Non l'ho ancora finito, ma promette bene.
I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Riccardo Bodo
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Casa Bonelli, la serie è "Magico Vento", n. 91 del gennaio 2005, titolo "I misteri di New York", soggetto e sceneggiatura di Gianfranco Manfredi, disegni di Pasquale Frisenda, copertina di Corrado Mastantuono. Ambientazione, la New York delle bande degli anni '60 del XIX secolo (avete presente il film "Gangs of New York"?).
Il protagonista, colpito da amnesia, ricorda un frammento del suo passato, quando a New York incappa in un capo banda (conosciuto come "Scum") che cerca di coinvolgerlo in un'azione criminale: l'irruzione in una filatelia e il furto dei francobolli in essa contenuta.
Un estratto del dialogo tra i due:
Scum: "In questa bottega ci sono francobolli e timbri postali di tutti gli stati americani. Cambiano di continuo e cambieranno ancora di più dopo la guerra civile"
Magico Vento: "e allora?"
Scum: "Non capisci? I vecchi francobolli verranno sostituiti e diventeranno rarissimi. Rubare queste raccolte è un investimento per il futuro"
"Ma c'è da ricavarne parecchio anche nel presente. Qui ci sono buste con annulli postali che risalgono a due secoli fa! Gli appassionati si caverebbero un occhio per possederle"
Più avanti si scopre che lo stesso Scum era in realtà un appassionato filatelico. Curioso e inaspettato, per essere il capo di una gang criminale che si fa chiamare "scum" ("feccia")
Alzi la mano chi si caverebbe un occhio per una raccolta di prefilateliche
Francesco
Il protagonista, colpito da amnesia, ricorda un frammento del suo passato, quando a New York incappa in un capo banda (conosciuto come "Scum") che cerca di coinvolgerlo in un'azione criminale: l'irruzione in una filatelia e il furto dei francobolli in essa contenuta.
Un estratto del dialogo tra i due:
Scum: "In questa bottega ci sono francobolli e timbri postali di tutti gli stati americani. Cambiano di continuo e cambieranno ancora di più dopo la guerra civile"
Magico Vento: "e allora?"
Scum: "Non capisci? I vecchi francobolli verranno sostituiti e diventeranno rarissimi. Rubare queste raccolte è un investimento per il futuro"
"Ma c'è da ricavarne parecchio anche nel presente. Qui ci sono buste con annulli postali che risalgono a due secoli fa! Gli appassionati si caverebbero un occhio per possederle"
Più avanti si scopre che lo stesso Scum era in realtà un appassionato filatelico. Curioso e inaspettato, per essere il capo di una gang criminale che si fa chiamare "scum" ("feccia")
Alzi la mano chi si caverebbe un occhio per una raccolta di prefilateliche
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- francesco.abbate
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Buongiorno, l'altro giorno facendo un giro per una libreria vengo attratto da questa copertina.
Ho acquistato il libro, che si trova "in coda" fra le mie letture dei prossimi giorni.
Pietrangelo Buttafuoco "Salvini e/o Mussolini", non credo sia stato postato, eventualmente, scusate la ripetizione
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Francesco
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Ecco qui, fresco fresco di stampa:
Ve lo dico subito: di francobolli non se ne parla assolutamente. Pero' nel ''plot'' c'entra la posta… Il titolo si riferisce al fatto che uno dei personaggi implicati e' il famoso Pellegrino Artusi, il padre della gastronomia italiana; l'ambientazione e' collocata alla fine dell'era umbertina; la trama e' quella di un ''giallo'' con tanto di omicidio in una stanza chiusa nella quale e' impossibile che sia entrato qualcuno.
La vittima ha bisogno di canali riservati di comunicazione: ''E poi, certo, c'erano i piccioni. I piccioni non mancavano mai. Erano quattro, due con una fascetta rossa alla zampina destra e due con una fascetta nera. I primi, una volta lasciati liberi di volare, si sarebbero diretti a Roma; i secondi, a Milano.
