Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

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Stefano T
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Stefano T »

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Ma allora questo famoso bagnetto, solo per curiosità, lo fece Mondolfo o Imperato?
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Massimo Bernocchi
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Massimo Bernocchi »

Andrea61 ha scritto: 19 maggio 2025, 18:44 La storia è interessante ma dopotutto non così sorprendente.

Bisogna dire che il vero "criminale" (nell'ottica della filatelia di oggi) non fu il Ragozino, o chi per lui, che alla fin fine compì un'operazione reversibile per compiacere un cliente. Piuttosto, lo fu chi quel blocco di 8 lo staccò dalla corrispondenza originale.
Buongiorno Andrea, hai perfettamente ragione, ma quando inizio il gusto di collezionare francobolli il supporto cartaceo di appartenenza era una seconda scelta
generalmente si tendeva a distaccare e collocare in collezione gli esemplari sciolti, addirittura di maggior livello qualitativo.

Anche la separazione dei blocchi era un rituale praticato normalmente, ho il catalogo d'asta della collezione Caspary appartenuto durante la sessione d'asta a Giulio Bolaffi
con tutti gli appunti sui vari pezzi dove ne descrive le caratteristiche e l'integrità e dove ha già sezionato i blocchi per come devono essere successivamente divisi.

In alcuni di essi è citato pure l'acquirente che si è aggiudicato il lotto o su quelli che ha acquistato lui a chi fossero poi destinati, e tuto torna perfettamente perchè
dove è scritto ERC. sono poi lotti che si riscontrano al momento della vendita della Pedemonte.

Sul blocco di 8 oggetto di questa bellissima conversazione è citato come acquirente.... Grioni il commerciante Milanese.
Saluti Ciao: Massimo
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Stefano T
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Stefano T »

Massimo Bernocchi ha scritto: 20 maggio 2025, 10:26 Anche la separazione dei blocchi era un rituale praticato normalmente, ho il catalogo d'asta della collezione Caspary appartenuto durante la sessione d'asta a Giulio Bolaffi
con tutti gli appunti sui vari pezzi dove ne descrive le caratteristiche e l'integrità e dove ha già sezionato i blocchi per come devono essere successivamente divisi.
Assolutamente vero quanto riporta Massimo.
Era una consuetudine in Italia quella di tagliare i blocchi per accontentare più collezionisti possibili.

Lo stesso Mondolfo parla delle critiche ricevute da qualche giornalista straniero alla notizia che aveva proceduto al taglio degli unici blocchi nuovi di venticinque dell'1 quattrino e del 2 soldi di Toscana ex collezioni Ferrari e Caspary.
E lo stesso è capitato a più fogli interi dei DLR nuovi.
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Napoli1860
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Stefano T ha scritto: 20 maggio 2025, 10:21 Ciao:
Ma allora questo famoso bagnetto, solo per curiosità, lo fece Mondolfo o Imperato?
Domanda parecchio interessante, perché - nel dare una risposta - si è obbligati a riscoprire (seppur da dilettanti) il metodo storico. Che poi, se vogliamo, è lo stesso processuale. Non a caso - infatti - si parla di "verità storica", o di "verità processuale", cioè di una verità ricostruita "in vitro", che può essere diversa - talvolta spettacolarmente diversa - dalla verità-vera, se così vogliamo chiamarla.

Dunque: Mondolfo o Imperato? Antonello - in un primo momento - scrive di Mondolfo, e ora però precisa che Mondolfo fu solo l'acquirente, e il "bagnetto" lo fece materialmente Imperato. La mia seconda fonte mi conferma Mondolfo e aggiunge - per di più - che il "bagnetto" non solo fu lui a farlo, ma addirittura non appena tornato in albergo.

Ora chiariamoci. Sono due fonti autorevoli e attendibili, ma le testimonianze verbali - qualunque esse siano, anche le più autorevoli - vengono dopo i documenti scritti, nella gerarchia delle fonti. La storia si fa principalmente con le prove documentali (e anche lì con parecchie accortezze: nulla di meno attendibile del resoconto di Waterloo scritto da Napoleone, che pure era lì sul posto mentre tutto si svolgeva).

