in questo foglio vedo pieghe , dentellature brutte e storte , un francobollo strappato , non è che si tratta di un foglio rimandato in stamperia ,
magari alla De La Rue , perché non soddisfaceva i canoni qualitativi ?

Esisteva questa prassi ?



Questo te lo confermo io, se hai dei valori in carico per scaricarli non è che li butti nel cestino della carta straccia, quindi tu devi essere certo che non si "perdano" durante il tragitto verso la direzione postale che, ricevutili, accrediterà la filiale per chiudere i conti, altrimenti quello che manca ce lo mette l'impiegato o il direttore.stiraeammira ha scritto: Magari...apposizione di un numero fisso su fogli, demonetizzazione, iscrizione del numero di fogli, quantitativo, data firme e controfirme su apposito registro e trasporto al forno per abbruciarli....e non credo che il Signor Direttore dell'ufficio postale faccia tutto questo vicino ad un forno....magari è avvenuto in un ufficio e poi il tutto adeguatamente annullato....trasportato al forno.![]()
Ti ringrazio, è plausibile dunque che nell'ottica di demonetizzare blocchi di francobolli per escluderli dal circuito postale, il direttore dell'ufficio postale o un impiegato addetto, abbia utilizzato un qualcosa di NON ufficiale?Alessandro Guerani ha scritto: Questo te lo confermo io, se hai dei valori in carico per scaricarli non è che li butti nel cestino della carta straccia, quindi tu devi essere certo che non si "perdano" durante il tragitto verso la direzione postale che, ricevutili, accrediterà la filiale per chiudere i conti, altrimenti quello che manca ce lo mette l'impiegato o il direttore.
Da questo si comprende bene la mancanza di pigrizia: se i francobolli si "perdevano" per strada tiravan fuori i soldini loro.
Ci tengo a condividere, citandolo, il brano riportato sopra preso dall'intervento di byebye che è assolutamente preciso ed impeccabile nel suo rigore logico. Dovrebbe essere ben chiaro che l'onere della prova di un'affermazione spetta a chi la fa, e che la prova dovrebbe essere tanto più convincente e rigorosa quanto più l'affermazione appare "straordinaria" (cioè andare contro il senso comune o contro altre verità già stabilite).byebye ha scritto: AFFERMARE senza conferme è un errore e non si può affermare lasciando agli altri il compito di smentire, dicendo che finchè non si ha una smentita l'affermazione fatta resta valida. Questo è sicuramente un errore, senza se e senza ma.
fildoc ha scritto:-Perche' attaccare su un foglio dei francobolli che sono stati demonetizzati? cosa assolutamente inutile!
Gli unici demonetizzati che conosco bene sono quelli del LV dei fogli di Vienna e sono tutt'altra cosa!
La demonetizzazione non mi convince
Questa scuola di pensiero (che condivido pienamente) trova conferma in una mia affermazione di tanti anni fa su una mia trattazione sulle comunicazioni (nel caso specifico comunicazioni digitali):byebye ha scritto:Divertente leggere questa discussione e istruttiva di come si creano le leggende, in campo filatelico ma non solo.
Punto 1: non c'è alcuna perizia di Diena, perché un fogliettino volante che si può appaiare a qualunque cosa non è una perizia, sempre senza minimamente voler mettere in dubbio la buona fede di chicchessia.
Punto 2: si deve dimostrare che l'annullo sia postale, cosa che leggendo la discussione non è stata nemmeno minimamente accennata.
Punto 3: l'autorevolezza di Diena non è in discussione, ma non si può nemmeno accettare un'asserzione dogmatica legata all'autorevolezza di chicchessia, priva di fonti documentative, visto che anche i grandi sbagliano.
Punto 4: visti i punti sopra, è corretto emettere un certificato come quello proposto? Secondo me si se si ritiene che la formula "a mio parere" sia sufficiente a mettere in guardia sulle fonti documentative (sicuramente il certificato è in buona fede e rispetta il parere di Antonello), ma oggettivamente no, perché non si hanno fonti documentali su cui basarsi, quindi sarebbe opportuno scrivere che "al momento non esistono documenti oggettivi, ma in passato il PARERE di illustri filatelici era che tale annullo fosse ecc.".