-Ma perché il signor D'Ancona usa ancora i piccioni? Non farebbe prima ad usare il telefono?
-Una chiamata telefonica puo' essere origliata da chiunque, sia alla sorgente che in uscita. E le comunicazioni del signor D'Ancona sono spesso di natura riservata.
-Be', potrebbe scrivere. Ormai abbiamo anche il carretto della posta, non occorre piu' andare in citta'…
-Sono di natura riservata e richiedono anche una certa celerita' . Una lettera richiederebbe un paio di giorni per viaggiare da qui a Roma.
E' vero: gia' all'epoca, la posta fra i grandi capoluoghi funzionava con notevole celerita'. Una lettera spedita la mattina da Milano arrivava a Firenze in giornata, e in citta' come Torino c'erano sei consegne quotidiane - le persone si invitavano a prendere il te' pomeridiano per posta. Ma c'erano metodi ben piu' veloci.
-Un piccione, invece, impiegherebbe qualche ora . Nel lavoro del signor D'Ancona, poter comunicare le notizie prima possibile e' di vitale importanza e il piccione rimane il latore piu' veloce su tali distanze''.
….
Avvenuto il delitto, indaga un ispettore di polizia:
''Chiedo perdono, signor ispettore, ma e' arrivato il carro postale per il ritiro pomeridiano e l'impiegato delle poste ha urgente bisogno di conferire con voi in merito a quanto e' successo….
Il portalettere stava ritto in piedi in mezzo al salottino, con addosso ancora il tabarro blu dell'uniforme. Si era levato solo il cappello che teneva in mano per la visiera. Allepoca i postini andavano in giro che sembravano usciti da un catalogo di moda militare: tabarro blu notte, pantaloni grigi con la striscia rossa e un cappello con la visiera rigida…'' Mi fermo qui per evitare ogni rischio di ''spoileraggio''
L'autore e' Marco Malvaldi, reso famoso dalla serie di libri con i delitti del Bar Lume, tradotti anche in serie tv.Ve lo dico subito: di francobolli non se ne parla assolutamente. Pero' nel ''plot'' c'entra la posta… Il titolo si riferisce al fatto che uno dei personaggi implicati e' il famoso Pellegrino Artusi, il padre della gastronomia italiana; l'ambientazione e' collocata alla fine dell'era umbertina; la trama e' quella di un ''giallo'' con tanto di omicidio in una stanza chiusa nella quale e' impossibile che sia entrato qualcuno.
La vittima ha bisogno di canali riservati di comunicazione: ''E poi, certo, c'erano i piccioni. I piccioni non mancavano mai. Erano quattro, due con una fascetta rossa alla zampina destra e due con una fascetta nera. I primi, una volta lasciati liberi di volare, si sarebbero diretti a Roma; i secondi, a Milano.
-Ma perché il signor D'Ancona usa ancora i piccioni? Non farebbe prima ad usare il telefono?
-Una chiamata telefonica puo' essere origliata da chiunque, sia alla sorgente che in uscita. E le comunicazioni del signor D'Ancona sono spesso di natura riservata.
-Be', potrebbe scrivere. Ormai abbiamo anche il carretto della posta, non occorre piu' andare in citta'…
-Sono di natura riservata e richiedono anche una certa celerita' . Una lettera richiederebbe un paio di giorni per viaggiare da qui a Roma.
E' vero: gia' all'epoca, la posta fra i grandi capoluoghi funzionava con notevole celerita'. Una lettera spedita la mattina da Milano arrivava a Firenze in giornata, e in citta' come Torino c'erano sei consegne quotidiane - le persone si invitavano a prendere il te' pomeridiano per posta. Ma c'erano metodi ben piu' veloci.
-Un piccione, invece, impiegherebbe qualche ora . Nel lavoro del signor D'Ancona, poter comunicare le notizie prima possibile e' di vitale importanza e il piccione rimane il latore piu' veloce su tali distanze''.
….
