Annulli per il servizio di telegrafo sommergibile?

Forum di discussione generale sugli annulli usati negli uffici postali italiani e non...
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ANTONELLO
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da ANTONELLO »

già che stiamo fantasticando :
in questo foglio vedo pieghe , dentellature brutte e storte , un francobollo strappato , non è che si tratta di un foglio rimandato in stamperia ,
magari alla De La Rue , perché non soddisfaceva i canoni qualitativi ? :dub:
Esisteva questa prassi ?

Ciao: Ciao: Ciao:
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Alessandro Guerani
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da Alessandro Guerani »

stiraeammira ha scritto: Magari...apposizione di un numero fisso su fogli, demonetizzazione, iscrizione del numero di fogli, quantitativo, data firme e controfirme su apposito registro e trasporto al forno per abbruciarli....e non credo che il Signor Direttore dell'ufficio postale faccia tutto questo vicino ad un forno....magari è avvenuto in un ufficio e poi il tutto adeguatamente annullato....trasportato al forno. :-))
Questo te lo confermo io, se hai dei valori in carico per scaricarli non è che li butti nel cestino della carta straccia, quindi tu devi essere certo che non si "perdano" durante il tragitto verso la direzione postale che, ricevutili, accrediterà la filiale per chiudere i conti, altrimenti quello che manca ce lo mette l'impiegato o il direttore.
Da questo si comprende bene la mancanza di pigrizia: se i francobolli si "perdevano" per strada tiravan fuori i soldini loro.
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stiraeammira
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da stiraeammira »

Alessandro Guerani ha scritto: Questo te lo confermo io, se hai dei valori in carico per scaricarli non è che li butti nel cestino della carta straccia, quindi tu devi essere certo che non si "perdano" durante il tragitto verso la direzione postale che, ricevutili, accrediterà la filiale per chiudere i conti, altrimenti quello che manca ce lo mette l'impiegato o il direttore.
Da questo si comprende bene la mancanza di pigrizia: se i francobolli si "perdevano" per strada tiravan fuori i soldini loro.
Ti ringrazio, è plausibile dunque che nell'ottica di demonetizzare blocchi di francobolli per escluderli dal circuito postale, il direttore dell'ufficio postale o un impiegato addetto, abbia utilizzato un qualcosa di NON ufficiale?
Immaginiamo quel foglio annullato diligentemente con un timbro ufficiale delle Poste, magari impostato col giorno e l'ora esatta, annullo apposto in corrispondenza di ogni quartina. Poteva essere oggetto di asportazione per un riutilizzo? Un rischio che non si poteva correre...immagino.

Andrea
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byebye
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da byebye »

Divertente leggere questa discussione e istruttiva di come si creano le leggende, in campo filatelico ma non solo.

Punto 1: non c'è alcuna perizia di Diena, perché un fogliettino volante che si può appaiare a qualunque cosa non è una perizia, sempre senza minimamente voler mettere in dubbio la buona fede di chicchessia.

Punto 2: si deve dimostrare che l'annullo sia postale, cosa che leggendo la discussione non è stata nemmeno minimamente accennata.

Punto 3: l'autorevolezza di Diena non è in discussione, ma non si può nemmeno accettare un'asserzione dogmatica legata all'autorevolezza di chicchessia, priva di fonti documentative, visto che anche i grandi sbagliano.

Punto 4: visti i punti sopra, è corretto emettere un certificato come quello proposto? Secondo me si se si ritiene che la formula "a mio parere" sia sufficiente a mettere in guardia sulle fonti documentative (sicuramente il certificato è in buona fede e rispetta il parere di Antonello), ma oggettivamente no, perché non si hanno fonti documentali su cui basarsi, quindi sarebbe opportuno scrivere che "al momento non esistono documenti oggettivi, ma in passato il PARERE di illustri filatelici era che tale annullo fosse ecc.".

Punto 5: dando per accettata l'opinione di Diena (e per me non lo è affatto...), chi ci dice che l'annullo sul foglio sia originale?


In altre parole, la discussione dimostra chiaramente come il principio di autorità della fonte sia un bias di cui difficilmente ci si possa liberare SE SIAMO DISPOSTI AD ACCETTARLO come elemento sufficiente ad influenzare il nostro parere e a farci prendere decisioni.