Abbiamo qualcosa di "materiale" che ci possa confermare che il blocco di otto andò in mano a Imperato che gli fece il bagnetto? No. Non solo: non abbiamo neanche prova visibile che il blocco di otto sia mai appartenuto a Imperato.

Per favore, chiariamoci: NON sto minimamente mettendo in dubbio la parola di Antonello. Sto solo dicendo che questa affermazione - "il blocco di otto apparteneva alle Collezioni Imperato" - non ha, al momento, il contraltare di un riscontro documentale.

Qui ci sono tutte le Collezioni Imperato al momento visibili (ripeto: "al momento visibili", il che vuol dire che ce ne potrebbero essere altre, non conosciute) e il blocco di otto non c'è.

https://www.issp.po.it/collezioni/?show ... Sign=Cerca#

Qui vedete un'intervista a Imperato, dove sono riprodotti alcuni dei suoi pezzi più importanti, e, di nuovo, il blocco di otto non c'è.

http://www.afi-roma.it/Pubblicazioni/An ... ERATO1.pdf

Ora, suona quanto meno anomalo non vedere questo blocco, in un così vasto (seppur magari non esaustivo) insieme di osservazione.

Cosa dovremmo presumere? Che Imperato l'ha comprata, le ha fatto il bagnetto, e poi l'ha venduta? Suona improbabile.

Come considerazione squisitamente personale - poi - questo blocco è di una qualità troppo alta (le abrasioni presenti sono del tutto irrilevanti, nell'apprezzamento complessivo del pezzo) per un tipo a là Imperato.

Insomma - per dirlo con Van de Sfroos - "atteniamoci alla leggenda, che conserva integri i fatti".
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Stefano T ha scritto: 20 maggio 2025, 10:54 Lo stesso Mondolfo parla delle critiche ricevute da qualche giornalista straniero alla notizia che aveva proceduto al taglio degli unici blocchi nuovi di venticinque dell'1 quattrino e del 2 soldi di Toscana ex collezioni Ferrari e Caspary.
Giusto per rimanere in linea col "metodo storico", questa è la testimonianza diretta di Mondolfo.

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Antonello Cerruti
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Antonello Cerruti »

Non equivocare, gentile Giuseppe.

Ho solo scritto e riferito che Saverio Imperato mi disse di aver fatto lui il famoso bagnetto.

Saverio era persona simpaticissima e vulcanica ma, qualche volta, tendeva ad esagerare un pochino...

Era solito pagare sempre tutti i suoi conti ma, talora, con una certa calma.

Una volta gli vendetti dei francobolli che voleva a tutti i costi, naturalmente al prezzo che diceva lui.

Me li pagò - quando volle lui - in un convegno di Verona di tantissimi anni fa.
Io, entusiasta e finalmente soddisfatto, lo raccontai ad un amico che evidentemente non si tenne il cecio in bocca.

Il giorno dopo incontrai Saverio che mi disse: "Tu mi stai diffamando. Mi vuoi rovinare? Vai in giro a dire che ti ho pagato ed ora tutti vogliono essere saldati ...".

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Napoli1860
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Ho intitolato questo post "Spigolature", non a caso.

La "spigolatura" - in senso proprio - è la ricerca e la raccolta delle spighe di frumento rimaste nel campo dopo la mietitura, e inizialmente si riferiva alla facoltà concessa ai poveri di raccogliere le spighe disperse nei campi; il termine ha poi preso il significato - in senso figurato - di raccolta di notizie o argomenti d'interesse secondario, presentati come curiosità, e penso che qui abbiamo tutti un'eta per ricordarci le "Spigolature" della Settimana Enigmistica

Per quanto ciascun partecipante al topic si è apprezzabilmente sforzato di documentare al meglio la storia di questo blocco di otto - con fonti scritte e testimonianze orali - il punto rimane: è una spigolatura.

