Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

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stef95
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Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da stef95 »

Buongiorno e scusate per il mio terzo post su questo argomento ma ho ancora difficoltà nel comprendere come gli stati (in particolare quelli dell'est europa o quelli africani) guadagnassero con i francobolli CTO chiaramente prodotti in massa per i collezionisti.
Ho capito più o meno che il guadagno stava nella produzione a costo irrisorio e l'annullamento impediva che questi bolli ritornassero nel paese d'origine (ma qui sorge un dubbio ovvero, la riconversione nella valuta d'origine e il ritorno in patria dei francobolli era una perdita per lo stato di emissione? Se si perchè?)
Ripeto che di economia so poco e nulla, ho colto alcuni concetti ma il preciso meccanismo mi è ancora non ben chiaro: per esempio, se la Russia produceva grandi masse di francobolli già annullati (e venduti a meno del valore facciale, anche qui non capisco perchè) ai collezionisti/edicole dei paesi occidentali, venivano pagati in valuta occidentale (ho letto che questi francobolli servivano a "importare valuta pregiata") ma alla fine non veniva (la valuta intendo) riconvertita in rubli? Quindi il guadagno stava nel fatto che nella riconversione c'era un guadagno o si vendevano in lire (per esempio) e si tenevano i guadagni in lire che valevano di più rispetto al rublo?
Scusate la confusione, è un pò come il discorso del tenere valuta estera in contanti "sotto un mattone"...per me è arabo :D non capisco se sia lecito o meno e da dove derivi il guadagno
Ho capito che il costo di stampa era irrisorio rispetto a quanto uno stato ci guadagnava, ma la parte degli scambi valutari è veramente al di là della mia comprensione
spero di non essere troppo pedante con questo argomento, faccio affidamento sulla vostra competenza essendo un totale neofita
grazie.
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Antonello Cerruti
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da Antonello Cerruti »

Devi considerare la differenza tra cambio ufficiale e cambio al mercato libero (=nero).
Cordiali saluti.
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somalafis
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da somalafis »

stef95 ha scritto: 21 gennaio 2024, 12:15 Buongiorno e scusate per il mio terzo post su questo argomento ma ho ancora difficoltà nel comprendere come gli stati (in particolare quelli dell'est europa o quelli africani) guadagnassero con i francobolli CTO chiaramente prodotti in massa per i collezionisti.
Ho capito più o meno che il guadagno stava nella produzione a costo irrisorio e l'annullamento impediva che questi bolli ritornassero nel paese d'origine (ma qui sorge un dubbio ovvero, la riconversione nella valuta d'origine e il ritorno in patria dei francobolli era una perdita per lo stato di emissione? Se si perchè?)
Ripeto che di economia so poco e nulla, ho colto alcuni concetti ma il preciso meccanismo mi è ancora non ben chiaro: per esempio, se la Russia produceva grandi masse di francobolli già annullati (e venduti a meno del valore facciale, anche qui non capisco perchè) ai collezionisti/edicole dei paesi occidentali, venivano pagati in valuta occidentale (ho letto che questi francobolli servivano a "importare valuta pregiata") ma alla fine non veniva (la valuta intendo) riconvertita in rubli? Quindi il guadagno stava nel fatto che nella riconversione c'era un guadagno o si vendevano in lire (per esempio) e si tenevano i guadagni in lire che valevano di più rispetto al rublo?
Scusate la confusione, è un pò come il discorso del tenere valuta estera in contanti "sotto un mattone"...per me è arabo :D non capisco se sia lecito o meno e da dove derivi il guadagno
Ho capito che il costo di stampa era irrisorio rispetto a quanto uno stato ci guadagnava, ma la parte degli scambi valutari è veramente al di là della mia comprensione
spero di non essere troppo pedante con questo argomento, faccio affidamento sulla vostra competenza essendo un totale neofita
grazie.
Ti elenco una serie di ragioni, che potevano presentarsi tutte assieme o separatamente:
1) spesso la commercializzazione avveniva attraverso apposite societa' pubbliche (l'incasso andava quindi allo stato, tolti i costi di produzione, spesso assai lievi);
2) si evitava il ''ritorno'' del materiale nel paese emittente, evitando cosi' che le poste locali dovessero svolgere il servizio (con i costi relativi);
3) spesso erano venduti ''sottocosto'', per ragioni di propaganda (particolarmente importante per i paesi ''comunisti'') oppure perche' c'era una necessita' stringente di valuta estera pregiata;
4) in ogni caso si annullava il valore facciale talvolta elevato soddisfacendo cosi' il mercato dei collezionisti a soggetto oppure dei collezionisti poco inclini a spendere (anche per ragioni ''ideologiche'') o ancora dei principianti;
5) talvolta il materiale era proposto in vendita a mo' di souvenir in occasione di fiere, esposizioni, manifestazioni varie che si svolgevano all'estero;
6) una volta il materiale filatelico era molto piu' ''collezionato'' di oggi e i collezionisti erano meno esigenti;