Il problema sta tutto in queste affermazioni di Antonello:

"La perizia di Enzo Diena e la sua indicazione non trovano ancora nessuna conferma ma neppure nessuna smentita.
Pertanto, abbiate pazienza, io continuo a ritenere che l'opinione di Enzo Diena sia ben più autorevole di quella di chiunque altro, almeno sino a prova contraria."



AFFERMARE senza conferme è un errore e non si può affermare lasciando agli altri il compito di smentire, dicendo che finchè non si ha una smentita l'affermazione fatta resta valida. Questo è sicuramente un errore, senza se e senza ma.

Fino a prova contraria (vedete come è facile giocare con le parole!) nessuno è infallibile (quindi anche io nel fare questa stessa affermazione...), nemmeno il Papa quando parli ex-cathedra di argomenti diversi da quelli per cui è affermata dalla Chiesa stessa e DOGMATICAMENTE la Sua infallibilità, figuriamoci in questo campo.

:-) Ciao:
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aurelio
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da aurelio »

Ciao: Ciao:

ho letto con interesse il lungo topic su questo particolare annullo. e anch'io, come tutti voi, mi sono fatto un'opinione:

1) telegrafi sommergibili: ipotesi basata esclusivamente su un cartellino di fianco ad un francobollo visto da Enzo Diena. Non vi sono altri riscontri (Decreti, Leggi, bollettini, storia del telegrafo etc.) che ne parlano. Mi sembra un azzardo certificare quel blocco sulla base di ciò. Mi sarei aspettato qualcosa di più concreto, magari quel cartellino è finito vicino al 20cent per sbaglio. Lo Studio Diena che dice in proposito?? Possibile che non sia stato redatto un certificato di tale rarità?

2) uso per grandi affrancature o pacchi. Potrebbe essere. Per velocizzare l'annullamento si è utilizzato un sistema "non ortodosso" sostitutivo dell'annullo a punti; ma manca completamente l'identificazione dell'ufficio di partenza e/o altre indicazioni necessarie per Regolamento (forse su altre parti del cartoncino, a noi non pervenute).

3) Demonetizzazione: ipotesi valida, basata sulla necessità di evitare l'appropriamento indebito dei francobolli destinati alla distruzione nel "tragitto temporale" della redazione della contabilità dell'Ufficio Postale XXYY sino al macero o all'"abbruciamento", sicuramente da realizzarsi in luogo centralizzato. Ciò avvenne presumibilmente nel 1877. La rarità dell'annullo è ragionevolmente giustificata dal fatto che, non esistendo metodi particolari o istruzioni ministeriali in merito, ogni ufficio postale si arrangiava come poteva.
Le osservazioni di maupoz mi hanno convinto particolarmente per tifare per questa ipotesi: infatti, per combinazione, l'uso di questo annullo lo si riscontra su due francobolli che sono stati messi in "pensione" insieme, nel 1877, per il cambio di colore dei due valori da 10cent e 20cent (almeno fino a prova contraria, quando si vedranno altri francobolli annullati con tale sistema).

Ciao: Ciao: :cool:
Aurelio
"Habere non haberi"
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Colleziono Regno sino al 1900 e studio il 15 cent tipo Sardegna del 1863; raccolgo storia postale di Manduria e Taranto sino al 1899; mi intrigano gli uffici postali Estero e il segnatasse n.1; mi affascina la IV di Sardegna.
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fildoc
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da fildoc »

-Perche' attaccare su un foglio dei francobolli che sono stati demonetizzati? cosa assolutamente inutile!
Gli unici demonetizzati che conosco bene sono quelli del LV dei fogli di Vienna e sono tutt'altra cosa!
La demonetizzazione non mi convince

-Se il foglio con i francobolli fosse stato perfettamente piano, non vi è ragione per avere l'annullo (chiamiamolo a rotella) così sghembo.
e perchè attaccare i restanti 11 francobolli in altro modo per farli stare tutti su un foglio?
Esso induce a pensare ad una tariffa da 10 lire su un pacco
(infatti se vi fossero dei normali timbri con datario esso sarebbe giudicato come ampio frammento di un pacco, l'indirizzo magari era sull'altro lato del pacco...)