Ci tenevo a precisarlo, perché leggendo un bell'articolo di Francesco Luraschi sulle Croci di Sant'Andrea, mi sono a un tratto imbattuto in questo passaggio.

Immagine1.png
Immagine2.png

Qui abbiamo la dimostrazione di quali enormi cantonate si possano prendere, quando si producono "congetture a mezzo di congetture", senza neppure un dato di fatto certo, oggettivo, documentato.

Particolarmente significativo questo passaggio.

Immagine2 (2).png

Questo è un meccanismo generale della mente umana, di cui parlavo in un altro topic, riferito a tutt'altro: quando un'idea ti si è piantata in testa - non importa come: se ragionevolmente o per pregiudizio - è complicatissimo rimuoverla, perché il cervello non ama consumare energie per cose diverse dalla mera sopravvivenza, e, tra i suoi espedienti di economicità, c'è appunto il fiero rifiuto di qualunque evidenza che lo può portare fuori dalla sua zona di conforto.
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Proseguendo nella "spigolature", questo fatto può voler dire molto più di quanto sembra...

s-l400.jpg

... to be continued...
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Al principio della storia troviamo una congettura comunque argomentata (Mondolfo acquistò il blocco e gli fece il "bagnetto") e alla fine una certezza assoluta (il blocco appartiene alla Collezione di Bernardo Naddei).

Cosa c'è in mezzo?

Azzardare una risposta può essere qualcosa di più di un semplice esercizio di stile. Può aiutare a capire cos'è che davvero, realmente, senza distorsioni percettive su un passato immaginifico (e mai esistito), differenzia il mondo filaltelico di oggi da quello di ieri.

Sherlock-Holmes_investigatore-privato-1024x577.jpg
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Giulio Bolaffi era "il più appassionato dei collezionisti" - secondo la definizione di Renato Mondolfo, da incastonare in rapporti commerciali di alto livello tra le due storiche figure della filatelia (inter)nazionale.

a - Copia (2).png

Il ricordo del figlio Alberto Bolaffi ci permette poi di colorare la definizione di Mondolfo.

"Il mio genitore era capace di molta attenzione e disponibilità nei confronti dei suoi clienti, ma era anche e soprattutto un collezionista", anche se il suo essere collezionista - in particolare di Antichi Stati Italiani, "che, ovviamente, prediligeva" - non sempre si raccordava con la logica d'impresa: "riuscì a riunire molte fra le più importanti gemme della filatelia, la maggior parte delle quali non volle mai cedere, fatto che ogni tanto ci procurò non pochi problemi dato che non sempre era possibile far coincidere la sua passione con le necessità aziendali".

Sì, Giulio Bolaffi fu protagonista di "molte acquisizioni memorabili", e se ne potrebbero citare "a decine se non a centinaia" - una su tutte: quella della "lettera più famosa e rara d'Italia, quella con l'80 centesimi del Governo Provvisorio di Parma" - da cui non voleva poi assolutamente separarsi, che difendeva con ostinanzione, quando i responsabili del settore commerciale glieli domandavano "per esigenze di lavoro", per accontentare i clienti più importanti: "considerava questo tipo di richieste come una specie di 'rapina' [e] ciò faceva parte anche del suo personaggio".

Ma Alberto Bolaffi aggiunge ancora qualcosa di significativo, a ciò che altrimenti - superficialmente - può sembrare solo folklore.
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

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Bol_Collezionista.png

Troviamo anzitutto conferma nelle stesse parole di Giulio Bolaffi - come riportate da Alberto - della sua grande disponibilità, figlia di un'altrettanto grande passione, a collezionare oggetti filatelici, ad acquistarli per l'intima soddisfazione di possederli e goderseli, più che per commerciarli petrarne un profitto (a volte con "non pochi problemi" - come dice il figlio Alberto, nel passaggio già segnalato - quando i suoi desideri contrastavano con "le necessità aziendali").

