Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale del Regno delle Due Sicilie - Domini al di qua del faro - Napoli
Avatar utente
sergio de villagomez
Messaggi: 1582
Iscritto il: 13 luglio 2007, 6:10
Località: Milano

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da sergio de villagomez »

Buonasera a tutti,
visto che si parla dell'assedio o, vista con occhi borbonici, della resistenza di Gaeta non solo dal punto filatelico, mi permetto di mostrare un mio bando relativo al periodo
gaeta_opt.jpg
Ciao: Ciao:
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
STAFF

Oh! Qui io fisserò il mio sempiterno riposo, e scoterò, da questa carne stanca del mondo, il giogo delle avverse stelle (W. Shakespeare - Giulietta e Romeo)
Napoli1860
Messaggi: 198
Iscritto il: 8 novembre 2024, 11:39

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Napoli1860 »

sergio de villagomez ha scritto: 10 marzo 2025, 22:40 Buonasera a tutti,
visto che si parla dell'assedio o, vista con occhi borbonici, della resistenza di Gaeta non solo dal punto filatelico, mi permetto di mostrare un mio bando relativo al periodo
gaeta_opt.jpg

Ciao: Ciao:
Davvero notevole! :clap:
E non solo per il pregio intrinseco, ma anche - e forse soprattutto - perché ricorda che Gaeta non fu propriamente l'ultimo atto delle Due Sicilie, che non è a Gaeta che si chiude definitivamente il sipario.

La Cittadella di Messina rimase borbonica ancora un mese, per cedere solo il 13 marzo.

E su Civitella del Tronto, addirittura, i gigli continuarono a sventolare fino al 20 marzo, a Regno d'Italia già proclamato.

A Messina - lo documenta Renata De Lorenzo - iniziò a diffondersi una canzone popolare dei lazzaroni napoletani (portata da una signora che il 13 gennaio 1861 raggiunse il marito), poi diventata l'inno dei fedeli borbonici impegnati nell'ultima resistenza, il cui verso iniziale recitava così:

«Fora, fora Manuele
lu Cavour e lu Farini
purzi tutti st’auti assassini
se ne vanno a fà squartà.
Manué si vuò fa lu Re
va a Turino, siente a me!»

Che, se vogliamo, era un manifesto programmatico di quel che sarebbe successo nei 10 anni successivi - 10 anni, per l'amor del cielo, e non tre o quattro, come talvolta si vuole dare a intendere; certo, di sicuro non furono 10 anni tutti della stessa intensità, ma ancora nel 1868 l'ordine era "atterrite queste popolazioni"; perché noi - oggi, col beneficio della retrospettiva - sappiamo che il brigantaggio era agli sgoccioli, ma loro - per cui quei fatti erano il presente - avevano la costante sensazione di fronteggiare un fenomeno capace di riannodare continuamente le fila, di rigenerarsi senza sosta; e non si ha memoria - a quanto mi risulta - di un fenomeno, comunque destrutturato, durato così a lungo a fronte di uno schieramento di forze così imponente per debellarlo.
Napoli1860
Messaggi: 198
Iscritto il: 8 novembre 2024, 11:39

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Napoli1860 »

