NDH - La Croazia di Ante Pavelic: lo Stato degli Ustascia

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Lucky Boldrini
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NDH - La Croazia di Ante Pavelic: lo Stato degli Ustascia

Messaggio da Lucky Boldrini »

Con una veloce operazione di collage e qualche piccolo riadattamento, ho riunito in questo Topic alcuni interventi sul vecchio Forum di F&F del nostro bravissimo ed insostituibile Giuseppe Ghetti (ilsergente) :clap: nei quali ci raccontava, con agganci filatelici, le tristi, orribili vicende dello Stato degli Ustascia di Ante Pavelic.
Buona lettura a tutti! :leggo:

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Appare agghiacciante che nell'odierna Repubblica di Croazia il "Poglavnik" Ante Pavelic continui a riscuotere, in alcun zone ed ambienti, una sinistra popolarità, pur a quasi cinquanta anni dalla sua morte.
Ante Pavelic, capo (poglavnik) della croazia ustascia.jpg
Ante Pavelic, capo (poglavnik) della Croazia ustascia.


Ciò è in parte spiegabile con gli odi interetnici ed anche politici che tanti orrori hanno prodotto durante le recenti guerre nella ex-Iugoslavia: il processo per i crimini contro l’umanità perpetrati durante i conflitti nei Balcani degli anni Novanta del secolo scorso ha visto imputati anche diversi Croati, oltre al presidente serbo Milosevic e la sua cerchia.
Sul web, poi, non è difficile trovare siti ustascia e più in genere, nazistoidi.


Franjo Tudjman, ex partigiano con Tito, al momento dell’inizio e durante lo svolgimento del conflitto fra Croazia e Serbia si avvalse dell’aiuto di parecchi personaggi quali più e quali meno gravitanti attorno al mondo degli Ustascia, ed ebbe qualcuno di questi anche come ministro; sia per iscritto che verbalmente ebbe un atteggiamento “morbido” nei confronti del fascismo croato, “comprendendone” alcune manifestazioni. A proposito del genocidio ustascia di Serbi, Ebrei ed altri, ebbe a scrivere ne “Gli orrori della Guerra (Bespuća povijesne zbiljnosti)”-1989:
"Il genocidio è un fenomeno naturale, in armonia con la natura mitologicamente divina della società. Il genocidio non è solo permesso, è raccomandato, perfino ordinato dalla parola dell'Onnipotente, tutte le volte che sia utile per la sopravvivenza o il ripristino del dominio della nazione prescelta, oppure per la conservazione o la diffusione della sua unica e giusta fede."


E di genocidio si deve parlare quando si pensa ai campi di sterminio organizzati dagli Ustascia a Jadovno, Stara Gradiska, Jasenovac, dove perirono con metodi che fecero impallidire anche quelli dei Nazisti dai 600.000 agli 800.000 fra Serbi, Ebrei, Zingari ed oppositori in genere.


Nella lotta contro la Serbia l’ex-presidente volle utilizzare tutte le forze anti-serbe, quindi anche gli Ustascia...
Proclamazione NDH.jpg
Francobollo con l’effigie di Pietro II, re di Iugoslavia, sovrastampato il 12 Aprile 1941 (due giorni dopo la proclamazione dello Stato ustascia) con la dicitura "Nezavisna Drzava Hrvatska" (Stato Indipendente Croato).


...non dimentichiamo che tale movimento, anche dopo la fine della II Guerra Mondiale, rimase organizzato ed attivo, soprattutto all’estero, ed ebbe un seguito non trascurabile anche se ovviamente “sommerso” anche nella Croazia federata.
Sotto la presidenza Tudjman si ebbe il tentativo di riabilitare vari esponenti ustascia, e fra questo anche il brigante nero Jure Francetic, comandante della famigerata "Crna Legija" (Legione Nera). In suo onore fu addirittura eretto, a Slunj, un monumento, ora abbattuto.
Jure Francetic.jpg
Francobolli in onore di Jure Francetic, comandante della “Crna Legija”, reparto i cui membri più volte si fecero fotografare mentre ostentavano orgogliosamente la testa, spiccata dal busto, di un Serbo o di un altro nemico. Questa Legione Nera si segnalò per una disumana “caccia al Serbo”, soprattutto in Bosnia, e mise a ferro e fuoco decine di villaggi serbi, massacrando chiunque vi trovasse, con particolare predilezione per le persone più deboli e meno atte ad “offendere”. Questi carnefici amavano farsi fotografare accanto ai resti, spesso smembrati, delle loro vittime.


