Si tratta di una missiva tra le legazioni consolari Sarde di Messina e Siracusa, contenente informazioni sugli spostamenti militari delle truppe Borboniche alla viglia dello sbarco dei Mille, avvenuto a Marsala l’11 Maggio. La missiva e' equiparabila a una vera e propria azione di spionaggio.
http://i836.photobucket.com/albums/zz28 ... 0sardo.jpg 1859, 9 Maggio. Da Messina a Siracusa. Porto per un foglio e 1/2.
Il testo :
“Messina, 9 Maggio 1860 - riscontro il suo gentile foglio del 5 corrente mese al No 316, e le rinnovo i miei ringraziamenti per le notizie datemi. Da mia parte ho poco da comunicarle, trovandomi in perfetta calma e tranquillità, solo la partenza da qui per Catania d’un battaglione di cacciatori comandato dal Generale Afan de Riviera. Ignoriamo precisamente il motivo. Mi chiede ella su che devono vertire gli informi ch’io la pregava dare al mio collega in Palermo. Null’altro che tutte le novità pubbliche che possono succedere nel di lei circondario. Gradisca i miei più distinti saluti. Il Console”
Gaetano Afan de Rivera (Palermo, 25 luglio 1816 – Trieste, 7 giugno 1870) è stato generale dell'Esercito delle Due Sicilie. Figlio di Carlo, marchese di Villanueva de las Torres, e di Luigia Ferrari, apparteneva all'antica famiglia che diede i natali, tra gli altri, al viceré di Napoli Pedro Afan de Ribera.
Iniziò la carriera militare nel 1827, acquistando il grado di capitano nei reggimenti siciliani, e percorse con successo la gerarchia militare. Il 30 novembre 1837 sì unì in matrimonio a Gaeta con Amalia Nicoletti Martelli. Fu protagonista dei combattimenti nell'ambito della riconquista della Sicilia nel 1848, dove, al comando del 4° Cacciatori, partecipò alla presa di Messina e a quella di Catania. In particolare, per il comportamento tenuto negli scontri di Gibilrossa e Belmonte, ricevette la medaglia d'oro di prima classe e la croce di diritto di S. Giorgio. Nel 1855 fu promosso brigadiere generale, ed assunse il comando della brigata di Palermo; il 19 aprile 1860 fu promosso maresciallo di campo.
Dopo l'invasione del Regno delle Due Sicilie da parte delle truppe garibaldine e piemontesi fu richiamato a Napoli, dove tentò di riorganizzare l'esercito, e successivamente partecipò alla difesa di Capua. Caduto il Regno, seguì Francesco II di Borbone in esilio, spostandosi successivamente a Trieste. Qui entrò in contatto con uno dei numerosi movimenti legittimisti dell'epoca, riuscendo nel 1866 ad evitare un processo a Catania, dove erano stati catturati alcuni congiurati.
L’unità in questione è probabilmente il 2° Reggimento di linea 'Regina', al comando dal Marzo 1859 del Colonnello Ghio. Nel Marzo del 1860 il Reggimento è destinato in Sicilia nelle zone fra Messina e Catania al comando di Rivera. Tra il Maggio e il Giugno 1860 cominciano le prime diserzioni, tra cui il capitano Nunzio Madonia, il primo tenente Gerardo Ferrandina e il tenente Francesco Paolo Alfieri. Nel Luglio del 1860 il reggimento si trasferisce a Monteleone in Calabria dove viene assegnato alla 1 brigata comandata dallo stesso Ghio, sostituito in seguito dal colonnello Konig. Nell’Agosto del 1860 il reggimento si sbanda a Soveria Mannelli. Una parte del Reggimento si ricompone spontaneamente a Capua, il 19 Settembre con soli duecento uomini e combatte eroicamente a Roccaromana. Partecipa con la colonna Ruiz alla battaglia del Volturno ed alla conquista di Castel Morrone dove si distinsero il capitano Larovere, che fu preso prigioniero, ed il capitano De Lella. Alcuni ufficiali, tra cui il tenente Duca e gli alfieri Fiorentini e De Lucia parteciparono volontariamente alle azioni di guerriglia agli ordini del colonnello Luvarà. Nel Novembre 1860 i resti del reggimento capitolarono a Capua.
Cordiali saluti
