Scusami
Franco, non per fare inutili polemiche, ma francamente ancora non capisco.
Franco Moscadelli ha scritto:Ciao: Sono pienamente d'accordo con te che sia un francobolo che si presta perfettamente a trucchi e manipolazioni e possa fare vittime illustri. (
Qualcuno degli intervenuti lo ha visto in originale, toccato e controllato?).
Se siamo sicuri che non combaci perfettamente con nessuna delle 100 posizioni plattate (illustrate) in un libro e attendibili al 100%,
non resta che aspettare di vederlo possibilmente in originale per dargli un parere certo oppure sentire la documentazione inoppugnabile
dell'illustre perito che l'ha firmato. Non vedo altre conclusioni.
Franco
Ebbene:
Dissento totalmente al principio contenuto in queste Tue affermazione, altrimenti non dovremmo tenere conto e ritenere autentici certi pezzi discussi in altri argomenti, fino ad allora ritenuti chimere della filatelia, alcuni dei quali più volte fotografati, periziati e riportati in cataloghi specializzati.
Dissento al Tuo principio perché nessuno di noi intervenuti negli argomenti, dei quali a seguire riporto i link, ha scritto fesserie e dalle sole immagini abbiamo potuto stabilire, ripeto stabilire, che quei pezzi non erano così come ci hanno voluto far credere quei prestigiosi certificati.
Dissento al Tuo principio perché in questi casi almeno nessuno di noi (almeno io) ha potuto osservare dal vero certi pezzi, ma ci è bastata la sola immagine per capire che le cose non quadravano. Tutto questo perché oggi più precise e notevoli sono le informazioni che ci sono pervenute e pochi ancora possono vantarsi di custodire “il tesoro dei templari” che anni orsono era riconosciuto della custodia di alcuni. Non fraintendermi, i periti avranno sempre la massima fiducia e rispetto del collezionista, il quale però risulterà più esigente e qualificato.
viewtopic.php?f=147&t=14233 (in questo caso inviai una e-mail alla Società Diena, informandolo dell’errore ed analoga mail alla Casa d’Asta invitandoli al ritiro del lotto). Tutto questo dalla sola immagine di un pezzo corredato di autorevolissimo certificato.
Te ne segnalo ancora altri, ancora più importanti e trattati sempre ed esclusivamente con la sola immagine in questa Sezione del forum:
viewtopic.php?f=147&t=14541viewtopic.php?f=147&t=15357 Dissento ancora al Tuo principio perchè per le caratteristiche che si evidenziano in immagine dovrebbe allora essere messa in discussione la magnifica Opera sulle Crocette (e di riflesso sulle Trinacrie), ma anche il precedente importantissimo lavoro di Emilio Diena.
La particolarità di quella doppia T non ci può far credere, per il dovuto rispetto verso gli autori di tali importantissimi e difficilissimi studi, che si possa tentare il confronto con altro pezzo della tavola. A questo punto mi pare più propendere ad un errore nella certificazione del pezzo, sebbene il perito meriti ogni indiscussa stima ed autorevolezza.
Caro
Franco 
, ma la Trinacria in figura evidenzia una doppia “T”. Tale caratteristica, primaria e costante, nel plattaggio le attribuirebbe la posizione nr. 5 della tavola.
OSSERVIAMO IL RECTO. Notiamo che a sx il colore è intenso, mentre a destra si presenta scolorita.
Anche l’inchiostro del bollo “ANNULLATO” evidenzia le due anomalie

. Pertanto, considerando quanto ci appare al verso (di cui in seguito si esporrà) appare evidente che il pezzo è stato oggetto di un pesante intervento di sostanze solventi e tenuto conto del risultato finale, il tutto appare come un lavoro non portato al termine.
1)
In GIALLO: partiamo dal presupposto che le due cornici inferiori e superiori sono allineate. L’allineamento lo indichiamo con un segmento di
colore giallo2)
IN ROSSO : si noti, quindi, che nel margine superiore bianco il proseguimento della linea della battuta della rulletta del primo esemplare non trova corrispondenza nell’ esemplare di destra, in quanto
la linea prosegue nel margine bianco. L’assenza del colore che doveva necessariamente esserci non è nemmeno visibile nella parte del margine bianco in cui il colore del FB è più inteso e che ci appare essere stato meno interessato dal solvente. Non pare molto strano
3)
IN VERDE: nell’esemplare di sx, il segmento verde nel margine bianco coincide con la linea di riquadro della composizione, mentre nell’esemplare di destra non appare per nulla indicare essa, in quanto starebbe ad indicare la battuta della rulletta, altrimenti si doveva anche notare quella prima detta. Non pare molto strano
Ancora, per brevità di trattazione, riporto dei particolari notevolmente ancora discordi da un esemplare autentico della detta posizione nr. 5 della tavola:
- Lettere
A-B-C: cosa sono queste irregolarità non esistenti nell’esemplare a sx
- Lettera
D: nel margine dx, dove è finito il segno della rulletta dell’esemplare 6, oltre che il segno della rulletta della 5 doveva molto più evidente al lato
In sostanza, con parole povere, i segni di rulletta destre sono assolutamente inventate e anche ad uno sprovveduto possono apparire come ridipinte.
- Lettera
E: nell’esemplare di destra che fine ha fatto il frego in corrispondenza del segno di frazione e come mai quel segno di frazione è così lungo

Stiamo parlando di incisioni, quindi quel segno di frazione così lungo doveva riscontrarsi anche nell’esemplare autentico.
Inoltre, manca il frego della frazione che è una costante nelle Trinacrie e nelle Croci 5. Non vi pare
Lettera
F:
che fine hanno fatto quelle tipiche macchie di colore e le parti più evidenti della G di grano e perché il cerchio si interrompe sotto la base della T
Nondimeno la diversità della macchia a destra della doppia T
- Lettera
G: perché, a sinistra di P, il cerchio esterno è interrotto ed in quel punto sembra invece pendere verso il basso
Allora, non mi sembra poco, ma già solo queste osservazioni mi fanno fortemente sospettare che l’esemplare di dx non sia immacolato e che sia stato interessato non solo da un intervento estetico e ridipinto
confronto.jpg
Già solo dall’immagine da monitor mi fa propendere per un assemblaggio di pezzi.
ADESSO PASSIAMO AL VERSO. Antonello Cerruti ci ha rappresentato che quell’annotazione a matita starebbe ad indicare che il pezzo è passato anche da un’asta Bolaffi. Ebbene, già tanto mi fare escludere che una possibile varietà possa essere “sfuggita” all’occhio di persona ultracompetente. Ciò non fa venir meno comunque fiducia che ho verso il perito che l'ha certifcata.
Qualcuno mi saprebbe indicare il perché quello che viene detto “decalco” appare solo parzialmente in corrispondenza della parte maggiormente inchiostrata al recto e non interessa anche la parte ove è evidente la filigrana del giglio borbonico
Abbastanza evidenti mi sembrano le immagini del verso postate anche dagli altri amici che da sole no vi apre raccontino tanto?
Non vi pare che quello che appare il presunto decalco, proprio in perfetta coincidenza del disegno del verso, invece non è altro una trasparenza dall’intervento dei solventi e della procedura adottata?

Io ho una diversa idea di quello che poteva essere un decalco.
A questo punto lascio a voi le conclusioni e non so proprio cosa poter dire di più.
Queste sono le mie opinioni.
Scusatemi tutti, anche Tu Franco, non volevo spingermi sino a tanto.
pasfil
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