Avvenuto il delitto, indaga un ispettore di polizia:
''Chiedo perdono, signor ispettore, ma e' arrivato il carro postale per il ritiro pomeridiano e l'impiegato delle poste ha urgente bisogno di conferire con voi in merito a quanto e' successo….
Il portalettere stava ritto in piedi in mezzo al salottino, con addosso ancora il tabarro blu dell'uniforme. Si era levato solo il cappello che teneva in mano per la visiera. Allepoca i postini andavano in giro che sembravano usciti da un catalogo di moda militare: tabarro blu notte, pantaloni grigi con la striscia rossa e un cappello con la visiera rigida…'' Mi fermo qui per evitare ogni rischio di ''spoileraggio''
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Riccardo Bodo
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Grazie della segnalazione Riccardo. Malvaldi e’ un ottimo autore che vale la pena di leggere e a quanto pare ci sono diversi spunti interessanti, dalla cucina al trasporto postale.
remo
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Il Lonfo non vaterca nè gluisce
e molto raramente barigatta....(Fosco Maraini)
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Sono un appassionato lettore di fumetti di autori francesi. Se possibile li leggo in originale, purtroppo la locale biblioteca li acquista ovviamente in lingua tedesca.
Ultimamente in questo volume:
dal titolo "eroi pantoffalai"
c'è questa vignetta:
che mostra il cane filatelico. Il testo non ha nessuna relazione con la filatelia.
Ultimamente in questo volume:
dal titolo "eroi pantoffalai"
c'è questa vignetta:
che mostra il cane filatelico. Il testo non ha nessuna relazione con la filatelia.
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Cordiali Saluti Eric Werner (alias Vacallo)
Vincitore dei concorsi "I Top di F&F" 2007 e 2008
Vincitore del concorso "I Top di F&F" 2010, categoria Documenti Postali
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Chissà' che a qualcuno non venga in mente di farlo realmente, come chiudilettera. Magari avrebbe un mercato tutto suo analogamente a quelli satirici della seconda guerra mondiale.francesco.abbate ha scritto: ↑26 giugno 2020, 10:54
Buongiorno, l'altro giorno facendo un giro per una libreria vengo attratto da questa copertina.
Ho acquistato il libro, che si trova "in coda" fra le mie letture dei prossimi giorni.
Pietrangelo Buttafuoco "Salvini e/o Mussolini", non credo sia stato postato, eventualmente, scusate la ripetizione
Giampiero
Colleziono ASI, Regno, Colonie, Occupazioni, prevalentemente usati, la mia passione e' comprenderne l'autenticità'. Mi interessa poter classificare i colori dei francobolli (es. Pontificio, Sardegna) con metodi più' oggettivi.
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- francesco.abbate
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
giampi ha scritto: ↑16 luglio 2020, 7:26Chissà' che a qualcuno non venga in mente di farlo realmente, come chiudilettera. Magari avrebbe un mercato tutto suo analogamente a quelli satirici della seconda guerra mondiale.francesco.abbate ha scritto: ↑26 giugno 2020, 10:54
Buongiorno, l'altro giorno facendo un giro per una libreria vengo attratto da questa copertina.
Ho acquistato il libro, che si trova "in coda" fra le mie letture dei prossimi giorni.
Pietrangelo Buttafuoco "Salvini e/o Mussolini", non credo sia stato postato, eventualmente, scusate la ripetizione
Francesco
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Sto finendo di leggere "La parola ebreo" di Rosetta Loy ediz. Einaudi 1997.
Scritto molto bene, è la storia della situazione degli ebrei in Italia e in Europa prima e durante la 2°GM. Dalla convivenza pacifica e laboriosa alle leggi razziali e gli invii nei campi di sterminio. La storia è quella di una bambina, figlia di una agiata famiglia romana, che racconta come lei vede gli ebrei attraverso le indicazioni dei genitori e della società dell'epoca e della sua graduale presa di coscienza sul problema delle persecuzioni razziali. Essenziale e illuminante per chi è interessato all'argomento. Piccolo formato, 152 pagine.
