percentuale di vendite
Moderatore: robymi
- robindebois82
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percentuale di vendite
C'e' modo di conoscere la percentuale di vendite riuscite nelle aste ?
Ho avuto l'impressione che ci siano case d'asta che, in Italia, non arrivano a vendere il 10%..
Declino della filatelia ?
un cordiale saluto
Emilio
Ho avuto l'impressione che ci siano case d'asta che, in Italia, non arrivano a vendere il 10%..
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Emilio
- Antonello Cerruti
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Re: percentuale di vendite
Ci sono troppi "astari" che hanno creduto che il loro patrimonio sia il magazzino del materiale che possono offrire.
Le aste si basano sulla credibilità, sull'affidabilità, sulla serietà, sulla fiducia e - in una parola - sulla loro clientela.
Ma questo, che è il vero patrimonio di una casa d'aste, si costruisce con i mattoni che ho citato sopra e con tanto lavoro.
Nessuno parla mai delle organizzazioni che lavorano bene ma basta un bidone o qualche francobollo falso o anche solo mal descritto perchè quella casa d'asta finisca sulla bocca dei collezionisti.
Come scrive Emilio, ci sono davvero delle vendite che stentano a raggiungere il 10% dei lotti venduti.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Le aste si basano sulla credibilità, sull'affidabilità, sulla serietà, sulla fiducia e - in una parola - sulla loro clientela.
Ma questo, che è il vero patrimonio di una casa d'aste, si costruisce con i mattoni che ho citato sopra e con tanto lavoro.
Nessuno parla mai delle organizzazioni che lavorano bene ma basta un bidone o qualche francobollo falso o anche solo mal descritto perchè quella casa d'asta finisca sulla bocca dei collezionisti.
Come scrive Emilio, ci sono davvero delle vendite che stentano a raggiungere il 10% dei lotti venduti.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
- Matraire1855
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Re: percentuale di vendite
Ci sono case d'asta che strombazzano i risultati di vendita ed altre che neanche se sei in sala capisci se il pezzo è andato alla base o se è rimasto invenduto. Una di queste, una milanese, mi ha sorpreso l' ultima volta pubblicando la lista degli invenduti per il post Asta dei lotti.robindebois82 ha scritto: 23 gennaio 2025, 14:31 C'e' modo di conoscere la percentuale di vendite riuscite nelle aste ?
Emilio
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https://www.comprovendolibri.it/?uid=vignatidanilo
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Re: percentuale di vendite
Direi proprio di no, visto che nessuna di queste case ha sinora chiuso battenti, e, anzi, sempre di nuove se ne aggiungono...
- Antonello Cerruti
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Re: percentuale di vendite
Come in altri paesi europei, le case d'asta stanno prendendo il posto dei negozi su strada.
L'asta può offrire tanti servizi che il negozio non poteva sostenere.
Internet ha permesso di vendere i francobolli anche in orari una volta inconsueti oppure in giorni di festa, ecc.
L'asta può contenere quella completezza di materiale che nessuno stock di un negozio poteva offrire.
Il lavoro di gestione di un'asta è principalmente "non tecnico" e quindi può essere affidato anche a persone non esperte di filatelia ma anche solo con competenze basiche gestionali di contabilità, di grafica, di spedizioni, ecc.
E' tutto cambiato rispetto anche a solo venti anni fa.
La difficoltà sono le incertezze dei prezzi, i trucchi, i falsi, la poca onestà di alcuni operatori...
Questo genera una certa sfiducia nel nostro settore che invece richiederebbe professionalità e disponibilità all'insegnamento verso i giovani.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
L'asta può offrire tanti servizi che il negozio non poteva sostenere.
Internet ha permesso di vendere i francobolli anche in orari una volta inconsueti oppure in giorni di festa, ecc.
L'asta può contenere quella completezza di materiale che nessuno stock di un negozio poteva offrire.
Il lavoro di gestione di un'asta è principalmente "non tecnico" e quindi può essere affidato anche a persone non esperte di filatelia ma anche solo con competenze basiche gestionali di contabilità, di grafica, di spedizioni, ecc.
E' tutto cambiato rispetto anche a solo venti anni fa.
La difficoltà sono le incertezze dei prezzi, i trucchi, i falsi, la poca onestà di alcuni operatori...
