Ho rintracciato l'elenco degli uffici forniti di tipario in acciaio nel periodo 1839-1840 (!!!) che quindi costituiscono un'elite in termne di traffico/fatturato. Tutte le direzioni non fanno parte dell'elenco ma ebbero tipari in acciaio.
Casalmaggiore-Chiari-Codogno -Crema-Desenzano-Lecco-Lonato-Monza-Morbegno-Salò-Sesto Calende-Sondrio-Varese.
Ben pochi di questi "eletti" vennero sicuramente muniti di un tipario "muto", magari qualcuno è sconosciuto( il muto di Lecco ha la faccia della fornitura centralizzata, qualcun altro un po'meno).
Ecco quanto scrive la dispo del marzo 1850, ho aggiunto in maiuscolo una parte che ora mi sembra significativa:
"Presso i maggiori uffici, ove occorre nell'ultimo momento di timbrare con sollecitudine molte lettere, si potrà forse verificare il bisogno di provvedere di un apposito timbro per i bolli di affrancazione applicando il timbro dell'impostazione separatamente sulle lettere come finora. IN TAL PROPOSITO SAREBBE DA RASSEGNARSI RAPPORTO ALLA SCRIVENTE" .
A me personalmente sembra strano, ma molto strano!!!, che uffici tipo Edolo, Varenna e Viadana vennero forniti da Vienna di un tipario che sarebbe costato almeno 15-20 lire. Però non posso escluderlo con certezza.
Più probabile una produzione locale, che però non vuole dire "privata",magari da parte di commessi benestanti o in vena di emulazione.
Con il corredo di timbri in uso presso gli uffici quale opzione avrebbero avuto anche uffici maggiori tipo Mantova per annullare francobolli sfuggiti al timbro in partenza? Il corredo standard di tipari negli uffici di nuova apertura è noto. E nessuno si adattava a operazioni di regolarizzazione di spedizioni difettose, almeno nell'estate del 1850.
Guidizzolo viene dai cataloghi messo tra i muti ma questo annullo è una cosa diversa perché il periodo dei muti è caratterizzato da un sincronismo e parallelo tra datario e annullatore.
Finchè non si trova un doc si vaga nel campo delle ipotesi.

Francesco