In un brano si parla anche di francobolli (pag. 128):
"...Penso a noi e alla nostra casa affacciata sui pini...A mio padre che nel settembre del '43 aveva chiuso l'ufficio per non collaborare con i tedeschi e passava il pomeriggio con indosso una vecchia vestaglia della mamma ad imbiancare di talco fogli e fogli di francobolli. Un modo come un altro per cercare di mettere in salvo parte del patrimonio che l'inflazione bruciava a grandi tappe. Anche noi ragazze, una volta scattato il coprifuoco, eravamo chiamate a collaborare e i fogli dai bordi lievemente ondulati si accumulavano in pile sul tavolo mentre fra nuvole di talco l'immagine del nostro Re, transfuga a Brindisi, si ripeteva all'infinito: verdolina, marrone, amaranto."
E' chiaro che si parla di folgi interi della serie Imperiale. Ma perchè imbiancavano i fogli col talco? Ho pensato per meglio conservarli (sovrapposti) ed evitare che si incollassero l'un l'altro, per un futuro utilizzo. Ci sono altre spiegazioni secondo voi? E che effetto produceva il talco sulla gomma dei francobolli dell'epoca?
remo
Scritto molto bene, è la storia della situazione degli ebrei in Italia e in Europa prima e durante la 2°GM. Dalla convivenza pacifica e laboriosa alle leggi razziali e gli invii nei campi di sterminio. La storia è quella di una bambina, figlia di una agiata famiglia romana, che racconta come lei vede gli ebrei attraverso le indicazioni dei genitori e della società dell'epoca e della sua graduale presa di coscienza sul problema delle persecuzioni razziali. Essenziale e illuminante per chi è interessato all'argomento. Piccolo formato, 152 pagine.
In un brano si parla anche di francobolli (pag. 128):
"...Penso a noi e alla nostra casa affacciata sui pini...A mio padre che nel settembre del '43 aveva chiuso l'ufficio per non collaborare con i tedeschi e passava il pomeriggio con indosso una vecchia vestaglia della mamma ad imbiancare di talco fogli e fogli di francobolli. Un modo come un altro per cercare di mettere in salvo parte del patrimonio che l'inflazione bruciava a grandi tappe. Anche noi ragazze, una volta scattato il coprifuoco, eravamo chiamate a collaborare e i fogli dai bordi lievemente ondulati si accumulavano in pile sul tavolo mentre fra nuvole di talco l'immagine del nostro Re, transfuga a Brindisi, si ripeteva all'infinito: verdolina, marrone, amaranto."
E' chiaro che si parla di folgi interi della serie Imperiale. Ma perchè imbiancavano i fogli col talco? Ho pensato per meglio conservarli (sovrapposti) ed evitare che si incollassero l'un l'altro, per un futuro utilizzo. Ci sono altre spiegazioni secondo voi? E che effetto produceva il talco sulla gomma dei francobolli dell'epoca?
remo
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remo Sostenitore del Forum dal 2011
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Direi che la tua ipotesi e' assai ragionevole e ce lo conferma il sito ''il postalista'' dove (in un lessico filatelico curato da Giovanni Riggi di Numana) si legge:
''In questo uso molti filatelisti hanno utilizzato il talco, piu' spesso il borotalco, pensando di conservare fogli di francobolli fra loro strettamente impilati senza temere di ritrovali incollati fra loro. I fogli di francobolli cosi' trattati scivolano tra le dita, spesso profumano e mostrano un aspetto cromatico attenuato a causa della polvere finissima che li ricopre. A parte azioni accurate di pulizia che devono esser compiute per eliminare la polvere, il rischio legato all'uso di polveri fini per creare una sottilissima intercapedine tra fogli di carta e' legato al fatto che l'umidita' atmosferica viene da queste attirata e concentrata e quindi l'impiego di talco o borotalco (ancora peggio) e' sconsigliato. Molti fogli si sono comunque salvati da danni rilevanti a causa di questo trattamento solo perche' l'ambiente di conservazione era secco, ma se fosse stato umido o molto umido il talco avrebbe attirato l'accqua ambientale e si sarebbe unito ed impastato alla colla, e avrebbe fatto aderire con maggiore facilita' i fogli contigui. In conclusione l'uso del talco e del borotalco, un tempo consigliato, e' da evitare e da sostituire con dei fogli di carta velina, di carta seta, di pergamino o similari da frapporre fra fogli di francobolli nuovi con gomma integra da conservare a lungo''.
