La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

[cirneco giuseppe]

... e perché rifiuto questa filatelia moderna creata a DOC per speculazione, con emissioni considerate rare
che rare non sono, e che, in ultima analisi, colpiscono e allontanano i giovani collezionisti e non solo.

Un suggerimento: smettetela di etichettarla "filatelia moderna" - come se fosse una deriva dei giorni nostri - perché non lo è; ciò che tu chiami "filatelia moderna" risale - come minimo - alla fine dell'800 (come risulta evidente dai documenti che sto raccogliendo e che organizzerò in un articolo dedicato).

La filatelia è stata per decenni e decenni un antro di speculatori... altro che "studio, conoscenza e ricerca"!

I veri appassionati - i veri collezionisti - sono sempre stati pochissimi, ma in numero sostanzialmente costante. Solo che ora sembrano ancora meno, visto che l'antro - in cui venivano impropriamente collocati - si è finalmente svuotato.

a parer mio, naturalmente

[Napoli1860]

Quando hai finito di ridere, potresti cortesemente darmi un campionario di ciò che ha prodotto lo studio, la conoscenza e la ricerca in ambito filatelico? Perché, alla fine, non contano gli slogan, ma ciò che uno è in grado di mostrare.

Dove sono queste decine, centinaia, migliaia di collezionisti, che studiano, conoscono e ricercano? Dove li vedo? Cosa c'è di effettivamente osservabile? I nostri avi vedevano ieri, avantieri, e giù a scendere sino alla fine dell'800 per lo più persone che volevano sapere "quanto vale", "a quanto lo vendo", "quanto ci perdo, quanto ci guadagno", etc. etc. Che, viva Iddio, noi oggi quasi non vediamo più.

Il vero collezionismo - quello fondato su studio, conoscenza e ricerca - non è mai esistito come fenomeno di massa; è sempre stato un fenomeno di nicchia, di estrema nicchia, lasciatemi dire; di più: gli studiosi - talvolta - non erano neppure collezionisti in senso proprio (non ho mai visto le collezioni di De Angelis o di Pecchi, per dire).

Io capisco che sia dura da accettare, ma che la filatelia sia stata sin dalle sue origini solo un'immensa bolla speculativa - documenti alla mano, che mostrerò - era un fatto ben noto a tutti, all'interno dell'ambiente, solo che tutti ne traevano benefici, allo stesso modo dei "Signor NINJA" di cui parlavo in un intervento precedente.

I veri collezionisti - ripeto - sono sempre stati pochissimi, solo che nel percepito diffuso venivano accorpati ai numerosi speculatori, che ora, viva Iddio, si sono tolti dalle balle; e così ora sembra che siamo rimasti pochissimi, ma noi siamo sempre quelli, sempre gli stessi, o forse, chissà, anche di più.

Forse il video aiuterà a capire

https://www.youtube.com/watch?v=PPEvata5SLw

[Napoli1860]

Si dipinge come meraviglioso - "i tempi d'oro" - un mondo dove un Ministro faceva stare a chiappe strette Giulio Bolaffi, per non voler incendiare uno stock ministeriale. Rendetevi conto.

Che poi la cosa è inspiegabile a uno sguardo vergine e puro: ami i francobolli... e li vuoi bruciare?

Eh, sì, ma... però, ... non è così semplice, cioè, capisci, se non li bruci allora perdono di valore, e quindi... ah, sì, certo, vuoi sapere perché se ne sono stampati così tanti, al punto che ora bisogna bruciarli ... eh, certo, pure tu c'ha ragione, però, vedi, non facile da spiegare, li ho stampati perché me li chiedevano, non perché servivano, cioè... capisci, ... ecco, vedi... non è facile da spiegare: è il mercato, bellezza... cioè bisogna bruciarli, perché... perché... perché sì, fidati, è così...

Questa è follia, seppure c'è del metodo.

[Antonello Cerruti]

Il collezionismo è stato un fenomeno di nicchia; quello vero riservato solo a pochissimi.
Quando è arrivato ad allargarsi lo ha fatto grazie a nuovo denaro che si è reso disponibile.
In tutti i campi, certamente non solo alla filatelia.
Ma è proprio quando il numero dei collezionisti si è allargato che sono nate le spinte alla collezione diffusa; chi non poteva ambire al 3 lire di Toscana, si accontentava - come ho fatto io - a raccogliere e studiare il 2 grana di Napoli.
Chi non poteva acquistare un Matisse, si è accontentato di un piccolo dipinto a olio di suo gradimento.
Non certo per speculazione ma perchè le sue tasche quello gli permettevano.
Spesso confondiamo i collezionisti con i raccoglioni che accumulavano i fogli del Vaticano negli anni '60 e '70.
Che poi ci sia stato chi ha tratto fama e guadagno dal soddisfare la fame di filatelici alla ricerca di questa o quel particolare 5 centesimi di Sardegna nella rara tinta "verde rugiada ombrosa nel primo mattino di primavera" è nella natura delle cose.
C'è chi ricerca quel colore e chi glielo riesce a procurare.

