Uso postale e tassazione delle marche da bollo

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francesco luraschi
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Re: Tariffa di Lombardo-Veneto

Messaggio da francesco luraschi »

Secondo me l'errore di Ferchenbauer sta nel definire fuori validità le marche in lire nel 1856. A meno che in Austria ci sia stata una disposizione diversa che non conosco.


L'anomalia è il comportamento di Vicenza che non ritenne valide le marche in un periodo in cui una circolare interna ne sanciva la loro validità postale. O, almeno, istruiva gli impiegati a non tassare le lettere con queste marche e nel frattempo tenere il conteggio di quante ne vedevano passare.

A pag.415 del libri di H.Avi c'è una lettera da Vicenza per Milano affrancata per c.30 (francobollo)+c.15(marca) non tassata e con la marca regolarmente annullata. Non c'è però l'anno che però dovrebbe essere 1855-1856


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Tergesteo
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Re: Tariffa di Lombardo-Veneto

Messaggio da Tergesteo »

A prescindere,credo che i vicentini fossero dubbiosi e rimandarono a Trieste la patata bollente.

L'annullo triestino inconsueto è proprio dell'ufficio di controllo,il che significa che fu chiesto ad funzionario di decidere se tassare (o di applicare la tassazione già scritta a Vicenza) o meno la lettera.

Fabio Sottoriva ha firmato la lettera,in occasione della mostra annuale del circolo filatelico-numismatico di Rovereto,in cui,qualche anno fa,fu esposta la collezione di storia postale triestina di Perpaolo Rupena.

So per certo che non è stato redatto alcun certificato.

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fildoc
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Re: Tariffa di Lombardo-Veneto

Messaggio da fildoc »

Io la penso diversamente....
La croce in rosso indica che la busta è franca.
la croce passa sopra le marche quindi è stata messa dopo.
I francobolli se non validi dovevano non essere annullati.
Non aveva senso annullarli se si fosse pagata la tassa di 12:
infatti in quel caso le marche erano solo fuori luogo e potevano essere riutilizzate per la loro funzione visto che non erano state considerate per il pagamento postale!
Il timbro Triest sul 12 indica chiaramente un intervento attivo del capoufficio sulla tassa che viene rettificata e a dimostrazione di cio' obliterata con annullo ovale.

La mia versione:
parte da Vicenza affrancata con le marche.
A Vicenza non le ritengno valide, giustamente non accettandole non le annullano e caricano 12 kreuzer al destinatario.
Luigi Chioggia a Trieste aveva dei santi in paradiso...
Pertanto gli fanno il favore di non fargli pagare la tassa e accettano il pre-pagamento in marche!
Annullano pertanto le marche, fanno una croce rossa di franca a destino cancellando di fatto la tassa e a controprova ci mettono sopra pure un timbro sopra la tassa non riscossa!

Se fosse vera la versione di Ferchenbauer non ci sarebbe la croce in rosso, e non ci sarebbe il timbro sul 12!

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Tergesteo
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Re: Tariffa di Lombardo-Veneto

Messaggio da Tergesteo »

In tal caso,la busta è ancora più interessante!

Se i vicentini l'avessero data per valida,avremmo una (pur rara) busta bicolore da Vicenza a Trieste (magari tassata in arrivo).

Lo stesso Rupena,dice che in realtà,le cose andarono in modo diverso da quanto scritto da Ferchenbauer;dovremmo riparlarne.

Chi sbaglia di grosso invece è il Sassone che cita questa lettera come esempio di marche da bollo lombardo venete usate in Austria.

In ogni caso,trattasi di annullo d'ufficio apposto in arrivo!

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francesco luraschi
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Re: Tariffa di Lombardo-Veneto

Messaggio da francesco luraschi »

In fondo sono contento se la mia teoria iniziale, che ha trovato pure l'appoggio di Massimiliano, regge il confronto con l'esperienza di Ferchenbauer.