-Diena certamente è stato il piu' grande studioso di filatelia italiana e aveva una memoria storica degli eventi attualmente perduta....
Inoltre in genere scriveva molto. Mi sembra strano che non abbia mai pubblicato , magari su una rivista del tempo, una nota sull'uso dei francobolli nell'ambito dei servizi del telegrafo....
Secondo me per ragionamento non possiamo andare oltre...
Bisogna cercare di riscoprire quello che sapeva Diena sull'argomento!
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ciao
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Andrea61
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da Andrea61 »

byebye ha scritto: AFFERMARE senza conferme è un errore e non si può affermare lasciando agli altri il compito di smentire, dicendo che finchè non si ha una smentita l'affermazione fatta resta valida. Questo è sicuramente un errore, senza se e senza ma.
Ci tengo a condividere, citandolo, il brano riportato sopra preso dall'intervento di byebye che è assolutamente preciso ed impeccabile nel suo rigore logico. Dovrebbe essere ben chiaro che l'onere della prova di un'affermazione spetta a chi la fa, e che la prova dovrebbe essere tanto più convincente e rigorosa quanto più l'affermazione appare "straordinaria" (cioè andare contro il senso comune o contro altre verità già stabilite).

L'errore metodologico insito nel sophisma auctoritatis (https://it.wikipedia.org/wiki/Principio ... orit%C3%A0) è stato, tra gli altri, brillantemente evidenziato da Bertrand Russell nella famosa analogia della teiera (https://en.wikipedia.org/wiki/Russell's_teapot, e mi scuso se cito il testo inglese ma quello italiano è alquanto riduttivo).
Andrea

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fildoc
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da fildoc »

Inoltre segnalo le numerose pieghe presenti che farebbero pensare alla superficie di applicazione non piana.
Al retro del foglio vi sono le medesime pieghe o il foglio di supporto è perfettamente liscio?
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
+-x:
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ciao
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aurelio
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da aurelio »

fildoc ha scritto:-Perche' attaccare su un foglio dei francobolli che sono stati demonetizzati? cosa assolutamente inutile!
Gli unici demonetizzati che conosco bene sono quelli del LV dei fogli di Vienna e sono tutt'altra cosa!
La demonetizzazione non mi convince
Ciao: Ciao:
La spiegazione è data dal fatto che non si tratta di un foglio intero ma di blocchi vari: per facilità di contabilità si incollavano sino al raggiungimento della "cifra tonda", nel nostro caso 100 francobolli da 10cent per totali 10 Lire, quindi si annullavano e così via. Insisto poi sulla coincidenza del 20cent del 1867 e del 10cent DLR che entrambi andarono fuori uso nel 1877.

L'affrancatura di un grande pacco o plico non convince per via dei tagli molto piccoli, della frammentazione dell'affrancatura e della mancanza di riferimenti dell'ufficio mittente.

Ciao: Ciao: :cool:
Aurelio
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Antonio Bove
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da Antonio Bove »

Come Aurelio anche io non penso logica la soluzione dell'affrancatura!
Anche volendo supporre che l'ufficio mancasse al momento di francobolli di taglio adeguato, anche volendo ipotizzare che il mittente avesse apposto lui quei francobolli sul pacco (suppongo che anche all'epoca questo fosse ammesso), anche ammettendo la difficoltà di utilizzare un timbro postale per annullare tutto quel ben di Dio... esisteva sempre la possibilità di mettere un timbro sul pacco ed annullare a penna i francobolli.
Ripeto anche un concetto che ho già espresso ovvero che non risulta che la dotazione degli uffici postali comprendesse un attrezzo che possa aver impresso quelle righe parallele!
Antonio
Raccolgo tutti i francobolli che reperisco ma le mia preferenza va a quelli della IV emissione di Sardegna e quelli del Regno d'Italia.
Ero già iscritto al vecchio forum ma non ricordo in che data.
Ho deciso di iniziare una raccolta a tema... GATTI
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ulisse
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da ulisse »

Ciao: Ciao:
byebye ha scritto:Divertente leggere questa discussione e istruttiva di come si creano le leggende, in campo filatelico ma non solo.