gipos ha scritto: 10 marzo 2025, 18:30 Giuseppe noto con immenso piacere, che oltre al nome ci accomuna la passione per la storia Risorgimentale soprattutto quella che riguarda le vicissitudini del meridione.
Io la penso come Montanelli: se siamo fatti così, è perché il Risorgimento c'ha fatto così; ed è una cosa che mi farebbe piangere d'orrore - se non mi facesse crepar dal ridere - sentir dire a volte "eh, vabbè, ma sono cose successe più di 160 anni fa, ancora a parlarne, ancora a credere che possono avere influenza.."; perché - a parte il fatto che 160 anni non sono poi così tanti, se filtrati con l'unità di misura degli storici - mi sfugge proprio la logica del ragionamento; cioè - per riportarlo a cose immediatamente tangibili - è come se un bambino nascesse con una malformazione, e i genitori non facessero mai nulla per risolvere il problema, né lui avesse possibilità di far nulla, cosicché, arrivato dopo 70 anni, quel bambino divenuto vecchietto avesse ancora la stessa malformazione con cui è nato, per di più aggravata dal tempo; vi sembrerebbe normale se qualcuno gli dicesse: "eh, ma che cavolo, dopo 70 anni ancora a parlare di questa malformazione!"; e si, certo, ma se nessuno fa nulla, perché mai dovrebbe sparire?
gipos ha scritto: 10 marzo 2025, 18:30 sarei tentato sulla tua proposta del calendario dei 119 giorni del periodo Garibaldino.
So che questa chiave di lettura non è molto popolare - e che in generale sembra esserci una preclusione ideologica verso tutto ciò che sgorga dalla Sassone - ma io mi sono permesso di far notare questa cosa ad uno dei patron dei cataloghi: il periodo che va dal'11 maggio (sbarco a Marsala) sino al 7 settembre (entrata a Napoli) - che anzi, a dirla per bene, dovrebbe estendersi al 9 novembre, fine della Dittatura garibaldina) è "speciale", o quanto meno non è un periodo come gli altri, e gli utilizzi dei francobolli borbonici in questa fase andrebbero catalogati a parte, sulla falsariga di ciò che avviene già per Modena e Parma, per capirci; in particolare, le lettere che seguono cammini postali sovrapposti al percorso garibaldino sarebbero da attenzionare con particolare cura, specie se ancora inclusive del testo interno.

Sono più che certo che nel post dedicato a Saverio Imperato qualcuno osservava che la "Trinacria" e la "Crocetta" venivano considerate dal Professore come "francobolli d'occupazione", e mai definizione mi è parsa più appropriata per questi due classici della filatelia nostrana.

La mia idea - in generale - è che il tanto citato "rilancio della filatelia" non può passare da cose come la parossistica aggiunta di sfumature di colore (continuando ad aggiungere lettere su lettere alla classificazione di base: del tipo, n. 1da, dove a un francobollo catalogato come "1", già sezionato i quattro tinte - da "a" sino "d" - se ne aggiunge una quinta, spesso inapprezzabile a occhio nudo, come variante della quarta); serve piuttosto ribadire che questi oggetti materializzano la storia - la nostra storia - come poche altre cose riescono a fare, e quindi la loro presentazione e il loro collezionismo devono diventare un tutt'uno col periodo storico a cui si riferiscono.

Tutto ciò lo trovo brillantemente esposto in questo video, che vi posto direttamente dal punto più interessante (una autentica lectio magistralis, nella sua brevità).

https://www.youtube.com/watch?v=hieVxtBVhPs&t=1078s
Avatar utente
gipos
Messaggi: 1184
Iscritto il: 12 luglio 2010, 13:37

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da gipos »

Buongiorno a tutti, per continuare la carrellata storica dopo aver ammirato il fantastico bando mostrato da Sergio a cui faccio i complimenti, Inserisco le immagini di un telegramma in cui si annuncia la caduta della cittadella di Messina con toni trionfalistici da parte del Governatore di Messina.
L'altro documento ci riconduce alla sorte dei soldati Duosiciliani che hanno preso parte alla resistenza sia di Gaeta che di Messina.
Ciao: Ciao:
Giuseppe
IMG_20250311_113552_edit_267310430680042.jpg
IMG_20250311_113552_edit_267310430680042.jpg
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Avatar utente
gipos
Messaggi: 1184
Iscritto il: 12 luglio 2010, 13:37

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da gipos »

IMG_20250311_142232_edit_270481208466538.jpg
Salve a tutti, altre due testimonianza del periodo, la prima lettera spedita da Napoli il 7 maggio 1860 per Roma con tassa al recto di 8 Baj all'interno un lungo testo con firma di Michele Cammarano artista della scuola napoletana autore del dipinto dell'entrata dei bersaglieri dalla breccia di Porta Pia.
La seconda spedita da Napoli il 14 febbraio 1861 che fa il paio con quella postata da Giuseppe ieri.
Giuseppe
IMG_20250311_142232_edit_270481208466538.jpg
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Napoli1860
Messaggi: 198
Iscritto il: 8 novembre 2024, 11:39

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Napoli1860 »

Assecondo con piacere la piega presa dal topic, per mostrare una lettera che non mi appartiene, ma che ritengo straordinariamente fascinosa.