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Antonello Cerruti
- Matraire1855
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Re: percentuale di vendite
Nelle case d'asta di certo non aiutano descrizioni ambigue, devianti, reticenti e via di questo passo. Da esaminare è quella più tremenda, come se ai venditori (case d'asta compresi) non sussista l'obbligo di verificare in proprio o mediante la collaborazione di periti esterni il materiale da vendere. Capita di vedere cataloghi d'asta anche blasonati con descrizioni completamente errate come se non ci fosse neppure un controllo. Allo sbando o sciatteria? Quando non si vuole assumere personale competente e si pensa solo al 25% delle commissioni
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Re: percentuale di vendite
Osserva la cosa in una prospettiva statistica, di puri e bruti numeri.robindebois82 ha scritto: 23 gennaio 2025, 14:31 Ho avuto l'impressione che ci siano case d'asta che, in Italia, non arrivano a vendere il 10%.
Come ragiona - oggi - un banditore? Più o meno così.
Devo riuscire a mettere insieme un catalogo di almeno 2000 lotti, con una quotazione media di catalogo di € 7.000. Sto quindi offrendo materiale per un controvalore - di catalogo - di 2.000*€ 7.000=€ 14 milioni.
Fisso le basi d'asta al 15% del catalogo: il valore potenziale della mia vendita è quindi €14 milioni*15%=€ 2.100.000.
Prevedo di vendere il 10% e - prudenzialmente - immagino che tutto vada via alla base. Avrò quindi un flusso in entrata di € 2.100.000*10%= € 210.000.
Su questi € 210.000 incasserò il 23% di commissioni dagli acquirenti, ma è anche vero che da questi € 210.000 tratterò il 23% dai conferenti. Quindi il mio ricavo è 23%*2*€ 210.000=€ 96.600.
Quali sono i miei costi di struttura - fissi e variabili - collegati a ogni asta? Qui le cifre possono variare, ma sicuramente si riducono drasticamente se tutto è gestito per via "virtuale" (niente uffici fisici, niente cataloghi stampati, personale al minimo). Vogliamo dire che ogni tornata d'asta costa 16.600 euro? Diciamolo. Ogni asta costa 16.600 euro.
Quindi: Profitto=Ricavo-Costi=€ 96.600-€16.600=€ 80.000.
Faccio 5 aste l'anno a queste condizioni, quindi ogni anno incasso €80.000*5=€400.000.
Lo Stato ne vorrà il 50%, a titolo di tasse.
A fine anno, smazzato via tutto, mi restano in tasca € 200.000 puliti, puliti.
E si riparte di slancio col prossimo giro...
p.s.: puoi divertirti da solo a giocare un po' coi numeri di input, ma l'algoritmo è questo, e, a meno di sfracelli, gli output manterranno lo stesso ordine di grandezza.
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Re: percentuale di vendite
E su, giochiamo un po'.Napoli1860 ha scritto: 24 gennaio 2025, 11:48 p.s.: puoi divertirti da solo a giocare un po' coi numeri di input, ma l'algoritmo è questo, e, a meno di sfracelli, gli output manterranno lo stesso ordine di grandezza.
Immaginiamo pure che i cataloghi - con un bagno di realtà - riducano all'istante dell'80% le loro quotazioni nominali: quindi - per capirci - ciò che stamattina vediamo quotato € 100, prima che il sole tramonti lo vedremo quotato € 20.
Ora viviamo in un mondo dove le quotazioni teoriche di catalogo non sono più "100", ma "20" (scegliete pure voi l'unità di misura monetaria: euro, decine d'euro, migliaia, etc). Meraviglioso!
E il banditore, ora, cosa deve fare? In teoria nulla: deve solo mantenere le basi a "15", come faceva quando la quotazione nominale era "100", perché - con una bella inversione metodologica - è stato il Signor Catalogo ad andare verso il Signor Banditore.
Già. Qual è il problema? Che ora il collezionista vede una realtà che non conosce, a cui non è abituato, una realtà dove le basi d'asta sono il (15/20)=75% del valore di catalogo. Ohibò! Io - collezionista - voglio che in asta si parta dal 10%-15% di catalogo, perché - con la sola eccezione della "Pedemonte", anno 1991 - ho sempre visto questa realtà, e non conosco altro che questa realtà, una realtà dove è il gioco dei rilanci a determinare il punto di atterraggio, l'effettiva percentuale di sconto rispetto al catalogo (partendo dal 10%-15%).