Punto 1: non c'è alcuna perizia di Diena, perché un fogliettino volante che si può appaiare a qualunque cosa non è una perizia, sempre senza minimamente voler mettere in dubbio la buona fede di chicchessia.

Punto 2: si deve dimostrare che l'annullo sia postale, cosa che leggendo la discussione non è stata nemmeno minimamente accennata.

Punto 3: l'autorevolezza di Diena non è in discussione, ma non si può nemmeno accettare un'asserzione dogmatica legata all'autorevolezza di chicchessia, priva di fonti documentative, visto che anche i grandi sbagliano.

Punto 4: visti i punti sopra, è corretto emettere un certificato come quello proposto? Secondo me si se si ritiene che la formula "a mio parere" sia sufficiente a mettere in guardia sulle fonti documentative (sicuramente il certificato è in buona fede e rispetta il parere di Antonello), ma oggettivamente no, perché non si hanno fonti documentali su cui basarsi, quindi sarebbe opportuno scrivere che "al momento non esistono documenti oggettivi, ma in passato il PARERE di illustri filatelici era che tale annullo fosse ecc.".

Punto 5: dando per accettata l'opinione di Diena (e per me non lo è affatto...), chi ci dice che l'annullo sul foglio sia originale?


In altre parole, la discussione dimostra chiaramente come il principio di autorità della fonte sia un bias di cui difficilmente ci si possa liberare SE SIAMO DISPOSTI AD ACCETTARLO come elemento sufficiente ad influenzare il nostro parere e a farci prendere decisioni.

Il problema sta tutto in queste affermazioni di Antonello:

"La perizia di Enzo Diena e la sua indicazione non trovano ancora nessuna conferma ma neppure nessuna smentita.
Pertanto, abbiate pazienza, io continuo a ritenere che l'opinione di Enzo Diena sia ben più autorevole di quella di chiunque altro, almeno sino a prova contraria."



AFFERMARE senza conferme è un errore e non si può affermare lasciando agli altri il compito di smentire, dicendo che finchè non si ha una smentita l'affermazione fatta resta valida. Questo è sicuramente un errore, senza se e senza ma.

Fino a prova contraria (vedete come è facile giocare con le parole!) nessuno è infallibile (quindi anche io nel fare questa stessa affermazione...), nemmeno il Papa quando parli ex-cathedra di argomenti diversi da quelli per cui è affermata dalla Chiesa stessa e DOGMATICAMENTE la Sua infallibilità, figuriamoci in questo campo.

:-) Ciao:
Questa scuola di pensiero (che condivido pienamente) trova conferma in una mia affermazione di tanti anni fa su una mia trattazione sulle comunicazioni (nel caso specifico comunicazioni digitali):

La mancanza di informazione può essere una informazione, ma non attendibile.

Si riferiva in particolare all’uso di definire come “0” lo zero volt (assenza) e come “1” il +15 volt.
Una sola informazione, solo positiva.
Per essere un dato attendibile occorre un -15 V. per lo “0” ed un +15 V. per l’”1” .
Due informazioni positiva e negativa (contraria).

:cof: :cof:
----------------------------------------------------------

Marino

Sostenitore dal 2010

Beato colui che pianta alberi alla cui ombra non potrà mai sedersi

Colleziono "Numeri 1" dal 1840 al 1860
Colleziono anche prime emissioni di ASI e Cavallini di Sardegna 1819-1820
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maupoz
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da maupoz »

Ciao: Ciao:

scusate ma qualcosa ancor mi sfugge......


il quesito iniziale "fornire informazioni precise su questo annullo"

riguardava questo francobollo

annullo barre 3.jpg

questo francobollo "comparve" dalla metà del mese di aprile 1867 ... per lo più nelle provincie venete.


quindi questo francobollo, con questo annullo


non può certo essere stato annullato quando era in funzione il cavo sottomarino Liguria – Corsica – Sardegna (24 luglio 1854)

….. il collegamento funzionò fino all’aprile 1864, quando un guasto lo rese irreparabile


allora venne annullato per il servizio reso dall'altro cavo?? il cavo sottomarino Calabria – Sicilia (25 gennaio 1858) ??


