Cosa comprende la "storia postale"?

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Francesco Riboldi
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Cosa comprende la "storia postale"?

Messaggio da Francesco Riboldi »

Si fa presto a dire : "storia postale" ma, cosa intendiamo per storia della "posta" ? Fino a che punto si può allargare il concetto di "postale" ? Certo, ognuno è libero di collezionare ciò che più gli piace però,nei cataloghi filatelici, a volte, vengono riportate come oggetti postali anche marche che con il trasporto della posta avevano poco a che fare. Un esempio ne è la marca per le tessere (libretti) di riconoscimento postale che era, a tutti gli effetti, una marca puramente fiscale e come tale viene riportata anche nei cataloghi delle marche fiscali. Chi ha ragione? Nelle nostre collezioni diamo per scontato considerare (e collezionare) i "segnatasse" come oggetti postali alla stregua dei francobolli ma, ... si chiamano "segna-tasse". Il pagamento di una multa, o di un servizio diverso da quello del puro ricevimento e consegna di una spedizione è storia postale ? Se così è, allora, dobbiamo considerare tutta la modulistica (postale) come una branca della storia postale alla pari del trasporto postale.
La lunga premessa solo per dire che nell'ambito dei "servizi", se vogliamo impostare un discorso di "storia postale", il campo è ancora molto aperto e ricco di materiale assai interessante (a prezzi abbordabili) come, e forse di più, di quello tipicamente filatelico come solitamente concepito. A sostegno di queste mi (personali) considerazioni posto qualche esempio di materiale riguardante uno dei periodi storici più ricchi usi emergenziali, ovvero, il periodo RSI-Luogotenenza. Voi che ne dite ?
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Ciao:

Francesco
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somalafis
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Re: Si fa presto a dire : "storia postale" ma ...

Messaggio da somalafis »

Francesco Riboldi ha scritto: 18 aprile 2021, 10:37 ...Nelle nostre collezioni diamo per scontato considerare (e collezionare) i "segnatasse" come oggetti postali alla stregua dei francobolli ma, ... si chiamano "segna-tasse". Il pagamento di una multa, o di un servizio diverso da quello del puro ricevimento e consegna di una spedizione è storia postale ?
...
Scusa ma non capisco il tuo dubbio: si tratta di buste con francatura a carico del destinatario e quindi assoggettate a tassazione cumulativa come si evince dal testo
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Quindi stiamo parlando del ''puro ricevimento e consegna di una spedizione''.
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Riccardo Bodo
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Francesco Riboldi
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Re: Si fa presto a dire : "storia postale" ma ...

Messaggio da Francesco Riboldi »

Si, in effetti la questione può sembrare (e forse lo è) una questione di lana caprina ma, nonostante in questo specifico caso si faccia riferimento a spedizioni di lettere, ciò che intendevo dire è che a volte per il "purista" la distinzione tra "postale" e/o fiscale non è sempre così chiara (ho fatto l'esempio della marca per i libretti di riconoscimento). Gli oggetti postati, ovviamente, non sono oggetti viaggiati ma modelli di servizio (1 A-Bis) che , come dici tu, però, fanno riferimento a missive viaggiate e non affrancate (con affrancatura a carico del destinatario). Sul modello non venivano applicati i francobolli ma i segna-tasse (o i francobolli, come pure anche altre marche, trasformati in segnatasse con la "T" impressa a mano). A questo punto bisognerebbe capire come venivano considerati , "amministrativamente", i segnatasse e se la loro funzione fosse solo postale oppure no (e qui ritorniamo sempre alla "lana caprina" :-) ). Qui di seguito ti posto alcuni esempi per significare meglio il concetto/dubbio che volevo esprimere.
Questi sono documenti consolari dove i diritti sono espletati con l'applicazione di valori segnatasse che non erano usati in emergenza, ma, bensì, come semplici marche consolari a tutti gli effetti, autorizzate con apposito decreto nel quale si diceva che i "segnatasse", finché non si fossero approntate delle specifiche marche, erano da considerarsi a tutti gli effetti validi anche per il pagamento dei diritti (tasse) consolari. Nel nostro caso (filatelicamente parlando) trovo che, a volte, la distinzione tra ciò che era il pagamento di un servizio (spedizione ed inoltro) e di una tassa (ad es. il 100% sul dovuto per l'affrancatura mancante) non sia così scontata.
Insomma, è un po' come dire che spesso, noi filatelici, siamo super attenti nel classificare e studiare certe cose: tiratura di ..., uso proprio e/o improprio, ... usi più o meno rari relativamente ad uno specifico territorio, ecc. (sempre per quanto riguarda i francobolli) e lo siamo assai meno per altre che, comunque, consideriamo totalmente ascrivibili alla filatelia.
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Francesco
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debene
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Re: Si fa presto a dire : "storia postale" ma ...