Riccardo Bodo
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Grazie Riccardo della conferma alla mia supposizione corroborata dal testo di Riggi di Numana.
remo
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
molto interessante!
Complimenti!
fabiov
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Leggete articoli filatelici miei e di altri amici giornalisti nel mio NUOVO sito www.storiefilateliche.it. Oltre a più di 300 articoli ci sono novità, illustrazioni, giochi logici, foto e una sezione ASFE. Vi ricordo anche che sul mio vecchio sito www.fabiovstamps.com è sempre attivo, su tutte le pagine, un motore di ricerca per ritrovare più di 500 MB di info filateliche, caricate negli ultimi 16 anni anni da me sul Forum e sul mio sito!
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- Valter Zama
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Ellery Queen colpisce ancora
Controllando precedenti post ne ho trovato un altro, di Remo, (27/7/2019) dove Ellery viene ricordato come autore del racconto "Il francobollo nero" cioè il nero da 1 penny.
Questo "Una partita a scacchi con la follia", parla di: e cito: Quando pensa al suo Boscawen è felice, quando invece pensa al Due-penoe, perde le staffe. - ... Che cos'è il suo Boscawen? E il Due -penoe? - Il Boscawen - rispose Tom Archer - è un francobollo emesso nel 1846 a New Hampshire. È azzurro scuro e, a dar retta all'iscrizione, dovrebbe valere cinque centesimi. Invece, basterebbe per pagare i nostri stipendi per almeno un paio d'anni. E sir Robert ne possiede uno. -- ...... - Vi siete fatto prendere in giro! Mi avete portato un mucchio di Seebeck falsi! - Quelli non sono Seebeck, ma Salvadors. Riccardo (e chi se no ) ci ha mostrato (17/11/2019) l'immagine del Due-penoe. In Wikipedia ho trovato l'immagine del Boscawen e il nome Seebeck dovrebbe essere un tipografo che stampava francobolli dell'America latina (1890 circa). Riccardo (o qualcun altro) correggimi se sbaglio.
Valter Zama
Ho appena finito di leggere questo giallo di Ellery QueenControllando precedenti post ne ho trovato un altro, di Remo, (27/7/2019) dove Ellery viene ricordato come autore del racconto "Il francobollo nero" cioè il nero da 1 penny.
Questo "Una partita a scacchi con la follia", parla di: e cito: Quando pensa al suo Boscawen è felice, quando invece pensa al Due-penoe, perde le staffe. - ... Che cos'è il suo Boscawen? E il Due -penoe? - Il Boscawen - rispose Tom Archer - è un francobollo emesso nel 1846 a New Hampshire. È azzurro scuro e, a dar retta all'iscrizione, dovrebbe valere cinque centesimi. Invece, basterebbe per pagare i nostri stipendi per almeno un paio d'anni. E sir Robert ne possiede uno. -- ...... - Vi siete fatto prendere in giro! Mi avete portato un mucchio di Seebeck falsi! - Quelli non sono Seebeck, ma Salvadors. Riccardo (e chi se no ) ci ha mostrato (17/11/2019) l'immagine del Due-penoe. In Wikipedia ho trovato l'immagine del Boscawen e il nome Seebeck dovrebbe essere un tipografo che stampava francobolli dell'America latina (1890 circa). Riccardo (o qualcun altro) correggimi se sbaglio.
