Oppure qualcuno ha escogitato metodi migliori?
Grazie per le risposte

In esposizione di buste siAndrea61 ha scritto:Nella mia collezione a esposizione i certicati sono al verso dei fogli su cui è applicata la busta in questione.
Nella busta trasparente che contiene l'intero foglio inserisco prima un cartoncino bianco di formato leggermente superiore all' A4 che la rigidifica, al recto inserisco il foglio A4 coi pezzi montati su e al verso inserisco eventuali certificati e un fogliettino volante con una numerazione progressiva del tipo III/7 (7º foglio del 3º quadro, eccetera)
Quando esponi, i fogli devono essere tenuti nelle buste trasparenti. Ai pezzi certificati puoi far seguire alla didascalia l'indicazione "(E)", in modo che il giurato possa capire che il pezzo esposto è stato certificato.acquarius1 ha scritto:Ma se poi voglio esporre e devo togliere i fogli dalle buste trasparenti?
prefil ha scritto:Quando esponi, i fogli devono essere tenuti nelle buste trasparenti. Ai pezzi certificati puoi far seguire alla didascalia l'indicazione "(E)", in modo che il giurato possa capire che il pezzo esposto è stato certificato.acquarius1 ha scritto:Ma se poi voglio esporre e devo togliere i fogli dalle buste trasparenti?
Suppongo che questa sia una battuta di spirito.Antonello Cerruti ha scritto: A cosa serve, al giurato competente, sapere che esiste il certificato peritale?
Se è davvero competente, non ne ha bisogno...
Non tutti i giurati sono competentiAntonello Cerruti ha scritto:prefil ha scritto:Quando esponi, i fogli devono essere tenuti nelle buste trasparenti. Ai pezzi certificati puoi far seguire alla didascalia l'indicazione "(E)", in modo che il giurato possa capire che il pezzo esposto è stato certificato.acquarius1 ha scritto:Ma se poi voglio esporre e devo togliere i fogli dalle buste trasparenti?
Ciao Luca.
A cosa serve, al giurato competente, sapere che esiste il certificato peritale?
Se è davvero competente, non ne ha bisogno...
Una volta, a questa mia domanda, un simpatico collezionista mi rispose: "E' come allegare la ricevuta a conferma che la tassa è già stata pagata...".![]()
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Ciao,acquarius1 ha scritto:Non tutti i giurati sono competenti![]()
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Sfido qualunque giurato a saperne di più di Giuseppe su prove e saggi
In Italia è così, all'estero mi risulta che non sia ancora entrato nella prassi comune.Antonello Cerruti ha scritto:i giurati non ricevono in anticipo le fotocopie delle collezioni da esaminare?
Hanno quindi tutto il tempo di prepararsi a dovere.
Certamente ne hanno la possibilità. L'opinione non si basa "solo" sui certificati, però il certificato è uno degli elementi che entrano nella valutazione. Rimane il fatto che il giurato NON è un perito e quindi - salvo casi palesi - non può dichiarare falso un oggetto. Può, invece, esprimere dubbi sullo stesso, invitando l'espositore a presentare un certificato in occasione della mostra successiva.Antonello Cerruti ha scritto:I giurati non hanno la facoltà di far aprire i quadri ed esaminare direttamente i francobolli dubbi?
Hanno quindi tutta la possibilità di farsi una propria opinione senza basarsi solo sui certificati.
Generalmente no.Antonello Cerruti ha scritto:I giurati non sono affiancati da periti?
Hanno quindi anche la possibilità di farsi aiutare da questi professionisti.
Erano altri tempi. Non necessariamente migliori di quelli odierni.Antonello Cerruti ha scritto:Quando nelle giurie c'erano Agostino Zanetti, Renato Mondolfo o Enzo Diena, i certificati erano banditi dalle esposizioni e, anzi, erano guardati malissimo e ritenuti un'indebita pressione sul lavoro dei giurati.
E' così anche oggi.Antonello Cerruti ha scritto:Come le scritte "unico", "rarissimo", ecc.
"Unico" era sostituibile con "non conosco altri..."; "rarissimo" con "altri x pezzi ad oggi noti".
Queste diciture erano ammesse proprio a testimonianza delle conoscenze dell'espositore; se, pertanto, erano errate comportavano delle penalizzazioni.