quindi abbiamo il valore da 10 c. annullato prima di aprile 1864 e il valore da 20 c. annullato dopo (quanto meno) maggio 1867

tre anni di differenza con (pare) il medesimo annullo e solo per questi due valori, da 10 c. ocra e 20 c. azzurro

... nessun altro valore in tre anni , nè prima , nè dopo




per "l'abbruciamento" inviterei a leggere quanto avevo mostrato in precedenza


... il blocco della vendita dei francobolli da 10 c. ocra e 20 c. azzurro (sarà un caso ma sono quelli degli annulli che trattiamo)
partì dalla sera del 31 agosto 1877 ed i francobolli vennero bruciati bel corso del novembre 1877

in questi 60/70 giorni "viaggiarono" dai singoli uffici postali alle direzioni provinciali e da queste al magazzino centrale di deposito delle carte valori (che era ??? a Torino.??.. a Roma ??)

...... in buste con non più di 500 per ciascuna qualità....

..poi, in mancanza di documentazione certa .... tutto è possibile.....

:holmes: :holmes:
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Maurizio

"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
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maurino
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da maurino »

ulisse ha scritto:Ciao: Ciao:
byebye ha scritto:Divertente leggere questa discussione e istruttiva di come si creano le leggende, in campo filatelico ma non solo.

Punto 1: non c'è alcuna perizia di Diena, perché un fogliettino volante che si può appaiare a qualunque cosa non è una perizia, sempre senza minimamente voler mettere in dubbio la buona fede di chicchessia.

Punto 2: si deve dimostrare che l'annullo sia postale, cosa che leggendo la discussione non è stata nemmeno minimamente accennata.

Punto 3: l'autorevolezza di Diena non è in discussione, ma non si può nemmeno accettare un'asserzione dogmatica legata all'autorevolezza di chicchessia, priva di fonti documentative, visto che anche i grandi sbagliano.

Punto 4: visti i punti sopra, è corretto emettere un certificato come quello proposto? Secondo me si se si ritiene che la formula "a mio parere" sia sufficiente a mettere in guardia sulle fonti documentative (sicuramente il certificato è in buona fede e rispetta il parere di Antonello), ma oggettivamente no, perché non si hanno fonti documentali su cui basarsi, quindi sarebbe opportuno scrivere che "al momento non esistono documenti oggettivi, ma in passato il PARERE di illustri filatelici era che tale annullo fosse ecc.".

Punto 5: dando per accettata l'opinione di Diena (e per me non lo è affatto...), chi ci dice che l'annullo sul foglio sia originale?


In altre parole, la discussione dimostra chiaramente come il principio di autorità della fonte sia un bias di cui difficilmente ci si possa liberare SE SIAMO DISPOSTI AD ACCETTARLO come elemento sufficiente ad influenzare il nostro parere e a farci prendere decisioni.

Il problema sta tutto in queste affermazioni di Antonello:

"La perizia di Enzo Diena e la sua indicazione non trovano ancora nessuna conferma ma neppure nessuna smentita.
Pertanto, abbiate pazienza, io continuo a ritenere che l'opinione di Enzo Diena sia ben più autorevole di quella di chiunque altro, almeno sino a prova contraria."



AFFERMARE senza conferme è un errore e non si può affermare lasciando agli altri il compito di smentire, dicendo che finchè non si ha una smentita l'affermazione fatta resta valida. Questo è sicuramente un errore, senza se e senza ma.

Fino a prova contraria (vedete come è facile giocare con le parole!) nessuno è infallibile (quindi anche io nel fare questa stessa affermazione...), nemmeno il Papa quando parli ex-cathedra di argomenti diversi da quelli per cui è affermata dalla Chiesa stessa e DOGMATICAMENTE la Sua infallibilità, figuriamoci in questo campo.

:-) Ciao:
Questa scuola di pensiero (che condivido pienamente) trova conferma in una mia affermazione di tanti anni fa su una mia trattazione sulle comunicazioni (nel caso specifico comunicazioni digitali):

La mancanza di informazione può essere una informazione, ma non attendibile.

Si riferiva in particolare all’uso di definire come “0” lo zero volt (assenza) e come “1” il +15 volt.
Una sola informazione, solo positiva.
Per essere un dato attendibile occorre un -15 V. per lo “0” ed un +15 V. per l’”1” .
Due informazioni positiva e negativa (contraria).