Per chi non ne fosse a conoscenza, le uniformi dei criminali della “Crna Legija” furono realizzate con panno di colore nero per abiti talari. Era infatti nota la simpatia che i Fascisti croati, “Cattolicissimi”, ispirarono a molti membri croati (e non solo) della Chiesa Cattolica. Molti criminali di guerra ustascia portavano tonache o sai francescani, e portavano questi indumenti legittimamente, in quanto preti o frati.

Reparti Croati2.jpg
Reparti Croati 1.jpg
Francobolli in onore dei reparti croati che combatterono a fianco dei Tedeschi sul fronte dell’Est.
Uno dei francobolli del foglietto (quello a destra in basso) raffigura un “legionario” croato inquadrato nelle truppe italiane (Milizia) presenti sul fronte orientale. La serie di tre valori onora i volontari croati delle SS naziste.


In tempi recenti, la decennale guerra nella ex Iugoslavia ci ha fatto assistere ad atrocità impensabili nella fine-Millennio in questa "civilissima" Europa. E i responsabili delle varie "pulizie etniche" appartengono a tutte le varie nazionalità dell'ex Iugoslavia. C'è stata l'orrenda mattanza, ad opera di Serbi, di Srebrenica, ma anche militi Croati, in Croazia, in Bosnia, in Erzegovina, non si sono sottratti all'atroce competizione su chi fosse più disumano, e si sono macchiati di stragi, numericamente meno rilevanti di quella della città martire bosniaca di Srebrenica, ma altrettanto atroci ed a danno di civili di ogni età e sesso, attuate con la stessa lucida determinazione e ferocia. I nomi delle località che hanno visto operare i nuovi Ustascia sono troppo numerosi e noti.

Per spiegare l'odio interetnico scoppiato come durante i circa dieci anni della più recente guerra nella ex Iugoslavia è opportuno risalire proprio agli avvenimenti che videro fra i protagonisti il dottor Pavelic negli anni Trenta e Quaranta del secolo passato, e soprattutto a quelli coincidenti con la Seconda Guerra Mondiale. E' fuor di dubbio che a dare pratico inizio alla pulizia etnica nella Iugoslavia occupata da Tedeschi ed Italiani fu il governo collaborazionista della Croazia degli Ustascia. Perchè la Grande Croazia di Pavelic (Croazia più Bosnia-Erzegovina) fosse solo dei Croati (i Bosniaci furono promossi "Croati onorari), i Serbi presenti nel territorio croato o bosniaco furono o espulsi verso la Serbia "governata" da Milan Nedic, posto dai Tedeschi a "governare", sotto strettissima sorveglianza, la Serbia, o furono obbligati a ripudiare la loro nazionalità attraverso la conversione al Cattolicesimo (come si sa, i Serbi erano, come sono, prevalentemente Ortodossi), o, preferibilmente, massacrati nei loro villaggi dalle bande di Pavelic, come la “Crna Legija” di Francetic, e nei numerosi campi di sterminio presenti nel territorio croato-bosniaco e gestiti, in esclusiva, dagli Ustascia.

Per avere nozione delle atrocità dei Croati di Pavelic è sufficiente fare una ricerca, ad esempio su "Google immagini", inserendo nella finestra i nomi di questi due campi di sterminio: Stara Gradiska e Jasenovac: ci si renderà conto dei livelli di abiezione ai quali alcuni esseri umani sono stati capaci di crollare.
Jasenovac.jpg
Stara Gradiska.jpg
Corrispondenza da o per due dei peggiori campi di sterminio organizzati dagli Ustascia: Jasenovac e Stara Gradiska.