Torniamo indietro di qualche mese, quando tutto sembrava incredibilmente meraviglioso...
CheccoBombino1.png
CheccoBombino2.png
... pioggia sfuriata, freddo umido ecc. ecc.
I poveri soldati e le Guardie Reali che facevano ala, furono alla lettera inzuppati d'acqua.
Ma comunque piovesse al suo comparire era una scena commovente vedere un Re d'Italia entrare in Napoli senz'altro corteggio che i popolani con i rami d'ulivo intorno al cocchio, e poche guardie a cavallo, e un agitare di fazzoletti e di bandiere che facevano le signore e signorine dai balconi, ed un urtarsi, un pigiarsi della folla immensa a piedi, un batter di mani, un gridare, un piover di mazzolin di fiori, ecc.: e Garibaldi seduto accanto al Re, commosso da tanti applausi,
e nello stesso cocchio Mordini e Pallavicino, i due prodittatori.

Ieri sera gran galà in S. Carlo, ma non abbiamo potuto andarci, perché i biglietti trovansi da due giorni prima esauriti.
Le feste però saran prolungate fino a domenica, perché l'inetto Municipio (tutti i Municipi sono gli stessi) non aveva appronto gli apparecchi necessari. Te ne continuerò in dettaglio in altre mie.

Assicurasi che Farini rimarrà in Napoli come Luogotenente ad organizzarci il governo, e che il Re abbia intenzione di girare un poco per la Sicilia e pel continente napoletano.

E Cecco Bombino? Sta rinchiuso ancora in Gaeta, ma credesi che tra pochi altri giorni ne partirà. Auguriamo tutto il bene possibile e preghiamo Iddio fervidamente che voglia benedire la grande, insperata, ricostruzione della nazionalità italiana.


Dopodiché, però, mi sono sempre chiesto che cosa voglia dire una affrancatura da 2,5 grana, ammesso voglia dire davvero qualcosa, s'intende... :mmm:
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Napoli1860
Messaggi: 198
Iscritto il: 8 novembre 2024, 11:39

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Napoli1860 »

gipos ha scritto: 11 marzo 2025, 11:57 ... si annuncia la caduta della cittadella di Messina con toni trionfalistici da parte del Governatore di Messina.
"Formidabile bombardamento". Eh, sì, vedi, siamo proprio noi, gli italiani: "sempre in prima fila, quando finisce la battaglia" (ma mi ci metto anch'io, eh...)
Napoli1860
Messaggi: 198
Iscritto il: 8 novembre 2024, 11:39

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Napoli1860 »

In una collezione, si sa, quel che manca sarà sempre più importante di quel che c'è.

Non tutti i vuoti ovviamente hanno la stessa importanza. Alcuni sono addirittura indispensabili, perché a una vera collezione deve sempre mancare qualcosa, perché sono proprio le mancanze a tenerla in vita, a spingere il collezionista verso la ricerca continua.

Altri vuoti, però, sono una ferita sempre aperta, di quelle che bruciano in continuazione. Sono un dispiacere così grande che, quando monti la collezione, fai una cosa che non si dovrebbe mai fare: li riempi ugualmente, mostri un pezzo che non hai, come ho dovuto fare qui (segnalando con [*] che si tratta di un pezzo mancante)

https://aldiquadelfaro.blogspot.com/202 ... n-sia.html

Mostro di seguito la lettera, che ritengo qualcosa di semplicemente pazzesco, perché in un solo documento c'è il passato, il presente e il futuro: il Regno di Napoli, in dissolvenza; il Regno d’Italia, centrato a Torino, in fase di formazione; e un territorio, il Veneto, destinato a completare l’Italia che sarà.
1.jpg
2.jpg
3.jpg
Ovunque tu sia - cara la mia lettera - sappi che ti trovi nel posto sbagliato: perché la tua libertà consiste tutta e solo nello stare al tuo posto "Al di qua del Faro"...
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Avatar utente
gipos
Messaggi: 1184
Iscritto il: 12 luglio 2010, 13:37

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da gipos »

