27 maggio 1850 - Da Vienna a Pest con Kreuzer 6 - Prima data d'uso nota

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francesco luraschi
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da francesco luraschi »

Non succede niente!

Qualcuno è capace di trovarmi tra tutta la documentazione del 1850, circolari, notificazioni e disposizioni la data di vendita dei francobolli?

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Tergesteo
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da Tergesteo »

Nel Del Bianco, c'è un capitolo sul primo giorno d'uso dei francobolli a Trieste.

Riporta anche un articolo di giornale che parla di grande confusione.

E' normale che in questa grande riforma delle abitudini dei cittadini, ci siano voluti alcuni giorni di adattamento.

La busta primo giorno col 10 centesimi di Padova (se è veramente buona, quella lascia non pochi dubbi) ne è la prova, tassazione-contro tassazione, tariffa errata, ecc...

Si può fantasticare sulla nascita del documento, ma bisogna sempre tener presente che soltanto il 2-3% del materiale dell'epoca è sopravissuto sino ai giorni nostri.

All'interno dell'Impero e del Lombardo Veneto, molte anomalie nacquero, molte inspiegabili razionalmente.

In tipografia, la carta vergata, non filigranata e quindi non ufficiale usata per sbaglio, esperimento, dolo?

Almeno un processo fu intentato contro un impiegato della stamperia che aveva trafugato un foglio di 9 kreuzer (esistono gli atti del processo).

Lasciamo stare i falsi di Milano e Verona, legati ai traffici dei corrieri Franchetti.

Mettiamo l'uso teoricamente vietato dei francobolli in kreuzer nel Lombardo Veneto, delle marche da bollo.

Ci furono anche iniziative locali di dentellatura come a Tokay.

Il territorio era vasto, la popolazione numerosa, tante cose potevano succedere

Quel che turba è che a Vienna avessero potuto fare una cosa assolutamente fuori dai regolamenti.

Che l'iniziativa fosse di un privato che si sarebbe procurato un francobollo?
Impensabile, non aveva la possibilità di imbucare la lettera prima del primo giugno. Doveva recarsi allo sportello e non credo l'avrebbero fatta passare.

Che abbiano cercato di fare una prova?

Che il mittente fosse un pezzo grosso e che gliel'abbiano fatta passare?

Perchè qualcuno si è confuso allo sportello, sapendo della riforma e vedendo i francobolli già forniti all'ufficio?

Dibattito aperto!

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Benjamin
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Giordano Bruno
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francesco luraschi
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da francesco luraschi »

Nessun documento vieta l'utilizzo dei francobolli prima del 1/6/1850, cioè nel periodo che corre tra questa data e la fornitura agli uffici.

Nelle disposizioni si scrive "di porre in esatta esecuzione infallabilmente a datare dal suddetto giorno le disposizioni contenutevi in riguardo alle modificate tasse di porto-lettere e competenze accessorie, come pure rispetto all'affrancazione delle spedizioni di Posta-Lettere mediante bolli..."

Se la si legge bene il divieto prima del 1 giugno non è esplicito, come si è sempre pensato, e come la massima parte degli uffici e del pubblico può avere inteso. La disposizione riguarda piuttosto la variazione della tariffa e l'obbligo (relativo, aggiungo io se non si vuole pagare la sovrattassa) di affrancare con francobolli le spedizioni.

Se nel periodo antecedente l'obbligo non c'era, come non c'era divieto, questa era una facoltà concessa. La tariffa della lettera è esatta e cosa può essere imputato ad un impiegato?

Si parla tuttavia di pochi giorni...

La ricerca comunque va ristretta alle lettere dell'ultima decade di maggio e limitata ancora di più alle lettere rosse spedite in PP perché il mittente aveva la volontà di prepagare, a prescindere dai contanti o francobolli, essendosi recato in posta.

Non penso siano molte le lettere rosse, forse tra queste ci sono pure quelle spedite "alla prefilatelica" in contanti per motivi che non so.

Comunque pure le lettere prefilateliche tradizionali timbrate il 31 maggio sono ben poche, a memoria non ne ricordo nessuna rossa spedita in PP.

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byebye
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da byebye »

Una domanda da assoluto profano: mi spiegate, per favore, il significato della scritta "franco." in rosso?

