percentuale di vendite

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Napoli1860
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Re: percentuale di vendite

Messaggio da Napoli1860 »

Antonello Cerruti ha scritto: 3 febbraio 2025, 12:17 La tua disamina è credibile ma pecca di grande ottimismo.
Ovviamente - capiamoci - ci possono essere mille-mila ragioni non-economiche per fare quel che si fa (per inerzia, perché ci si diverte, perché non si può fare altrimenti, perché si ricavano vantaggi indiretti etc.) e sono tutte ragioni potenzialmente valide; la mia era semplicemente una disamina di "pura razionalità" (se non si riesce a orbitare intorno a quei numeri, allora - su un piano squisitamente economico, di logica economica - "business doesn't work").

Dopodiché, sarei un filo meno pessimista sul cambiamento del mercato, perché - come si dice - il cambiamento è l'unica costante (del mercato, della vita, di tutto). Le cose non stanno mai ferme, cambiano di continuo, a volte per successioni di infinitesimi, altre con strappi più bruschi, e l'imprenditore - per definizione - è colui che sa reagire al cambiamento, o meglio ancora, che sa anticiparlo per poi pilotarlo.

Si va verso - siamo già, in realtà - in un mondo di aste, e però sembra che alcuni banditori - di quando in quando - fatichino a capirne la logica, e così - di quando in quando - fissano basi coincidenti con i realizzi sperati (come se fossero prezzi netti).

Bravi, fenomeni!

Non capite che - andando poi tutto invenduto - voi avete definitivamente "bruciato" il valore di quei pezzi, che magari erano pure pregevoli e che quelle richieste le valevano pure, ma che dovevano essere soddisfatte dal gioco dei rialzi tipico dell'asta, e non imposte dall'esterno con basi irreali. Perché ora il primo scemo che passa avrà gioco fin troppo facile a dire che quei pezzi non valgono quei prezzi, e voi sarete obbligati a ridurli.

E sapete qual è il problema del ribassare un prezzo? Che non invoglia certo ad acquistare, ma semplicemente alimenta l'aspettativa di ulteriori ribassi, e ancora, e ancora.

Ne è semplice conferma questo scambio di battute, relativo a una transazione qui sul forum.
1.png
Che si riassume così:

- "Voglio uno sconto".

- "Ma io ho già ribassato il prezzo".

- "Eh, già, ma proprio perché lo hai ribassato... io mi aspetto che tu sia disposto a ribassarlo ancora di più!"

Amen, se non si riescono a tirare su 200.000 euro puliti all'anno (ne potrebbero andare bene anche 100.000, o forse anche 75.000, di meno proprio no) ma almeno - nel vostro stesso interesse - imparate a fissare le basi (che, come dicevo, è la cosa più semplice del mondo: tra il 5% e il 20% del catalogo, centrandole sul 15%).
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Ultima modifica di Napoli1860 il 5 febbraio 2025, 9:54, modificato 1 volta in totale.
Napoli1860
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Re: percentuale di vendite

Messaggio da Napoli1860 »

Nel 2014 mi trovai coinvolto - come "controllore esterno", diciamo così - nella valutazione di una villa che vi assicuro, senza esagerazioni, era l'equivalente romano di Arcore.

Il proprietario era fallito, la banca era entrata in possesso della villa, e ora andava capito a quale valore iscriverla a bilancio, in attesa di venderla.

Il direttore della banca era disperato: "fino a qualche anno fa era un cliente eccezionale, fantastico, uno dei migliori creditori che si potessero immaginare, gli si poteva prestare denaro a occhi chiusi, sicuri che te lo avrebbe restituito con tanti begli interessi, e poi..."

Già. E poi? Cosa è successo "poi"?

E' successo che questo signore era attivo nel campo - diciamo così - della "ristorazione", e tutto andava a meraviglia. Finché, nel 2008, non arrivò uno strano concorrente, dalla forma anomala rispetto alla tradizione: tale "Horn Pub" (forse ne avrete sentito parlare...).

Lui - l'imprenditore - non capì quello che stava accadendo, non colse che "Horn Pub" segnava l'avvio di una rivoluzione, che da quel momento la gente poteva "ristorarsi" gratuitamente - perché "Horn Pub" dava gratis ciò che fino al giorno prima era a pagamento - e che quindi, se si voleva rimanere nel campo della "ristorazione", bisognava cambiare completamente mentalità e atteggiamento e - di conseguenza - modificare radicalmente le azioni sul campo.

Lui non lo capì, passò cinque anni a maledire "Horn Pub" e alla fine fallì; ma il mercato della "ristorazione" - oggi - è più vivo che mai (la gente vuole "ristorarsi" oggi, come lo voleva ieri, come lo vorrà domani) e per di più offre a tutti - ma proprio a tutti - l'opportunità di entrarvi e fare profitti (certo, ci vuole "un po' di stomaco", per così dire, ma del resto in economia non ci sono "pasti gratis"). "Solo Tifosi" - oggi - è la frontiera della "ristorazione", in attesa dalla prossima rottura, del prossimo break, perché i mercati, tutti i mercati, funzionano così: per continue rotture e conseguenti adeguamenti. E' difficile che un mercato scompaia del tutto. A perire sono solo coloro che non sanno adeguarsi.

