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da simonag69 »

Ciao,
per curiosità ho cercato in rete ""tag der befreiung" e ho trovato una pagina di wikipedia tedesco che così recita

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Der 8. Mai ist als Tag der Befreiung (Bezeichnung in der DDR als Tag der Befreiung des deutschen Volkes vom Hitlerfaschismus, in Mecklenburg-Vorpommern Tag der Befreiung vom Nationalsozialismus und der Beendigung des 2. Weltkrieges) in verschiedenen europäischen Ländern ein Gedenktag, an dem der bedingungslosen Kapitulation der deutschen Wehrmacht und damit dem Ende des Zweite Weltkrieges in Europa (siehe auch V-E-Day) gedacht wird. Von 1950 bis 1966 war er gesetzlicher Feiertag in der DDR, seit 2002 ist er gesetzlicher Gedenktag in Mecklenburg-Vorpommern.
********************************************************
http://de.wikipedia.org/wiki/Tag_der_Befreiung


ovviamente non ho idea di cosa ci sia scritto, ma con altavista ho tradotto dal tedesco all' inglese, poi ho ritradotto il risultato in italiano. Il risultato è un po' contorto ma recita così


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Il giorno della liberazione (indicazione nel GDR come giorno dell'esente dalla gente tedesca dal fascismo di Hitler, nel giorno Mecklenburg-Occidentale di Pomerania della liberazione dal socialismo nazionale e nel completamento della seconda guerra mondiale) nei paesi europei differenti dell'un anniversario, su cui la resa incondizionata delle forze munite tedesche e l'estremità in secondo luogo è pensata così alla guerra mondiale in Europa (vede inoltre il V-E-Giorno). 1950 - 1966 era festa legale nel GDR, dal 2002 è esso anniversario legale in Pomerania Mecklenburg-Occidentale.
**************************************************************


poi ho cercato Pomerania ed è uscito questo

http://it.wikipedia.org/wiki/Pomerania

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La Pomerania (in polacco: Pomorze dal "po-morze" cioè "vicino al mare", in tedesco: Pommern, in casciubo: Pòmòrskô, in pomerano orientale: Pommern/Pommerland) è una regione storica e geografica situata nel nord della Polonia e della Germania sulla costa meridionale del mar Baltico tra e oltre i fiumi Vistola e Oder fino ai fiumi Recknitz a ovest e Noteć (Netze in tedesco) a sud.
**************************************************************


e questo per la parte Polacca:
http://it.wikipedia.org/wiki/Voivodato_di_Pomerania



Forse questa "Pomerania" può essere considerata la zona da cui proviene il tuo annullo.
Però nessuna delle zone indicate nella parte polacca, assomiglia a quel "dbiling" o qualcosa di simile, scritto nel tuo annullo. Però deve essere lì vicino !!!

Che ne pensi?

Ciao Simona
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Luigi Vianelli
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Luigi Vianelli »

ilsergente ha scritto:Sarei grato a chi sapesse indicarmi il nome della località che dovrebbe comparire in questo annullo (o timbro); si deve trattare di una località dei Sudeti, e l'annullo fu impresso dan Nazisti locali, all'epoca della crisi del Settembre 1938:
:?: :?: Ciao: Ciao:


"Tag der Befreiung" significa "Giorno della Liberazione". Siamo nel pieno della questione dei Sudeti, quella "risolta", per modo di dire, con i patti di Monaco del 29 settembre 1938 che smembrarono la Cecoslovacchia permettendo a Hitler di inglobare nella "Grande Germania" i Sudeti. Pochi mesi dopo, nel marzo del 1939, i tedeschi invasero la Cecoslovacchia e costituirono il "Protettorato di Boemia e Moravia": un satellite del Reich.

Le cittadine dei Sudeti (Sudetenland) si erano però rivoltate nei giorni precedenti alla conferenza di Monaco, dichiarandosi "Liberate" in tempi anche diversi l'una dall'altra.

Ecco qua un esempio di cittadina dei Sudeti, "liberata" il 3 ottobre: http://www.wehrmacht-awards.com/forums/showthread.php?t=289944. Si tratta di Tetschen an der Elbe, che adesso si chiama Děčín ed è una cittadina della Repubblica Ceca.

