Personalmente ho sempre ritenuto che la baretta fosse solidale al mese. Me lo facevano pensare sia i pezzi visti in giro che la logica: molto più facile approntare 12 punzoni dei mesi con la barretta che non 30 dei giorni.
Il pezzo di Valerio

, ovviamente, fa cadere questa ipotesi. Tra l'altro nei mesi scorsi un collezionista della zona ha potuto toccare con mano un'intera cassetta di bolli C1 del periodo completa di tipario e punzoni. In quel caso invece la barretta era solidale al giorno!
Ne avevo dedotto che, pur di provenienza viennese, i tipari vennero approntati da diversi fabbri i quali lavoravano senza seguire un progetto preciso. Ognuno, in altre parole, lavorò secondo un metodo proprio.
La cosa ha anche una sua spiegazione: le poste non disponevano di una propria sezione per questo scopo, anche per la stampa dei francobolli si rivolsero alla stamperia di stato che era un organo a sè e infatti dai documenti residui le poste risultano essere clienti. Vi sono infatti i moduli di acquisto/vendita dei francobolli tra la stamperia e l'economato.
Inoltre non vanno dimenticate le riparazioni dei tipari che poi venivano effettuate a Milano: di recente è saltata fuori presso l'archivio del Genio la fattura di Antonio Putinati relativa alla riparazione e approntamento dei tipari nel periodo 1850-1859. Antonio era il figlio di Francesco, il famoso scultore e medaglista milanese che nel 1838 vinse l'appalto per l'approntamento degli oltre 200 tipari che videro la luce in quel periodo. Ovviamente non li fece lui ma girò l'appalto a diversi incisori che produssero una gamma di tipari dalle forme e dimensioni molto diverse.
Perchè il doc si trova nell'archivio del Genio? Perchè a questo organo, che ai tempi si chiamava Pubbliche Costruzioni, era demandata la funzione di periziare i lavori e controllare se la somma richiesta dal'incisore era congrua.

Francesco