Messaggio da debene »

Non vorrei farla facile ma solo per semplificarmi la vita io direi che:

è storia postale tutto quello che ha viaggiato sicuramente ma anche tutto quello
che al contorno permette di far viaggiare la posta, quindi sicuramente anche una modulistica di ufficio.

Non credo sia necessaria la presenza di un valore bollato (francobollo, segnatasse o marca fiscale) altrimenti dovremmo escludere le prefilateliche
che nei primissimi tempi e a volte anche successivamente non presentavano alcun segno di tassazione, nemmeno manuale.
E non credo che il viaggio debba intendersi solo dal punto di vista fisico e quindi (qui qualcuno storcerà il naso) anche le email, i messaggi
via internet o un twitter è storia postale.
In questa accezione Francesco penso che quei documenti consolari anche se provvisti di valori bollati non possano ricadere in un ambito di storia postale,
ma solo in quello di un più generico collezionismo filatelico o fiscale.
Ciao:
sergio
Sergio De Benedictis
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andy66
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Re: Si fa presto a dire : "storia postale" ma ...

Messaggio da andy66 »

Francesco Riboldi ha scritto: 18 aprile 2021, 14:51 Si, in effetti la questione può sembrare (e forse lo è) una questione di lana caprina ma, nonostante in questo specifico caso si faccia riferimento a spedizioni di lettere, ciò che intendevo dire è che a volte per il "purista" la distinzione tra "postale" e/o fiscale non è sempre così chiara (ho fatto l'esempio della marca per i libretti di riconoscimento). Gli oggetti postati, ovviamente, non sono oggetti viaggiati ma modelli di servizio (1 A-Bis) che , come dici tu, però, fanno riferimento a missive viaggiate e non affrancate (con affrancatura a carico del destinatario). Sul modello non venivano applicati i francobolli ma i segna-tasse (o i francobolli, come pure anche altre marche, trasformati in segnatasse con la "T" impressa a mano). A questo punto bisognerebbe capire come venivano considerati , "amministrativamente", i segnatasse e se la loro funzione fosse solo postale oppure no (e qui ritorniamo sempre alla "lana caprina" :-) ). Qui di seguito ti posto alcuni esempi per significare meglio il concetto/dubbio che volevo esprimere.
Questi sono documenti consolari dove i diritti sono espletati con l'applicazione di valori segnatasse che non erano usati in emergenza, ma, bensì, come semplici marche consolari a tutti gli effetti, autorizzate con apposito decreto nel quale si diceva che i "segnatasse", finché non si fossero approntate delle specifiche marche, erano da considerarsi a tutti gli effetti validi anche per il pagamento dei diritti (tasse) consolari. Nel nostro caso (filatelicamente parlando) trovo che, a volte, la distinzione tra ciò che era il pagamento di un servizio (spedizione ed inoltro) e di una tassa (ad es. il 100% sul dovuto per l'affrancatura mancante) non sia così scontata.
Insomma, è un po' come dire che spesso, noi filatelici, siamo super attenti nel classificare e studiare certe cose: tiratura di ..., uso proprio e/o improprio, ... usi più o meno rari relativamente ad uno specifico territorio, ecc. (sempre per quanto riguarda i francobolli) e lo siamo assai meno per altre che, comunque, consideriamo totalmente ascrivibili alla filatelia.
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Ciao:

Francesco
I documenti che mostri sono tutti di tipo amministrativo, solo che la relativa tassa é stata riscossa con francobolli, in questo caso segnatasse ma potrebbero essere anche ordinari, al posto delle marche da bollo. Quindi non rientrano strettamente nella storia postale, anche se potrebbero rientrare in una collezione di storia postale come usi fiscali di fb ordinari. É un po' il caso contrario delle marche da bollo usate per posta, che però sono più attinenti alla storia postale vera e propria.