Alberto Bolaffi mi diceva: "la filatelia è un'autostrada; poi ci sono anche le strade statali, quelle provinciali, quelle comunali e quelle interpoderali...".
Con ciò volendo intendere che più la via diventa tortuosa, meno sono quelli che la percorrono.
Però, io credo che solo chi arriva alla fine del più piccolo viottolo di campagna ed al ritrovamento del suo francobollo specializzato preferito (che sia la rara tinta di Napoli o l'ultimo francobollo usato della Siracusana), riesce e godere appieno delle meravigliose soddisfazioni del nostro hobby.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti

[Matraire1855]

La filatelia è stata per decenni e decenni un antro di speculatori... altro che "studio, conoscenza e ricerca"!

Perché, oggi cosa è cambiato? Nulla!
Guardate l' odierna speculazione dei "bagarini romani" con le nuove emissioni di Leone XIV e di quella della sede vacante.

[cirneco giuseppe]

Questione di punti di vista.
A chi piace speculare
A chi piace collezionare

Per i primi ci sono i BOT, i CCT, i BIT, le azioni
Per tutti gli altri ci sono anche i francobolli

E siccome la Filatelia racconta la Storia,
ecco che . . .

Una frase che mi disse il sig. Cilio e che spesso faccio mia: dalla culla alla bara sempre s'impara
ed io lo faccio anche con i francobolli perchè la Filatelia è proprio Studio, Conoscenza e Ricerca.
A te non piace questo aspetto della Filatelia?
Problemi tuoi non di chi colleziona ed ama collezionare i francobolli.
Il gronchi lilla è stato speculato? Ma certo! E non solo lui.
Ma anche il gronchi lilla racconta la storia.

Mi stavo domandando, ma se a te non piacciono i francobolli perchè sono tutta speculazione, che ci fai in un Forum di Filatelia?
Naturalmente è sempre il mio parere.

[Vacallo]

Questione di punti di vista.
A chi piace speculare
A chi piace collezionare

Per i primi ci sono i BOT, i CCT, i BIT, le azioni
Per tutti gli altri ci sono anche i francobolli

E siccome la Filatelia racconta la Storia,
ecco che . . .

Una frase che mi disse il sig. Cilio e che spesso faccio mia: dalla culla alla bara sempre s'impara
ed io lo faccio anche con i francobolli perchè la Filatelia è proprio Studio, Conoscenza e Ricerca.
A te non piace questo aspetto della Filatelia?
Problemi tuoi non di chi colleziona ed ama collezionare i francobolli.
Il gronchi lilla è stato speculato? Ma certo! E non solo lui.
Ma anche il gronchi lilla racconta la storia.

Mi stavo domandando, ma se a te non piacciono i francobolli perchè sono tutta speculazione, che ci fai in un Forum di Filatelia?
Naturalmente è sempre il mio parere.

[Andrea61]

Un contributo trovato un po' per caso:

https://www.youtube.com/watch?v=bmKbLNAMzCE

[francesco luraschi]

... e perché rifiuto questa filatelia moderna creata a DOC per speculazione, con emissioni considerate rare
che rare non sono, e che, in ultima analisi, colpiscono e allontanano i giovani collezionisti e non solo.

Un suggerimento: smettetela di etichettarla "filatelia moderna" - come se fosse una deriva dei giorni nostri - perché non lo è; ciò che tu chiami "filatelia moderna" risale - come minimo - alla fine dell'800 (come risulta evidente dai documenti che sto raccogliendo e che organizzerò in un articolo dedicato).

La filatelia è stata per decenni e decenni un antro di speculatori... altro che "studio, conoscenza e ricerca"!

I veri appassionati - i veri collezionisti - sono sempre stati pochissimi, ma in numero sostanzialmente costante. Solo che ora sembrano ancora meno, visto che l'antro - in cui venivano impropriamente collocati - si è finalmente svuotato.

a parer mio, naturalmente

Pino,

occhio perché nell'articolo sulle croci di sant'Andrea pubblicato su Storie di Posta ho menzionato un catalogo Berger Levrault del 1861 (!) che al tempo era sfogliabile nel sito della British Library. Ora non più. Si tratta di un quadernetto di 12 pagine manoscritto dove l'autore prova ad elencare tutti i francobolli che possiede e/o è venuto a conoscenza dell'esistenza. Quindi dovresti arretrare la tua ricerca, un po' di cataloghi dell'epoca li trovi anche online, ne ho notato almeno uno del 1866 dove per la "crocetta" si chiedono 25/100 di FF e quindi sembrerebbe comune se confrontato con l'80/100 di Parma per cui si chiede 1,25 FF. Ma la passione filatelica è ancora più antica, almeno di 15 anni.

Quanto alla filatelia intesa come collezione non la vedo messa tanto bene: troppo materiale in giro e sempre meno gente interessata all'acquisto fermo restando che si può essere interessati al tema senza necessariamente possedere dei pezzi poi difficili da vendere o di nessun interesse per i familiari più giovani. Ad esempio partendo dalla famosa pentacolore di Verolanuova sono riuscito ad imbastire un articolo storico-postale a cui devo dare dei limiti altrimenti risulta troppo lungo. E, ahimé, non possiedo la pentacolore di cui sopra.

Francesco