D'altra parte la stessa massa di materiale CTO ci dimostra con evidenza che i paesi emittenti ci guadagnavano.....
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da stef95 »

somalafis ha scritto: 21 gennaio 2024, 14:39
stef95 ha scritto: 21 gennaio 2024, 12:15 Buongiorno e scusate per il mio terzo post su questo argomento ma ho ancora difficoltà nel comprendere come gli stati (in particolare quelli dell'est europa o quelli africani) guadagnassero con i francobolli CTO chiaramente prodotti in massa per i collezionisti.
Ho capito più o meno che il guadagno stava nella produzione a costo irrisorio e l'annullamento impediva che questi bolli ritornassero nel paese d'origine (ma qui sorge un dubbio ovvero, la riconversione nella valuta d'origine e il ritorno in patria dei francobolli era una perdita per lo stato di emissione? Se si perchè?)
Ripeto che di economia so poco e nulla, ho colto alcuni concetti ma il preciso meccanismo mi è ancora non ben chiaro: per esempio, se la Russia produceva grandi masse di francobolli già annullati (e venduti a meno del valore facciale, anche qui non capisco perchè) ai collezionisti/edicole dei paesi occidentali, venivano pagati in valuta occidentale (ho letto che questi francobolli servivano a "importare valuta pregiata") ma alla fine non veniva (la valuta intendo) riconvertita in rubli? Quindi il guadagno stava nel fatto che nella riconversione c'era un guadagno o si vendevano in lire (per esempio) e si tenevano i guadagni in lire che valevano di più rispetto al rublo?
Scusate la confusione, è un pò come il discorso del tenere valuta estera in contanti "sotto un mattone"...per me è arabo :D non capisco se sia lecito o meno e da dove derivi il guadagno
Ho capito che il costo di stampa era irrisorio rispetto a quanto uno stato ci guadagnava, ma la parte degli scambi valutari è veramente al di là della mia comprensione
spero di non essere troppo pedante con questo argomento, faccio affidamento sulla vostra competenza essendo un totale neofita
grazie.
Ti elenco una serie di ragioni, che potevano presentarsi tutte assieme o separatamente:
1) spesso la commercializzazione avveniva attraverso apposite societa' pubbliche (l'incasso andava quindi allo stato, tolti i costi di produzione, spesso assai lievi);
2) si evitava il ''ritorno'' del materiale nel paese emittente, evitando cosi' che le poste locali dovessero svolgere il servizio (con i costi relativi);
3) spesso erano venduti ''sottocosto'', per ragioni di propaganda (particolarmente importante per i paesi ''comunisti'') oppure perche' c'era una necessita' stringente di valuta estera pregiata;
4) in ogni caso si annullava il valore facciale talvolta elevato soddisfacendo cosi' il mercato dei collezionisti a soggetto oppure dei collezionisti poco inclini a spendere (anche per ragioni ''ideologiche'') o ancora dei principianti;
5) talvolta il materiale era proposto in vendita a mo' di souvenir in occasione di fiere, esposizioni, manifestazioni varie che si svolgevano all'estero;
6) una volta il materiale filatelico era molto piu' ''collezionato'' di oggi e i collezionisti erano meno esigenti;

