Mi trovate purtroppo impreparato. Il tema è vastissimo e per affrontarlo adeguatamente bisogna andare indietro alle origini del sistema postale che noi conosciamo quando la corrispondenza era prevalentemente di Stato e quindi non pagante al dettaglio. Poi subentrarono i grossi mercanti ammanigliati ai governanti, anch’essi esenti che spedivano la propria corrispondenza insieme a quella di Stato, e infine vennero avviate per posta le lettere dei privati che finirono con l’essere tassate singolarmente dato che il fisco non rimase indifferente a questa fonte di gettito. La possibilità di spedire esente venne sempre ritenuta uno status symbol, un po’come oggi le auto blu, e nel ‘700 una folta schiera di persone finì con approfittare delle maglie larghe del postali.
Toccò quindi ai napoleonici stabilire chi poteva usufruire dell’esenzione. In linea di massima esistono tre categorie di esenti:
- persone/uffici con franchigia assoluta sia per l’interno sia per l’estero (per esempio la famiglia regnante)
- persone/uffici con franchigia limitata agli invii interni (per esempio i ministri)
- persone/uffici con franchigia limitata alla corrispondenza di servizio.
Penso che questo sia il caso che più si avvicina a noi: alcune persone/uffici godevano dell’esenzione solo verso determinati destinatari e solo per motivi di servizio. In alcuni casi era necessario che affrancassero. Per questo troviamo lettere dello stesso mittente a volte affrancate e a volte no.
So per certo di una tabella napoleonica del 1810 che portava tutti le categorie più o meno esenti, una austriaca del 1820 e una del 1851 ma forse ce ne sono altre che mi sfuggono. Per esempio nella tabella del 1820 compaiono esenti le Congregazioni municipali ma solo per la corrispondenza verso le autorità superiori.
Effettivamente avete ragione: il doc di Massimiliano si riferisce a corrispondenze con porto a carico del destinatario [autorità o parti (=privati)] spedite rispettivamente da mittenti esenti o obbligati al porto. Si scrive che il recapito e il pagamento della tassa applicata sarebbe stato coattivo attraverso per esempio la Pretura.
Più interessante il punto 1 (non postato) dove invece si scrive riguardo la tassa di impostazione che doveva essere nel caso di “mittente non esente- destinatario esente” pari alla ½ del porto.
In periodo filatelico, almeno nel 1850, una lettera trovata in buca diretta ad un destinatario esente veniva tassata per metà del porto senza addizionale mentre se diretta ad un ufficio veniva tassata per l’intero porto più l’addizionale (3 carantani/lotto). In quest’ultimo caso il destinatario non pagava la tassa ma la coperta veniva retrocessa così da obbligare il mittente al pagamento. Ovviamente tutto questo era valido se il mittente non era esente.
Non escludo che dopo il 1850 qualcosa sia cambiato.
Io penso che le pseudo-franchigie siano riconducibili al traffico di uffici che confezionavano le spedizioni nella stessa maniera e poi procedevano all’affrancatura o meno a secondo dei destinatari.

Francesco
Revised by Lucky Boldrini - September 2017