
Gli elenchi riportati dai cataloghi delle città dove sono stati usati alcuni francobolli si possono sempre aggiornare.
L'importante è capire se l'annullo è originale: il discorso "di favore" è un elemento successivo da affrontare.
Un'annotazione off-topic, ma che è una curiosità: la prima busta è inviata al signor Giuseppe Pfanner, appartenente ad una facoltosa famiglia tedesca che nell'Ottocento si trasferì a Lucca e fece affari d'oro aprendo il primo birrificio della città. Siccome l'allora duca Carlo Ludovico di Borbone apprezzò molto la bevanda teutonica, il signor Pfanner poté comprarsi uno dei palazzi più belli della città e che ancora oggi porta il suo nome ed è usato per matrimoni e come set cinematografico (per fare un esempio noto a tutti, molte scene del Marchese del Grillo con Alberto Sordi furono proprio girate a Palazzo Pfanner).somalafis ha scritto: 3 aprile 2023, 15:21 Considerato il sovrapprezzo (pari al potere di affrancatura), il fatto che della tiratura complessiva (200.000 esemplari dopo il ''raddoppio'') ben 150.000 furono assegnati ai promotori e l'uso solo ''interno'', gia' e' difficile trovarli su busta a meno di qualche mittente politicamente ''schierato'': direi che l'emissione avesse intenti puramente collezionistici...
Sui siti di vendita in internet ho visto un paio di usi, di cui uno a Torino (dovrebbe anche essere in tariffa) e un altro (filatelico) da una localita' (Alberobello in provincia di Bari che non figura tra le citta' di ''vendita'') torino.jpgalberobello bari.jpg
Comunque era il decreto di emissione a fissare (all'art.4) la vendita solo negli uffici postali di Roma, Milano, Venezia, Napoli, Palermo, Torino, Genova, Bologna, Firenze
Max58 ha scritto: 3 aprile 2023, 11:13 Il mio quesito riguarda il dubbio se gli annulli di altre città devono essere considerati di favore?
Penso che, in questo caso, annullo di favore in un'altra citta' in cui non era stato previsto l'uso, possa essere considerato alla stregua di non autentico, anche se dell'epoca e con l'annullatore e inchiostro dell'ufficio postale. Oppure dobbiamo creare una catalogazione aggiuntiva?Stefano T ha scritto: 3 aprile 2023, 12:29 L'importante è capire se l'annullo è originale: il discorso "di favore" è un elemento successivo da affrontare.
Ma l'uso in altre citta' non era mica proibito. Solo che quei francobolli non erano in vendita nei locali uffici postali. Se uno li comprava in una delle citta' di vendita, poi li poteva usare dove voleva nel Regno (purche' non cercasse di affrancarci una lettera diretta all'estero). Il decreto di emissione specificava ''i francobolli saranno messi in vendita il 28 ottobre 1923 nei soli uffici postali delle citta' di Roma, Milano, Venezia, Napoli, Palermo Torino, Genova, Bologna e Firenze e SARANNO VALIDI PER LA FRANCATURA DELLE CORRISPONDENZE DIRETTE ALL'INTERNO DEL REGNO sino a tutto il 30 novembre'' (termine poi prorogato al 29 febbraio 1924)giampi ha scritto: 3 aprile 2023, 17:33 ....
Penso che, in questo caso, annullo di favore in un'altra citta' in cui non era stato previsto l'uso, possa essere considerato alla stregua di non autentico, anche se dell'epoca e con l'annullatore e inchiostro dell'ufficio postale. Oppure dobbiamo creare una catalogazione aggiuntiva?![]()
ops ... vedo che ci stiamo incrociando ... ma ormai ...ho scrittoMax58 ha scritto: 3 aprile 2023, 11:13 Il mio quesito riguarda il dubbio se gli annulli di altre città devono essere considerati di favore?
Si hai ragione , e questo fatto avra' stimolato di molto l'uso "filatelico" di questa seriesomalafis ha scritto: 3 aprile 2023, 17:48Ma l'uso in altre citta' non era mica proibito. Solo che quei francobolli non erano in vendita nei locali uffici postali. Se uno li comprava in una delle citta' di vendita, poi li poteva usare dove voleva nel Regno (purche' non cercasse di affrancarci una lettera diretta all'estero). Il decreto di emissione specificava ''i francobolli saranno messi in vendita il 28 ottobre 1923 nei soli uffici postali delle citta' di Roma, Milano, Venezia, Napoli, Palermo Torino, Genova, Bologna e Firenze e SARANNO VALIDI PER LA FRANCATURA DELLE CORRISPONDENZE DIRETTE ALL'INTERNO DEL REGNO sino a tutto il 30 novembre'' (termine poi prorogato al 29 febbraio 1924)giampi ha scritto: 3 aprile 2023, 17:33 ....
Penso che, in questo caso, annullo di favore in un'altra citta' in cui non era stato previsto l'uso, possa essere considerato alla stregua di non autentico, anche se dell'epoca e con l'annullatore e inchiostro dell'ufficio postale. Oppure dobbiamo creare una catalogazione aggiuntiva?![]()
Ottima nota storica, grazieStefano (alligatore) ha scritto: 3 aprile 2023, 16:01Un'annotazione off-topic, ma che è una curiosità: la prima busta è inviata al signor Giuseppe Pfanner, appartenente ad una facoltosa famiglia tedesca che nell'Ottocento si trasferì a Lucca e fece affari d'oro aprendo il primo birrificio della città. Siccome l'allora duca Carlo Ludovico di Borbone apprezzò molto la bevanda teutonica, il signor Pfanner poté comprarsi uno dei palazzi più belli della città e che ancora oggi porta il suo nome ed è usato per matrimoni e come set cinematografico (per fare un esempio noto a tutti, molte scene del Marchese del Grillo con Alberto Sordi furono proprio girate a Palazzo Pfanner).somalafis ha scritto: 3 aprile 2023, 15:21 Considerato il sovrapprezzo (pari al potere di affrancatura), il fatto che della tiratura complessiva (200.000 esemplari dopo il ''raddoppio'') ben 150.000 furono assegnati ai promotori e l'uso solo ''interno'', gia' e' difficile trovarli su busta a meno di qualche mittente politicamente ''schierato'': direi che l'emissione avesse intenti puramente collezionistici...
Sui siti di vendita in internet ho visto un paio di usi, di cui uno a Torino (dovrebbe anche essere in tariffa) e un altro (filatelico) da una localita' (Alberobello in provincia di Bari che non figura tra le citta' di ''vendita'') torino.jpgalberobello bari.jpg
Comunque era il decreto di emissione a fissare (all'art.4) la vendita solo negli uffici postali di Roma, Milano, Venezia, Napoli, Palermo, Torino, Genova, Bologna, Firenze
Stefano