Valter Zama
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Ciao Valter,
anche a me piacciono molto i racconti di Ellery Queen. Sono ben scritti e il lettore viene portato per mano alla soluzione dell’intrigo. Non mancano riferimenti a vari aspetti storico-scientifico-sociali, compresi appunto quelli filatelici molto ben argomentati.
Ricordo anche con piacere i gialli televisivi di fine anni ‘70, con Jim Hutton nel ruolo di Ellery contornato da altri famosi attori.
remo
anche a me piacciono molto i racconti di Ellery Queen. Sono ben scritti e il lettore viene portato per mano alla soluzione dell’intrigo. Non mancano riferimenti a vari aspetti storico-scientifico-sociali, compresi appunto quelli filatelici molto ben argomentati.
Ricordo anche con piacere i gialli televisivi di fine anni ‘70, con Jim Hutton nel ruolo di Ellery contornato da altri famosi attori.
remo
Ultima modifica di remo il 11 maggio 2021, 20:16, modificato 1 volta in totale.
remo Sostenitore del Forum dal 2011
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Ed invece il film... "Tommy Tricker - Viaggiatore nel francobollo" lo avete visto?
Certo è un film da ragazzi ma ne conservo un piacevolissimo ricordo.
Certo è un film da ragazzi ma ne conservo un piacevolissimo ricordo.
------------------------------------
Alessio Giorgetti (cialo)
- Segretario ASPOT (https://www.aspot.it/)
- Creatore del Portale Pacchi (http://www.portalepacchi.it)
------------------------------------
Alessio Giorgetti (cialo)
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Questa volta prendo spunto da un libro appena uscito perche', in fondo, collezionare libri e' sempre ''collezionare'' e le osservazioni fatte per questa categoria di ''viziosi'' valgono anche per noi filatelistialibi di tutti gli affari irreali. E se questo e' il decalogo della frenesia, ne esiste anche uno della furbizia, perche' chi acquista deve anche apprendere a farsi astuto, sia per garantirsi i pezzi che cerca e sia per non pagarli oltre cio' che valgono''.
Vi si legge, ad esempio: ''Se un libro attira, occorre non badare al costo: nulla puo' sanare l'angoscia di un acquisto mancato...I libri vanno scelti anche per sollevare piacere ed invidia negli altri....E soprattutto, quando il prezzo e' alto vale pensare al magico termine INVESTIMENTO, Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Riccardo Bodo
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Non ci posso fare nulla: il mio ''vizio'' di leggere libri e' insaziabile. Adesso sto leggendo il libro di Edmund De Waal ''Lettere a Camondo'', in cui vengono rievocate figure importanti del mondo ebraico francese del novecento, come i Reinach, gli Ephrussi e appunto i Camondo. Il volume e' da poco uscito per i tipi di Bollati Boringhieri. Leggendolo mi sono imbattuto in una citazione di Walter Benjamin, il grande scrittore e filosofo tedesco: ''Il motivo piu' recondito del collezionista puo' essere forse cosi' circoscritto: egli intraprende una lotta contro la dispersione. Il grande collezionista e' originariamente toccato dalla confusione, dalla frammentarieta' in cui versano le cose del mondo''.