[attachment=0]IMG_20250312_115640.jpg[/[attachment=0]IMG_20250312_115640
Buon pomeriggio a tutti, Inserisco un documento che reputo interessante perché risale al periodo in cui Garibaldi dopo la battaglia del Volturno si prende la briga di confessare la sua ammirazione per il popolo Russo ed il grande emancipatore dei servi lo Zar Alessandro, mentre loro continuano imperterriti a svuotare le casse comunali dei vari paesi che conquistano.
Giuseppe
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Avatar utente
Marco Aurelio
Messaggi: 289
Iscritto il: 17 giugno 2024, 11:25

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Marco Aurelio »

gipos ha scritto: 12 marzo 2025, 17:39 [attachment=0]IMG_20250312_115640.jpg[/[attachment=0]IMG_20250312_115640
Buon pomeriggio a tutti, Inserisco un documento che reputo interessante perché risale al periodo in cui Garibaldi dopo la battaglia del Volturno si prende la briga di confessare la sua ammirazione per il popolo Russo ed il grande emancipatore dei servi lo Zar Alessandro, mentre loro continuano imperterriti a svuotare le casse comunali dei vari paesi che conquistano.
Giuseppe
Complimenti . Cordiali saluti
Avatar utente
lingo
Messaggi: 347
Iscritto il: 10 gennaio 2008, 20:05
Località: Puglia

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da lingo »

Davvero complimenti per quanto ci state mostrando
Ciao: Ciao:
_____________
Cordiali saluti
Pasquale Agosti
Napoli1860
Messaggi: 198
Iscritto il: 8 novembre 2024, 11:39

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Napoli1860 »

gipos ha scritto: 12 marzo 2025, 17:39 Inserisco un documento che reputo interessante perché risale al periodo in cui Garibaldi dopo la battaglia del Volturno si prende la briga di confessare la sua ammirazione per il popolo Russo ed il grande emancipatore dei servi lo Zar Alessandro, mentre loro continuano imperterriti a svuotare le casse comunali dei vari paesi che conquistano.
In una pagina della mia collezione, ho descritto Garibaldi così:

Da Salerno – in una comoda carrozza di treno – stava per arrivare a Napoli un uomo dalla vita burrascosa, «composta di bene e di male», per sua stessa confessione: marinaio, capitano di bastimenti, precettore d’italiano, francese e matematica, commerciante all’ingrosso di pastasciutta e operaio di una fabbrica di candele; arrestato nove volte – in Russia, Francia, Argentina, Uruguay, Italia – e condannato in contumacia dai Savoia alla «pena di morte ignominiosa» come «bandito di primo catalogo»; ufficiale di sei eserciti diversi e parlamentare di cinque Stati; ferocemente anticlericale, al punto da definire «la tirannide sacerdotale certamente assai più nociva della borbonica», il Papato «un canchero nel cuore dell’infelice nostro paese», e battezzare Pionono uno dei suoi asini; e – ancora – romanziere, massone ed emblema del sovversivismo patriottico e del radicalismo nazionale.

«Buono solo a distruggere», secondo Costantino Nigra. «Glorioso soldato liberatore di popoli» per Victor Hugo. «L’orifiamma della nuova era» nell’immagine di Georges Sand.

Figura celebrata e osannata sino a consegnarle un’aurea di santità laica, ad avvolgerla nella leggenda, a trasformarla in mito romantico e fascinoso, in un’epoca – il Risorgimento – senza eroi. Troppo fumoso e cerebrale Mazzini, troppo machiavellico Cavour, troppo influenzato alla cattiva fama di Casa Savoia Vittorio Emanuele II. Lui – invece – «nacque da un antico dio della patria, mescolatosi in amore con una fata del settentrione» avrebbe scritto il vate Giosuè Carducci.

«Tollerante» e «repubblicano» – così si definiva nelle sue Memorie – ma anche convinto «della necessità d’una dittatura onesta e temporanea in quelle nazioni» – come l’Italia – «vittime del più pernicioso bizantinismo».

Si proclamava amante della pace, del diritto e della giustizia, e sosteneva di aver creduto «per la maggior parte della vita ad un miglioramento umano»; ma «nel veder tanti malanni e tanta corruzione in questo sedicente secolo civile» gli era gioco forza concludere – con l’assioma d’un Generale americano – «la guerra es la verdadera vida del hombre!».