Grazie.
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Tergesteo
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da Tergesteo »

"Franco" stava a significare: porto pagato dal mittente.

Cioè Franco di porto. Si usava in periodo filatelico nello stato pontificio, per confermare che una lettera entrante da uno stato estero era correttamente affrancata, un timbro FRANCA o AFFRANCATA, assicurando così al destinatario di non dover pagare nulla.

Così si evitava la tassazione ed la conseguente messa a carico del destinatario della spedizione.

Era un opzione possibile in era prefilatelica, mentre il passaggio ai francobolli significò anche l'obbligo per il mittente di pagare il costo della spedizione.

Era sempre possibile continuare ad usare il porto assegnato (a carico del destinatario), ma con una tassa supplementare che rendeva proibitivo il costo.

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Benjamin
Ultima modifica di Tergesteo il 19 settembre 2013, 21:28, modificato 1 volta in totale.
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byebye
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da byebye »

Grazie Tergesteo, ma il dubbio ora, sempre da profano, è se l'aggettivo "franco" era usato anche fra popolazioni di lingua non italiana: usavano "franco" anche per le comunicazioni fra Austria e Ungheria?
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Tergesteo
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da Tergesteo »

Franco era internazionale.

In zone italiane linguisticamente avrebbero piuttosto scritto FRANCA.

Lo si usa ancora in Francia (franco de port).

Le abbreviazioni PP, PD erano anche internazionali.

Ciao: Ciao:

Benjamin
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byebye
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da byebye »

Tergesteo ha scritto:Franco era internazionale.

In zone italiane linguisticamente avrebbero piuttosto scritto FRANCA.

Lo si usa ancora in Francia (franco de port).

Le abbreviazioni PP, PD erano anche internazionali.

Ciao: Ciao:

Benjamin


Grazie mille, era un dubbio da assoluto profano, quale sono.
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francesco luraschi
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da francesco luraschi »

Due precisazioni:

1) la lettera di Padova del 1 giugno la ritengo originale perché nel periodo prefilatelico l'unica tassa tripartica è quella che veniva apposta AL VERSO delle raccomandate RR prepagate dal mittente. Quindi non può che essere del o post 1/6/1850. Comunque su questo argomento preferisco non tornarci, scusate.

2) Provate ad immaginare la lettera Vienna-Pesth senza il timbro sul francobollo. E'il classico caso di bollo "a parte" e annullo grafico noto anche in LV, frutto delle interpretazioni soggettive delle disposizioni.

Poi qualcuno deve avere istruito per bene l'addetto al timbro.

Detto questo aggiungo: non ho mai ritenuto falsa la lettera in questione ma l'emoticon :mmm: manifestava i miei dubbi poi svaniti grazie ai contributi di tutti.

MAI comunque scriverò qui di pezzi falsi dato che non voglio rogne, non lo fanno i periti figuratevi io

Un dubbio mi era sorto sulla mancanza della firma per eccellenza di Emilio Diena. Probabilmente è un pezzo giovane e questa è la spiegazione.

Mi piacerebbe sapere su cosa si sono basati i due periti per firmare l'originalità del pezzo? Hanno fatto tutte le nostre riflessioni?

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Andrea61
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da Andrea61 »

Tergesteo ha scritto:Si può fantasticare sulla nascita del documento, ma bisogna sempre tener presente che soltanto il 2-3% del materiale dell'epoca è sopravissuto sino ai giorni nostri.
..........
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"La Verità è più strana della Fantasia, perché la Fantasia è costretta ad attenersi al probabile, mentre la Verità invece no."
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Tergesteo
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da Tergesteo »

Un dubbio mi era sorto sulla mancanza della firma per eccellenza di Emilio Diena. Probabilmente è un pezzo giovane e questa è la spiegazione.


E' chiaramente un pezzo rimasto nell'ombra per molto tempo, altrimenti sarebbe molto più famoso e starebbe su tutti i libri.

La firma di Emilio Diena sta sulla maggioranza delle rarità dell'area italiana, qui siamo in Austria.

Mi piacerebbe sapere su cosa si sono basati i due periti per firmare l'originalità del pezzo? Hanno fatto tutte le nostre riflessioni?