D'altra parte la stessa massa di materiale CTO ci dimostra con evidenza che i paesi emittenti ci guadagnavano.....
grazie mille, chiarissimo.
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da stef95 »

somalafis ha scritto: 21 gennaio 2024, 14:39
stef95 ha scritto: 21 gennaio 2024, 12:15 Buongiorno e scusate per il mio terzo post su questo argomento ma ho ancora difficoltà nel comprendere come gli stati (in particolare quelli dell'est europa o quelli africani) guadagnassero con i francobolli CTO chiaramente prodotti in massa per i collezionisti.
Ho capito più o meno che il guadagno stava nella produzione a costo irrisorio e l'annullamento impediva che questi bolli ritornassero nel paese d'origine (ma qui sorge un dubbio ovvero, la riconversione nella valuta d'origine e il ritorno in patria dei francobolli era una perdita per lo stato di emissione? Se si perchè?)
Ripeto che di economia so poco e nulla, ho colto alcuni concetti ma il preciso meccanismo mi è ancora non ben chiaro: per esempio, se la Russia produceva grandi masse di francobolli già annullati (e venduti a meno del valore facciale, anche qui non capisco perchè) ai collezionisti/edicole dei paesi occidentali, venivano pagati in valuta occidentale (ho letto che questi francobolli servivano a "importare valuta pregiata") ma alla fine non veniva (la valuta intendo) riconvertita in rubli? Quindi il guadagno stava nel fatto che nella riconversione c'era un guadagno o si vendevano in lire (per esempio) e si tenevano i guadagni in lire che valevano di più rispetto al rublo?
Scusate la confusione, è un pò come il discorso del tenere valuta estera in contanti "sotto un mattone"...per me è arabo :D non capisco se sia lecito o meno e da dove derivi il guadagno
Ho capito che il costo di stampa era irrisorio rispetto a quanto uno stato ci guadagnava, ma la parte degli scambi valutari è veramente al di là della mia comprensione
spero di non essere troppo pedante con questo argomento, faccio affidamento sulla vostra competenza essendo un totale neofita
grazie.
Ti elenco una serie di ragioni, che potevano presentarsi tutte assieme o separatamente:
1) spesso la commercializzazione avveniva attraverso apposite societa' pubbliche (l'incasso andava quindi allo stato, tolti i costi di produzione, spesso assai lievi);
2) si evitava il ''ritorno'' del materiale nel paese emittente, evitando cosi' che le poste locali dovessero svolgere il servizio (con i costi relativi);
3) spesso erano venduti ''sottocosto'', per ragioni di propaganda (particolarmente importante per i paesi ''comunisti'') oppure perche' c'era una necessita' stringente di valuta estera pregiata;
4) in ogni caso si annullava il valore facciale talvolta elevato soddisfacendo cosi' il mercato dei collezionisti a soggetto oppure dei collezionisti poco inclini a spendere (anche per ragioni ''ideologiche'') o ancora dei principianti;
5) talvolta il materiale era proposto in vendita a mo' di souvenir in occasione di fiere, esposizioni, manifestazioni varie che si svolgevano all'estero;
6) una volta il materiale filatelico era molto piu' ''collezionato'' di oggi e i collezionisti erano meno esigenti;