Dopodiché, c'è da dire che nel percepito comune Garibaldi rappresentava invariabilmente la soluzione a tutti i mali possibili, secondo un costume che persiste ancora oggi, forse perché profondamente connaturato all'animo umano: i "salvatori della Patria" - in qualunque contesto - sono sempre "gli altri", quelli che non ci sono, che non hanno mai effettive responsabilità di governo, e perciò possono vivere nel loro mondo fatto di puri ideali, che i più s'illudono riuscirebbero a preservare, anche quando - semmai avvenisse, ma tanto non avviene mai - si ritrovassero al timone di comando.

Posto il giornale della pagina "Fora i Savoia!", che trovate qui (è un documento che trovo eccezionale, sul piano storico: l'ambasciatore di Vittorio Emanuele - leggasi: il francobollo delle Province Napoletane - che porta in giro non già meravigliose notizie del nuovo Regno d'Italia, ma riferisce di tutto il dramma che sta accadendo nella nuova realtà statuale, a tutti gli effetti - semplicemente - un Piemonte allargato)

https://aldiquadelfaro.blogspot.com/202 ... avoia.html

a.png
b.png

Dall'articolo interno: «Se non viene Garibaldi, e con poteri in queste parti meridionali la completa rovina nostra è consumata già…»
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Avatar utente
gipos
Messaggi: 1184
Iscritto il: 12 luglio 2010, 13:37

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da gipos »

Ciao: Ciao: a tutti,
Giuseppe non finisci mai di stupirmi, ho letto con fame bulimica la descrizione che hai fatto di Don Peppino.
Lui lavorò presso la fabbrica di candele in anerica di proprietà di altro illustre personaggio italiano (Meucci) che lo aiutò non poco per introdurlo nella potente massoneria americana.
I metto le immagini di una lettera spedita da Genova il 9 maggio affrancata 15 celtesimi per Napoli tassata 33 grana quale lettera di 2 fogli con arrivo il 12 il giorno successivo lo sbarco a Marsala,
Il secondo documento riguarda il primo numero del giornale official e di sicilia del 7 giugno 1860.
Giuseppe
[attachment=3]Screenshot_20250314_143056.jpg[/attachmenlllll[attachment
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Napoli1860
Messaggi: 198
Iscritto il: 8 novembre 2024, 11:39

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Napoli1860 »

Sono molto felice della piega presa dal topic - anche perché inattesa - visto che lo spirito originario era proprio mostrare quello che mi piace definire il magnifico intreccio tra i francobolli nella Storia e la storia dei francobolli, una complessità che nessuna singola collezione può restituire da sola, e che si può apprezzare al meglio solo grazie alle molteplicità di contributi e sensibilità sul tema in discorso, di cui sicuramente Giuseppe è un raffinato rappresentante, come dimostrano gli oggetti che sta postando.

Proseguendo in questa direzione, c'è un oggetto a cui sono particolarmente affezionato perché distilla il senso dell'intreccio: è il giornale "L'Omnibus" del 13 settembre 1860.

a.png

Questo giornale può essere considerato - passatemi l'analogia - lo spermatozoo che fecondò l'ovulo della "Trinacria": è qui, in questo giornale, che tra le "Preghiere al Dittatore Garibaldi" (sotto il 2°) compare la richiesta di riduzione del costo di spedizione dei giornali.

b.png

Quel che però vorrei qui portare all'attenzione, è la preghiera 1°, che potete leggera da voi, e - alla buona - si riassume in "Generale Garibaldi, il popolo le deve parlare!".

E guardate come è stata meravigliosamente resa questa richiesta in quella spettacolare (e mai abbastanza conosciuta) miniserie tv "Garibaldi - Il Generale" del 1987:

https://www.youtube.com/watch?v=TynUaufQCX0&t=620s
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Avatar utente
Antonello Cerruti
Messaggi: 6897
Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Antonello Cerruti »

Oltre all'introduzione dei francobolli sardi, il 1° ottobre 1862 segna anche la data di passaggio fra le tariffe postali pagate in moneta napoletane (tornesi e grana) e quelle in moneta sardo italiana (centesimi e lire).
In questa circolare del 25 settembre 1862, il titolare dell'Ufficio postale di Gallipoli invia la notizia al Segretario comunale di Parabita affinché ne renda edotta la popolazione.
Con pignolesca precisione elenca: "1/2 tornese corrisponde a 1 centesimo, 1/2 grano a 2 centesimi..." nella prima facciata.
Nella seconda, spiega come le tassazioni devono essere evidenziate sulle lettere in decimi di lira: "La tassa di 10 centesimi è rappresentata nella cifra 1, la tassa di 15 centesimi nella cifra 1/2..."

