Nel 1858, nel Regno delle Due Sicilie, un cavo era stato posato sullo stretto di Messina al fine di congiungere la Sicilia alla Calabria, ma dopo nove mesi si era interrotto, per le correnti dello stretto e le difficili condizioni del fondale. Nel 1859 venne posato un altro cavo importante, questa volta nell’Adriatico fra Otranto in Puglia e Valona nel territorio ottomano dell’Albania, che rappresentava un tratto dell’itinerario telegrafico verso l’Oriente. Al momento dell’Unità, la Sardegna aveva il collegamento elettrico con il continente, mentre la Sicilia risultava isolata dalla rete della penisola. Le vicende dei primi anni postunitari, contrassegnate da un incessante lavorio di posa dei cavi sottomarini e da numerose rotture e accordi internazionali, dimostrano quanto importante fosse il telegrafo nel nuovo Stato nazionale. La questione della Sicilia si dovette affrontare con urgenza: due nuovi cavi vennero stesi nel 1861, ma vennero interrotti dopo breve tempo. L’anno successivo fu posato un nuovo cavo nello stretto, realizzato con un’armatura pesante, ma anche questo rimase inutilizzabile dopo un periodo stentato di funzionamento. Se ne posò tuttavia un altro su un percorso più lungo fra Bagnara Calabra e Torre di Faro in Sicilia.
La vicenda dell’elettricità sullo stretto ebbe persino un rilievo internazionale. Nei primi anni Sessanta, su questo itinerario si era ipotizzato il collegamento tra Inghilterra e Indie britanniche, poiché il cavo interamente sottomarino non era ancora impiegabile, mentre il telegrafo terrestre continentale passava per l’Impero ottomano. Il governo inglese preferiva dunque una connessione in parte terrestre e in parte sottomarina attraverso l’amico Regno d’Italia, raggiungendo l’isola di Malta tramite la Sicilia. Da qui la linea telegrafica riprendeva il percorso sottomarino fino al canale di Suez. La Telegraph Construction and Maintenance Company attivò una linea fra Piemonte e Sicilia e stese quattro cavi sullo stretto di Messina fra il 1867 e il 1868. Tale collegamento canalizzò l’itinerario elettrico Occidente-Oriente fino al 1870, data in cui venne inaugurato il cavo sotto il mare fra la Cornovaglia e Malta via Gibilterra.
Al momento dell’Unità i costi dei telegrammi erano assai alti. La prima tariffa telegrafica italiana, in vigore dal 1859 al 1864, prevedeva una tassazione differenziata sulla base di sette zone. Ad esempio, la prima zona comprendeva le distanze da 1 a 100 km, la seconda da 100 a 250 km, la terza da 250 a 450 km, fino alla settima zona da 1.350 a 1.750 km. La tariffa per il telegramma base fino a quindici parole oscillava tra 1 e 6 lire secondo il numero di zone percorse.
Nel 1864 le zone vennero poi ridotte a due con tariffa base di 1,20 lire fino a 100 km e 2,40 lire oltre 100 km per invii nel limite di venti parole. Dal 1870 fu infine adottata la tariffa unica nazionale, variabile soltanto sulla base delle parole trasmesse.
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Da Majorana Quirino 1911
Posta Telegrafo Telefono
"Cinquanta anni di Storia Italiana" Vol I - Hoepli
Valerio
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