Nel caso tuo, il "Giorno della Liberazione" è il 22 settembre 1938. Il paese è quello di "Philipp..." (non leggibile il resto). Nei Sudeti esistevano queste località che iniziavano con "Philipp" (di seguito il nome attuale):

1. Philippsberg: Filipova hora
2. Philippshütte: Filipova Huť
3. Philippsthal: Filipová
4. Philippsthal: Filipovka

Visto lo spazio nell'annullo, eliminerei il numero 2 perché troppo lungo. Rimangono gli altri tre, ma a questo punto mi fermo.

Ciao.
Luigi
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Luigi Vianelli
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Luigi Vianelli »

Luigi Vianelli ha scritto:Nel caso tuo, il "Giorno della Liberazione" è il 22 settembre 1938. Il paese è quello di "Philipp..." (non leggibile il resto). Nei Sudeti esistevano queste località che iniziavano con "Philipp" (di seguito il nome attuale):

1. Philippsberg: Filipova hora
2. Philippshütte: Filipova Huť
3. Philippsthal: Filipová
4. Philippsthal: Filipovka


Mi correggo: ho inserito anche nomi boemi, invece siamo nei Sudeti. Però ne ho trovati anche altri, per cui la lista aggiornata è:

1. Philippshütten (Filipova Hut)
2. Philippsberg (Filipova Hora)
3. Philippsdorf (Filipov)

Rifacendo lo stesso discorso di prima, taglierei il primo e tirerei una monetina per gli altri due.

Luigi
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Giuseppe Ghetti
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

Grazie a Simona, per avere rispolverato l'argomento, e grazie a Luigi Vianelli per avere, in pratica, risolto il problema.
Dopo brevissima ricerca ho trovato questo:
su245a.JPG

Si tratta del timbro di Philippsdorf-Filipov, una delle prime località dei Sudeti a cadere nelle mani dei Nazisti, parecchio prima dell'infausto arbitrato di Monaco.
Scrivo timbro, perchè, qui come in altre località dell'area, esso aveva solo lo scopo di ricordare un "giorno fausto", quello nel quale la località entrava a far parte della patria tedesca, giorno dal quale si aveva il privilegio di condividere la sorte della Germania nazista, con annessi e connessi. Il datario non credo fosse mobile, e non corrispondeva al giorno nel quale il timbro era impresso: quindi niente di postale. Si trattò di un modo come un altro di far festa, imbrattando francobolli cecoslovacchi a loro volta già imbrattati con svastiche e/o frasi deliranti inneggianti ad Hitler. Le chiamerei creazioni filetelico/ideologiche, di nessuna rilevanza postale, frutto della sbornia nazionalista. Ce ne sono per tutti i gusti e di ogni località del "Sudetenland".
Mostro il recto del documento sul verso del quale si trova l'immagine che ho mostrato inizialmente:
a2.jpg

A destra i due primi ministri delle democrazie occidentali: Neville Chamberlain ed Édouard Daladier, a sinistra i due dittatori.
MOstro anche il verso completo della cartolina: essa si poteva scomporre in due cartoline più piccole, una con le effigi dei dittatorri e l'altra con quella dei due democratici:
a1.jpg

Chamberlain, tornato in Patria dopo la storica conferenza, come si trova scritto nella cartolina, pronunciò la famosa frase: ""Credo che sia la pace per il nostro tempo". Infatti, dopo circa un anno, ai primi di Settembre del 1939, scoppiò la seconda guerra mondiale, che trovò la Germania di Hitler molto ma molto più forte di quanto non lo fosse nel Settembre 1939.
E si imparò, troppo tardi, la lezione che l'appeasement verso i dittatori è sempre causa di lutto e di strage.
Il governo italiano dell'epoca portò il peso di una responsabilità gravissima: Mussolini si vantò di avere promosso la conferenza. La storia, anche per questa colpa, non lo potrà assolvere mai.
Complessivamente, so di avere mostrato un documento sgradevole (per me lo è), ma è pur sempre un documento che testimonia di un momento cruciale nella storia di Europa.
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Luigi Vianelli
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Luigi Vianelli »

ilsergente ha scritto:Dopo brevissima ricerca ho trovato questo:
su245a.JPG

Si tratta del timbro di Philippsdorf-Filipov, una delle prime località dei Sudeti a cadere nelle mani dei Nazisti, parecchio prima dell'infausto arbitrato di Monaco. [cut]

