effettivamente per la distanza A1/S1 servivano 30/100 di lira austriaca oppure 25/100 di lira italiana.
Se non correttamente affrancate le lettere in quel periodo perdevano l'affrancatura e la lettera veniva spedita in porto assegnato.
Proprio come è successo nel secondo caso che mostri.
Il bollo N.A. impresso nel primo caso non ricordo più quando venne introdotto ma immagino significhi NON ADDEBITARE. Lo ricordo su lettere tra Austria e Italia post 15/5/1862 e forse su una lettera interna postata qui sul forum che forse in quel caso innescava l'esenzione. Nella convenzione Austria-Francia del 1844 c'è per entrambe le amministrazioni il bollo N.D. che però essendo l'acronimo di NON DEBITEE potrebbe essere stato scartato dagli austriaci in quanto francesismo.

L'applicazione del bollo N.A. potrebbe essere stato un escamotage studiato tra mittente e destinatario, con l'aiuto del commesso di Angera (?) , per spedire in porto mediato aggirando l'obbligo del PP o del PA.
Magari mittente e destinatario si erano accordati per non esagerare con le spese postali a carico di ognuno ma mediandole. Così facendo ognuno pagava la propria parte: il mittente risparmiava il 50% della spedizione, 15 e non 30/100, e il destinatario il 20%, 20/100 anziché 25.
Magari la corrispondenza era cospicua e alla fine un certo risparmio si veniva a creare.
Poi bisognerebbe capire se la "trovata" fu permessa nel tempo oppure se intervenne qualche autorità superiore per stopparla. Tante volte noi collezionisti non facciamo caso a cosa sta "dietro" una lettera anomala.
Quindi servirebbero altri casi diluiti nel tempo.