Il problema dell'uso postale delle marche da bollo è ancora lontano da una completa soluzione (uno per tutti: il taglio da 75 cent. su lettere della I distanza che non sembrano particolarmente pesanti) anche se sono stati fatti passi avanti rispetto a quanto scritto dal del Bianco il quale individuava la causa nell'operato truffaldino dei corrieri invece che nelle sedi di rivendita promiscua bollini da lettere e marche da bollo.

Corriere che, è bene ricordarlo, non erano autorizzati al trasporto di lettere sciolte al di fuori del mazzo che si scambiavano gli uffici.

Anche tra i documenti si rileva un aggiornamento: si tratta della circolare interna del 1855 (allegata)che furbescamente autorizzava gli impiegati a fare passare senza tassazione le lettere affrancate con marche quando contemporaneamente si avvisava tramite giornali che le stesse marche non sarebbero state ammesse in posta.

La cosa particolare, e lo ripeto, è il comportamento di Vicenza: sicuramente era trascorso il semestre di rilevazione. E'possibile che l'indecisione derivi dal fatto di non avere avuto altre istruzioni a riguardo oppure che l'impiegato sia rimasto indeciso vista la destinazione estera della lettera. Come è già stato scritto, si decise di girare il problema a destinazione.

Non è da escludere tuttavia che la differente modalità di "lavorazione" delle lettere del 1856 sia dipesa solamente dal fatto che c'erano modi di giudicare e prassi difformi, fino a quando la faccenda non si assesta in senso "moderno" e cioè che le marche da bollo non sono bollini della posta

Precisazione: esistono lettere per il Piemonte con marche da 75 cent. non tassate così come abbiamo visto Vicenza spedire tranquillamente per Milano senza farsi problemi.

Il fatto della tassazione e dell'annullo dei francobolli, una doppia e ingiusta penalità, non dirime la questione dato che esistono lettere tassate con marche annullate sia a penna sia con timbro postale (Coccaglio e Venezia sono sul libro di H.Avi). Ma questo è un discorso che apre altri e inediti scenari.

Più probabile a favore della teoria "italiana" l'uso del tipario di un dirigente che si prende la responsabilità della regolarizzazione della spedizione e, questo a me era sfuggito ma lo ha notato giustamente Massimiliano, lo stesso timbro posto proprio a cassare la tassa.


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giancarlo colombo
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Re: Tariffa di Lombardo-Veneto

Messaggio da giancarlo colombo »

fildoc ha scritto:
c'è una circolare del 1855 che avvisava i postali di non tassare le lettere con le marche eventualmente trovate in buca

Si' d'accordo esiste una circolare anche di tolleranza....
Ma sostanzialmente sembra che l'uso delle marche sia nato come un fenomeno spontaneo senza alcuna regolamentazione iniziale.
Tuttavia esso appare molto piu' diffuso del suo contrario (uso fiscale di francobolli....)
Probabilmente tutto questo nasce dal fatto che le forniture di francobolli erano a volte critiche e gli uffici postali restavano sprovvisti di alcuni tagli.
Per contro le marche dovevano essere piu' facilmente reperibili.
Tra l'altro perchè quest'ultime, avendo spesso gestione e annullamenti privati, erano più comuni nei cassetti dei commercianti.
Teniamo poi conto sempre dell'aggio favorevole....
Quanto all'uso di affracature da 75 centesimi, io le trovo rare , ma non rarissime...
Ne ho una perfino io!
Seppur non bellissima (non me la potrei permettere altrimenti....)


Ciao Massimiliano,

Cosa pensi di questa ?
peccato che la lettera è strappata sul
lato sinistro
http://imageshack.us/a/img543/9217/lecco.jpg
lecco.jpg


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francesco luraschi
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Re: Tariffa di Lombardo-Veneto

Messaggio da francesco luraschi »

In teoria lo spazio per un altro francobollo ci sarebbe a sinistra. Questo lo si intuisce dal taglio sull'indirizzo. E non è detto si sia trattato di un c.15
dato che per esempio con un c.45 si sarebbe raggiunto un IV porto.