D'altra parte la stessa massa di materiale CTO ci dimostra con evidenza che i paesi emittenti ci guadagnavano.....
come ho detto, chiarissimo, però puoi spiegarmi in maniera semplice (se possibile) cosa si intende per "importazione di valuta pregiata"?
Nel senso, l'URSS vendeva questi francobolli a collezionisti francesi (ad esempio), ne ricavava tot milioni di franchi, ma poi li riconvertivano in rubli e avevano un guadagno...o lasciavano il ricavato in franchi che usavano in qualche altra maniera?
scusa ancora ma per me l'economia è arabo :D
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da andy66 »

stef95 ha scritto: 21 gennaio 2024, 21:07
come ho detto, chiarissimo, però puoi spiegarmi in maniera semplice (se possibile) cosa si intende per "importazione di valuta pregiata"?
Nel senso, l'URSS vendeva questi francobolli a collezionisti francesi (ad esempio), ne ricavava tot milioni di franchi, ma poi li riconvertivano in rubli e avevano un guadagno...o lasciavano il ricavato in franchi che usavano in qualche altra maniera?
scusa ancora ma per me l'economia è arabo :D
Funzionava come qualsiasi esportazione di beni e servizi verso l'estero, poi ogni stato decide cosa fare con la valuta, puó tenere la valuta estera o convertirla in altre valute. Non capisco il problema.

Ciao:
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da genu »

Riguardo alla Romania, il settore commerciale era così redditizio che si sono sviluppati addirittura tre tipi di CTO.
Il primo tipo consisteva nell'annullare a mano una coppia/quartina alla volta.
CTO normale.jpg
Con il secondo tipo, data la grande richiesta di fb. CTO, si riusciva a risparmiare parecchio tempo, l'annullatore in blocco cancellava più file o il foglio in un colpo solo.
CTO in blocco.jpg
Il terzo tipo diventa interessante perché, una volta esaurito lo stock immagazzinato, rifacevano i cilindri di numerose serie passate e li ristampavano. ‘’L'annullo’’ veniva stampato allo stesso tempo con i francobolli.
CTO Stampato.jpg
Purtroppo si è parlato poco delle ristampe e tantissimi collezionisti ne sono ignari. A volte le trovano con errori/differenze di colore e pensano di aver trovato la rarità.

Cordiali saluti,
Genu
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da stef95 »

andy66 ha scritto: 21 gennaio 2024, 22:52
stef95 ha scritto: 21 gennaio 2024, 21:07
come ho detto, chiarissimo, però puoi spiegarmi in maniera semplice (se possibile) cosa si intende per "importazione di valuta pregiata"?
Nel senso, l'URSS vendeva questi francobolli a collezionisti francesi (ad esempio), ne ricavava tot milioni di franchi, ma poi li riconvertivano in rubli e avevano un guadagno...o lasciavano il ricavato in franchi che usavano in qualche altra maniera?
scusa ancora ma per me l'economia è arabo :D
Funzionava come qualsiasi esportazione di beni e servizi verso l'estero, poi ogni stato decide cosa fare con la valuta, puó tenere la valuta estera o convertirla in altre valute. Non capisco il problema.

Ciao:
ok, però per "importazione di valuta pregiata" quindi si intende vendere prodotti da un paese con una valuta debole ad uno con una valuta più forte? Quindi per esempio "comprare" dollari? Ma poi questi venivano riconvertiti nella valuta originale o no? (sempre se c'era una differenza) essendo l'importazione di valuta estera uno dei motivi per la produzione di CTO da quanto mi risulta... Il punto è che non capisco come funzionava, non riesco a vedere la valuta/moneta come un bene qualsiasi...
per il resto ho capito che ci guadagnavano data la massa di francobolli tuttora presenti
scusate la confusione, ho solo vaghe basi di economia
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da somalafis »

