non capisco come sia possibile una tale rarità per un giornale affrancato con un 5/100 del LV quando uno ce l'ho io...

Tra l'altro un piccolo quiz che gli esperti scioglieranno all'istante: perché la redazione del giornale L'Italia musicale non aveva altra scelta che il francobollo da 5/100 per affrancare l'invio?

Infine ho notato il bollo impresso sotto la fascetta: penso si tratti dell'impronta con cui si manifestava il pagamento dei diritti doganali. Infatti era in mano al gerente l'ufficio del bollo e registro di Ferrara, Paolo Marucchi. Dovessi dare una mia opinione: si tratta di una copia di un grosso plico di giornali che, una volta sdoganati, venivano poi recapitati ad un apposito incaricato che singolarmente li rendeva franchi di porto e li spediva agli abbonati nella Monarchia. Le lettere non facevano dogana ...
Così si rendeva fruibile la tassa di porto agevolato di un carantano.
Una domanda mia: una copia singola dello stesso giornale a che tassa pontificia (non c'erano i francobolli) sarebbe stato soggetto?