E ora che si fa?

I collezionisti non vogliono vedere - in nessun caso, proprio nessuno - basi d'asta superiori al 10%-15% del catalogo.

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Re: percentuale di vendite
I collezionisti vanno in asta sapendo che può accadere questo...
... ma se tu, banditore, vuoi fissare direttamente la base d'asta a 1.600 o giù di lì, perché l'oggetto è obiettivamente di gran qualità, allora, sì, avrai pure ragione a dire che l'oggetto è di gran qualità, ma dimostri solo di non capire come funzionano oggi le aste, e io - collezionista - la tua proposta te la lascio lì dove l'hai messa...
... ma se tu, banditore, vuoi fissare direttamente la base d'asta a 1.600 o giù di lì, perché l'oggetto è obiettivamente di gran qualità, allora, sì, avrai pure ragione a dire che l'oggetto è di gran qualità, ma dimostri solo di non capire come funzionano oggi le aste, e io - collezionista - la tua proposta te la lascio lì dove l'hai messa...
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Re: percentuale di vendite
A questo proposito, risultato da un'asta recente.
Mi lascia un po' perplesso...
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- Antonello Cerruti
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Re: percentuale di vendite
Quanto scritto sopra è, purtroppo, esatto.
Il normale collezionista non ha nessun modo di capire quanto realmente vale oggi un francobollo e non sa distinguerne la qualità.
Non parliamo poi della sua originalità...
Controlla un catalogo, poi ne legge un altro, poi vede le basi di una vendita all'asta e... si fa ricoverare.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Il normale collezionista non ha nessun modo di capire quanto realmente vale oggi un francobollo e non sa distinguerne la qualità.
Non parliamo poi della sua originalità...
Controlla un catalogo, poi ne legge un altro, poi vede le basi di una vendita all'asta e... si fa ricoverare.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
- francyphil
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Re: percentuale di vendite
niente di particolare, semplicemente due contendenti :-Dmene60 ha scritto: 24 gennaio 2025, 16:54 A questo proposito, risultato da un'asta recente.
Mi lascia un po' perplesso...
Francesco
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Marcofilia Parma e provincia pre 1946 - Annulli meccanici del Regno e Repubblica - Annulli speciali italiani pre 1946 - Annulli Duplex - Annulli alberghieri italiani - Francobolli-Moneta italiani - Erinnofili antitubercolari del Regno - Annulli meccanici Tedeschi pre 1946 - Tematica Rugby ... e raccolgo quello che mi piace
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Re: percentuale di vendite
Sicuro, e oltretutto non è neppure una cifra spaventosa. La mia perplessità sta nell'oggetto del contendere, ma alla fine si tratta di gusti personali.francyphil ha scritto: 24 gennaio 2025, 17:15niente di particolare, semplicemente due contendenti :-Dmene60 ha scritto: 24 gennaio 2025, 16:54 A questo proposito, risultato da un'asta recente.
Mi lascia un po' perplesso...
Buona serata!
Maurilio
- francyphil
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Re: percentuale di vendite
E' il mercato stabilisce il valore commerciale di un oggetto. Per me quel pezzo di carta è un rifiuto riciclato, per almeno atre due persone è l'oggetto del desiderio. Stessa cosa poteva succedere su un francobollo di uno stato, su un chiudilettera, su pezzo di terra, una boccetta d'aria respirata da Elvis etc. Ci piace pensare che quello che collezioniamo abbia un "valore" intrinseco ma non è cosi. La busta Verolanuova quando risalterà fuori fra 50/100 anni ci sarà qualcuno interessato? Non credo ci saranno tanti contendenti e si poterà via a "costo d'occasione".
Di oggettivo c'e la rarità, le condizioni, la originalità ma non di certo il valore di un oggetto. Volendo dare un valore (inteso tasso di scambio con moneta corrente :-D) forzato alle cose i nostri predecessori hanno distrutto tutto.