Erik ha scritto:In Italia è così, all'estero mi risulta che non sia ancora entrato nella prassi comune.Antonello Cerruti ha scritto:i giurati non ricevono in anticipo le fotocopie delle collezioni da esaminare?
Hanno quindi tutto il tempo di prepararsi a dovere.
Infatti non è prassi comune. All'iscrizione si devono indicare su apposito formulario destinato alla giuria gli elementi seguenti: Pezzi importanti da osservare, ricerche proprie/pubblicazioni, Modifiche effettuate dopo l'ultima esposizione, documentazione utilizzata. In più il piano di esposizione.
Generalmente no.Antonello Cerruti ha scritto:I giurati non sono affiancati da periti?
Hanno quindi anche la possibilità di farsi aiutare da questi professionisti.
Che io sappia, avviene solo nelle Esposizioni Internazionali.
Sempre che siano disponibili.
E' così anche oggi.Antonello Cerruti ha scritto:Come le scritte "unico", "rarissimo", ecc.
"Unico" era sostituibile con "non conosco altri..."; "rarissimo" con "altri x pezzi ad oggi noti".
Queste diciture erano ammesse proprio a testimonianza delle conoscenze dell'espositore; se, pertanto, erano errate comportavano delle penalizzazioni.
Io le ho eliminate tutte dalle mie raccolte da esposizione, seguito ad osservazioni di giurati che non le avevano apprezzate.
Ciao,Vacallo ha scritto:Erik ha scritto:In Italia è così, all'estero mi risulta che non sia ancora entrato nella prassi comune.Antonello Cerruti ha scritto:i giurati non ricevono in anticipo le fotocopie delle collezioni da esaminare?
Hanno quindi tutto il tempo di prepararsi a dovere.
Infatti non è prassi comune. All'iscrizione si devono indicare su apposito formulario destinato alla giuria gli elementi seguenti: Pezzi importanti da osservare, ricerche proprie/pubblicazioni, Modifiche effettuate dopo l'ultima esposizione, documentazione utilizzata. In più il piano di esposizione.
Generalmente no.Antonello Cerruti ha scritto:I giurati non sono affiancati da periti?
Hanno quindi anche la possibilità di farsi aiutare da questi professionisti.
Che io sappia, avviene solo nelle Esposizioni Internazionali.
Sempre che siano disponibili.
E' così anche oggi.Antonello Cerruti ha scritto:Come le scritte "unico", "rarissimo", ecc.
"Unico" era sostituibile con "non conosco altri..."; "rarissimo" con "altri x pezzi ad oggi noti".
Queste diciture erano ammesse proprio a testimonianza delle conoscenze dell'espositore; se, pertanto, erano errate comportavano delle penalizzazioni.
Io le ho eliminate tutte dalle mie raccolte da esposizione, seguito ad osservazioni di giurati che non le avevano apprezzate.
Ciao acquarius,acquarius1 ha scritto:Scusate, visto che si parla di giurati, mi spiegate come fa un giurato, ad esempio di tematica, a sapere che io ho messo i francobolli giusti nella collezione?
Faccio due esempi che mi riguardano.
Nella collezione sulle terme io descrivo come erano fatte quelle romane. Tra le decine di francobolli europei e del nord Africa riproducenti mosaici, io ho inserito solo quelli che provengono da edifici termali termali romani ma sui francobolli non c'è nessuna dicitura a riguardo.
Secondo caso: per descrivere la palestra dentro le terme ho inserito l'unico francobollo che mostra i resti di una palestra dentro un edificio termale.
Come fa il/i giurati a sapere che i mosaici sono quelli giusti o che tra le centinaia di francobolli con resti romani, proprio quello e non altri raffigura la palestra?
Antonello Cerruti ha scritto:Caro Erik, i giurati non ricevono in anticipo le fotocopie delle collezioni da esaminare?
Hanno quindi tutto il tempo di prepararsi a dovere.
Ormai neanche più le fotocopie, ma scansioni a colori della collezione in formato pdf. Ma certo nessuna persona che voglia mantenere un minimo di serietà azzarderebbe--in sede espositiva--a dare un giudizio di genuinità su un pezzo da una scansione.