E' doveroso ricordare anche che spesso le autorità militari italiane di occupazione in Croazia cercarono di limitare gli "eccessi" (per usare questo termine del tutto inadeguato) degli Ustascia, e che si verificarono attriti ed anche scontri armati, per questo motivo, fra soldati italiani ed Ustascia. Molte persone, (Ebrei, Serbi e di altra nazionalitò o condizione) trovarono rifugio e protezione in alcune zone della Croazia fino a quando queste furono controllate dagli Italiani.
Annessione Dalmazia.jpg
Questo è un francobollo interessante per noi Italiani: commemora l'annessione allo Stato ustascia della Dalmazia, fino all'8 Settembre 1943 controllata dall'Italia, ed è probabilmente l'unico francobollo che celebri l'armistizio dell'8 Settembre.
Vedere al riguardo anche l'articoletto apparso sulla "Voce del CIFR" al link http://www.cifr.it/articoli%20su%208%20 ... 01943.html (link non più attivo - LB 30/11/2021)
A maggior precisazione di quanto riportato sul sito del CIFR a proposito del francobollo, non siamo in presenza di una incrinatura sul vetro e neanche di una varietà casuale, bensì di una varietà voluta! Ovvero la S iniziale di Seizinger (Karlo Seinzinger, grande incisore di francobolli) che occupa in ogni foglio da 40 il posto n. 22.
Varietà simile (S nell'insegna dell'osteria) nel foglietto: tavola da stampa con sei foglietti e nel quinto la S.
Anche nel valore da 12,50 kuna emesso dalla NDH il 13 dicembre 1943 in onore dell'astronomo Boskovic troviamo la S di Seizinger. Per la stampa sono state usate due tavole calcografiche da 100 esemplari e con ciascuna sono stati stampati 1.000.000 di francobolli. Nella prima il francobollo in 73a posizione ha la lettera S sul police della mano destra dell'astronomo: ne sarebbero stati stampati quindi 10.000 con la lettera S.
Karl o Karel (era Tedesco ma lavorò moltissimo in Cecoslovacchia negli anni Venti-Trenta del Novecento) Seizinger "si è divertito" a mettere la sua iniziale anche in questo francobollo di Iugoslavia del 1941:
Seizinger.jpg
Il "segno segreto" compare solo nel sesto francobollo di ogni foglio, che quindi è considerevolmente più raro dei rimanenti:
Seizinger segno segreto.jpg
Karl Seizinger incise splendidamente molti francobolli della Cecoslovacchia prebellica.
Le poste della Cecoslovacchia postbellica lo hanno onorato così:
Seizinger Cecoslovacchia.jpg
[/color][/size]


Dal canto loro, i "Titini", dopo la fine della II Guerra Mondiale, effettuarono rappresaglie su tutti gli Ustascia o presunti tali (e sui collaborazionisti sloveni) sui quali poterono mettere le mani: e massacrarono centinaia di migliaia di Croati e migliaia di Sloveni. E' anche l'epoca delle foibe istriane e dalmate.
Al riguardo, ecco un brano ben esemplificatore tratto da http://www.controstoria.it/dopoconflitto.htm (link non più attivo - LB 30/11/2021)
"Ben peggiore fu la sorte degli ustascia croati e dei domobranci sloveni. La falce della "pulizia politica" li mieté come un campo di grano. I morti non si contarono a decine, ma a centinaia di migliaia. […] croati e sloveni collaborazionisti si erano rifugiati in massa nelle valli austriache fra Bleiburg e Loibach per arrendersi alle truppe britanniche. Questa volta però gli inglesi si mostrarono irremovibili. Secondo gli accordi di Yalta, gli eserciti vinti dovevano trattare direttamente con i rispettivi vincitori e, di conseguenza, ustascia e domobranci dovevano essere consegnati alle autorità della Repubblica federale jugoslava. Quando questa notizia si diffuse, nel campo dei profughi si verificarono scene strazianti. I suicidi si contarono a migliaia, ma per i superstiti non ci fu scampo. Caricati a forza su vagoni piombati, 300.000 ustascia furono consegnati alle truppe di Tito e avviati verso la Jugoslavia. Il massacro ebbe inizio subito dopo che fu varcata la frontiera e le cifre dei morti raggiunsero livelli inimmaginabili. Secondo testimonianze raccolte dallo storico Pier Arrigo Carnier, 75.000 croati furono uccisi nei dintorni di Maribor e sepolti in enormi fosse comuni. Gli abitanti del luogo udirono per giorni interi il sinistro crepitio delle mitraglie. Altri 30.000 ustascia furono fucilati nella foresta di Kocevlje. Altre migliaia di croati, ma anche di serbi, montenegrini e sloveni, morirono di stenti durante la cosiddetta "marcia della morte" verso i campi di lavoro situati ai confini della Grecia e della Romania. (da "L'esodo - La tragedia negata degli italiani d'Istria, Dalmazia e Venezia Giulia", pag.120)"