E soprattutto ricaviamo un'informazione dirimente per capire un'intera epoca filatelica, che per ora mi limito a stagliare, ma su cui servirà ritornare: Giulio Bolaffi era la Banca Centrale del mondo filatelico, l'uomo sempre pronto a slittare da commerciante a collezionista, quando c'erano in ballo "un pezzo importante" che sul momento non trovava collocazione al suo alto, giusto, prezzo.

Si può insomma dire - più che ragionevolemente - che non esista grande rarità degli Antichi Stati Italiani che non sia passata per Casa Bolaffi (anche se alcuni pezzi - i più celeberi, gli unici due 3 lire di Toscana su lettera - non si fregiarono mai della firma di qualità). E volete - quindi - che il blocco di otto della "Crocetta" non sia transitato per gli album del Giulio, magari cedutogli proprio da Mondolfo, con cui - con tutta evidenza - era in affari continui?
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

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Quale che sia stato il destino del blocco, dopo l'asta Caspary, abbiamo una certezza: lo ritroviamo sulla copertina dell'Enciclopedico Bolaffi n. 4.

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E su questo fatto ci si può montare sopra una congettura verosimile: il blocco apparteneva effettivamente alla Bolaffi - e non stava lì, sulla copertina dell'Enciclopedico, solo a far scena - perché è tipico di tutti i mercanti filatelici dare una venatura commerciale alle loro pubblicazioni, anche quando di carattere istituzionali o accademiche (pensate semplicemente - per avere un riferimento storico - alle copertine e alla rubrica "Francobolli dell'800" della celebre rivista "Vaccari Magazine").

Viene dunque rafforzata l'immaginare del blocco custodito nell'album di Giulio Bolaffi, e una volta arriviati qui, il seguito della storia si scrive quasi da sé.

E' probabile - di sicuro l'ipotesi di massima verosimiglianza - che il blocco sia rimasto di proprietà Bolaffi sino alla dipartita del Giulio, avvenuta il 28 ottobre 1987.
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

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Quel che accade dopo è sin troppo noto, per darne qualcosa in più di un semplice accenno: la politica della Casa torinese subisce un break strutturale (emblematico, in tal senso, l'ingresso diretto nel mondo dei banditori d'asta, nel 1991), diventa progressivamente "più razionale", se così vogliamo dire, più market-oriented - con le "necessità aziendali" che da vincolo migrano ad obiettivo - e col passaggio dalla terza alla quarta generazione, da Alberto a Filippo Bolaffi, viene completamente stravolta (la filatelia diventa solo uno dei ben 19 dipartimenti, con una valenza più di tipo storico che non reddituale); chi fosse interessato a un'analisi più diffusa, la trova qui:

https://tesoridicarta.blogspot.com/2018 ... torno.html

I gioielli filatelici - che nel ricordo di Alberto suscitavano in Giulio "una strana reazione d'amore e odio", se qualcuno voleva portarglieli via - diventano pubblicamente contendibili (emblematico, anche qui, che persino la lettera con l'80 centesimi di Parma abbia di recente abbandonato gli album Bolaffi, per migrare in quelli di Garosci).

Il blocco di otto della "Croce" è ufficialmente su piazza, e combinazione vuole che proprio sulla piazza torinese sia presente Bernardo Naddei, il più raffinato collezionista moderno, con una predilezione proprio per il periodo dei Governi provvisori, e quindi, inevitabilmente, con al centro la dittatura e la luogotenenza napoletane. E così - col presumibile avallo di Giorgio Colla, anch'egli storica figura della piazza torinese - il blocco migra nel miglior luogo possibile e immaginabile.

In attesa di conoscere - congetturare, immaginare - il prossimo capitolo...
Ultima modifica di Napoli1860 il 22 maggio 2025, 11:30, modificato 1 volta in totale.
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Antonello Cerruti
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Antonello Cerruti »

Ci furono anche momenti di grande attrito fra Renato Mondolfo e Giulio Bolaffi.