La ''moneta'' e' una merce differente dalle altre: ma bisogna che sia accettata in pagamento per esplicare le sue funzioni. Ora questo non e' un problema all'interno del paese che emette la moneta stessa: c'e' il corso ''forzoso'', cioe' uno non puo' rifiutarsi di accettarla. Ma nei rapporti internazionali c'era una notevole differenza fra le valute ''convertibili'' (cioe' accettate ovunque) e quelle ''non convertibili liberamente''. Le monete dei paesi del mondo comunista non erano liberamente convertibili cioe' non si poteva passare dall'una all'altra moneta, per via di una serie di lacciuoli legali che evitavano il deprezzamento che altrimenti ne sarebbe derivato.... E questo - per semplificare - le rendeva poco maneggevoli nei rapporti commerciali internazionali.
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da stef95 »

somalafis ha scritto: 23 gennaio 2024, 12:35 La ''moneta'' e' una merce differente dalle altre: ma bisogna che sia accettata in pagamento per esplicare le sue funzioni. Ora questo non e' un problema all'interno del paese che emette la moneta stessa: c'e' il corso ''forzoso'', cioe' uno non puo' rifiutarsi di accettarla. Ma nei rapporti internazionali c'era una notevole differenza fra le valute ''convertibili'' (cioe' accettate ovunque) e quelle ''non convertibili liberamente''. Le monete dei paesi del mondo comunista non erano liberamente convertibili cioe' non si poteva passare dall'una all'altra moneta, per via di una serie di lacciuoli legali che evitavano il deprezzamento che altrimenti ne sarebbe derivato.... E questo - per semplificare - le rendeva poco maneggevoli nei rapporti commerciali internazionali.
ok grazie per questa ulteriore spiegazione, quindi significa che vendendo prodotti come i CTO agli stati occidentali i paesi comunisti ottenevano per esempio dollari che poi riutilizzavano per importare altri beni non ottenibili con le loro monete?
scusa ancora, so solo che mio padre mi disse che ai turisti (quando fece un viaggio a Cuba fine anni '70) chiedevano dollari...e c'erano anche cambiavalute illegali ma non vorrei aggiungere troppa confusione al tutto
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Antonello Cerruti
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da Antonello Cerruti »

Antonello Cerruti ha scritto: 21 gennaio 2024, 12:19 Devi considerare la differenza tra cambio ufficiale e cambio al mercato libero (=nero).
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Spero che i chiarimenti ti siano stati utili a comprendere quello che avevo anticipato e sintetizzato in maniera forse troppo "brutale".
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da stef95 »

Antonello Cerruti ha scritto: 23 gennaio 2024, 13:33
Antonello Cerruti ha scritto: 21 gennaio 2024, 12:19 Devi considerare la differenza tra cambio ufficiale e cambio al mercato libero (=nero).
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Spero che i chiarimenti ti siano stati utili a comprendere quello che avevo anticipato e sintetizzato in maniera forse troppo "brutale".
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
beh sicuramente ho capito più di prima, nel caso specifico di questi "prodotti" quindi se l'introito era in dollari alla fine quello che è chiaro è che ci guadagnassero sia se convertiti in moneta x di paesi comunisti o se lasciati in dollari...ma ripeto, vi ringrazio ancora, è solo che il concetto stesso di importare valuta occidentale mi confonde, poi se aggiungiamo anche il cambio...
in ogni caso vi ringrazio e se qualcuno ha qualche esempio per capire meglio questi introiti lo apprezzerei molto
nel senso, un paese comunista vendeva milioni e milioni di CTO al mercato internazionale e ne ricavava TOT dollari...non ho capito se potevano "convertirli" oppure lasciarli così com'erano e quale opzione consentiva loro di guadagnare
cioè si tenevano i dollari come "scorta" in quanto nessuno accettava rubli (ammesso che ci fosse un commercio con paesi capitalisti) ?
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da Antonello Cerruti »

Potevano convertirli ma non era certo conveniente rinunciare alle valute pregiate.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da stef95 »