Ecco che, almeno in parte, con una minima conoscenza degli eventi precedenti (pur lontani anche decenni) riusciamo a dare qualche spiegazione al conflitto balcanico degli scorsi anni Novanta.
Ed impariamo che, se vogliamo difenderci dalla possibilitò che l'orrore ritorni, bisogna conoscere.

A conclusione di questo piccolo lavoro, e a beneficio di tutti quanti, riporto testualmente ed integralmente quanto scriveva il nostro amico ilsergente in un suo intervento del 1 dicembre 2005:
"Ho letto recentemente un libro: L'Arcivescovo del genocidio", di M.A. Revelli, Kaos editore: tratta della discussa figura di Alojzije Stepinac, Arcivescovo di Zagabria, per alcuni patriota croato e sacerdote che cercò, invano, di moderare l'azione genocida degli Ustascia, per altri amico di Ante Pavelic e suo collaboratore e sostenitore, complice, in sostanza. Non mi sogno neanche di dare un parere sulla sua figura, tuttavia egli sicuramente chiuse spesso gli occhi sulle atrocità che venivano commesse in Croazia. Il libro è corredato da una certa quantità di immagini, la maggior parte delle quali si riferisce ad atrocità commesse dagli Ustascia a danno dei loro nemici: mi ero già interessato alla vicenda dello Stato di Pavelic, avevo letto quanto scritto da Curzio Malaparte a proposito di una cesta piena di occhi strappati a Serbi mostratagli da Ante Pavelic, durante un colloquio dello scrittore col Paglovnik, avevo anche letto memorie e diari di mlitari italiani di stanza in Croazia che descrivono, attraverso le azioni dei briganti ustascia, il clima di inferno in terra che regnava in quel Paese durante l'ultima guerra. Eppure non ero preparato a quelle fotografie, sono state per me un vero pugno nello stomaco. Soprattutto mi hanno fatto star male le immagini di cadaveri di bambini di pochi anni fatti a pezzi, fotografie scattate dai loro macellai e da questi conservate come trofeo. Ed ho riflettuto che scene simili a quelle delle foto di sessant'anni fa si sono ripetute negli stessi territori dieci anni fa. Nel Luglio del 1995 si è verificato il massacro di Srebrenica.
Ho voluto mostrare le le foto del libro ai miei due figli, che manifestano un giusto orrore quando vedono i filmati diffusi da Al Jazira con le esecuzioni di ostaggi: ebbene, pur avendo un'idea di tragedie come l'olocausto ebraico, non sapevano nulla dei crimini degli Ustascia se non quello che avevano sentito in famiglia, nessuno, fuori di casa, gliene ne aveva parlato. Se c'è la tenue speranza che l'orrore, la notte di ogni sentimento di umantà non si ripeta, essa consiste nel CONOSCERE, CONOSCERE, CONOSCERE. Anche i francobolli e la storia postale sono uno stimolo a conoscere."



Ciao:

Luca

P.S.
Dal vecchio Forum di F&F.
Contributi di Giuseppe Ghetti, Fabio V., Gianluigi Azzalini, Luca Boldrini.


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pinco1
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Nezavisna

Messaggio da pinco1 »

Ciao,

l'ho trovato tra gli ASFE, Pavelic e via discorrendo .., al di là della + o - ufficialità,ne ho visti un paio su cartolina.

Hanno comunque avuto un loro perchè ?

