Bobby54 ha scritto:Ho riletto l'articolo di Rosalba che all'arrivo della rivista avevo letto frettolosamente. In un primo momento avevo pensato fosse una storia come quelle di Herbert von Krunz personaggio degli articoli di Carlo Clerici, un artificio che in quel caso trovo fastidioso. Ovviamente mi scuso con Rosalba perché la sua storia in forma epistolare è certamente più interessante e la lettura molto gradevole. Trovo che sia ben fatta anche la scelta delle illustrazioni e delle didascalie, attinenti al testo e non in numero eccessivo.
Le domande per l'autrice sono tante: la prossima lettera sarà scritta ancora da Ermione o sarà la risposta di Matilde? E la storia proseguirà fino al 2018 seguendo il corso del centenario della guerra? Lo se che non puoi rispondere, ma almeno toglimi una curiosità: da dove viene la citazione "Dentro Roma c'è un caffè... Un caffè tutto speciale..."?
Grazie e, in attesa di leggere il seguito, un caro saluto.
Roberto

Caro Roberto,
grazie per il tuo intervento che apre un piccolo dibattito su ciò che si legge sulle riviste filateliche.
Purtroppo non molti leggono

e talvolta ciò che si legge si dimentica in fretta.
E’ inoltre di pochissimi l’attitudine a parlare di ciò che si è letto, scambiando opinioni e pareri con altre persone.
Commentare quello che si apprende leggendo o commentare le opinioni espresse in un articolo non è usuale in campo filatelico, e lo dico con rammarico

perché credo che questo ci tolga una parte del piacere del nostro collezionismo che è anche dibattere in serenità conoscenze e pareri.
Fatto questo preambolo sono contenta che tu abbia avuto la voglia di rileggere il primo articolo della serie “inviata di guerra”.
Per ogni articolo che si scrive occorre tanto tempo da dedicare alla ricerca delle informazioni che si vogliono dare, tanto tempo all’approfondimento di quelle informazioni, un altro po’ di tempo per tutte le verifiche incrociate e per l’accertamento della precisione di tutti i dati immessi, un tot di tempo per la stesura dell’articolo, altro tempo per la correzione della forma, del lessico e della sintassi; e poi ancora tempo (e ti assicuro, ce ne vuole tanto

) per la scelta delle immagini, la loro scannerizzazione e la preparazione delle didascalie.
Più o meno è questo l’iter della genesi di un articolo filatelico, e chiunque scriva lo può confermare.
Per gli articoli di Ermione il tempo dedicato alla ricerca si è moltiplicato per dieci

perché i campi di ricerca sono molti di più di quelli che si prendono in considerazione in un articolo classico.
L’approfondimento è dilatato a dismisura perché dilaga in ogni direzione.
Le verifiche di info e dati proporzionate.
E la stesura??? Ora riesco a parlarne abbastanza rilassata ma i primi 4 o 5 mesi, in cui dovevo inventare come impostare questa idea di parlare della prima guerra mondiale da inviata al fronte, sono stati piuttosto difficili.
Volevo qualche cosa di inusuale, volevo che ci fosse pathos, volevo che la posta e i francobolli fossero immersi nella vita di ogni giorno, volevo poter raccontare liberamente e far comparire anche i sentimenti. Ho pensato che niente meglio di uno stile epistolare mi potesse permettere di ottenere ciò che volevo.
Tante lettere, siamo collezionisti filatelici no?
Ma le lettere presuppongono dei personaggi: chi scrive?

A chi?

… Perché? Quando? Da dove?
Sto dilungandomi troppo

… se vi va un po’ alla volta vi racconto.
Ora rispondo molto volentieri alle tue domande:
il prossimo articolo è ancora una lettera di Ermione a Matilde … da dove lo scoprirai a novembre.
Si,

il progetto prevede di seguire tutto il corso della guerra. Saltuariamente su L’Arte del Francobollo troverete una lettera di Ermione a Matilde, in cui la nostra inviata racconterà gli avvenimenti storici, quelli postali, gli umori della gente … dando uno spaccato della vita dell’epoca.
E ora l’ultima domanda

di cui ti ringrazio immensamente: sentirti chiedere di quella citazione significa intanto che l’hai notata

(e questo mi ripaga già di tanto lavoro), che hai capito che aveva un senso nel fluire dell’articolo

(ricordi quando dicevo di approfondimenti dilaganti in ogni direzione?) e che ti ha risvegliato curiosità di sapere (questa è una delle massime aspirazioni di ogni articolo!!):
Dentro Roma c’è un caffè …
Un caffè tutto speciale.
Non lo fo per dirne male;
dico solo … quel che è.
Qui ci trovi americani,
gran milordi, signoroni,
grandi artisti, artisti cani.Non è un capolavoro ma è una poesia del poeta romanesco Augusto Jandolo, l’accompagnatore di Ermione, che aveva scritto quei versi sul tavolo in marmo del Caffè Greco, così come alcuni artisti usavano fare, e dato che in giro frivolamente se ne parlava (siamo ancora nella Belle Epoque…) Ermione, curiosa, quella sera si è fatta accompagnare al Caffè per poter vedere con i suoi occhi.
Questo è un esempio di come questi articoli cerchino di essere qualche cosa di nuovo che fonda storia e posta, francobolli e psicologia, collezionismo e narrativa.
…ho detto cerchino di essere

… che poi lo siano è tutto da dimostrare!!!!
Un forte abbraccio
Rosalba
P.S.
Io trovo tenero il prof. Krunz

… mi sembra di vederlo: sprofondato nella sua poltrona, in ciabatte, con la pipa perennemente in bocca, avvolto dalle volute di fumo e perso nei suoi ricordi!
Ci racconta di luoghi, mostrandoci francobolli e annulli, che conosce personalmente!!!
Di quelle isole o spiagge o località il più delle volte io non sapevo neanche l’esistenza! mi piace che sia lui a raccontarmele.
Se poi penso che un tipo così apparentemente “strampalato” sia in realtà un professore di funzioni semiperiodiche alla prestigiosa università di Gottinga…

beh il contrasto, certamente voluto, mi diverte molto.