Perché quotare un francobollo € 100 quando te lo sbattono in faccia a meno di € 10?
Mistero....

pescatorediperle ha scritto: 27 agosto 2019, 11:31 Usciranno i cataloghi a breve.Porteranno i prezzi reali di mercato..oppure per accontentare i commercianti faranno finta di nulla?
Perché quotare un francobollo € 100 quando te lo sbattono in faccia a meno di € 10?
Mistero....
Mario
Perché comprare un catalogo nuovo quando le reali quotazioni di mercato sono ancora molto inferiori a quelle attribuite nelle edizioni di vent'anni fa?pescatorediperle ha scritto: 27 agosto 2019, 11:31 Usciranno i cataloghi a breve.Porteranno i prezzi reali di mercato..oppure per accontentare i commercianti faranno finta di nulla?
Perché quotare un francobollo € 100 quando te lo sbattono in faccia a meno di € 10?
Mistero....
Mario
Perché tutti per le nostre valutazioni facciamo riferimento ai cataloghi, e poi applichiamo un 80% di sconto nella maggior parte dei casi, ma come riferimento usiamo tutti i cataloghi.TazDevil ha scritto: 27 agosto 2019, 22:54Perché comprare un catalogo nuovo quando le reali quotazioni di mercato sono ancora molto inferiori a quelle attribuite nelle edizioni di vent'anni fa?pescatorediperle ha scritto: 27 agosto 2019, 11:31 Usciranno i cataloghi a breve.Porteranno i prezzi reali di mercato..oppure per accontentare i commercianti faranno finta di nulla?
Perché quotare un francobollo € 100 quando te lo sbattono in faccia a meno di € 10?
Mistero....
Mario
Mistero....
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"Borsa filatelica", "bene rifugio" - "assegno circolare" - "investimento" ... tutti termini desueti coniati da quel grande circo che per fortuna non esiste più. Ora le quotazioni le stabilisce il collezionista che compra e non il mercante che vende. Bisogna rassegnarsi all'idea che il mercato anomalo era quello del passato (remoto), dove il prezzo veniva stabilito da un ristretto "cartello" di interessatissimi addetti ai lavori che ambivano a controllare sia la domanda che l'offerta.debene ha scritto: 27 agosto 2019, 12:11 Mi chiedo: ma esiste ancora la cosidetta "borsa filatelica"
che ricordo tra l'altro presieduta dagli stessi compilatori dei cataloghi?
Perchè la Borsa nella sua accezione finanziaria dovrebbe rappresentare giornalmente
( ma ci andrebbe bene anche mensilmente ) il reale valore scambiato e quindi la reale
valutazione dei prezzi sia in vendita che in acquisto.
Certo è "fantascientifico" ma se tutti i commercianti comunicassero
le loro transazioni (in teoria anche la media se non si vogliono esporre con la finanza)
in entrata ed in uscita si avrebbe la reale quotazione di mercato.
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sergio
Quello che dici e' veroTazDevil ha scritto: 27 agosto 2019, 23:27 "Borsa filatelica", "bene rifugio" - "assegno circolare" - "investimento" ... tutti termini desueti coniati da quel grande circo che per fortuna non esiste più. Ora le quotazioni le stabilisce il collezionista che compra e non il mercante che vende. Bisogna rassegnarsi all'idea che il mercato anomalo era quello del passato, dove il prezzo veniva stabilito da un ristretto "cartello" di interessatissimi addetti ai lavori che controllavano sia la domanda che l'offerta.
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Capisco l'amarezza ma francamente compatisco molto di più chi acquistò un appartamento tra il 2001 e il 2010 pagandolo il doppio del valore di mercato corrente e indebitandosi con le banche per trent'anni...scintilla ha scritto: 27 agosto 2019, 23:42 Quello che dici e' vero
però,
un collezionista che vede la sua collezione Repubblica o Vaticano che non vale nemmeno il facciale del francobollo e' un po' triste non trovi ?
E' anche vero che molti come me' non guardano la valutazione perché non hanno intenzione di vendere, però un po' di amaro in bocca ti rimane.
Come in tutte le cose si e' passati da un estremo all'altro.
Intendiamoci per chi compra oggi rispetto al passato fa affari d'oro.
Anche se poi un domani se si stanca a chi potrà' mai vendere un Gronchi Rosa in un paese con pochissimi collezionisti e una marea di francobolli?