Antonello Cerruti ha scritto: 23 gennaio 2024, 14:27 Potevano convertirli ma non era certo conveniente rinunciare alle valute pregiate.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Ok, quindi il rublo si può dire (per usare questo esempio) fosse una moneta "interna" e il dollaro serviva negli scambi internazionali in quanto valuta nettamente più forte (o stabile), ma questo significa che se lo Stato ci guadagnava (cosa già appurata) non era certo in rubli...
in pratica vendevano CTO e guadagnavano dollari/moneta pregiata che finiva nelle loro banche se ho ben capito, la mia ultima difficoltà nel capire era riguardo all'uso delle monete pregiate ma è chiaro che non venivano usate nel mercato interno
grazie in ogni caso per la pazienza
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da Antonello Cerruti »

Determinate merci "occidentali" potevano essere acquistate solo in dollari o altre valute pregiate.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Ultima modifica di Antonello Cerruti il 23 gennaio 2024, 15:53, modificato 1 volta in totale.
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da stef95 »

Antonello Cerruti ha scritto: 23 gennaio 2024, 14:53 Determinate merci "occidentali" potevano essere acquistate solo in dollari altre valute pregiate.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
ok la ringrazio ancora molto, ora è tutto più chiaro.
buon pomeriggio
stef95
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da stef95 »

somalafis ha scritto: 21 gennaio 2024, 14:39
stef95 ha scritto: 21 gennaio 2024, 12:15 Buongiorno e scusate per il mio terzo post su questo argomento ma ho ancora difficoltà nel comprendere come gli stati (in particolare quelli dell'est europa o quelli africani) guadagnassero con i francobolli CTO chiaramente prodotti in massa per i collezionisti.
Ho capito più o meno che il guadagno stava nella produzione a costo irrisorio e l'annullamento impediva che questi bolli ritornassero nel paese d'origine (ma qui sorge un dubbio ovvero, la riconversione nella valuta d'origine e il ritorno in patria dei francobolli era una perdita per lo stato di emissione? Se si perchè?)
Ripeto che di economia so poco e nulla, ho colto alcuni concetti ma il preciso meccanismo mi è ancora non ben chiaro: per esempio, se la Russia produceva grandi masse di francobolli già annullati (e venduti a meno del valore facciale, anche qui non capisco perchè) ai collezionisti/edicole dei paesi occidentali, venivano pagati in valuta occidentale (ho letto che questi francobolli servivano a "importare valuta pregiata") ma alla fine non veniva (la valuta intendo) riconvertita in rubli? Quindi il guadagno stava nel fatto che nella riconversione c'era un guadagno o si vendevano in lire (per esempio) e si tenevano i guadagni in lire che valevano di più rispetto al rublo?
Scusate la confusione, è un pò come il discorso del tenere valuta estera in contanti "sotto un mattone"...per me è arabo :D non capisco se sia lecito o meno e da dove derivi il guadagno
Ho capito che il costo di stampa era irrisorio rispetto a quanto uno stato ci guadagnava, ma la parte degli scambi valutari è veramente al di là della mia comprensione
spero di non essere troppo pedante con questo argomento, faccio affidamento sulla vostra competenza essendo un totale neofita
grazie.
Ti elenco una serie di ragioni, che potevano presentarsi tutte assieme o separatamente:
1) spesso la commercializzazione avveniva attraverso apposite societa' pubbliche (l'incasso andava quindi allo stato, tolti i costi di produzione, spesso assai lievi);
2) si evitava il ''ritorno'' del materiale nel paese emittente, evitando cosi' che le poste locali dovessero svolgere il servizio (con i costi relativi);
3) spesso erano venduti ''sottocosto'', per ragioni di propaganda (particolarmente importante per i paesi ''comunisti'') oppure perche' c'era una necessita' stringente di valuta estera pregiata;
4) in ogni caso si annullava il valore facciale talvolta elevato soddisfacendo cosi' il mercato dei collezionisti a soggetto oppure dei collezionisti poco inclini a spendere (anche per ragioni ''ideologiche'') o ancora dei principianti;
5) talvolta il materiale era proposto in vendita a mo' di souvenir in occasione di fiere, esposizioni, manifestazioni varie che si svolgevano all'estero;
6) una volta il materiale filatelico era molto piu' ''collezionato'' di oggi e i collezionisti erano meno esigenti;