L'esempio della lettera Como-Trieste è significativo per il posizionamento particolare dei francobolli.

Comunque questa rientra tra le lettere affrancate per c.75, marche o francobolli che siano, che restano un mistero.

In ogni caso questa tariffa non è mai esistita nel LV e su questo penso siamo tutti d'accordo.


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francesco luraschi
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Re: Tariffa di Lombardo-Veneto

Messaggio da francesco luraschi »

...ovviamente se la tariffa Lecco-Sondrio era di c.30 ...che non ho controllato.


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Tergesteo
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Re: Tariffa di Lombardo-Veneto

Messaggio da Tergesteo »

Lecco-Sondrio rientra nella prima distanza.

Perchè non ipotizzare una lettera da cinque porti,che in tal caso sarebbe completa?

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Re: Tariffa di Lombardo-Veneto

Messaggio da francesco luraschi »

Certo! Se è una I distanza, e infatti mi era sorto questo dubbio, il problema non si pone.


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Re: Tariffa di Lombardo-Veneto

Messaggio da fildoc »

Infatti..... :-)

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Fiscali

Messaggio da jampi »

Il libro di Helmut Avi "Lombardo-Veneto - Le marche da bollo usate per posta 1854-1858" è una delle opere più interessanti sul regno Lombardo-Veneto inquanto analizza e documenta un uso improprio di valori bollati su corrispondenze postali.
L'opera è però datata: risale infatti al 1982, circa trentanni fa.
Non escludo, cioè, che in questo spazio di tempo ci possano essere state delle nuove scoperte.

Ad esempio, a pag. 214 del succitato testo, non è riportato il CO di Camposampiero sui fiscali (l'autore specifica che "non ci è noto sui fiscali") che fu introdotto il 18.12.57 (data ricavata dal Sassone annullamenti) e che quindi lascia uno spiraglio teorico di circa un anno, visto che l'ultimo uso tollerato (cioè non tassati) di fiscali su documenti postali del Lombardo Veneto è databile al 1858.

A pag. 227, alla voce Castelfranco, sono catalogate come "Besondere Frankaturen" (affrancature particolari) una mista 15 centesimi fiscale (calcografico) con 15 centesimi ordinario in data 17.1 (l'anno non è riportato, ma deve essere dal 54 in poi, anno dell'introduzione del C1 a Castelfranco Veneto).
Non ho mai potuto vedere la busta a cui si riferisce.
Qualcuno tra Voi ha notizie di essa?
Mi accontenterei almeno della scansione: si tratta senza dubbio di uno dei pezzi più belli provenienti da Castelfranco.

Anche del 30 centesimi fiscale con annullo CO di Camposampiero non mi è nota un'immagine, anche se il libro di Avi a pag. 214 la cataloga (seppure con seltenheitsgrad R che equivale da 6 a 20 lettere esistenti, come si evince dalla chiave del catalogo)

A completamento allego due immagini di buste in mio possesso per "invogliare" i lettori a rispondere.
Un caro saluto a tutti
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Re: Fiscali

Messaggio da francesco luraschi »

Ciao Giampj,

la lettera da Castelfranco del 1856 mi sembra in periodo di tolleranza. Stasera controllo per sicurezza.

Una domanda: è sigillata al verso?

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Re: Fiscali

Messaggio da jampi »

francesco luraschi ha scritto:Ciao Giampj,

la lettera da Castelfranco del 1856 mi sembra in periodo di tolleranza. Stasera controllo per sicurezza.

Una domanda: è sigillata al verso?