Chi non ricorda quando quando la rivista Francobolli uscì con il titolo "CATTURATO BOLAFFI" in seguito alla questione Banco di Sicilia/Collezione Mormino?

Del mitico dott. Giulio ricordo la grandissima cortesia quando mi riceveva a casa sua o quando mi mostrava la sua famosa auto montata - in garage - su cavalletti per poter far girare il motore senza rovinare gli pneumatici. Non la usata - in quel periodo - "perché uscire con questa per Torino può essere pericoloso..." .

Oppure quando rifiutò di vendere la sua busta con l'80 centesimi e restituì l'assegno da 1 miliardo di lire al suo cliente dicendo:
"Dottore, io non disprezzo i suoi soldi ma lei non insulti i miei francobolli...".

In giro nel forum ci sono alcuni miei ricordi su importanti personaggi della filatelia, tra cui anche Renato Mondolfo e Giulio Bolaffi.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Antonello Cerruti ha scritto: 22 maggio 2025, 11:26 In giro nel forum ci sono alcuni miei ricordi su importanti personaggi della filatelia, tra cui anche Renato Mondolfo e Giulio Bolaffi.
Ho recuperato i ricordi Antonello su Giulio Bolaffi, da cui stralcio questo passaggio.
Antonello Cerruti ha scritto: 6 novembre 2007, 10:52 Nelle sale d'aste, gli preparavano una sedia al centro, tipo quella che si riserva al Presidente della Repubblica nelle cerimonie pubbliche.
Lui sollevava ad oltranza la sua penna e, all'atto dell'aggiudicazione, chiedeva con molta noncuranza quanto avesse pagato il lotto.
Poi, invariabilmente, commentava: "Non è caro".
che mi è stato riferito anche da altri, ma con una leggera - si fa per dire - sfumatura di significato: la sedia al centro serviva a renderlo visibile a tutta la sala - e a volte, così mi riferiscono, la sedia era proprio a ridosso del banditore, con la giustificazione che altrimenti non sentiva bene - in modo che tutti sapessero che certi lotti li stava battendo lui, il dottor Giulio Bolaffi, e che quindi non era proprio il caso di guerreggiare. Dopodiché - magari - qualcuno guerreggiava ugualmente... con gli esiti descritti da Antonello.
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Napoli1860 »

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Questa è una delle (poche, gravi) perdite, rispetto a un passato ingenuamente idealizzato (per vostra informativa: non penso ci sia una sola rivista "Il Collezionista - Italia Filatelica" che nel periodo 1950-1967, in un modo o nell'altro, non affronti - stigmatizzandolo pesantemente - il tema delle "speculazioni filateliche").

Ecco cos'è che manca oggi: una Banca Centrale della Filatelia, un Giulio Bolaffi che funzioni da referente dell'intero mercato, sui pezzi di pregio, e che per questa via assicuri fluidità anche alle negoziazioni di livello inferiore, e, in definitiva, all'intero mercato.

Per essere ancora più chiari: mancano commercianti che, prima di essere commercianti, siano dei collezionisti, e che all'occorrenza, in presenza di pezzi che meritano, siano sempre pronti a slittare da una figura all'altra.

Per essere brutali: mancano commercianti disposti a comprare pezzi oggettivamente pregiati, a prescindere, anche se non hanno sotto mano, già pronto, il cliente a cui rivenderli (in contrasto al tanto di moda "compro oggi, solo se ho già venduto ieri").

Tutto il resto - internet, i negozietti su strada che non ci sono più, i 5 euro per Veronafil, il francobollo che è uscito dalla vita quotidiana, il fatto di essere in 100 e non più 100.000 - alla fine sono solo quisquilie e pinzillacchere, per dirlo in un modo che preservi l'intonazione napoletana del topic...
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Antonello Cerruti
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Antonello Cerruti »

Non credo che manchi il grande collezionista o il grande commerciante che, all'occorrenza, si trova sempre.