Si trattò di un modo come un altro di far festa, imbrattando francobolli cecoslovacchi a loro volta già imbrattati con svastiche e/o frasi deliranti inneggianti ad Hitler. Le chiamerei creazioni filetelico/ideologiche, di nessuna rilevanza postale, frutto della sbornia nazionalista. Ce ne sono per tutti i gusti e di ogni località del "Sudetenland".[cut]


Credo che oggi come oggi l'oggetto abbia una valenza in sé - storico/documentale - mentre possiamo considerare "affievolita" in qualche modo la sua sgradevolezza politica. Sia chiaro: non sto dicendo che il nazismo sia bello e buono, ma semplicemente che possiamo approcciare questa tematica in modo più sereno di una volta, storicizzandola.

Vedo che sul francobollo c'è una sovrastampa con la frase "Wir sind frei!", che significa letteralmente "Noi siamo liberi!" (in tedesco in questa tipologia di frasi è obbligatorio mettere il soggetto, mentre noi potremmo anche dire "Siamo liberi!" e stop) e poi la svastica.

La storia dei Sudeti conobbe una feroce coda dopo la fine della guerra. Il governo cecoslovacco del tempo, che non era ancora una dittatura comunista - come presidente della Repubblica c'era il vecchio presidente anteguerra liberal/borghese Edvard Beneš - promulgò una serie di norme conosciute appunto come "decreti Beneš" con i quali si stabilì l'espulsione di tutti i tedeschi etnici dal paese. Circa tre milioni di tedeschi della Cecoslovacchia furono costretti a lasciare le loro case e le loro terre, rimpiazzati da cechi e slovacchi fatti affluire dall'est. In questi frangenti vi furono delle vendette sommarie per le precedenti terribili angherie subite dai cecoslovacchi ad opera dei tedeschi: decine di migliaia furono i tedeschi ammazzati, e questo si inquadra nel quadro più ampio di "riposizionamento" di popolazioni in Europa negli anni dal 1945 al 1955: oltre tredici milioni di tedeschi vennero spostati (ma vennero spostati anche ungheresi, finlandesi, rumeni, italiani), e vi furono - secondo le stime - circa 1,5 milioni di morti.

Così sparirono dalla storia alcuni nomi geografici storici, primo fra tutti quella "Prussia" (che oggi non esiste più sulle mappe) che fu per la Germania quello che il Piemonte fu per l'Italia.

Saluti.
Gigi
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Giuseppe Ghetti
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

La vicendadei Tedeschi dei Sudeti mi è nota.
In un altro mio intervento sul forum, che puoi trovare qui, se vuoi: http://lafilatelia.it/forum/viewtopic.php?f=50&t=4412
mi sono già espresso sulla sorte di questa popolazione, prima e dopo l'ultima guerra.
Ripeto qui quanto ho scritto lì:
Chissà che effetto avrà fatto ad un Tedesco dei Sudeti ricordarsi di avere gridato a pieni polmoni "Heil Hitler" e di avere acclamato la "Liberazione" nel Settembre - Ottobre 1938, quando, dopo il Maggio 1945, si ritroverà, prima imprigionato, poi privato di tutti i suoi beni, insultato, maltrattato a volte a sangue, e finalmente espulso per sempre dalla sua terra natale.

Ma cosa avrebbero dovuto aspettarsi queste persone, dopo avere accolto entusiasticamente coloro i quali tennero sotto il loro tallone, per sei anni, la Cecoslovacchia, privandola persino della "dignità" di Stato-fantoccio? Senza contare episodi come Lidice.
La verità è che i Tedeschi dei Sudeti non accettarono mai il mutamento di condizione determinato dal loro inserimento nella Cecoslovacchia, nata il 28 Ottobre 1918. In essa non erano più i privilegiati rispetto ai Cechi, ma solo una delle minoranze della Nazione.
Eppure, nonostante il "cecocentrismo", non furono particolarmente discriminati, lo furono forse meno degli Slovacchi, ex sudditi dell'Ungheria. Avevano i loro deputati al Parlamento cecoslovacco e, nelle "loro" zone fu mantenuto, anche ufficialmente, il bilinguismo.
Ma essi ripagarono tutto ciò col rifiuto dell'integrazione e, dal principio degli anni Trenta, con l'opposizione, anche armata, al legittimo governo. Il Sudetendeutsche Partei divenne una succursale del NSDAP, una quinta colonna di Hitler.
Certi fatti non vanno dimenticati, e non si può giudicare un popolo intero per responsibilità di alcuni (non pochi). Ma tragedie come l'espulsione dei Tedeschi-Sudeti dalla Cecoslovacchia hanno le loro radici.
Ciao: Ciao:
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Luigi Vianelli
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Luigi Vianelli »