D'altra parte la stessa massa di materiale CTO ci dimostra con evidenza che i paesi emittenti ci guadagnavano.....
Comunque, premettendo che ho quasi capito tutto, se le società erano pubbliche e come dici al punto 1 l'incasso andava allo stato, questo "guadagno" era sempre in forma di valuta estera "pregiata", (in quanto i CTO erano acquistati in dollari, lire, franchi...eccetera) perchè se ho capito bene non conveniva affatto trasformare i dollari o altre valute estere in rubli, quindi il guadagno stava nella possibilità di acquistare beni esteri che l'Unione Sovietica non possedeva...cosa possibile solo con i dollari (e credo sia lo stesso per gli altri stati, comunisti o paesi poveri)
spero di non essermi "perso" di nuovo
grazie ancora a tutti per la pazienza
stef95
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da stef95 »

andy66 ha scritto: 21 gennaio 2024, 22:52
stef95 ha scritto: 21 gennaio 2024, 21:07
come ho detto, chiarissimo, però puoi spiegarmi in maniera semplice (se possibile) cosa si intende per "importazione di valuta pregiata"?
Nel senso, l'URSS vendeva questi francobolli a collezionisti francesi (ad esempio), ne ricavava tot milioni di franchi, ma poi li riconvertivano in rubli e avevano un guadagno...o lasciavano il ricavato in franchi che usavano in qualche altra maniera?
scusa ancora ma per me l'economia è arabo :D
Funzionava come qualsiasi esportazione di beni e servizi verso l'estero, poi ogni stato decide cosa fare con la valuta, puó tenere la valuta estera o convertirla in altre valute. Non capisco il problema.

Ciao:
Beh il meccanismo importazione ed esportazione l'ho capito, era il concetto di "guadagno" che volevo approfondire, specialmente nel caso dei paesi comunisti.
Nella mia ignoranza in campo economico, per me il "guadagno" è vendere qualcosa con un certo costo e ricavarne di più di quanto ho speso per produrlo, ma la confusione deriva dal fatto che abbiamo stati al posto di persone/aziende e per di più valute differenti.
Quindi se per esempio una società statale in Russia produceva in massa questi francobolli, e li vendeva (per esempio) a collezionisti americani, ne otteneva una certa quantità di moneta estera che sicuramente valeva di più del rublo, quindi se quanto ho letto riguardo all'importazione di valuta "forte" (scopo della vendita di CTO all'occidente) come il dollaro è vero, lo stato teneva l'incasso in dollari e il guadagno era la possibilità di avere una scorta di dollari da usare nel mercato internazionale (visto che i rubli non credo fossero accettati come il dollaro) per comprare beni o servizi che l'URSS non aveva.
Quindi immagino convertire quella valuta straniera in rubli non convenisse allo stato, ma fosse più utile tenere la valuta "forte" così com'era.
Spero di aver spiegato il mio dubbio iniziale e soprattutto di averlo risolto
grazie in ogni caso per la pazienza e le gentili delucidazioni
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somalafis
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da somalafis »