Riccardo Bodo
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Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
E' parecchio che non vi infliggo consigli di lettura, ma rimedio subito:
E proseguo consigliandovi un testo piu' impegnativo. Questo: E’ un volume di storia importante che prende spunto dalle vicende di un piccolo libro eteredosso del ‘500, intitolato ‘’Trattato utilissimo del Beneficio di Giesu Christo crocifisso verso i christiani’’. Poche decine di pagine che ebbero due edizioni a stampa nel 1543 e nel 1546. Fu all'epoca un grande successo editoriale e venne stampato in migliaia di copie ma la caccia spietata datagli dagli inquisitori ne fece quasi sparire il testo (tanto che nelle biblioteche italiane non ne sopravvive nemmeno una copia). Difendeva la ‘’giustificazione per sola fede’’ e non per le cosiddette ‘’opere’’. E’ un punto di forza della teologia riformata ma, anche se il libretto contiene interi passi mutuati da Lutero e Calvino, e’ in realta’ un prodotto degli ambienti influenzati dalla spiritualita’ dello spagnolo Juan de Valdés che informava l’ ‘’ecclesia Viterbensis’’ radunata attorno al cardinale Reginald Pole ed e’ collegato alle speranze suscitate dalla convocazione del Concilio di Trento. Il libretto sul Beneficio di Cristo termino’ la sua carriera all’estero, diffuso in ambito protestante: come scrivono gli autori dello studio, ‘’ quel libretto scomparve invece del tutto dall’Italia, dove all’inizio degli anni quaranta del ‘500 esso fu pensato da un monaco benedettino (Benedetto Fontanini, ndr), scritto da un letterato che condannava Lutero per aver diviso la Chiesa (Marco Antonio Flaminio, ndr)…e pubblicato nel 1543 e nel 1546 sotto l’egida di un cardinale (Reginald Pole, ndr) designato alla presidenza del Concilio cui nel 1549 manco’ un solo voto per diventare papa’’.
Anche in questo caso nessun accenno di nessun genere alla filatelia. Ma c'e' un serie del Vaticano del 1946 - dedicata appunto al concilio di Trento - che ci fornisce i ritratti coevi di moltissimi dei protagonisti dei vertici della chiesa cattolica citati nel volume che vi consiglio. A cominciare, naturalmente, dal cardinale Reginald Pole
E' un testo scritto da un giornalista, in stile molto spigliato e quindi di facile lettura. Per la verita' non ci ho trovato dentro nulla che riguardi la filatelia. Ma c'e' un accenno alla numismatica, anzi alle banconote. Ricordando le varie colonie di stranieri a Venezia, l'autore cita i Venediger Deutsche, i tedeschi residenti da molti anni nella citta' lagunare. A questa comunita' forse apparteneva la fanciulla che Albrecht Dürer ha ritratto nel 1505. Il dipinto oggi e' conservato a Vienna ma l'immagine ha dominato per vari anni sula banconota della Germania Federale da 5 marchi:
Ecco il dipinto di Dürer
....E proseguo consigliandovi un testo piu' impegnativo. Questo: E’ un volume di storia importante che prende spunto dalle vicende di un piccolo libro eteredosso del ‘500, intitolato ‘’Trattato utilissimo del Beneficio di Giesu Christo crocifisso verso i christiani’’. Poche decine di pagine che ebbero due edizioni a stampa nel 1543 e nel 1546. Fu all'epoca un grande successo editoriale e venne stampato in migliaia di copie ma la caccia spietata datagli dagli inquisitori ne fece quasi sparire il testo (tanto che nelle biblioteche italiane non ne sopravvive nemmeno una copia). Difendeva la ‘’giustificazione per sola fede’’ e non per le cosiddette ‘’opere’’. E’ un punto di forza della teologia riformata ma, anche se il libretto contiene interi passi mutuati da Lutero e Calvino, e’ in realta’ un prodotto degli ambienti influenzati dalla spiritualita’ dello spagnolo Juan de Valdés che informava l’ ‘’ecclesia Viterbensis’’ radunata attorno al cardinale Reginald Pole ed e’ collegato alle speranze suscitate dalla convocazione del Concilio di Trento. Il libretto sul Beneficio di Cristo termino’ la sua carriera all’estero, diffuso in ambito protestante: come scrivono gli autori dello studio, ‘’ quel libretto scomparve invece del tutto dall’Italia, dove all’inizio degli anni quaranta del ‘500 esso fu pensato da un monaco benedettino (Benedetto Fontanini, ndr), scritto da un letterato che condannava Lutero per aver diviso la Chiesa (Marco Antonio Flaminio, ndr)…e pubblicato nel 1543 e nel 1546 sotto l’egida di un cardinale (Reginald Pole, ndr) designato alla presidenza del Concilio cui nel 1549 manco’ un solo voto per diventare papa’’.