ilsergente ha scritto:Ma cosa avrebbero dovuto aspettarsi queste persone, dopo avere accolto entusiasticamente coloro i quali tennero sotto il loro tallone, per sei anni, la Cecoslovacchia, privandola persino della "dignità" di Stato-fantoccio? Senza contare episodi come Lidice.
La verità è che i Tedeschi dei Sudeti non accettarono mai il mutamento di condizione determinato dal loro inserimento nella Cecoslovacchia, nata il 28 Ottobre 1918. In essa non erano più i privilegiati rispetto ai Cechi, ma solo una delle minoranze della Nazione.[cut]

Ma tragedie come l'espulsione dei Tedeschi-Sudeti dalla Cecoslovacchia hanno le loro radici.
Ciao: Ciao:


Sono d'accordo: sono tragedie che hanno le loro radici, come tutte le tragedie. Certo è che la soluzione è arrivata nel modo "classico" della pulizia etnica (giacché di questo si è trattato). Come risposta alla pulizia etnica precedente, ma comunque come pulizia etnica.

Ed in ragione delle sofferenze subite, sono state inflitte altre sofferenze.

Insomma: alla fine ha "vinto" chi - sia pure enormemente provocato e se vogliamo pure giustificato nella sua reazione - ha tirato l'ultimo pugno, quello del KO, e non chi ha propugnato una politica di pace e giustizia.

Adesso mi piacerebbe che gli Stati attualmente sovrani in queste tormentate terre si "facessero carico" - per così dire - della storia plurisecolare delle genti di altra etnia che una volta abitavano all'interno dei propri confini, invece a me pare che siamo ancora molto indietro su questa strada.

Per esempio: esiste un qualsiasi francobollo in un qualsiasi stato che ricordi l'epulsione delle altre etnie dai propri territori?

Non mi pare, mentre esistono francobolli di altri stati (per esempio, l'Italia) che ricordano le espulsioni dei propri connazionali dai territori perduti alla fine della guerra. Purtroppo questi francobolli sono stati vissuti dagli stati successori come delle "provocazioni", perpetuando ad libitum l'equivoco di fondo, che colpevolizza un'intera popolazione per gli accadimenti del passato.

Ciao e scusa per le chiacchiere, ma queste sono tematiche che mi appassionano da parecchi lustri, e quindi non riesco a tenere a freno la tastiera.

Luigi
Ciao: Ciao: Ciao:
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Giuseppe Ghetti
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

Sono d'accordo in tutto col modo di vedere di Luigi Vianelli
Voglio comunque fare due considerazioni, una sullo "status" giuridico del Protettorato e l'altra sul criterio su cui si basarono i decreti Beneš sulle espulsioni e le confische dei beni.
Quanto vengo a scrivere non influisce sulla mia generale adesione all'opinione di Luigi, vorrebbe solo fornire un chiarimento.
Il Protettorato di Boemia e Moravia non è da annoverare fra gli Stati satelliti della Germania nazista, in quanto non fu mai uno Stato, ma solo un'amministrazione. Il "governo" civile ceco, dal suo presidente (il tragico Emil Hacha) ai suoi ministri, era nominato dal Führer o, in subordine, dal “Reichsprotektor", e da essi i suoi componenti potevano essere revocati. Ogni disposizione di questo "governo" era soggetta all'approvazione germanica, per diventare esecutiva. La politica estera del Protettorato era svolta dal ministro degli esteri tedesco. La giurisdizione dei tribunali era esercitata solo nei confronti dei Cechi, essendo i Tedeschi, nel Protettorato, sottratti ad essa.
Oltre al ministero degli esteri, anche quello della difesa mancava. La "sicurezza" del Protettorato era affidata alle truppe germaniche; la piccola forza armata in uniforme ceca, denominata "Vládní vojsko" comandata dal tenente generale Jaroslav Eminger (Regierungstruppe des Protektorats Böhmen und Mähren"), composta da 12 battaglioni di fucilieri, svolgeva esclusivamente compiti di sicurezza statica o di guardia d'onore. Questa forza comparirà, verso la fine della guerra, anche in Italia a presidio di luoghi strategici sensibili (ferrovie, ecc...), ma verrà presto ritirata per le continue diserzioni.
Il Protettorato faceva parte del territorio doganale del Reich.
Faccio notare che anche i francobolli del Protettorato testimoniano il suo inserimento nell'area dei Reich germanico: dal 1942, oltre alla dicitura "Protektorat Böhmen und Mähren " / "Protektorát Čechy a Morava", compare quella di "Deutsche Reich" che si trasforma, similmente a quanto avviene sulle carte valori tedesche, in "Grossdeutsches Reich", nel 1944:
sc- n. 026.jpg