:cof: :cof:
ed è per questo motivo che le trasmissioni analogiche a corto raggio fra due sistemi di comunicazione o fra sensore e CPU in ambito industriale viaggia ormai tutta con segale 4-20 mA ( cavo interrotto 0 mA -> fault or sensor broke) e non più in 0-10 V (cavo interrotto 0 V -> posizione minima di lavoro)..può sembrare una differenza microscopica, ma se si lavora col gas non lo è.. :ko: :ko:

Scusate l'off topic.. :OOO: :OOO: :OOO:

Ciao: Ciao: Ciao:
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Maurino

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lucasa
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da lucasa »

Ciao: Ciao:

Trovo molto interessante questo topic e mi piace il modo con cui si sta discutendo sia per gli aspetti "filosofici" ma anche per quelli "tecnici"

Volendo utilizzare un approccio razionale al quesito cercando di ipotizzare anche cosa può aver portato Diena a scrivere quell'appunto

periodi d'uso dei francobolli vs periodo di funzionamento del servizio telegrafico sommergibili

1) innanzitutto occorre stabilire il periodo in cui sono stati annullati i francobolli . Antonello ha parlato di refuso nel suo certificato ma non ho capito se è sbagliata la data 1864 oppure la classificazione come tiratura di Torino

Assumiamo se ho capito bene che il periodo va dalla primavera 1867 al 1877

2) scusate l'ignoranza ma il servizio telegrafico sommergibile ha funzionato nel periodo d'uso dei francobolli ? immagino di si ma sarebbe utile stabilire il periodo di sovrapposzione dei due eventi



Uso di uno strumento di annullamento dei bolli speciale


L'ufficio che ha annullato questi due francobolli ha utilizzato lo stesso strumento ed è uno strumento che doveva avere a disposizione

1) se fosse un pacco postale

PRO - si tratterebbe di un plausibilissimo "smaltimento last minute" di francobolli ( ho diversi esempi dello stesso utilizzo fatto con i Leoni negli ultimi mesi del 1930)
CONTRO - se fosse un uso "postale" dovremmo però trovare altri annullamenti di questo tipo ; con migliaia di documenti e nessuno annullato in questo modo è logico che Diena abbia ipotizzato un uso diverso da quello postale

2) se fosse una demonetizzazione

PRO - i due soli francobolli annullati in questo modo son quelli che dovevano venir abbrucciati e l'ufficio postale potrebbe aver utizzato uno strumento diverso dai timbri per annullarli
CONTRO - non è spiegabile la necessità di incollarli ad un supporto

3) se fosse un uso per pagare un servizio telegrafico

Non riuscendo a spiegare in altro modo questo “mistero” per esclusione si va a ipotizzare un uso del francobollo come moneta per pagare un servizio diverso

PRO – se il servizio telegrafico sommergibile fosse stato ancora in uso nel 1877 , si potrebbe trattare di un "smaltimento" di francobolli . Un impiegato di una ditta che aveva fogli interni ( come il mio bisnonno…) poteva benissimo essersi recata all’ ufficio del telegrafo e chiedere se poteva utilizzarli invece di riportarli all’ ufficio della posta. L’impiegato non avendo un bollettino/ documento dove attaccare tutti i francobolli ha “creato” questo accrocchio per poi attaccargli sopra la ricevuta che è andata persa
CONTRO - La norma non lo prevedeva e non ci sono altri casi noti e poi perchè proprio il pagamento di questo servizio e non qualsiasi altro uso: Forse perchè non esistevano altre tariffe così alte ?

Ora come dice Valerio in entrambi i casi abbiamo migliaia di documenti sia per il servizio postale che per quello del telegrafo.