Ciao:
Andy66

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Francesco Riboldi
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Re: Si fa presto a dire : "storia postale" ma ...

Messaggio da Francesco Riboldi »

debene ha scritto: 18 aprile 2021, 16:09 Non vorrei farla facile ma solo per semplificarmi la vita io direi che:

è storia postale tutto quello che ha viaggiato sicuramente ma anche tutto quello
che al contorno permette di far viaggiare la posta, quindi sicuramente anche una modulistica di ufficio.

Non credo sia necessaria la presenza di un valore bollato (francobollo, segnatasse o marca fiscale) altrimenti dovremmo escludere le prefilateliche
che nei primissimi tempi e a volte anche successivamente non presentavano alcun segno di tassazione, nemmeno manuale.
E non credo che il viaggio debba intendersi solo dal punto di vista fisico e quindi (qui qualcuno storcerà il naso) anche le email, i messaggi
via internet o un twitter è storia postale.
In questa accezione Francesco penso che quei documenti consolari anche se provvisti di valori bollati non possano ricadere in un ambito di storia postale,
ma solo in quello di un più generico collezionismo filatelico o fiscale.
Ma come Sergio ? Mi dici che vuoi semplificarti la vita e poi, ... ci metteresti anche le mail e i messaggini ? :-)) :-)) :-)) :-))
Alla faccia della semplificazione !!!
Comunque i segnatasse apposti sui documenti consolari non hanno più nulla a che fare con il mondo della posta o para-postale perché sono vere e proprie marche consolari messe in carico alla dotazione degli uffici consolari dallo specifico ministero (allego decreto). Concordo con te che non possono ricadere nell'ambito della storia postale ma solo in quello del collezionismo fiscale.
Il decreto risponde anche a quanto ipotizzato da Andy66 , ovvero, in questo caso non siamo davanti ad un uso improprio (più o meno tollerato) ma all'uso di marche autorizzate (per non dire imposte) per uno specifico uso fiscale. Le marche in questione, infatti, furono inviate direttamente ai vari consolati, in precisi quantitativi, dal Ministero degli esteri e registrate come marche fiscali con carico e scarico su appositi registri. Tant'è che a secondo del consumo di ogni specifica ambasciata, o consolato, l'uso di queste marche si protrasse nel tempo perché, anche quando vennero introdotte le nuove marche consolari, prima bisognava smaltire questa prima dotazione che non poteva essere usata per altro.
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Francesco
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Andrea61
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Re: Si fa presto a dire : "storia postale" ma ...

Messaggio da Andrea61 »

Premesso che "Filatelia" e "Storia Postale" hanno un'importante sovrapposizione ma NON coincidono, soprattutto dal punto di vista metodologico e collezionistico (la Filatelia si occupa di FRANCOBOLLI, per la Storia Postale i francobolli sono solo uno dei vari ingredienti del funzionamento dell'organizzazione postale) francamente non riesco a capire quali possano essere i dubbi.

Storia Postale è documentazione del funzionamento dell'organizzazione postale e del funzionamento degli uffici postali (in toto o in parte).

Uno può tuttalpiù chiedersi se un particolare aspetto dell'organizzazione postale riguarda o no la trasmissione della corrispondenza. E' una domanda lecita ma la risposta non è discriminatoria. Il catalogo Unificato di Storia Postale (uscito 25 anni fa) ha un capitolo dedicato ai servizi a denaro.

L'esempio delle marche per i libretti di riconoscimento è comunque mal scelto. Perché al tempo l'amministrazione pubblica decise la creazione dei libretti di riconoscimento? Risposta: per facilitare l'operazione di ritiro allo sportello delle lettere assicurate. Più uso prettamente postale di questo non so cosa potrebbe essere!