La "preparazione" riguarda altre cose: un'analisi dello svolgimento della collezione nel suo complesso, la lettura accurata di tutte le didascalie, il confronto delle affermazioni fatte dal collezionista con quanto è riportato in letteratura e, a volte, anche la consultazione di amici esperti in particolari settori in cui non si è perfettamente ferrati.
Se un pezzo appare dalle scansioni "sospetto" ci sarà poi il tempo in sede espositiva di esaminarlo congiuntamente agli altri giurati anche col supporto di un eventuale certificato peritale, quando presente.
I giurati non hanno la facoltà di far aprire i quadri ed esaminare direttamente i francobolli dubbi?
Hanno quindi tutta la possibilità di farsi una propria opinione senza basarsi solo sui certificati.
Certamente, un'opinione. Ma è un'opinione anche quella del perito che certifica ("A mio parere ..."), o no? E' solo un'opinione in più, autorevole o meno che sia, che si aggiunge. Non si prende mai il certificato per oro colato.
Qualche anno fa si è stabilita la non genuinità di un Tre Lire di Sardegna isolato su busta (non un robetta da poco) grazie al "sospetto", rilevatosi poi certezza, di un giurato di storia postale non perito.
I giurati non sono affiancati da periti?
Hanno quindi anche la possibilità di farsi aiutare da questi professionisti.
Non nelle esposizioni nazionali.
Quando nelle giurie c'erano Agostino Zanetti, Renato Mondolfo o Enzo Diena, i certificati erano banditi dalle esposizioni e, anzi, erano guardati malissimo e ritenuti un'indebita pressione sul lavoro dei giurati.
Come le scritte "unico", "rarissimo", ecc.
"Unico" era sostituibile con "non conosco altri..."; "rarissimo" con "altri x pezzi ad oggi noti".
Queste diciture erano ammesse proprio a testimonianza delle conoscenze dell'espositore; se, pertanto, erano errate comportavano delle penalizzazioni.
Laudator temporis acti ...
Se ne dicono tante dei tempi andati della filatelia espositiva... qualcuna anche non troppo positiva od edificante.
Ad ogni modo, anche oggi un certificato è guardato malissimo dai giurati ... se è esposto a vista. Però certo nessuno è così arrogante da sdegnarli se sono disponibili, è solo un'opinione in più, da prendere nella debita considerazione.
E anche le dichiarazioni di rarità non circostanziate sono guardate con un certo sfavore ed il consiglio generale e di evitarle a meno di non essere certi che quanto si dice è preciso e corretto. La conoscenza del collezionista è sempre premiata, la sbruffonneria meno.
Giurato di storia postale. Interessante.Erik ha scritto:Ciao acquarius,acquarius1 ha scritto:Scusate, visto che si parla di giurati, mi spiegate come fa un giurato, ad esempio di tematica, a sapere che io ho messo i francobolli giusti nella collezione?
Faccio due esempi che mi riguardano.
Nella collezione sulle terme io descrivo come erano fatte quelle romane. Tra le decine di francobolli europei e del nord Africa riproducenti mosaici, io ho inserito solo quelli che provengono da edifici termali termali romani ma sui francobolli non c'è nessuna dicitura a riguardo.
Secondo caso: per descrivere la palestra dentro le terme ho inserito l'unico francobollo che mostra i resti di una palestra dentro un edificio termale.
Come fa il/i giurati a sapere che i mosaici sono quelli giusti o che tra le centinaia di francobolli con resti romani, proprio quello e non altri raffigura la palestra?
io sono giurato di storia postale, non di tematica, quindi prendi con le pinze quello che ti dico.
In linea di massima, queste informazioni dovresti essere tu a scriverle nelle didascalie dei pezzi che mostri o nella scheda di presentazione della collezione, il giurato verificherà che le tue affermazioni siano esatte (a seconda del tempo che ha a disposizione prenderà in esame un campione più o meno ampio) e valuterà eventualmente se, secondo le sue conoscenze, c'era la possibilità di affrontare quello stesso passaggio tematico in maniera migliore o diversa, con pezzi più adeguati, più "importanti", o di diversa natura (francobolli, piuttosto che annulli, interi, lettere viaggiate, prove, ...) ecc.