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Avatar utente
filippo_2005
Messaggi: 887
Iscritto il: 13 luglio 2007, 8:45
Località: Russi (RA) 20-04-78
Contatta:

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da filippo_2005 »

Bravi, bellissimi documenti!!! Ciao:
filippo_2005
https://raccoltaasiregnoaldoefilippo.blogspot.com/ il blog della raccolta iniziata da mio padre e proseguita da me
colleziono antichi stati e regno su lettera, fino alla floreale compresa.
Mi interessano anche Timbri e Annulli di Russi fino al 1900.
Avatar utente
lingo
Messaggi: 347
Iscritto il: 10 gennaio 2008, 20:05
Località: Puglia

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da lingo »

Un mio microscopico contributo.

Sovracoperta di lettera assicurata partita da Bovino per Napoli affrancata con un esemplare da 5 grana seconda tavola carminio vivo tenue e da un esemplare da 1 grano carminio vivo appartenente al gruppo di destra della seconda tavola. Francobolli annullati in partenza con bollo “in cartella” nero, accompagnato a lato dal bollo circolare a date bovino 9 mag. 1860 e impronta ASSICURATA entrambi in rosso. Alla lettera, affrancata in partenza per grana sei, quale tariffa per lettera di un foglio e mezzo assicurata, al suo arrivo a Napoli fu apposto al verso il bollo a doppio cerchio arrivo in Napoli 11 mag. 1860.

Verso le ore tredici e trenta dell’11 maggio 1860 (data di arrivo a Napoli della lettera in collezione) avviene lo sbarco a Marsala che porterà i Mille di Garibaldi alla deposizione del regnante borbonico.
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
_____________
Cordiali saluti
Pasquale Agosti
Avatar utente
gipos
Messaggi: 1184
Iscritto il: 12 luglio 2010, 13:37

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da gipos »

Buona serata a tutti, dopo gli splendidi document postati da Giuseppe, Antonello e Pasquale, Inserisco delle immagini di documenti postali; la prima busta venne spedita da al di là del faro per poi raggiungere il territorio di al di qua del faro, spedita da Giarre il 28 marzo 1860 transita da Messina il 30 ed arriva il 4 aprile a Napoli il fatidico giorno in cui tutto ebbe inizio la rivolta della Gancia a Palermo, con la successiva spedizione del Mille. [attachment=
La seconda missiva da Napoli a Messina del 21 maggio con arrivi il 22 affrancata per 11 grana, la seconda del 12 giugno da Napoli per Messina con arrivo il 13 con il probabile ultimo viaggio dei piroscafi commerciali borbonici.
Giuseppe
Screenshot_20250316_201520.jpg
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Napoli1860
Messaggi: 198
Iscritto il: 8 novembre 2024, 11:39

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Napoli1860 »

lingo ha scritto: 15 marzo 2025, 16:13 Un mio microscopico contributo.
Caro Pasquale, il contributo non è affatto microscopico... tutt'altro!
E - ti assicuro - non è una considerazione di maniera, un formale scambio di cortesie dovute, proprio no.
Il valore (filatelico, collezionistico) non è mai - banalmente - nel suo prezzo di mercato (valore economico) ma neppure - lasciami dire - nella sua intrinseca rarità filatelica.
Il valore più genuino di un oggetto da collezione è nella sua capacità di "parlare", di "comunicare fatti rilevanti" (rispetto alla storia che si è deciso di raccontare con la propria collezione), di "entrare in dialogo con gli altri pezzi che ha accanto", affinché il tutto (la collezione) possa dialogare al meglio con lo spettatore.
E il tuo contributo, da questa prospettiva - che ritengo appunto la più genuina e autentica - è davvero notevole!
Rispondi

Torna a “Regno di Napoli”

SOSTIENI IL FORUM