Punto 5: dando per accettata l'opinione di Diena (e per me non lo è affatto...), chi ci dice che l'annullo sul foglio sia originale?
In altre parole, la discussione dimostra chiaramente come il principio di autorità della fonte sia un bias di cui difficilmente ci si possa liberare SE SIAMO DISPOSTI AD ACCETTARLO come elemento sufficiente ad influenzare il nostro parere e a farci prendere decisioni.
Il problema sta tutto in queste affermazioni di Antonello:
"La perizia di Enzo Diena e la sua indicazione non trovano ancora nessuna conferma ma neppure nessuna smentita.
Pertanto, abbiate pazienza, io continuo a ritenere che l'opinione di Enzo Diena sia ben più autorevole di quella di chiunque altro, almeno sino a prova contraria."
AFFERMARE senza conferme è un errore e non si può affermare lasciando agli altri il compito di smentire, dicendo che finchè non si ha una smentita l'affermazione fatta resta valida. Questo è sicuramente un errore, senza se e senza ma.
Fino a prova contraria (vedete come è facile giocare con le parole!) nessuno è infallibile (quindi anche io nel fare questa stessa affermazione...), nemmeno il Papa quando parli ex-cathedra di argomenti diversi da quelli per cui è affermata dalla Chiesa stessa e DOGMATICAMENTE la Sua infallibilità, figuriamoci in questo campo.
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ed è per questo motivo che le trasmissioni analogiche a corto raggio fra due sistemi di comunicazione o fra sensore e CPU in ambito industriale viaggia ormai tutta con segale 4-20 mA ( cavo interrotto 0 mA -> fault or sensor broke) e non più in 0-10 V (cavo interrotto 0 V -> posizione minima di lavoro)..può sembrare una differenza microscopica, ma se si lavora col gas non lo è..ulisse ha scritto:![]()
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Questa scuola di pensiero (che condivido pienamente) trova conferma in una mia affermazione di tanti anni fa su una mia trattazione sulle comunicazioni (nel caso specifico comunicazioni digitali):byebye ha scritto:Divertente leggere questa discussione e istruttiva di come si creano le leggende, in campo filatelico ma non solo.
Punto 1: non c'è alcuna perizia di Diena, perché un fogliettino volante che si può appaiare a qualunque cosa non è una perizia, sempre senza minimamente voler mettere in dubbio la buona fede di chicchessia.
Punto 2: si deve dimostrare che l'annullo sia postale, cosa che leggendo la discussione non è stata nemmeno minimamente accennata.
Punto 3: l'autorevolezza di Diena non è in discussione, ma non si può nemmeno accettare un'asserzione dogmatica legata all'autorevolezza di chicchessia, priva di fonti documentative, visto che anche i grandi sbagliano.
Punto 4: visti i punti sopra, è corretto emettere un certificato come quello proposto? Secondo me si se si ritiene che la formula "a mio parere" sia sufficiente a mettere in guardia sulle fonti documentative (sicuramente il certificato è in buona fede e rispetta il parere di Antonello), ma oggettivamente no, perché non si hanno fonti documentali su cui basarsi, quindi sarebbe opportuno scrivere che "al momento non esistono documenti oggettivi, ma in passato il PARERE di illustri filatelici era che tale annullo fosse ecc.".
Punto 5: dando per accettata l'opinione di Diena (e per me non lo è affatto...), chi ci dice che l'annullo sul foglio sia originale?
In altre parole, la discussione dimostra chiaramente come il principio di autorità della fonte sia un bias di cui difficilmente ci si possa liberare SE SIAMO DISPOSTI AD ACCETTARLO come elemento sufficiente ad influenzare il nostro parere e a farci prendere decisioni.
Il problema sta tutto in queste affermazioni di Antonello:
"La perizia di Enzo Diena e la sua indicazione non trovano ancora nessuna conferma ma neppure nessuna smentita.