"Non è la specie più forte a sopravvivere, né la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento" - osservava già Darwin.
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robindebois82
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Re: percentuale di vendite

Messaggio da robindebois82 »

Ringrazio molto Antonello, Napoli e gli altri: le considerazioni fatte sono veramente molto interessanti , e tutti coloro che si avvicinano alla filatelia dovrebbero leggerle. Utilissima anche per chi è lontano dalla filatelia da anni, come il sottoscritto.
Non so nulla di monete ma ho un dato che mi ha impressionato.
Ieri sera ho guardato i risultati del mio "amico" Gaertner (nel senso che ci conosciamo da forse 30 anni ed è sempre stato gentilissimo): i primi 500 o 600 lotti di monete hanno avuto una percentuale di vendita vicina al 100%, con notevoli rilanci. Un lotto con base 500€ è andato a 5800€.
Sono veramente meravigliato pensando a l 3o 4% di realizzi di certe aste su bidinside...
Un cordiale saluto
Napoli1860
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Re: percentuale di vendite

Messaggio da Napoli1860 »

robindebois82 ha scritto: 19 febbraio 2025, 11:05 Un lotto con base 500€ è andato a 5800€.
Sono veramente meravigliato pensando al 3 o 4% di realizzi di certe aste su bidinside...
Un cordiale saluto
Forse, però, evocando una vecchissima pubblicità, "tu sbagli candeggio", guardi cioè nei posti sbagliati.

Hai visto il delirio che è accaduto alla Corinphila, quando è passata la Provera? E se avessero avuto la pazienza di diluire ulteriormente la vendita (che comunque si è sviluppata in 6 tornate) sarebbe stato ancora più spettacolare.

Se vuoi un esempio nostrano, recupera il catalogo dell'asta Vaccari 91 del 6 maggio 2017, con i relativi realizzi.

Cioè, se il venduto di una casa d'asta è il 3% o il 4% del totale, è perché - con tutta evidenza - il resto era invendibile.
Napoli1860
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Re: percentuale di vendite

Messaggio da Napoli1860 »

La puoi vedere così.

C’è chi mira a quei collezionisti che vogliono pagare poco, e se possibile di meno, e se ci si riesce ancora meno del meno; okay, d’accordo, è una scelta; ma a queste persone, cosa mai puoi offrire? le grandi gemme della filatelia? non credo; così metti su un catalogo in cui ammassi migliaia di lotti mediamente mediocri, perché tanto sai – come illustrato negli interventi precedenti – che da grandi masse si possono trarre profitti sufficienti anche con basse quote di venduto; tu (banditore) sei felice (per aver tratto i tuoi guadagni), loro (collezionisti) sono felici (per aver pagato poco), e noi (che guardiamo da fuori) restiamo un po’ interdetti (anche se – come spiegato – la giostra gira a meraviglia, per dati numeri).

E poi c’è Corinphila, che – dalla notte dei tempi – usa tutt’altro schema: attenzione alla selezione all’ingresso (non propongono qualunque cosa, purchessia, pur di “fare volume”); pubblicità dell’evento (tutti devono sapere che c’è l’asta) e basi allettanti, il che implica che bisogna stare sul posto – fisicamente o via internet – al momento della vendita; e infine – attenzione, ché questo è il punto chiave – aver creato una diffusa consapevolezza tra i collezionisti che, sì, le basi sono basse, ma ci si trova in un luogo dove è normale vederle decuplicate, e quindi creazione tra i partecipanti di una mentalità di gente disposta e pronta a pagare.

Alla fine – sia l’uno che l’altro – sono processi circolari, in cui ogni passaggio è ora causa e ora effetto degli altri, dove tutti i passaggi si rafforzano l’un l’altro a ogni giro.

Il primo schema è più veloce e meno faticoso, potenzialmente alla portata di chiunque.

Il secondo richiede una “visione” e una “progettualità”, perciò riferibile a chi possiede una chiara inclinazione imprenditoriale.

E ognuno – alla fine – fa quel che sa fare meglio, o quel che gli riesce di fare con i talenti di cui dispone.
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Antonello Cerruti
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Re: percentuale di vendite

Messaggio da Antonello Cerruti »

Tanti mercanti piccoli e medi hanno - negli anni - perso (per tanti motivi) la loro clientela abituale ed ora si trovano con molto materiale di scarso valor e nessun interesse.
Cosa resta loro da fare?
Un'asta :idea: :idea:
Già ma quello dell'astaro è un lavoro difficile e, soprattutto, dovresti avere una clientela che si fida e ti segue e del bel materiale "fresco e raro".
Ma chi te lo affida, se non hai un nome noto ed affermato?
Invece, pensano che le vendite all'asta siano come le pesche in cui getti in acqua qualche migliaio di ami sperando che qualche pesce-pollo abbocchi.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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mene60
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Località: Mogliano Veneto (TV)

Re: percentuale di vendite

Messaggio da mene60 »

D'accordo con te, Antonello. Molti commercianti hanno sostituito il negozio fisico con quello su internet, con lo svantaggio per chi compra di non poter controllare la qualità della merce "de visu", cosa fondamentale anche per i pezzi di modesta rarità e/o qualità. Eh sì, è un mondo difficile...
Buon pomeriggio!

Maurilio
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robindebois82
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Re: percentuale di vendite

Messaggio da robindebois82 »

Ritornando a Corinphila. Non so ultimamente ma le noie con la dogana acquistando in Svizzera erano notevoli...
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