In sostanza, il "governo" ceco amministrava, sotto occhiuto controllo, una proprietà germanica e, come qualsiasi amministratore, poteva essere "licenziato"con tutti i crismi giuridici, se il padrone era scontento.
L'industria (notevole quella degli armamenti) e l'agricoltura del Paese ceco erano completamente asservite ai bisogn del Reich.
Le "rogne" ai Cechi, il potere ai Tedeschi. In vista della completa germanizzazione del territorio.
A proposito, poi, delle espulsioni del dopoguerra, esse si basarono su un criterio giuridico che teoricamente non era etnico o razzista. Si basava, a proposito della popolazione dei Sudeti, sulla condotta tenuta notoriamente (e qui c'è il vulnus giuridico) a favore dei Nazisti. Ci si basò anche, però, su fatti oggettivi, come l'iscrizione a formazioni (civili o militari) naziste. Per la popolazione germanica che viveva, anche dopo Monaco, all'interno del Protettorato, ci si basò sulla loro "denuncia" di nazionalità tedesca, fatta dopo il 15 Marzo, per avere i vantaggi (ma anche gli oneri: il servizio militare, ad es.) spettanti, nel Protettorato, ai cittadini tedeschi.
Questo non inficia affatto la mia adesione alle osservazioni fatte da Luigi Vianelli sopra. Con questi criteri si colpiva quasi tutta la popolazione tedesca della rinata Cecoslovacchia, ma resta il fatto che circa 200.000 Tedeschi rimasero nel territorio dello Stato cecoslovacco, evitando l'espulsione.
Scrivo queste osservazioni (noiose, lo so) pur condividendo in pieno quanto scrive Luigi: la politica di vendetta per torti subiti non risolve i problemi, anzi, quasi sempre li aggrava.
Ciao: Ciao:
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Luigi Vianelli
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Luigi Vianelli »

ilsergente ha scritto:Questo non inficia affatto la mia adesione alle osservazioni fatte da Luigi Vianelli sopra. Con questi criteri si colpiva quasi tutta la popolazione tedesca della rinata Cecoslovacchia, ma resta il fatto che circa 200.000 Tedeschi rimasero nel territorio dello Stato cecoslovacco, evitando l'espulsione.


Dopo averti ringraziato per i francobolli che hai fatto vedere, mi scuserai, ma la chiosa è più forte di me.

Chi erano questi 200.000 tedeschi che rimasero?

I c.d. "decreti Beneš" stabilirono:

1. Decreti del 21 giugno 1945 1945 (n.12) e del 20 luglio 1945 (n.28): confisca senza risarcimento di beni di proprietà, in particolare ai danni di persone appartenenti alla popolazione tedesca e ungherese. Il 25 ottobre 1945 venne emesso un altro decreto integrativo (n.108) in base al quale furono confiscati tutti i diritti di proprietà dei soggetti di nazionalità tedesca e ungherese, AD ECCEZIONE di coloro i quali erano rimasti fedeli alla Cecoslovacchia dal 1938 al 1945.

2. Decreto del 2 agosto 1945 (n.33) relativo alla cittadinanza cecoslovacca. Secondo questo decreto, i cittadini cecoslovacchi che avevano ricevuto la cittadinanza tedesca e ungherese persero la cittadinanza cecoslovacca con effetto retroattivo, a far data dal giorno di acquisizione della cittadinanza tedesca o ungherese. Tutti gli altri cittadini cecoslovacchi di nazionalità tedesca o ungherese persero la cittadinanza cecoslovacca a far data dal giorno di entrata in vigore del decreto. Furono fatte eccezioni per coloro che avevano dimostrato fedeltà alla Cecoslovacchia dal 1938 al 1945.

