attalos ha scritto:Vedo che tra i classici di Francia anche i pezzi comuni ma di qualità super, proposti in asta con stime molto sostenute, vendono bene.
Non mi sembra però che lo stesso discorso, se si escludono i pezzi di maggior pregio in termini di rarità, si possa totalmente applicare ai nostri ASI: non vedo i "gestori istituzionali" di questo mercato particolarmente impegnati a difenderlo quando devono acquistare (se acquistano).
Se parliamo di "aste", quel che conta non è la base, ma l'aggiudicazione.
E' mia profonda convinzione che se l'asta è adeguatamente pubblicizzata, sponsorizzata, e se arriva la dove deve arrivare, le basi possono anche essere irrisorie, ma le aggiudicazioni saranno di ben altro tenore. Proprio in questo sezione forum ho voluto aprire un topic per tener traccia di tutti queli esemplari battuti a cifre di catalogo. Non è un caso - secondo me - che la gran parte degli esemplari postati provengano dalla Bolaffi, che, notoriamente, ha le basi d'asta più contenute, ma, altrettanto notoriamente, è un crocevia del mercato filatelico italiano e non.
Alla recente asta Ferrario - asta giovane d'età, ma secondo me partita alla grande - alcuni pezzi sono stati aggiudicati ben oltre il 50% e il 60% del catalogo, e lo stesso era avvenuto, sempre da Ferrario, con alcuni lotti delle aste precedenti.
Insomma, la bravura della casa d'asta è tutta nella composizione dei cataloghi, nello loro diffusione, nel "nome" che riesce a crearsi: il resto - le aggiudicazioni - vengono da sè.
Altro è il discorso di quelli che chiami i "gestori istituzionali", che non riesco a qualicare adeguatamete, ma che, immagino, dovrebbero essere i commercianti "old style" (come peraltro se ne vedono sempre meno). In questo caso, però, mi sento di dire che la "forbice pazzesca" tra prezzi di acquisto e vendita è una caratteristica atavica del mercato filatelico.
Giuseppe