Mi pare che in queste tre righe ci sia riassunta tutta la filosofia che sta dietro i criteri di classificazione adottati da Paolo che anch'io, come Giovanni, ho messo alla base della mia raccolta di colori quartisti.
Come già diceva Miki.it prima di scomparire, è fondamentale prendere le classificazioni di un esperto come base e "tarare" tutta la collezione sui suoi criteri, altrimenti si rischia di perdersi nel mare delle interpretazioni e delle mille varianti che ogni occhio pixellato riesce a vedere.
Quando hai davanti agli occhi (i nostri di comuni mortali...) due FB completamente diversi e classificati allo stesso modo da due periti di grande nome (e di grande costo..) oppure quando ne vedi due uguali sputati ma classificati di due anni diversi dagloi stessi super periti, che sensazione provate? A me viene un forte mal di testa, un vuoto allo stomaco e la molto fastidiosa sensazione di aver speso soldini a casaccio...
Quindi confrontare pezzi classificati da diversi occhi e metterli insieme, cercando, magari un pò forzatamente, di trovare qualche assonanza coloristica, mi sembra un esercizio veramente inutile e direi anche controproducente.
Alla fine io ho cercato di risolverla così: Tutti i pezzi, proprio tutti, li mando all'amico caleidoscopico. Anche quelli superfirmati da noti e lussuosi periti. Poi quando ritornano a casa, magari con classificazioni riviste e corrette, scrivo nell'album digitale: classificato dall'amico MegaP come ..... e già classificato da Tizio come ..........
Insomma tengo memoria di tutto ma ritengo valida la classificazione di Paolo e su quella vado avanti.
P.S. In effetti non glieli mando proprio tutti. Quelli classificati da Umberto Ballabio li dò per buoni. Ma si sa che con Paolo erano compagni di banco....
