Un francobollo viene emesso, mentre un qualsiasi altro prodotto commerciale viene semplicemente realizzato.
Pensare che un prodotto commerciale riproducente l'immagine di un francobollo, solo perché realizzato dall'azienda privata che al momento è anche concessionaria del servizio postale universale per conto dello Stato, debba essere considerato una carta-valore mi sembra francamente illogico, anzi direi anche folle.
Come già correttamente ricordato da altri, per le regole vigenti in Italia i francobolli sono solo quelli emessi dallo Stato ed aventi le caratteristiche tecniche previste dai singoli decreti di emissioni (dove, non dimentichiamocelo, sono indicati il tipo di carta, di dentellatura, di stampa, ecc.). Tutto il resto sono al più semplici riproduzioni. Il fatto che qualche buontempone, con la connivenza di sportellisti postali più o meno in buona fede, abbia fatto regolarmente viaggiare per posta delle semplici etichette (di carta, d'argento, ecc.) è ininfluente. Altrimenti si arriverebbe al paradosso evidenziato da Erik, per cui anche i puzzle filatelici di Poste dovrebbero essere carte-valori, perché concettualmente la differenza tra essi e le lamine d'argento e minima.
Quanto ai cataloghi, occorre sempre considerare che non di rado essi sono legati a commercianti di settore, e spesso e volentieri, negli ultimi anni, hanno ospitato pagine pubblicitarie pagate da chi certi prodotti li produce e li vende...