Anche in questo caso nessun accenno di nessun genere alla filatelia. Ma c'e' un serie del Vaticano del 1946 - dedicata appunto al concilio di Trento - che ci fornisce i ritratti coevi di moltissimi dei protagonisti dei vertici della chiesa cattolica citati nel volume che vi consiglio. A cominciare, naturalmente, dal cardinale Reginald Pole
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Riccardo Bodo
SOSTENITORE
SOSTENITORE
Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Grazie Riccardo delle segnalazioni dei libri, sempre interessanti e gradite.
La storia di Venezia è affascinante e ricca di riferimenti a moltissime discipline.
Il cardinal Pole, come hai accennato, fece parte di quella corrente di pensiero che sembra accomunò diversi personaggi dell'epoca, forse intenzionati a ricucire lo strappo determinato da Lutero, alla quale fu vicino anche Michelangelo, e per questo avversati da papa Carafa ancorato su posizioni intransigenti (per intenderci fu quello che appena eletto nel 1555 istituì il Ghetto a Roma).
Prendo spunto dalla tua segnalazione per pubblicare altri ben noti francobolli.
Negli anni indicati (1543-1546) di pubblicazione del libretto sul Beneficio di Cristo, Michelangelo era di nuovo al lavoro nei palazzi vaticani e finito il Giudizio Universale, era all'opera nella Cappella Paolina dove realizzò la Conversione di Saulo e il Martirio di Pietro.
Ecco i francobolli del Vaticano del 2014, ripresi dagli affreschi michelangioleschi nella Cappella voluta da papa Paolo III. La Cappella, purtroppo, non è aperta al pubblico.
remo
La storia di Venezia è affascinante e ricca di riferimenti a moltissime discipline.
Il cardinal Pole, come hai accennato, fece parte di quella corrente di pensiero che sembra accomunò diversi personaggi dell'epoca, forse intenzionati a ricucire lo strappo determinato da Lutero, alla quale fu vicino anche Michelangelo, e per questo avversati da papa Carafa ancorato su posizioni intransigenti (per intenderci fu quello che appena eletto nel 1555 istituì il Ghetto a Roma).
Prendo spunto dalla tua segnalazione per pubblicare altri ben noti francobolli.
Negli anni indicati (1543-1546) di pubblicazione del libretto sul Beneficio di Cristo, Michelangelo era di nuovo al lavoro nei palazzi vaticani e finito il Giudizio Universale, era all'opera nella Cappella Paolina dove realizzò la Conversione di Saulo e il Martirio di Pietro.
Ecco i francobolli del Vaticano del 2014, ripresi dagli affreschi michelangioleschi nella Cappella voluta da papa Paolo III. La Cappella, purtroppo, non è aperta al pubblico.
remo
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remo Sostenitore del Forum dal 2011
Il Lonfo non vaterca nè gluisce
e molto raramente barigatta....(Fosco Maraini)
Il Lonfo non vaterca nè gluisce
e molto raramente barigatta....(Fosco Maraini)
Re: I francobolli nei libri (non specializzati) e nei fumetti
Grazie per la lettura. Papa Paolo IV Carafa e' quello che imprigiono' a Castel Sant'Angelo come inquisito per eresia' il cardinale Morone (che tanta parte ebbe poi per le fasi conclusive del Concilio di Trento): su questa vicenda si puo' affrontare la lettura dell'impegnativo volume (oltre mille pagine) che mostro qui sotto
Papa Carafa nel 1557 revocò a Reginald Pole la legazione inglese e lo richiamò a Roma, ma il cardinale rimase prudentemente in patria, e morì nel palazzo di Lambeth (residenza degli arcivescovi di Canterbury), a Londra, il 17 novembre 1558, all'età di 58 anni. La serie del Vaticano del 1946 tentava di accreditare una visione compatta dei vertici cattolici, lacerati invece da profonde divergenze.Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Riccardo Bodo
SOSTENITORE
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