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Igor
Il ragionamento di Piersant non fa una piega ma... non è quello del collezionista.piersant ha scritto: 28 agosto 2019, 8:33 Un appartamento ha un valore intrinseco reale, un francobollo no.... spendere adesso 1000 euro per un bellissimo Garibaldi del 1910 ( cito questa serie perchè la vorrei comprare) sapendo che fra 5 anni non la riacquisterà più nessuno o ,al massimo, ricaverò 200 euro, mi secca parecchio. Fin che si spendono 300/400 euro passi, lo si fa soprattutto per proprio divertimento ma quando si tirano fuori 2000 euro si deve pensare anche a cosa si sta facendo....a quanto effettivamente ci si potrà poi ricavare. Non so chi compra pezzi da 5000 euro o ancora di più come faccia... non avrà mai indietro i suoi soldi... e rischia fortemente di trovarsi un pezzettino di carta senza valore. Certo c'è il piacere del "possesso" ma questo è legato anche alla sensazione che il francobollo vale qualcosa....che è ricercato e desiderato da altri.. non si colleziona per il piacere estetico del francobollo come invece si potrebbe fare per un quadro...
Forse sbaglio....ma la mia sensazione è che il "castello di carte" sta crollando...
Dove l'ho già sentita questa?
Mi sento completamente d'accordo.piersant ha scritto: 28 agosto 2019, 8:33 ...spendere adesso 1000 euro per un bellissimo Garibaldi del 1910 ( cito questa serie perchè la vorrei comprare) sapendo che fra 5 anni non la riacquisterà più nessuno o ,al massimo, ricaverò 200 euro, mi secca parecchio. Fin che si spendono 300/400 euro passi, lo si fa soprattutto per proprio divertimento ma quando si tirano fuori 2000 euro si deve pensare anche a cosa si sta facendo....a quanto effettivamente ci si potrà poi ricavare. Non so chi compra pezzi da 5000 euro o ancora di più come faccia... non avrà mai indietro i suoi soldi... e rischia fortemente di trovarsi un pezzettino di carta senza valore. Certo c'è il piacere del "possesso" ma questo è legato anche alla sensazione che il francobollo vale qualcosa....che è ricercato e desiderato da altri.. non si colleziona per il piacere estetico del francobollo come invece si potrebbe fare per un quadro...
Forse sbaglio....ma la mia sensazione è che il "castello di carte" sta crollando...
Hai ragione...ma il biglietto, nel senso dello spettacolo, lo hai pagato qualche decina di Euro...mica 2.000,00.Antonello Cerruti ha scritto: 28 agosto 2019, 8:54 Il ragionamento di Piersant non fa una piega ma... non è quello del collezionista.
Il vero collezionista acquista per il piacere di mettere nella propria raccolta quello che gli piace e godere nell'averlo fatto/averlo potuto fare.
Se vado a teatro e mi godo lo spettacolo, non penso, quando esco, di rivendermi il biglietto.
Sì, ma non conosco uno...e dico un solo collezionista, tra capaci e competenti, che possa dire di non aver mai fatto il "bagno di sangue" con questa serie o quella emissione.Antonello Cerruti ha scritto: 28 agosto 2019, 8:54 La filatelia è un hobby meraviglioso e, quando gli acquisti sono fatti in maniera intelligente, anche un'interessante forma di risparmio. Purtroppo, come tutte le attività che comportano un esborso di denaro, deve essere basata sulla conoscenza.
Conoscenza del mercato, dell'affidabilità dei venditori, della qualità e dell'originalità di quanto si acquista, ecc.
Naturalmente c'è la vecchia ma sempre attuale questione della domanda e dell'offerta.Altra variabile è la tipologia di materiale presa a confronto.
Senza pensare sempre ai francobolli del periodo della rivoluzione culturale cinese che una volta si trovavano nelle bustine dei cremifrutto ed ora valgono come una miniera d'oro, dobbiamo considerare che - solo per fare un esempio - i francobolli delle colonie inglesi o tedesche hanno costantemente incrementato il loro valore.
I prezzi dei francobolli dell'area italiana scontano diversi fattori legati al calo del numero dei collezionisti, alla scomparsa di tanti commercianti che credevano nella filatelia, alla corsa al ribasso alimentata dalle aste (on line ma non solo), alla crisi economica che ha drasticamente ridotto le possibilità di acquisto di una larghissima fetta di collezionisti, ecc.