3. Una serie di decreti specifici relativi a leggi e procedure penali diedero potere di processare in contumacia tutti i cecoslovacchi o ex cecoslovacchi che non erano rimasti fedeli alla Cecoslovacchia. Il decreto 16/1945 prevedeva la pena di morte per determinati casi, mentre in generale prevedeva lunghi periodi di detenzione. Ciò trasformò ipso facto tutti i tedeschi e tutti gli ungheresi in potenziali criminali.

4. L'8 maggio 1946 l'Assemblea nazionale provvisoria promulgò la legislazione concernente la "legalità delle azioni connesse alla lotta per il recupero della libertà dei cechi e degli slovacchi", con la quale si dichiararono non punibili tutti gli atti - anche quelli contrari alla legge - posti in essere tra il 30 settembre 1938 e il 28 ottobre 1945. Tutte le uccisioni "selvagge" e le violenze del dopoguerra divennero quindi non più perseguibili, se considerate "giuste rappresaglie" per le violenze subite. Da quel momento in poi, la violenza venne invece riservata alle forze regolari dello stato.

I 200.000 tedeschi rimasti in Cecoslovacchia furono in grandissima parte dei fedelissimi del nuovo stato, anche perché dovevano "lavare" la propria colpa originaria, che era quella di essere etnicamente tedeschi o "misti". Volenti o nolenti dovettero quindi accettare la propria completa snazionalizzazione, che comportò l'eliminazione di tutti i nomi tedeschi e di tutte le scuole tedesche e per un lungo periodo pure l'eliminazione dell'insegnamento della lingua tedesca come seconda lingua nelle scuole: il tedesco veniva insegnato da secoli in tutte le scuole Boeme e in gran parte di quelle slovacche e venne sostituito in gran parte dal russo.

Un Franz Kafka non nascerà più a Praga per ancora molti secoli.

Saluti.
Gigi
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

Un Franz Kafka non nascerà più a Praga per ancora molti secoli.

La triculturalità di Praga è stata e, in parte è ancora una delle caratteristiche, preziose culturalmente, della capitale boema.
Sta di fatto che kafka era Ebreo ed ebbe la sorte di morire di malattia nel 1924; le sue sorelle : Elli, Valli e Ottla, morirono in campo di concentramento nazista. I loro nomi si trovano scritti sulle pareti della sinagoga Pinkas, in mezzo a quelli di 77.297 nomi di Ebrei boemi, fra i quali molti scrittori ed artisti, magari non altrettanto famosi, vitttime dei Nazisti a causa della loro nascita.
Se si è affievolita a Praga ed altrove nel Paese l'importanza della cultura che si esprimeva in tedesco, ciò è dovuto anche alla Shoa, che a Praga si abbattè sull'unica comunità ebraica dell'Europa centro-orientale che si fosse trovata casa in un ambiente non fanaticamente ostile. L'intellettualità del Paese ceco e slovacco (anche Freud nacque in Moravia) che si esprimeva in Tedesco fu in parte maggioritaria composta da Ebrei.
Anche per questo passeranno secoli, e non basteranno, forse, prima che nasca un nuovo Franz Kafka.
Ripeto, comunque, che Luigi dice cose vere, sulle quali sono del tutto d'accordo. Anche sulla cecità storica che portò alla chiusura delle scuole germaniche ed all'ostracismo nei confronti dell'insegnamento della lingua tedesca.
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Luigi Vianelli »

Scusa, visto che siamo in discorso posso approfittare della tua cortesia?

Mi potresti far vedere - se ci sono - dei francobolli cecoslovacchi che riguardino i Sudeti rispetto alle cose che ci stiamo dicendo? In particolare, esistono dei francobolli che celebrano la "liberazione" dei Sudeti e delle altre terre abitate dai tedeschi? Oltre a questi, esistono dei francobolli cecoslovacchi che ricordano dei germanofoni famosi una volta abitanti in quelle terre?

Se non ci sono o se invece mi segnali un link, va benissimo lo stesso. :-))

Grazie in anticipo.

