Un bel libro che consiglio vivamente. La storia inizia nella Prima Guerra Mondiale con cinque fanti francesi che per vari motivi sono accusati di mutilazione volontaria, condannati a morte ma non fucilati. Per loro è stata prevista ben più tragica soluzione.
Lo stile di scrittura è molto particolare diverso da altri romanzi del genere. Sono tanti i libri che hanno raccontato l'orrore delle trincee ma questo ha qualcosa di differente proprio nel modo di scrivere dell'autore: stringato, essenziale, efficace, crudo.
La fidanzata di uno dei 5 va poi alla ricerca della verità ovvero della fine del suo amato.
Il libro è stato poi portato anche sugli schermi con il film francese omonimo del 2004. Tra l'altro anche il film molto bello.
Dunque il passaggio dove si parla di francobolli è un colloquio in trincea quando un ufficiale (che dovrà poi portare i condannati verso il loro destino) confessa al militare che gli ha appena consegnato i 5, i suoi ricordi d'infanzia.
Siamo in una trincea, nel fango, sotto le bombe e le fucilate del nemico, tra la neve, con la morte e la disperazione accanto e quali sono i momenti che danno ancora la forza di andare avanti...i ricordi belli, quelli della gioventù quando si collezionavano i francobolli...
"...mi diceva, dall'altro lato del tavolo, con occhi sgranati e lucidi, che si vergognava di tradire il ragazzo che era stato un tempo. Ciò che più rimpiangeva erano le lunghe ore in cui restava chino sul suo album filatelico, affascinato dal volto della giovane regina Vittoria sui francobolli delle Barbados, della Nuova Zelanda o della Giamaica. Ha chiuso gli occhi, ha taciuto un istante. Poi ha mormorato: "Victoria Anna Penoe. E' così". Ha poggiato la fronte sul tavolo e si è addormentato...
e più avanti il discorso viene ripreso
"...dunque vi stavo dicendo, trascinato dal cognac e dalla nostalgia dei francobolli: "Victoria Anna Penoe". Sostenere che a quindici anni ero innammorato pazzo dell'effigie della più grande fra le regine sarebbe un eufemismo. Ero furioso di non essere inglese o australiano o anche di Gibilterra. Molto povero, a quell'epoca, ancor più adesso, non potevo permettermi, in francobolli, che i minimi valori della regina Vittoria. Tuttavia ho avuto la fortuna di possedere un bel francobollo blu dell'Africa orientale, nonchè l'ingenuità di immaginare che l'anna, la moneta indiana in vigore laggiù, fosse il secondo nome della mia amata. In quanto a Penoe, è ancora meglio. Si tratta di un francobollo che ho potuto ammirare solo di sfuggita, da un mercante fra i clienti che se lo contendevano. Valeva già molto denaro. Sapete perchè? Era un due pence di cui vi lascio il compito eccitante di cercare l'origine, e un errore o un difetto di stampa aveva fatto sì che la C di pence fosse rinchiusa in una O..."
Qualcuno conosce il francobollo oggetto del discorso e può postare una foto?
remo