La tematica è un po' una categoria a sé, con criteri in parte diversi dalle altre categorie, l'ideale sarebbe che ti rispondesse un giurato tematico.
Seconda domanda sempre a te.Erik ha scritto:Ciao acquarius,acquarius1 ha scritto:Scusate, visto che si parla di giurati, mi spiegate come fa un giurato, ad esempio di tematica, a sapere che io ho messo i francobolli giusti nella collezione?
Faccio due esempi che mi riguardano.
Nella collezione sulle terme io descrivo come erano fatte quelle romane. Tra le decine di francobolli europei e del nord Africa riproducenti mosaici, io ho inserito solo quelli che provengono da edifici termali termali romani ma sui francobolli non c'è nessuna dicitura a riguardo.
Secondo caso: per descrivere la palestra dentro le terme ho inserito l'unico francobollo che mostra i resti di una palestra dentro un edificio termale.
Come fa il/i giurati a sapere che i mosaici sono quelli giusti o che tra le centinaia di francobolli con resti romani, proprio quello e non altri raffigura la palestra?
io sono giurato di storia postale, non di tematica, quindi prendi con le pinze quello che ti dico.
In linea di massima, queste informazioni dovresti essere tu a scriverle nelle didascalie dei pezzi che mostri o nella scheda di presentazione della collezione, il giurato verificherà che le tue affermazioni siano esatte (a seconda del tempo che ha a disposizione prenderà in esame un campione più o meno ampio) e valuterà eventualmente se, secondo le sue conoscenze, c'era la possibilità di affrontare quello stesso passaggio tematico in maniera migliore o diversa, con pezzi più adeguati, più "importanti", o di diversa natura (francobolli, piuttosto che annulli, interi, lettere viaggiate, prove, ...) ecc.
La tematica è un po' una categoria a sé, con criteri in parte diversi dalle altre categorie, l'ideale sarebbe che ti rispondesse un giurato tematico.
ogni collezione, poretata avanti con passione e redatta al meglio comporta difficoltà.La tematica è un po' una categoria a sé, con criteri in parte diversi dalle altre categorie
Concordo con te in tutto, ma comunque non è che in conoscenza e studio puoi prendere 0 perchè non hai saputo scegliere i francobolli. Resta il fatto che poichè alla fine la cosa che pesa di più è la rarità, la collezione è infarcita di lettere degli antichi stati, interi postali dell'800, maximum pre 1940, annulli rari, francobolli di alto pregio e prezzo (pensa solo al congresso idrologico nuovo con alcuni valori sostituiti dai non dentellati verticalmente, al mercurio azzurro per giornali del Lombardo Veneto, alle prove su carta spessa della prima emissione di Nevis insieme all'emissione definitiva completa (3 anni per completarla!)debene ha scritto:ogni collezione, poretata avanti con passione e redatta al meglio comporta difficoltà.La tematica è un po' una categoria a sé, con criteri in parte diversi dalle altre categorie
Però è risaputo, anche se gli altri non lo ammettono, che le collezioni tematiche, a certri livelli, sono le più difficili da comporre in quanto
hanno bisogno di tutte le competenze che le altre classi a concorso hanno singolarmente.
Comunque quando a concorso c'è la tematica in giuria ci sono sempre di solito almeno due o tre giurati tematici.
Detto questo devo però anche dire che spesso, proprio per il fatto che un giurato tematico non può essere esperto di tutte le tematiche,
nessuno entrerà mai nel merito dei contenuti chiamiamoli narrativi, cioè nel tuo caso nessuno ti confuterà quello che tu hai descritto, cioè non sarà
quella la componente che eventualmente ti penalizzerà o premierà.
Nel giudizio, penso lo sai, le voci che concorrono a formare il punteggio massimo di 100 sono ben 8.
Quella a cui fanno riferimento le tue osservazioni è " Conoscenza, studio e ricerca tematica ". La mia esperienza in una quindicina di partecipazioni a
concorso è che su questa voce non ho mai avuto osservazioni. Non voglio far polemica ma purtroppo una voce fondamentale è invece quella
di " Rarità ".
Comunque secondo me una risposta ao tuoi dubbi l'avrai solo dopo aver partecipato a qualche mostra e aver parlato con la giuria.
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sergio