Luigi
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Giuseppe Ghetti
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

Sinceramente non vorrei annoiare gli amici del forum, proseguendo in in un confronto a due. In ogni modo devo dire che, nei numerosissimi francobolli cecoslovacchi emessi nel dopoguerra, non trovo personaggi del genere di quelli dei quali mi chede Luigi.
Non trovo neanche un francobollo dedicato alla restituzione dei Sudeti alla Nazione reintegrata nei suoi confini pre-Monaco (quasi reintegrata, visto che la Rutenia Carpatica passò all'URSS il 29 Giugno 1945).
C'è, se non sbaglio, una sola serie di tre francobolli che faccia riferimento ad uno spostamento di popolazioni, è quella con sovrapprezzo di beneficenza da devolversi agli Slovacchi che, finita la guerra, potevano rientrare nei territori dei quali si era impadronita l'Ungheria tra il 1938 ed il 1939, soprattutto dopo il primo arbitrato di Vienna del 2 Novembre 1938, territori dai quali erano stati espulsi, altro episodio di pulizia etnica, precedente a quelli del 1945:
zz1.JPG

Niente ricodi filatelici per gli espulsi tedeschi ed ungheresi, neanche indiretti.
A Luigi mostro però, effigiato su un francobollo, Franz Kafka:
zz3.JPG

Si tratta di una specie di caricatura ed appartiene ad una serie di francobolli nella quale personaggi di varia nazionalità celebri per diversi motivi, sono raffigurati in chiave umoristica.
Il cimitero sullo sfondo non dovrebbe essere il cimitero ebraico di Žižkov, dove lo scrittore è sepolto, ma, visto il posizionamento delle lapidi, lo storico cimitero di Josefov.
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Cerco sempre francobolli di Austria e Ungheria usati in Cecoslovacchia prima del 1918, nei quali la località d'uso sia chiaramente individuabile.
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Lucky Boldrini
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Lucky Boldrini »

ilsergente ha scritto:Sinceramente non vorrei annoiare gli amici del forum, proseguendo in in un confronto a due.


Al contrario, ci annoiamo se smettete ;-) , e quindi il Forum vi invita a proseguire questa bella discussione!

Ciao:

Luca
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Luigi Vianelli
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da Luigi Vianelli »

Grazie per la risposta ed anche per l'invito di Luca a continuare la chiacchierata.

Io colleziono certoline dell'Istria, Fiume, Quarnaro e Dalmazia, ed uno dei miei campi di interesse è quello della memoria. Per "memoria" non intendo solo i ricordi di coloro i quali hanno dovuto subire alla fine della guerra lo sradicamento dalle loro terre, ma anche le varie memorie storiche, e di conseguenza i percorsi storiografici degli stati che hanno visto ingrandire i loro confini.

In due parole: io ritengo che non si possa tornare indietro, ma mi piacerebbe che gli stati che hanno espulso delle persone dal proprio territorio si prendano carico della storia di quelle persone, facndola "propria storia", rispettandola e tramandandola.

Allo stesso tempo, dovrebbero farsi carico di studiare - per esempio - vita ed opere degli artisti, scrittori, poeti, pittori, architetti eccetera eccetera che sia pur non parlando la stessa lingua comunque ebbero le proprie radici in queste terre contestate. Questo dovrebbe esser fatto senza alcun tentativo di appropriazione, come invece purtroppo avviene. Per "appropriazione" intendo lo stravolgimento della storia personale di questi artisti, annullandone la loro appartenenza etnica per farne degli "integrati" nella propria storia.

Adesso vengo ai francobolli.

Slovenia e Croazia, i due stati che per ovvi motivi maggiormente mi interessano, sono i successori della Jugoslavia, che ovviamente mai e poi mai ricordò l'esodo dei giuliano/dalmati, né tantomeno se ne uscì con un francobollo che ricordasse un italiano di quelle parti. La Croazia continua ancora così, mentre la Slovenia se n'è uscita fuori nel 1992 con questo francobollo:

http://i184.photobucket.com/albums/x135 ... ni1992.jpg
Slovenia-FrancobolloTartini1992.jpg


E' il trecentesimo anniversario di Giuseppe Tartini, il famoso violinista del Trillo del diavolo che nacque nella piccola cittadina di Pirano, nell'attuale Istria slovena (oggi il nome è anche Piran, in sloveno).