Ciao:


Ciao,
Non è una lettera, ma un manifesto ripiegato: è la richiesta di ristampa alla tipografia a cui è indirizzata la missiva.
Il documento è integro, cioè il manifesto è intero così come la parte manoscritta (che si potrebbe definire lettera accompagnatoria) in cui c'è la richiesta di ristampa.
Helmut Avi assegna una seltenheitsgrad M a tale combinazione.
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Re: Fiscali

Messaggio da francesco luraschi »

Jampi,

a me interessava solo sapere se era stata inviata chiusa o aperta. In questo caso, essendo uno stampato come effettivamente si intravede dalla scan, poteva essere sovraaffrancata con c.15 anzichè c.5. e l'affrancatura fiscale sottointendere l'utilizzo di una marca che magari non serviva più.

Se dici che accanto allo stampato c'è pure una parte manoscritta oltre la data e la firma il particolare della chiusura non è più influente.

La lettera quindi è in tariffa esatta non potendo godere della moderazione tariffaria per stampati.

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Re: Fiscali

Messaggio da jampi »

Grazie delle tue risposte.
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Re: Fiscali

Messaggio da fildoc »

Quando uno stampato era chiuso con il sigillo automaticamente diventava lettera e non piu' stampe............
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Re: Fiscali

Messaggio da jampi »

fildoc ha scritto:Quando uno stampato era chiuso con il sigillo automaticamente diventava lettera e non piu' stampe............


Corretto.
La "lettera" è in tariffa.
La cosa interessante è che proviene dal comune di Castelfranco (come si evince dal timbro apposto in alto a destra) che evidentemente usava marche da bollo e francobolli allo stesso modo.
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Re: Fiscali

Messaggio da fildoc »

E' tempo che si discute su chi veramente usava le marche al posto dei francobolli...
Non è a tuttoggi molto chiaro!
Infatti vi sono numerose circolari ufficiali che ne vietano l'uso e vi sono documenti in cui questa pratica veniva addirittura tassata!
Tuttavia la presenza di alcune raccomandate ci fa pensare che alcuni uffici postali le abbiano proprio usate, anche
se tali marche erano prodotte da un ministero diverso da quello che gestiva le poste!
In verita' credo che molte volte erano usate dai commercianti che le avevano nei loro cassetti per gli usi fiscali,
e gli impiegati postali in buona fede o per compiacenza le tolleravano.
Vi sono perfino rari casi di marche accettate in partenza e tassate in arrivo!!!
Una delle ipotesi per l'uso è la carenza di francobolli, (come quando usavano il 5 cent + 10 cent. per fare il 15 cent....
oppure tre da 10 cent per fare il 30 cent....
E anche questa puo' essere un'altra reale possibilita'.
Probabilmente svariate furono le motivazioni dell'uso.....
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Re: Fiscali

Messaggio da francesco luraschi »

Con il tempo sicuramente seguirà un altro approfondimento in tema oltre quello già pubblicato su Storie di Posta che colmava una lacuna durata per decenni.

Tra semestre di tolleranza, sancito da doc coevo inedito, e data della pubblicazione dell'ennesimo divieto passarono quasi 18 mesi.

Ci sono aspetti oscuri, è vero. Tuttavia i punti di vendita promiscui francobolli/marche furono uno dei motivi della diffusione delle marche in posta. Come non pensare alla postara milanese Carolina Bassi che vendeva anche francobolli? Poi ci sono le affrancature d'emergenza ecc...

E poi nei piccoli centri l'ufficio postale coincideva magari con la rivendita di generi di privativa.

Il fatto che si trovino su raccomandata non è la discriminante per stabilire che la vendita delle marche avveniva negli uffici postali. Ognuno poteva approntare una raccomandata da sè, a casa, salvo poi doverla presentare all'UP per la registrazione. A memoria dico che divenne possibile gettare una raccomandata in buca solo dal 1860.

Per questo motivo le raccomandate tassate ante 1859 sono rare e dovute ad errori degli impiegati.

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