Riflessioni ne avranno fatte tante.

Avendo il pezzo in mano, molte altre cose si possono verificare: l'inchiostro dell'annullo sopra il francobollo è trapassato sulla lettera?

Ci sono tracce di ossidazione della gomma sui bordi del francobollo?

Ne avranno avute da verificare delle cose...

"La Verità è più strana della Fantasia, perché la Fantasia è costretta ad attenersi al probabile, mentre la Verità invece no."
(Mark Twain)


:evvai: :evvai: :evvai:

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francofrinni
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da francofrinni »

Buonasera a tutti, dopo aver osservato che il francobollo copre parte del nome del destinatario, avrei due domande da porre, spero qualcuno possa rispondermi.
1) Il francobollo è evidentemente della prima fila del foglio ( dato il margine alto ), c'è modo di capirne la posizione?
2) Perchè proprio la firma/signatura di Bolaffi... ?
Felice di condividere quest'argomento ( che mi ha allibito ) con voi , vi saluto Cordialmente Ciao:
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Tergesteo
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da Tergesteo »

1) Il francobollo è sicuramente della prima fila del foglio, il bordo non così ampio può essere anche da interspazio, per cui, l'unica certezza è la prima fila, almeno di un foglio piccolo (da 60 esemplari).

Non so se è mai stato fatto uno studio sui clichés del 6 kreuzer primo tipo ed una ricostruzione della tavola, simile a quello di Bruno Lollis sul 30 centesimi primo tipo.
Ma con un francobollo così pesantemente annullato, vedrei poche speranze di plattarlo.

Ai fini dell'autenticità del pezzo, sono dettagli comunque irrilevanti.

2) Che sia passato per le mani di Alberto Bolaffi dipende dalla sorte e significa soltanto che la lettera è passata per l'Italia.
Poteva capitare ad Emilio o Alberto Diena oppure a qualche grande austriaco del passato come Edwin Muller.

Ciao: Ciao:

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francofrinni
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da francofrinni »

Grazie , intuivo la risposta della seconda domanda.
La prima l'ho posta non ai fini dell'autenticità, ma al fine di capire se NON fosse il Primo !! :mmm:
Grazie ed un Saluto Ciao:
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mestrestamps
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da mestrestamps »

Ciao:

francesco luraschi ha scritto:Un dubbio mi era sorto sulla mancanza della firma per eccellenza di Emilio Diena. Probabilmente è un pezzo giovane e questa è la spiegazione.


:not: :not:

Di questo pezzo ne parlava già Edwin Muller negli anni 30...

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fildoc
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da fildoc »

La busta è stata pubblicata per la prima volta dall'ing. Edwin Müller sulla rivista "Die Postmarke" del 24 dicembre 1937

Quanto alla probabile presenza ad un'asta Bolaffi stasera ho guardato dal 2000 al 2006 nulla....

Ma anche sulla suggestione di Giandri ci pare di ricordare qualcosa attorno all'anno 2000...
domani vado a cercare in un altro mio archivio dove conservo i Bolaffi degli anni '90....
+-x:
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ciao
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enisej
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da enisej »

Tergesteo ha scritto:Dibattito aperto!

Ciao: Ciao:

Benjamin



Cari amici,

mi permetto di inserirmi nel dibattito, pur non essendo uno specialista di LV... seguo con grande interesse la sezione, perché riguarda direttamente la mia terra natale. E poi perché siete tutti preparatissimi! :D

Non discuto sull'autenticità in senso stretto della lettera: faccio fatica a classificare i 15 cent che ho nei miei album, figuriamoci se ho gli strumenti per dire qualcosa su una rarità da almeno 75mila Euro!

Però vorrei soffermarmi sul lato "umano" della filatelia. Quelle variabili, cioè, che vanno oltre i regolamenti e le disposizioni postali; quelle incognite imponderabili che sono capaci di creare queste appassionanti rarità, al limite dell'inspiegabile.