Pertanto, abbiate pazienza, io continuo a ritenere che l'opinione di Enzo Diena sia ben più autorevole di quella di chiunque altro, almeno sino a prova contraria."
AFFERMARE senza conferme è un errore e non si può affermare lasciando agli altri il compito di smentire, dicendo che finchè non si ha una smentita l'affermazione fatta resta valida. Questo è sicuramente un errore, senza se e senza ma.
Fino a prova contraria (vedete come è facile giocare con le parole!) nessuno è infallibile (quindi anche io nel fare questa stessa affermazione...), nemmeno il Papa quando parli ex-cathedra di argomenti diversi da quelli per cui è affermata dalla Chiesa stessa e DOGMATICAMENTE la Sua infallibilità, figuriamoci in questo campo.
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La mancanza di informazione può essere una informazione, ma non attendibile.
Si riferiva in particolare all’uso di definire come “0” lo zero volt (assenza) e come “1” il +15 volt.
Una sola informazione, solo positiva.
Per essere un dato attendibile occorre un -15 V. per lo “0” ed un +15 V. per l’”1” .
Due informazioni positiva e negativa (contraria).
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fildoc ha scritto:
- al tempo stesso i pochi francobolli reperiti con questo annullatore particolare fanno pensare all'uso di un solo ufficio....
- escludo che per demonetizzare i francobolli da poi bruciare l'amministrazione avesse mandato rotelle per tutta Italia!!!!!
Ecco che continuo a scartare l'idea della demonetizzazione
mentre le altre due ipotesi , seppur con delle perplessita', per me sussistono:
- un ufficio isolato in Italia che ha usato questo annullatore (rotella per agnolotti portata in ufficio da un impiegato) per obliterare grandi importi
- uso nell'unico (o quasi) ufficio che era incaricato all'epoca di inviare telegrammi con cavi sottomarini (malfunzionanti!)
A parte il fatto che avendo un cavo due capi gli uffici dovrebbero essere almeno 2, ma ora porrei un'altra questione.fildoc ha scritto: - uso nell'unico (o quasi) ufficio che era incaricato all'epoca di inviare telegrammi con cavi sottomarini (malfunzionanti!)
Il ragionamento di Andrea è più che corretto.Andrea61 ha scritto:A parte il fatto che avendo un cavo due capi gli uffici dovrebbero essere almeno 2, ma ora porrei un'altra questione.fildoc ha scritto: - uso nell'unico (o quasi) ufficio che era incaricato all'epoca di inviare telegrammi con cavi sottomarini (malfunzionanti!)
Se uno spende una barca di soldi per posare un cavo sottomarino, il minimo che ci si aspetta (se non altro per ammortizzare i costi) è che il cavo vada a far parte della rete telegrafica nazionale e non sia d'uso solo, dicamo così, locale.
Non penserete, credo, che abbiano posato un cavo sotto il Canale di Siclia unicamente per inviare telegrammi da Messina a Reggio e viceversa.
E se io sono a Milano e voglio mandare un telegramma a Palermo non verrà instradato lungo il cavo? Oppure un telegramma da Siracusa ad Ancona? Mi sembra naturale che sì, posto che io sia disposto a pagare la tassa "sottomarina" speciale.
Ora è possibile che la rete telegrafica nazionale nel 1860/70 non fosse continua, un'unica rete di cavi, bensì che un telegramma fosse "rimbalzato" da un'ufficio telegrafico all'altro (dove veniva letto e ritrascritto) lungo la penisola, ma anche così non vedo come un ufficio telegrafico del nord--e ce ne erano tanti--non potesse accettare un telegramma da recapitarsi in Sicilia, cavo sottomarino o no.
E allora capire che supporre che la tassa per il servizio telegrafico fosse pagabile in francobolli se il telegramma passava per il cavo e non potesse essere pagato in francobolli se no mi sembra abbastanza senza senso.
Caro Fildoc tra le centinaia di telegrammi che dici di aver visto su internet, ne hai notato qualcuno con partenza o destinazione in Sicilia?