Ciao:
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Roblan
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Re: Nezavisna

Messaggio da Roblan »

Ciao, come hai detto fanno parte dei tanti francobolli jugoslavi sovrastampati dallo Stato Indipendente di Croazia (Nezavisna = Indipendente) capeggiato da Ante Pavelic, nato dopo la occupazione e disintegrazione della Jugoslavia da parte di Germania, Italia ed Ungheria. Una entità fascista alleata dei nazisti e degli italiani (fino al 8 settembre '43), come il coevo stato fantoccio serbo. Sono stati usati all'inizio della vita di questo Stato nel 1941, prima che venisse creata la serie Paesaggi, che ho visto usata più frequentemente. Io personalmente li ritengo dei francobolli "veri", come quelli della nostrana RSI

Ciao:
su Delcampe: http://www.delcampe.it/negozi/robertol6031
Rivoluzioni in Europa dal 1789; Antifascismo e Resistenza in Europa; Movimento operaio e sindacale;
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pinco1
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Re: Nezavisna

Messaggio da pinco1 »

Grazie Roblan,

ne confermi,quindi,l'utilizzo postale.Pensavo a farloccate inesistenti.
Se è così,difficile considerarli figurine.
Se riesco me ne procuro un paio.Immagino non costino molto.

Ciao:

Rev LB Apr 2021
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somalafis
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Le ''prove'' dello Stato Indipendente Croato e l'8 settembre dell'Italia!!!

Messaggio da somalafis »

La casa d'asta tedesco Reinhard Fischer ha indetto la sua prossima asta per i giorni 24-28 novembre. Tra i vari pezzi in vendita figura la collezione ''California'' dello Stato Indipendente Croato (quello ''famigerato'' di Ante Pavelic, creato da italiani e tedeschi e durato dal 1941 al 1945). E' una collezione che presenta una grande quantita' di prove e saggi basata su album ministeriali che documentavano le varie fasi di realizzazione dei francobolli emessi. Ecco un link:
https://stampauctionnetwork.com//RF/rf177.cfm
Ed ecco qualche esempio del materiale
a1 1941 prova.jpg
a10 42 prove prog.jpg
a14 prove pro.jpg
a23 prove.jpg
a33 42-43 prove.jpg
Ci sono anche i non emessi del 1945
mon em 2.jpg
A parte la segnalazione, l'esame di questo materiale mi ha spinto a guardare con piu' attenzione i francobolli di questo effimero ''stato''. Il territorio dello stato croato era occupato a meta' da italiani e tedeschi, impegnati a contrastare le forze della resistenza jugoslava. Dopo l'8 settembre 1943, Ante Pavelic, decise di cavalcare alla grande le istanze nazionalistiche croate ai danni degli italiani. Ad esempio recuperando aree dalmate occupate dalle truppe italiane come a Spalato e Sebenico (anche se i tedeschi tennero sotto la loro occupazione Zara e Cattaro). L'operazione venne sottolineata con la soprastampa del francobollo emesso nel 1943 per l'esposizione filatelica di Zagabria
more1.jpg
Non che si veda un granche', ma la soprastampa e' esplicita ''Hrvatsko More'' cioe' ''mare croato'' con tanto di data 8-IX-1943. In pratica e' un'emissione che ricorda l'armistizio dell'Italia con gli alleati !!!!!!!
La soprastampa si vede benissimo in questo prova offerta all'asta Fischer
more.jpg
Liberi finalmente dall'ingerenza italiana, i croati di Pavelic poterono anche celebrare un famoso astronomo che nella dicitura del francobollo appare come Ruđer Bošković . Ecco, infatti, una prova in vendita Fischer
boscovic.jpg
Si tratta di un gesuita, cittadino della Repubblica di Ragusa, che e' noto in realta' nella grafia dalmata-ragusea come Ruggero Boscovich e che scrisse le sue opere in latino ed italiano. Se gli italiani avessero ancora avuto voce in capitolo, difficilmente l'emissione avrebbe avuto luogo.
E' infine decisamente esplicita l'emissione dedicata nel 1945 alla divisione d'assalto croata che in un valore presenta una mappa di quella che nei desideri di Pavelic era la Croazia e in cui oltre alla Dalmazia e' inclusa anche l'Istria che allora formalmente apparteneva ancora all'Italia (anche se in realta' era controllata dai tedeschi nella zona di operazioni Adria-Alpenvorland). Ecco qui l'esemplare in una prova in asta
sturm.jpg
Rev LB Nov 2021
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Riccardo Bodo
SOSTENITORE
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