Cari amici,
desidero raccontarvi un aneddoto capitatomi ad un recente convegno filatelico nazionale; un signore mi incontrò e mi chiese con cortesia si dare un mio parere su alcune tinte del regno di Sardegna; me le fece vedere e, fortunosamente avendo una luce decorosa, riuscii senza molte difficoltà a dare una prima indicazione su questi colori; erano quasi tutti comuni tranne uno che mi colpì particolarmente, e del quale dissi subito che era una tinta "interessante".
"Guardi, secondo me è un 14Caa". Verificato con un mio confronto che fortunosamente avevo con me, notammo che il mio 14Caa era di quelli molto chiari, ovvero un "paletto" basso, mentre il suo era palesemente più scuro ovvero un "paletto alto"; a memoria ricordo una lettera di Marco Castelli con due francobolli 14Caa in affrancatura di doppio porto per l'interno della Toscana che aveva quel tipo di tonalità, ovvero un 14Caa bello carico, ma non sufficientemente scuro da poter passare ad una tinta più importante come il 14Cba (che io sostengo essere l'esasperazione carica del 14Caa, come potrete andare a leggere in questo stesso topic molto prima).
Il signore mi guardò e con un mezzo sorriso mi disse: "Questione di opinioni."
Io non capii questa sua affermazione e gli chiesi lumi, chiedendogli cosa significasse, ovvero se mi aveva chiesto un parere su quelle tinte immaginavo che questo parere fosse da prendersi in considerazione e non da contestarsi.
Mi disse con semplicità: "Guardi al retro, vedrà che questo bollo è stato già classificato da un noto perito filatelico come 14Cb; non è uno specialista del regno di Sardegna tuttavia essendo la sua classifica corrispondente ad una tinta più pregiata, mi farò fare il certificato da lui."
Io dissi letteralmente a questo signore:
"Mi ha chiesto un parere come esperto del regno di Sardegna e glielo ho fornito; se questa tinta fosse stata più intensa e avesse avuto determinate caratteristiche, sarebbe potuta essere il 14Cba, ma certamente non può essere nè potrà mai essere un 14Cb poichè cambiano le caratteristiche proprie della tonalità. Quindi non può essere questione di opinioni, ma si tratta di cosa assodata."
Lui mi disse:
"No, caro signore, è questione di opinioni; i colori vengono valutati soggettivamente da ciascun perito e qualora la sua opinione sia in disaccordo con quella del mio perito le dirò che siete -alla meglio- uno conto uno, e le cose che lei ha detto di questo colore possono essere ribaltate dall'altro perito nei suoi confronti, quindi io scelgo il parere più a me favorevole: guardi la differenza di catalogo!!!"
Rimasi allibito e consigliai questa persona di rivolgersi ad una terza voce, scelta da lui a suo piacimento ma assicurandosi che corrispondesse ad un perito di nota fama ma anche universalmente riconosciuto da collezionisti, commercianti e colleghi periti un valido specialista dei colori di Sardegna, ammonendolo sul fatto che se avesse fatto fare un certificato con quella tinta (14Cb), avrebbe certamente commesso un errore e rivendendo il francobollo basandosi su quel valore di catalogo avrebbe perpetrato un inganno sapendo di ingannare, in quanto io lo avevo messo sull'avviso.
Non so come andò a finire poichè non ebbi occasione di ritornare sull'argomento con quella persona; però l'aneddoto dovrebbe farci riflettere bene. Ovvero:
- può un rosso diventare arancione solo perchè "è una questione di opinioni?"
- può un francobollo di valore X triplicare il suo valore solo perchè un perito ne sbaglia la nuance e il proprietario non si cura della verità scegliendo la convenienza (considerando ovviamente un errore in questo caso del perito in BUONA FEDE) e pagando tra l'altro per un certificato "sbagliato"?
- in questo caso, riterreste colpevole di un maggior errore il signore che possiede l'oggetto o il perito che ne ha sbagliato la valutazione?
Revised by Lucky Boldrini - August 2010