maupoz ha scritto: ↑22 gennaio 2023, 11:49
ritengo che hai dato per scontata la bontà dell'annullo (non critico ..solo per capire meglio )
In effetti è proprio così, ho dato più peso alla sua quotazione che alla sua genuinità, avrò dato un occhiata sommaria ai dentelli senza controllare se il timbro fosse originale e questa superficialità mi fa incavolare con me stesso perché sull'argomento ho letto e riletto i vostri post circa l'originalità di un timbro. Grazie per i vostri consigli e per la vostra disponibilità.
Tutti abbiamo commesso errori di questo tipo. Ti consiglio di fare l'occhio su annulli di francobolli coevi di poco valore prima di decidere di acquistare qualche prezzo caro. In mancanza di troppa esperienza meglio orientarsi su pezzi con annulli pesanti compatti ed oleosi. Magari non saranno belli ma... Poi ovviamente che siano anche completi e si possa vedere la data. E' chiaro che solo un piccola parte degli annulli autentici cade in queste categorie. Cosicché può' essere che un annullo buono non sia commerciabile come autentico perché' incompleto: magari e' stato maldestramente staccato dalla busta dal possessore che ora si ritrova un oggetto di valore bassissimo.
Pero' se uno deve spendere 150 euro per un francobollo con annullo autentico invece che l'equivalente con annullo dubbio o posteriore a 15 euro allora e' chiaro che pretenda molto.
Questo in attesa che qualcuno metta a punto analisi chimico-fisiche a buon mercato dell'inchiostro .
Giampiero
Colleziono ASI, Regno, Colonie, Occupazioni, prevalentemente usati, la mia passione e' comprenderne l'autenticità'. Mi interessa poter classificare i colori dei francobolli (es. Pontificio, Sardegna) con metodi più' oggettivi.
giampi ha scritto: ↑23 gennaio 2023, 19:39
Questo in attesa che qualcuno metta a punto analisi chimico-fisiche a buon mercato dell'inchiostro .
In attesa, suggerisco un metodo abbastanza semplice e "sicuro".
Appoggiate sul francobollo un foglio di carta (meglio se velina) e pressatelo col dorso dell'unghia.
Gli annulli originali del Regno dovrebbero lasciare delle tracce più o meno evidenti sulla carta: è il nerofumo oleoso che non si secca mai completamente.
A differenza degli inchiostri sintetici più moderni.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Grazie del consiglio, Antonello.
Anche con eventuali convinzioni in più sulla "antichità" dell'annullo, resta il fatto che la mancanza di data completa rende inapplicabili i criteri (scontati nelle percentuali che preferite) del Sassone.
Io un pezzo con annullo più certo lo pagherei anche più di 100 euro, così com'è una ventina, più che altro come tappabuchi in attesa di meglio.
giampi ha scritto: ↑23 gennaio 2023, 19:39
Questo in attesa che qualcuno metta a punto analisi chimico-fisiche a buon mercato dell'inchiostro .
In attesa, suggerisco un metodo abbastanza semplice e "sicuro".
Appoggiate sul francobollo un foglio di carta (meglio se velina) e pressatelo col dorso dell'unghia.
Gli annulli originali del Regno dovrebbero lasciare delle tracce più o meno evidenti sulla carta: è il nerofumo oleoso che non si secca mai completamente.
A differenza degli inchiostri sintetici più moderni.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Grazie della dritta. Ci proverò'
Giampiero
Colleziono ASI, Regno, Colonie, Occupazioni, prevalentemente usati, la mia passione e' comprenderne l'autenticità'. Mi interessa poter classificare i colori dei francobolli (es. Pontificio, Sardegna) con metodi più' oggettivi.