Riguardo agli esuli, la Slovenia invece ha emesso due francobolli per ricordare il ritorno degli sloveni alla fine della guerra: molte migliaia di sloveni vennero cacciati via da tedeschi e italiani, che si erano spartiti la Slovenia dopo la campagna di Jugoslavia del 1941, e ritornarono solo dopo il 1945.

Ecco i due francobolli:

http://i184.photobucket.com/albums/x135 ... 1941-1.jpg
Slovenia-Ritornodegliesiliati1941-1.jpg


http://i184.photobucket.com/albums/x135 ... odegli.jpg
Slovenia-60anniversarioritornodegli.jpg


Il primo è del 2000 (cinquantacinquesimo anniversario del ritorno degli esodati) e il secondo del 2005 (sessantesimo anniversario).

In pratica, a me pare che anche i francobolli della Repubblica Ceca raccontino di queste storie solo una parte, e per adesso mi fermo qui.

Ciao.
Luigi
Ciao: Ciao: Ciao:
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Colleziono cartoline storiche dell'Istria, di Fiume, del Quarnaro e della Dalmazia. Da giugno 2011 anche francobolli dello stesso soggetto.
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giandri
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Re: Un annullo dei "Sudeti"

Messaggio da giandri »

Mi leggo oggi gli sviluppi di questo topic dopo i tre giorni di Bazzano, durante i quali, tra l'altro, ho avuto il grande piacere di conoscere personalmente il nostro Sergente :clap:
Era un mio cruccio non essere riuscito ad identificare l'annullo: avevo fatto anche delle piccole elaborazioni per cercare di interpretarlo.
Ma sono stati risolutivi i due interventi di Simona (anche lei ho avuto il piacere di conoscere a Bazzano :rosa: , brava per essere venuta :clap: ) e di Luigi.
Leggendomi solo oggi gli sviluppi del topic, quando si trattava di lanciare la monetina tra Philippsberg e Philippsdorf ero andato a rivedermi l'immagine che avevo elaborato: tra le due possibilità, l'ultima lettera non poteva essere una "g" ma solo una "f"
Philippsdorf.jpg
Poi il successivo annullo trovato dal Sergente ha evidenziato senza ombra di dubbio Philippsdorf, senza dover ricorrere alla monetina.
A parte questo, ditemi voi se questa non è Filatelia con la "F" maiuscola :!: :clap:
Da un annullo state sviluppando dei discorsi interessantissimi, alla faccia di chi pensa che la filatelia si occupi solo di pezzettini di carta :!:
:clap: :clap: :clap: :clap: :clap:
Ciao
Ciao:

Revised by Lucky Boldrini - May 2009
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Andrea Bizio Gradenigo
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La filatelia è divertimento, studio, approfondimento e cultura, non è un libretto di banca.
Colleziona per il piacere che ti dà il collezionare.
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somalafis
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Le ''soprastampe'' dei Sudeti

Messaggio da somalafis »

Wir sind frei, cioe' ''siamo liberi'' in tedesco. Un'affermazione che sembra davvero contraddittoria visto che e' associata alla svastica hitleriana ed e' colpita da un annullo con la stessa svastica e il saluto nazista ''Heil Hitler''. Venne apposto dopo il Patto di Monaco sui francobolli cecoslovacchi a Reichenberg (Liberec in Repubblica Ceca), come in molte localita' dei Sudeti. Fa parte di una collezione dedicata ai Sudeti che verra' dispersa nella prossima asta Reinhard Fischer .
sud.jpg
I due nomi, quello in boemo e quello in tedesco comparivano entrambi sugli annulli cecoslovacchi prima dell'annessione dei Sudeti al terzo reich, persino sulle affrancatura meccaniche....
rei.jpg
rei 1.jpg
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Ultima modifica di somalafis il 20 febbraio 2021, 16:30, modificato 1 volta in totale.
Riccardo Bodo
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virgilio.terrachini
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Re: Le ''soprastampe'' dei Sudeti

Messaggio da virgilio.terrachini »

Periodo (filatelicamente parlando) affascinante per la varietà di soprastampe.

Lo sto studiando da tempo.

Ciao: Ciao: Ciao:

Rev LB Jun 2022
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