La chiave del mistero sta quindi nello strumento utilizzato , Troviamo chi aveva in dotazione lo strumento ed a che cosa serviva . Io non credo che servisse per annullare ma penso più ad un uso amministrativo Quindi ci saranno ben dei documenti con questi segni

Spero di aver ricostruito il possibile processo logico che puo aver portato all' ipotesi espressa nel certificato di Antonello che però rimarrà un quizi fino a che qualcuno non troverà un documento amministrativo e altro con impresse le due linee e potrà accertare a quale amministrazione o altro apparteneva

:-) Ciao:
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fildoc
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da fildoc »

Avevo anch'io seguito questo iter ragionativo e sono andato a vedermi qualche centinaio di telegrammi coevi rappresentati a vario titolo su internet...
non ho trovato nessun documento con delle somiglianze (uso di un inchiostratore a rotella....)

- al tempo stesso i pochi francobolli reperiti con questo annullatore particolare fanno pensare all'uso di un solo ufficio....

- escludo che per demonetizzare i francobolli da poi bruciare l'amministrazione avesse mandato rotelle per tutta Italia!!!!!

Ecco che continuo a scartare l'idea della demonetizzazione
mentre le altre due ipotesi , seppur con delle perplessita', per me sussistono:

- un ufficio isolato in Italia che ha usato questo annullatore (rotella per agnolotti portata in ufficio da un impiegato :ris: ) per obliterare grandi importi
- uso nell'unico (o quasi) ufficio che era incaricato all'epoca di inviare telegrammi con cavi sottomarini (malfunzionanti!)
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ciao
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Fildoc
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maupoz
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da maupoz »

fildoc ha scritto:
- al tempo stesso i pochi francobolli reperiti con questo annullatore particolare fanno pensare all'uso di un solo ufficio....

- escludo che per demonetizzare i francobolli da poi bruciare l'amministrazione avesse mandato rotelle per tutta Italia!!!!!

Ecco che continuo a scartare l'idea della demonetizzazione
mentre le altre due ipotesi , seppur con delle perplessita', per me sussistono:

- un ufficio isolato in Italia che ha usato questo annullatore (rotella per agnolotti portata in ufficio da un impiegato :ris: ) per obliterare grandi importi
- uso nell'unico (o quasi) ufficio che era incaricato all'epoca di inviare telegrammi con cavi sottomarini (malfunzionanti!)

ciao Massimiliano

credo che ormai ognuno resti con le sue perplessità!


tutti i francobolli tolti dalla vendita confluirono in un unico luogo .... il magazzino deposito delle carte valori


unico ufficio .... unica rotellata ??? ma che senso aveva se poi li bruciavano o li annullavano comunque temendo "sparizioni"? tipo quelle dei valori dei quali stiamo parlando!?


quello che mi lascia perplesso è che stiamo trattando del medesimo annullo fatto solo su due tipi di valori, erano in circolazione anche 1 c. - 2 c. - 5 c. - 30 c. - 40 c. - 60 c. - 2 lire


ma questo tipo di annullo è solo sul 10 c. ocra e 20 c. azzurro

.... sarà un caso?


ai telegrafi sommergibili bisognava pagare solo con questi valori??



il 10 c. ocra è su foglio di grande dimensione mentre i 20 c. azzurri sono singoli esemplari .... quindi non dimostrati i grandi importi per quest'ultimo valore



dovremo andare fino in fondo!

:mmm: :mmm:


fino a trovare il cavo sommerso!? :-)) :-))

Ciao: Ciao:
Maurizio

"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
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Andrea61
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da Andrea61 »

fildoc ha scritto: - uso nell'unico (o quasi) ufficio che era incaricato all'epoca di inviare telegrammi con cavi sottomarini (malfunzionanti!)
A parte il fatto che avendo un cavo due capi gli uffici dovrebbero essere almeno 2, ma ora porrei un'altra questione.

Se uno spende una barca di soldi per posare un cavo sottomarino, il minimo che ci si aspetta (se non altro per ammortizzare i costi) è che il cavo vada a far parte della rete telegrafica nazionale e non sia d'uso solo, dicamo così, locale.

Non penserete, credo, che abbiano posato un cavo sotto il Canale di Siclia unicamente per inviare telegrammi da Messina a Reggio e viceversa.

E se io sono a Milano e voglio mandare un telegramma a Palermo non verrà instradato lungo il cavo? Oppure un telegramma da Siracusa ad Ancona? Mi sembra naturale che sì, posto che io sia disposto a pagare la tassa "sottomarina" speciale.