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- francyphil
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Re: percentuale di vendite
Ho notato anche io che negli ultimi anni molti chiudono la prima tornata al 10/20% di vendite. Ma è anche vero che molto materiale è venduto dopo l'asta.robindebois82 ha scritto: 23 gennaio 2025, 14:31 C'e' modo di conoscere la percentuale di vendite riuscite nelle aste ?
Ho avuto l'impressione che ci siano case d'asta che, in Italia, non arrivano a vendere il 10%..
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un cordiale saluto
Emilio
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Re: percentuale di vendite
Per parte mia posso dare ripetuta testimonianza che Filsam è tra le case d'asta più serie e corrette: la base può essere "100", voi potete inviare un'offerta di "1000", ma se non ci sono altre offerte, a parte la vostra, il lotto vi viene aggiudicato a "100" (una volta furono così scrupolosi che arrivarono a chiamarmi il giorno prima dell'asta per sapere se la mia offerta era corretta o se per caso mi fosse "scappato uno zero"mene60 ha scritto: 24 gennaio 2025, 16:54 A questo proposito, risultato da un'asta recente.
Mi lascia un po' perplesso...

Quindi il realizzo in sé è assolutamente genuino. Per il resto avete già detto voi.
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Re: percentuale di vendite
Io, invece, credo proprio di sì...francyphil ha scritto: 24 gennaio 2025, 18:01 La busta Verolanuova quando risalterà fuori fra 50/100 anni ci sarà qualcuno interessato? Non credo...



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Re: percentuale di vendite
Sono d'accordo. Stiamo parlando di pezzi antiquariali. Magari fra un secolo anche la varietà del "Lavoro italiano nel mondo" sarà un pezzo antiquariale, anche se di origine ben diversa rispetto alle lettere del Lombardo Veneto.Napoli1860 ha scritto: 24 gennaio 2025, 18:42Io, invece, credo proprio di sì...francyphil ha scritto: 24 gennaio 2025, 18:01 La busta Verolanuova quando risalterà fuori fra 50/100 anni ci sarà qualcuno interessato? Non credo...![]()
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Re: percentuale di vendite
Questa semplice simulazione - per quanto stilizzata - spiega come sia possibile avere percentuali di vendita basse e guadagni monetari di tutto rispetto.Napoli1860 ha scritto: 24 gennaio 2025, 11:48
Come ragiona - oggi - un banditore? Più o meno così.
Devo riuscire a mettere insieme un catalogo di almeno 2000 lotti, con una quotazione media di catalogo di € 7.000. Sto quindi offrendo materiale per un controvalore - di catalogo - di 2.000*€ 7.000=€ 14 milioni.
Fisso le basi d'asta al 15% del catalogo: il valore potenziale della mia vendita è quindi €14 milioni*15%=€ 2.100.000.
Prevedo di vendere il 10% e - prudenzialmente - immagino che tutto vada via alla base. Avrò quindi un flusso in entrata di € 2.100.000*10%= € 210.000.
Su questi € 210.000 incasserò il 23% di commissioni dagli acquirenti, ma è anche vero che da questi € 210.000 tratterò il 23% dai conferenti. Quindi il mio ricavo è 23%*2*€ 210.000=€ 96.600.
Quali sono i miei costi di struttura - fissi e variabili - collegati a ogni asta? Qui le cifre possono variare, ma sicuramente si riducono drasticamente se tutto è gestito per via "virtuale" (niente uffici fisici, niente cataloghi stampati, personale al minimo). Vogliamo dire che ogni tornata d'asta costa 16.600 euro? Diciamolo. Ogni asta costa 16.600 euro.
Quindi: Profitto=Ricavo-Costi=€ 96.600-€16.600=€ 80.000.
Faccio 5 aste l'anno a queste condizioni, quindi ogni anno incasso €80.000*5=€400.000.
Lo Stato ne vorrà il 50%, a titolo di tasse.
A fine anno, smazzato via tutto, mi restano in tasca € 200.000 puliti, puliti.
Detto semplice: non importa quanto bassa sia la quota x%, perché se riesco ad applicarla ad una massa monetaria M sufficientemente grande, nonché a tenere sotto controllo i costi operativi C, allora il guadagno G=M*x%-C sarà comunque soddisfacente.
L'errore di prospettiva sta nel concentrarsi su x%, quando in realtà la partita si gioca su M e C.