stef95 ha scritto: 23 gennaio 2024, 17:58 .....
Beh il meccanismo importazione ed esportazione l'ho capito, era il concetto di "guadagno" che volevo approfondire, specialmente nel caso dei paesi comunisti.
Nella mia ignoranza in campo economico, per me il "guadagno" è vendere qualcosa con un certo costo e ricavarne di più di quanto ho speso per produrlo, ma la confusione deriva dal fatto che abbiamo stati al posto di persone/aziende e per di più valute differenti.
Quindi se per esempio una società statale in Russia produceva in massa questi francobolli, e li vendeva (per esempio) a collezionisti americani, ne otteneva una certa quantità di moneta estera che sicuramente valeva di più del rublo, quindi se quanto ho letto riguardo all'importazione di valuta "forte" (scopo della vendita di CTO all'occidente) come il dollaro è vero, lo stato teneva l'incasso in dollari e il guadagno era la possibilità di avere una scorta di dollari da usare nel mercato internazionale (visto che i rubli non credo fossero accettati come il dollaro) per comprare beni o servizi che l'URSS non aveva.
Quindi immagino convertire quella valuta straniera in rubli non convenisse allo stato, ma fosse più utile tenere la valuta "forte" così com'era.
Spero di aver spiegato il mio dubbio iniziale e soprattutto di averlo risolto
grazie in ogni caso per la pazienza e le gentili delucidazioni
Facciamo un esempio: la Cecoslovacchia ''comunista'' vende una certa quantita' di CTO all'occidente: ne ricava marchi tedeschi o lire italiane che puo' convertire in dollari sul mercato internazionale. Deve comprare prodotti petroliferi per cui sono richiesti dollari. Ecco la disponibilita' in dollari puo' essere utilizzata...
Tieni presente che la faccenda funzionava anche quando la valuta era teoricamente ''convertibile'' ma fortemente deprezzata o instabile e praticamente non accettata negli scambi internazionali (come nel caso di paesi africani o del terzo mondo in genere)....
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Re: Chiarimento su francobolli CTO e guadagno per gli stati di emissione (scusate per l'insistenza sull'argomento...)

Messaggio da stef95 »

somalafis ha scritto: 24 gennaio 2024, 11:42
stef95 ha scritto: 23 gennaio 2024, 17:58 .....
Beh il meccanismo importazione ed esportazione l'ho capito, era il concetto di "guadagno" che volevo approfondire, specialmente nel caso dei paesi comunisti.
Nella mia ignoranza in campo economico, per me il "guadagno" è vendere qualcosa con un certo costo e ricavarne di più di quanto ho speso per produrlo, ma la confusione deriva dal fatto che abbiamo stati al posto di persone/aziende e per di più valute differenti.
Quindi se per esempio una società statale in Russia produceva in massa questi francobolli, e li vendeva (per esempio) a collezionisti americani, ne otteneva una certa quantità di moneta estera che sicuramente valeva di più del rublo, quindi se quanto ho letto riguardo all'importazione di valuta "forte" (scopo della vendita di CTO all'occidente) come il dollaro è vero, lo stato teneva l'incasso in dollari e il guadagno era la possibilità di avere una scorta di dollari da usare nel mercato internazionale (visto che i rubli non credo fossero accettati come il dollaro) per comprare beni o servizi che l'URSS non aveva.
Quindi immagino convertire quella valuta straniera in rubli non convenisse allo stato, ma fosse più utile tenere la valuta "forte" così com'era.
Spero di aver spiegato il mio dubbio iniziale e soprattutto di averlo risolto
grazie in ogni caso per la pazienza e le gentili delucidazioni
Facciamo un esempio: la Cecoslovacchia ''comunista'' vende una certa quantita' di CTO all'occidente: ne ricava marchi tedeschi o lire italiane che puo' convertire in dollari sul mercato internazionale. Deve comprare prodotti petroliferi per cui sono richiesti dollari. Ecco la disponibilita' in dollari puo' essere utilizzata...
Tieni presente che la faccenda funzionava anche quando la valuta era teoricamente ''convertibile'' ma fortemente deprezzata o instabile e praticamente non accettata negli scambi internazionali (come nel caso di paesi africani o del terzo mondo in genere)....
grazie, era appunto questo quello che volevo chiarire, il guadagno era la valuta utilizzabile sul mercato internazionale (dollari ad esempio), mentre all'inizio credevo (erroneamente) che ci guadagnassero anche convertendo lire o marchi tedeschi (per seguire il tuo esempio) in moneta del paese che emetteva questi CTO
quindi praticamente una conversione nella loro valuta "interna" non aveva mai senso, era la mia idea di "guadagno" ad essere proprio sballata
spero di averci visto giusto stavolta
grazie ancora
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