Mancano i diecimila piccoli collezionisti ed i mille piccoli commercianti che, una volta, "drenavano e riciclavano" qualsiasi lotto - anche medio/piccolo - che appariva all'orizzonte.

Oggi non esistono più i collezionisti che giravano i convegni con la mancolista della loro raccolta; oggi sono tutti molto più preparati di un tempo ed in giro si trovano solo "cacciatori di frodo" che cercano il venditore meno preparato per fare la pescata della quale vantarsi.

E' questo uno dei principali motivi per i quali i negozietti ed i convegni sono agonizzanti o già morti.

Cordiali saluti.
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da francesco luraschi »

Ecco la dimostrazione che oggi stiamo camminando sulle macerie di un passato che non finisce mai di stupire.

Fate anche voi i conti dei bollini da gazzette gialli e rossi inventariati presso la direzione di Lodi nel 1853.

Oggi un esemplare singolo, a trovarlo, raggiunge cifre considerevoli.

Ciao: Francesco
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I nostri articoli:

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Cliccare su authors per leggerli tutti facendo scorrere la pagina verso il basso oppure iscriversi al sito http://www.academia.edu per scaricare il PDF.

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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Napoli1860 »

francesco luraschi ha scritto: 24 maggio 2025, 11:45 Ecco la dimostrazione che oggi stiamo camminando sulle macerie di un passato che non finisce mai di stupire.

Fate anche voi i conti dei bollini da gazzette gialli e rossi inventariati presso la direzione di Lodi nel 1853.

Oggi un esemplare singolo, a trovarlo, raggiunge cifre considerevoli.
Ciao Francesco, scusa ma non capisco. E' questo il passo a cui ti riferisci?

Immagine 019.jpg

Mi sembra sia datato 1851, e che si parli di Mercuri azzurri (turchini)
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Re: Spigolature napoletane - Il blocco di otto della "Crocetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Antonello Cerruti ha scritto: 24 maggio 2025, 11:39 Mancano i diecimila piccoli collezionisti ed i mille piccoli commercianti che, una volta, "drenavano e riciclavano" qualsiasi lotto - anche medio/piccolo - che appariva all'orizzonte.
A me sembra come quando qualcuno muore, e subito arriva la domanda "quanti anni aveva?", che a una riflessione più attenta è fuorviante. La domanda corretta è: "come ha vissuto?", perché a poco conta vivere 100 e passa anni, se - per dire - li si trascorrono con uno stato d'animo negativo (invidie, raconcori, sotterfuggi, etc.)

Qui la domanda corretta è: ma questi "diecimila piccoli collezionisti" - che davano respiro a "mille piccoli commercianti" - esattamente, e dico esattamete, da quali motivazioni erano guidati? Questo serve chiederi, quali erano le motivazioni, e non enfatizzare il loro numero. "Quali" (motivazioni) non "quanti" (erano).

Mannaggia a me che, quando ho smesso di collezionare Toscana, non ho solo venduto la collezione, ma ho proprio regalato tutto ciò che vi orbitava intorno. Se non l'avessi fatto, oggi avrei ancora con me il volume del Bargagli Petrucci sui bolli prefilatelici, dove, a un tratto, l'autore si concede una divagazione che provo a riassumere al meglio a parole mie (chi ha il volume potrà agevolmente recuperare la citazione esatta, e magari, se vuole, postarla).

Sempre più spesso mi imbatto in collezionisti di "francobolli moderni", che mi dicono di acquistarli solo per rivenderli e trarre un profitto, cosicché, quando faranno abbastanza denaro, inizieranno a collezionare "francobolli antichi", che sanno bene essere gli unici che meritano davvero per avere soddisfazioni durature. Io li sconsiglio di ragionare così, perché alla fine non riusciranno a guadagnare come credono, e non avranno neppure il piacere puro del collezionismo, ma pare non ci sia nulla da fare.


Se queste erano le motivazioni dei "diecimila piccoli collezionisti", o della maggior parte di loro, io direi che bisognava capire sin dal principio che su questa brigata non si poteva fare troppo affidamento...
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