Questo topic nasconde un grande mistero della storia postale del LV e cioè l'approvvigionamento iniziale dei bollini da lettera da parte dei commessi periferici.
Questi ricevevano i foglietti di bollini in conto vendita e poi a fine mese dovevano saldare l'acquisto versando l'importo alla cassa provinciale. Versamento che riguardava sia i venduti sia gli invenduti.
Non è comunque chiaro in base a quali dati si ordinarono i foglietti, per esempio 1 da cent.5, 1 da cent.10, 5 da cent.15, 4 da cent.30 e 2 da cent.45 e piuttosto che quantità totalmente diverse.
Probabilmente ci si basò sui dati della primavera 1850 ma è un'ipotesi non storicizzata e a cui va aggiunto che con l'avvento dei francobolli cambiarono i raggi tariffari oltre che le tariffe.
Personalmente, fossi stato un commesso, avrei ridotto al minimo l'acquisto dei costosi foglietti da cent.45 (lire 27) che in caso di scarso uso avrei dovuto comunque pagare a fine mese.
Più appetitoso in quanto a economicità il foglietto da cent.5 (lire 3) da usare in multiplo o magari come complemento in striscia di tre insieme ad un cent.15 (per la II distanza) o ad un cent.30 (III distanza).
Ma perchè ciò non avvenne? Eppure le circolari affrancate con un cent.5 sono una minima quantità delle spedizioni?
Forse è il caso di allargare la ricerca degli uffici in cui il valore da c.45 venne usato nel mese di giugno del 1850?

Francesco