Ora è possibile che la rete telegrafica nazionale nel 1860/70 non fosse continua, un'unica rete di cavi, bensì che un telegramma fosse "rimbalzato" da un'ufficio telegrafico all'altro (dove veniva letto e ritrascritto) lungo la penisola, ma anche così non vedo come un ufficio telegrafico del nord--e ce ne erano tanti--non potesse accettare un telegramma da recapitarsi in Sicilia, cavo sottomarino o no.

E allora capire che supporre che la tassa per il servizio telegrafico fosse pagabile in francobolli se il telegramma passava per il cavo e non potesse essere pagato in francobolli se no mi sembra abbastanza senza senso.

Caro Fildoc tra le centinaia di telegrammi che dici di aver visto su internet, ne hai notato qualcuno con partenza o destinazione in Sicilia?
Andrea

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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da valerio66vt »

Andrea61 ha scritto:
fildoc ha scritto: - uso nell'unico (o quasi) ufficio che era incaricato all'epoca di inviare telegrammi con cavi sottomarini (malfunzionanti!)
A parte il fatto che avendo un cavo due capi gli uffici dovrebbero essere almeno 2, ma ora porrei un'altra questione.

Se uno spende una barca di soldi per posare un cavo sottomarino, il minimo che ci si aspetta (se non altro per ammortizzare i costi) è che il cavo vada a far parte della rete telegrafica nazionale e non sia d'uso solo, dicamo così, locale.

Non penserete, credo, che abbiano posato un cavo sotto il Canale di Siclia unicamente per inviare telegrammi da Messina a Reggio e viceversa.

E se io sono a Milano e voglio mandare un telegramma a Palermo non verrà instradato lungo il cavo? Oppure un telegramma da Siracusa ad Ancona? Mi sembra naturale che sì, posto che io sia disposto a pagare la tassa "sottomarina" speciale.

Ora è possibile che la rete telegrafica nazionale nel 1860/70 non fosse continua, un'unica rete di cavi, bensì che un telegramma fosse "rimbalzato" da un'ufficio telegrafico all'altro (dove veniva letto e ritrascritto) lungo la penisola, ma anche così non vedo come un ufficio telegrafico del nord--e ce ne erano tanti--non potesse accettare un telegramma da recapitarsi in Sicilia, cavo sottomarino o no.

E allora capire che supporre che la tassa per il servizio telegrafico fosse pagabile in francobolli se il telegramma passava per il cavo e non potesse essere pagato in francobolli se no mi sembra abbastanza senza senso.

Caro Fildoc tra le centinaia di telegrammi che dici di aver visto su internet, ne hai notato qualcuno con partenza o destinazione in Sicilia?
Il ragionamento di Andrea è più che corretto.

Infatti ho postato vari documenti dell'epoca in cui vi è ben descritto come fosse estesa la rete telegrafica nazionale che si estendeva per tutta la penisola e come detto fece gola anche alla corona inglese che utilizo il cavo che attraversava la nostra penisola fino alla calabria per poi divenire sommergibile alla sicilia e poi a malta e poi fino a suez evitando l'impero Ottomano.

Valerio
P.Sandro
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da P.Sandro »

Ciao a tutti, volendo oltre alle informazione sui vari siti, in questo ci sono anche alcune tariffe telegrafiche, digitando: telegrafi e spuntando biblioteca digitale. Per esempio nella guida del 1867 con descrizione i telegrafi sottomarini leggo a pagina 185: un telegrafo parte dalla Spezia e va a Bastia in Corsica, un altro va da Bonifacio, in Corsica, a Santa Teresa, in Sardegna; poscia da Cagliari a Trapani in Sicilia e da Marsala a Biserta, nella Reggenza di Tunisi. Una piccola gomena riunisce l'Isola d'Elba con Piombino...

Fonte internet culturale:
http://www.internetculturale.it/opencms ... afi&pag=10

_______
Sandro
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fildoc
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Re: I quesiti di F&F: questo è proprio difficile

Messaggio da fildoc »

i telegrammi sono un po' tutti simili e senza gran segni....
questo va in sardegna.... ovviamente c'e' garibaldi di mezzo...
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
+-x:
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ciao
Ciao: Ciao: Ciao:
Fildoc
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