Provo ad esporre un'analisi che mi son cimentato a scrivere:
Affrancatura (d’emergenza): è piuttosto insolita per l’estero quando non filatelica, ma non temo sia costruita (giacchè mal disposta), credendo piuttosto che sia riconducibile alla penuria di francobolli del (minuscolo) ufficio postale di provincia (Roncaglia - Piacenza); l’importo è 2,50 lire, che corrisponde alla tariffa semplice ad un porto fino a 5 grammi, proprio qualche giorno prima che nel 01.09.1944 la tariffa cambiasse, per l’Africa Orientale Britannica (vedi nota 1. a pag.213 del Sirotti 2010).
Se devo dare un giudizio, trovo che l’indirizzo del mittente e del destinatario sono così lontani che mi pare poco credibile si possa trattare di una furba trovata di un collezionista; detto ciò ho verificato la busta in trasparenza sotto luce forte e non ho riscontrato segni sotto l’affrancatura.
L’indirizzo del destinatario, infatti, è ancora più curioso: “Intermet Camp n°1” (probabilmente "INTERNMENT CAMP n°1") nei (Tanganica Teritory) Territori del Tanganika (che ufficialmente presero questo nome solo nel 1946), ovvero territori ex colonie tedesche governate con “mandato di classe B” dal Regno Unito, alla sezione di censura inglese (erroneamente scritta "CONAD", anziché "COMMAND") dell’Africa Orientale Britannica.
Il percorso sembra esser stato quello di una bilia da flipper

Il timbri su fronte e retro sono: due di partenza il 28.08.1944 da Roncaglia (Piacenza), che sta a sette chilometri dall’indirizzo del mittente della frazione Fossadello di Caorso (Piacenza); quelli della censura civile di Piacenza (92 R) con fascetta laterale e n°16 di censore, il timbro in rosso in francese della Croce Rossa di Ginevra, uno muto che sembra del centro di censura de Il Cairo (Egitto), e poi un arrivo in lingua inglese “EAST … CENSOR” di arrivo del 01.03.1945 probabilmente in Tanganika al campo n°1.
Dalla ricostruzione della censura, sia civile italiana (RSI) sia neutrale (egiziana) che militare inglese (alleata), in assenza di censura tedesca potrebbe esser stato trasportato dalla Croce Rossa, non viaggiando autonomamente (come suggerisce qualcuno). Purtroppo non ho esperienza di questi oggetti, per cui non saprei dire: ubi maior, io mi faccis i fattis mieis.
Mi restano oscuri i puntini rossi (forse a pastello/matita) che con molta fantasia si posson ricondurre a mille ipotesi svariate, ma che sembrano avere il sapore delle storielle di bar.
La scritta in francese “franc de port” immagino significhi che la corrispondenza sia stata correttamente affrancata dal mittente e “service italien” doveva stare per servizio di corrispondenza italiana, entrambe probabilmente poste in Svizzera.
Ora una considerazione da principiante, quale sono: premesso che sembra esser un pezzo piuttosto insolito, dove potrei trovare i riferimenti per farne una valutazione?
Sul manuale del "Sirotti 2010" si fanno solo accenni generici (data la vastità delle peculiarità di ogni singola destinazione possibile) a valutazioni per destinazioni meno comuni.
In coda ricordo che, collezionando espressi, dopo averne sviscerato la storia e le peculiarità anche quest'oggetto verrà ceduto.