Ovviamente non è detto che una casa d'asta riesca a produrre i numeri utilizzati nell'esempio, ma quei numeri - lasciatemi dire - dovrebbero essere uno standard, l'obiettivo ordinario di chi vuol fare questo mestiere, per compensarlo non solo del lavoro, ma anche dei rischi di un'attività imprenditoriale oggettivamente sui generis.
Se c'è un errore - che talvolta mi capita di registrare in alcune case d'asta - non è nell'avere un x% basso, ma nello sbagliare nella scelta più semplice, proprio laddove sembra impossibile sbagliare: nel fissare le basi d'asta.
Bolaffi e Corinphila - per dare un riferimento nazionale/internazionale e uno internazionale/mondiale - dovrebbero essere d'insegnamento: le basi d'asta si fissano tra il 5% e il 20% della quotazione di catalogo, centrandole - di regola - sul 15% (e applicando occasionalmente sconti e premi a seconda delle particolarità degli oggetti, senza mai scendere sotto il 5% e andare mai sopra il 20%).
Qualsiasi comportamento differente - in particolare una base d'asta prossima al realizzo sperato - è semplicemente un suicidio collettivo (per la casa d'asta e per il conferente) ed immediato capire il perché...
- Antonello Cerruti
- Messaggi: 7138
- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: percentuale di vendite
La tua disamina è credibile ma pecca di grande ottimismo.
Riflette la visione dall'esterno di un mondo in grande difficoltà che sconta un momento di poca disponibilità all'acquisto per mancanza di fiducia nel futuro.
In ogni campo economico, c'è una forza propensa all'acquisto quando i prezzi scendono per poi rivendere - con margini di utili - quando le quotazioni risalgono.
In filatelia, invece e soprattutto in Italia, non ci sono più i tanti commercianti * che - un tempo - facevano da "banca" assorbendo le eccedenze momentanee e "soffrendo" il tempo necessario tra l'acquisto e la vendita.
Due "prove" a testimonianza della sfiducia di un mondo commerciale che sta invecchiando e si sta riducendo.
1) Sono pochissimi i commercianti che hanno coinvolto figli o nipoti nella propria attività e quindi che hanno trovato motivi per mantenere i livelli del loro magazzino.
2) Ci sono astari che non accettano materiale da terzi perchè hanno materiale di loro proprietà in quantità tale da soddisfare le esigenze dei propri clienti, senza dover "dividere" il loro potenziale di acquisto con altri.
Mi spiego meglio: "Se i miei clienti possono spendere solo 100, preferisco vendere loro il mio materiale...".
* I negozi hanno chiuso perchè il titolare era invecchiato senza eredi ma anche perchè - a fronte di spese oramai antieconomiche - non riuscivano più a guadagnare neppure l'IVA che riuscivano ad evadere...
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Riflette la visione dall'esterno di un mondo in grande difficoltà che sconta un momento di poca disponibilità all'acquisto per mancanza di fiducia nel futuro.
In ogni campo economico, c'è una forza propensa all'acquisto quando i prezzi scendono per poi rivendere - con margini di utili - quando le quotazioni risalgono.
In filatelia, invece e soprattutto in Italia, non ci sono più i tanti commercianti * che - un tempo - facevano da "banca" assorbendo le eccedenze momentanee e "soffrendo" il tempo necessario tra l'acquisto e la vendita.
Due "prove" a testimonianza della sfiducia di un mondo commerciale che sta invecchiando e si sta riducendo.
1) Sono pochissimi i commercianti che hanno coinvolto figli o nipoti nella propria attività e quindi che hanno trovato motivi per mantenere i livelli del loro magazzino.
2) Ci sono astari che non accettano materiale da terzi perchè hanno materiale di loro proprietà in quantità tale da soddisfare le esigenze dei propri clienti, senza dover "dividere" il loro potenziale di acquisto con altri.
Mi spiego meglio: "Se i miei clienti possono spendere solo 100, preferisco vendere loro il mio materiale...".
* I negozi hanno chiuso perchè il titolare era invecchiato senza eredi ma anche perchè - a fronte di spese oramai antieconomiche - non riuscivano più a guadagnare neppure l'IVA che riuscivano ad evadere...
Cordiali saluti.
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