Su una lettera da Parigi assediata
Su una lettera da Parigi assediata
Non molti anni fa ho acquistato per la mia collezione sui rapporti postali del regno d'Italia con l'estero la lettera illustrata sopra inviata per ballon monté l'8 ottobre 1870 da Parigi assediata per Massa Carrara.
Qualche settimana fa su pressione di un'amica non filatelista che è rimasta affascinata da questo capitolo di storia postale mi sono fatto coraggio e ho aperto la lettera, che è molto fragile e compatta, per poterne leggere il testo.
E' un uomo che scrive alla sorella (la Estelle citata nella sovracoperta sebbene la lettera sia indirizzata ad un uomo) principalmente rassicurandola sulle sue condizioni generali e di salute. Nessuna notizia di particolare interesse storico-postale: si accenna solo al fatto che a Parigi non arrivano lettere ed il mittente se ne lamenta un po'. D'altra parte questo è ben noto: se il sistema dei ballon montés per far uscire la posta funzionò egregiamente altrettanto non si può dire dei metodi escogitati per far arrivare la posta a Parigi.
C'è però un passo della pur breve lettera che non riesco ad interpretare bene. Il mittente scrive:
Je ne manque de rien et m’habitue parfaitement à la vie des camps,
che credo di poter tradurre come "Non mi manca nulla e mi sono abituato perfettamente alla vita dei campi".
Però non capisco bene a che campi si riferisca. Mi sono fatto due ipotesi, forse un po' azzardate:
1) Credo di aver letto che nella Parigi assediata dai prussiani diversi parchi e giardini furono riconvertiti ad orti per la produzione alimentare. E' possibile che il mittente, un po' scherzando ed usando una certa autoironia, faccia riferimento alla necessità di dover curare un orto?
2) Il camps può essere interpretato come "accampamenti militari"?! Mi sembra plausibile che a Parigi la popolazione maschile abile fosse stata reclutata per una difesa della città e che questo comportasse un minimo addestramento e dei turni di guardia. Mi chiedo se una qualche parte dell'esercito francese non fosse rimasta ingabbiata in città o nell'immediato circondario e magari anche qualche ufficio postale militare (non mi sembra di aver mai visto un ballon monté con un timbro di un ufficio postale militare).
Qualcuno si sente di commentare o fare qualche ulteriore ipotesi?
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Andrea
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Sono interessato alla Storia Postale e ai Classici di tutto il mondo.
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Re: Su una lettera da Parigi assediata
Ritengo giusta la prima, effettivamente si coltivava verdura dove era possibile.
In un mio Ballons "la gazzette des absent", che dava notizie della situazione e lasciava una facciata per scrivere privatamente, si parla del costo esorbitante dei topi e delle foglie esterne dei cavoli, che normalmente venivano buttate via. Sic.....
se lo rintraccio provo a postarlo.
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Marino
Sostenitore dal 2010
Beato colui che pianta alberi alla cui ombra non potrà mai sedersi
Colleziono "Numeri 1" dal 1840 al 1860
Colleziono anche prime emissioni di ASI e Cavallini di Sardegna 1819-1820
Marino
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Colleziono anche prime emissioni di ASI e Cavallini di Sardegna 1819-1820
Re: Su una lettera da Parigi assediata
io propendo per la seconda ipotesi
il campo "agricolo" (mi si passi il termine!) credo si scriva con la lettera "h" .......la vie des champs (la vita dei campi) ... e c'è anche "l'avenue des Champs-Élysées"
se scritto senza la "h" , camp ...dovrebbe trattarsi di un termine di uso militare, cioè campo inteso come accampamento ...
ci vorrebbe il parere di Laurent
Maurizio
"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
Re: Su una lettera da Parigi assediata
Questa era un'osservazione che mi ero fatto anch'io, ma la mia conoscenza del Francese è piuttosto primitiva ed incerta.
Andrea
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Sono interessato alla Storia Postale e ai Classici di tutto il mondo.
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Re: Su una lettera da Parigi assediata
Bonjour à tous,maupoz ha scritto: ↑10 aprile 2024, 13:03 il campo "agricolo" (mi si passi il termine!) credo si scriva con la lettera "h" .......la vie des champs (la vita dei campi) ... e c'è anche "l'avenue des Champs-Élysées"
se scritto senza la "h" , camp ...dovrebbe trattarsi di un termine di uso militare, cioè campo inteso come accampamento ...
vi confermo questa seconda interpretazione, molti uomini essendo stati impiegati alla difesa della città, in modi vari.
L.
Re: Su una lettera da Parigi assediata
merci Laurent pour ta..."certification"...
Maurizio
"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.