Per pura speculazione, il calendario ci dice che il 27 maggio 1850 cade di lunedì. Il 1° giugno, il fatidico "primo giorno" è un sabato. E' probabile che i primi fogli fossero già nei cassetti dell'ufficio di Vienna da qualche giorno, pronti per essere utilizzati in ottemperanza alle nuove disposizioni a partire dal fine settimana. Considerando la solerzia dei funzionari imperiali di ogni grado e ordine, è plausibile che i principali uffici postali dell'impero fossero stati approvvigionati con ampio anticipo per garantire le operazioni sin dal primo momento.

Ora, cosa succede a Vienna?

A mio avviso è ipotizzabile che qualche impiegato postale, colto da eccesso di zelo, abbia iniziato ad applicare questi nuovi "pezzettini di carta stampata" sulla corrispondenza in partenza. Dubito del fatto che abbia applicato un'affrancatura "di favore" a qualche amico o persona importante, perché dubito della sensibilità "filatelica" sia dell'impiegato che del mittente.

E' altresì probabile che qualcuno si sia accorto (un funzionario superiore?) di queste primitive e precoci affrancature, bloccandone immediatamente il corso. Avvremmo infatti qualche altra traccia di lettere affrancate e spedite il 27 maggio, così come di lettere spedite nella settimana che va dal 27 al 31, di fatto prima dell'entrata in vigore dei nuovi valori bollati. In questo caso, è probabile che qualche lettera già affrancata sia stata comunque processata, ma dato il tasso minimo di sopravvivenza di questo materiale (2-3%, come già detto) è probabile che questo sia in effetti un pezzo unico. Nessuno può dirci che cosa stesse succedendo realmente in quei giorni di fine maggio nell'ufficio postale di una capitale imperiale... :f_???:

Nella mente dei vari Ferchenbauer & C. probabilmente sono passati tutti i nostri interrogativi. Salvo poi riconoscere che - in effetti - si tratta di un'anomalia bella e affascinante. E che gli elementi a sostegno di ciò sono sostanziali, non ultimo il modo in cui è stata annullata la lettera!

Il vero mistero però a mio avviso resta un altro: cosa sarà passato per la testa del destinatario, vedendo quella missiva "affrancata"? E nel momento in cui ha deciso di conservarla, avrà intuito della portata storica di quello che aveva tra le mani?
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Colleziono storia postale delle province venete, con particolare attenzione alla provincia di Vicenza e alla città di Thiene. A tempo perso cerco di chiudere la lunga e voluminosa pratica della Repubblica...
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fildoc
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da fildoc »

osservazioni:
- ci sono rimasti il 2\3 % dei pezzi usati....
- un ipotizzabile quarto di foglio usato
- pari a 60 francobolli
- il 2/3% è 1 pezzo...
questo!
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da pablita64 »

Precisazione: 2/3% della tiratura iniziale sono i francobolli superstiti. Questo è addirittura un francobollo su lettera, quindi la percentuale scende a valori di qualche decimo di punto. :oo: :oo:.


QUINDI BISOGNA METTERE LA LETTERA A BAGNO E STACCARE IL FRANCOBOLLO DAL SUPPORTO CARTACEO, ALTRIMENTI LE MEDIE NON TORNANO. :-)) :-)) .

Ciao: Ciao: Mario Serone
10 centesimi (N° 2 e 19 del catalogo Sassone) della I emissione del L V
45 centesimi I tipo (N° 10 e 17 del catalogo Sassone) della I emissione del L V.
Difetti di cliche' della I emissione del L V.
Lettere del L V affrancate con il 10 centesimi in tariffa per il distretto postale.
Lettere "forwarded" nella I emissione del L V.
Lettere della I emissione del LV con francobollo singolo annullato più volte
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Antonello Cerruti
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Re: E' questa la maggior rarità della filatelia austroungari

Messaggio da Antonello Cerruti »

pablita64 ha scritto:Precisazione: 2/3% della tiratura iniziale sono i francobolli superstiti. Questo è addirittura un francobollo su lettera, quindi la percentuale scende a valori di qualche decimo di punto. :oo: :oo:.


QUINDI BISOGNA METTERE LA LETTERA A BAGNO E STACCARE IL FRANCOBOLLO DAL SUPPORTO CARTACEO, ALTRIMENTI LE MEDIE NON TORNANO. :-)) :-)) .

Ciao: Ciao: Mario Serone


.....Anche se la lettera fosse un falso, tornerebbero le medie.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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