Comunque, e questa è cosa che ripeto incessantemente ogni volta che ne ho occasione, non ha alcun senso chiedersi in astratto se un determinato oggetto "è" o "non è" Storia Postale.

Esistono le collezioni di Storia Postale. Una collezione di Storia Postale deve avere lo scopo di descrivere un aspetto del funzionamento dell'organizzazione postale. L'unica cosa che ha senso chiedersi è se un certo oggetto può trovare posto in una certa collezione ed è funzionale alla descrizione che si vuole fare.
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Re: Si fa presto a dire : "storia postale" ma ...

Messaggio da Erik »

Parlando in senso generale, la storia postale è la storia della posta.
In senso collezionistico, una collezione di storia postale è una collezione su un aspetto specifico del funzionamento del servizio postale, composta di oggetti che siano testimonianza dell'effettivo svolgimento di un servizio. Quello che c'è applicato sopra questi oggetti (francobolli, marche o nulla) è, tutto sommato, un aspetto secondario.
Venendo agli esempi citati, non ho dubbi sul fatto che un talloncino di un libretto di riconoscimento postale possa far parte di una collezione di storia postale. Se il bollino che c'è applicato sia un francobollo o una marca, da storico postale lo considero un aspetto secondario. Mi porrei, invece, il problema se fossi un filatelista tradizionale, che se colleziona francobolli non dovrebbe mescolarli con le marche da bollo (e viceversa).
Così delle lettere affrancate con marche da bollo possono senz'altro entrare a far parte di una collezione di storia postale, mentre farei fatica a giustificare l'inserimento nella stessa tipologia di collezione di un uso dei francobolli su documento fiscale (che, invece, potrebbe essere legittimamente inserito in una collezione di filatelia tradizionale).
In definitiva, non confondiamo la filatelia tradizionale con la storia postale.
Resta inteso che le categorie lasciano un po' il tempo che trovano, tutto sommato hanno importanza solo se si vuole esporre a livello competitivo, vale sempre il principio che ognuno colleziona ciò che vuole e come vuole :-)

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Francesco Riboldi
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Re: Si fa presto a dire : "storia postale" ma ...

Messaggio da Francesco Riboldi »

Alla fine concordo un po' con tutti, e mi pare che Erik abbia fatto una buona sintesi dei vari interventi.
Mi resta un solo ultimo dubbio (anche se, come direbbero a Roma, personalmente ... no me ne può fregà de meno), ma i giudici che decidono cosa è e cosa non è lecito esporre, ste cose le sanno ? :-)) :-)) :-)) :-)) Hanno una visione univoca ?
Se dovessi mettere i moduli sopra riportati in una collezione di RSI, da esporre in una pubblica tenzone tra filatelici, posso andare tranquillo ?
Va beh, ... tanto ho deciso di non esporre più e di limitarmi a criticare gli altri . :-)) :-)) :-)) :-)) :-)) :-)) :-))

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Re: Si fa presto a dire : "storia postale" ma ...

Messaggio da Thenewguy »

Francesco Riboldi ha scritto: 18 aprile 2021, 18:58
Se dovessi mettere i moduli sopra riportati in una collezione di RSI, da esporre in una pubblica tenzone tra filatelici, posso andare tranquillo ?

Francesco
Non ci vedo nessun problema. Io lo faccio regolarmente. Dipende dal piano della collezione e come spieghi la presenza dei vari pezzi.
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Andrea61
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Re: Si fa presto a dire : "storia postale" ma ...

Messaggio da Andrea61 »

Francesco Riboldi ha scritto: 18 aprile 2021, 18:58 ... ma i giudici che decidono cosa è e cosa non è lecito esporre, ste cose le sanno ?
Sono sempre molto sorpreso da quanto poco si capisca di quale sia l'operato di un giurato ad un'esposizione.

Non mi sono mai sognato neanche lontanamente di dire cosa è lecito e cosa non è lecito esporre.

Ciò che si giudica è quanto lo svolgimento di una collezione sia conforme al piano dichiarato e quanto i singoli pezzi sono consistenti col discorso che si va facendo.

Rev LB May 2022
Andrea

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