
Quella che segue è una libera trascrizione della discussione sull’argomento avvenuta nel forum.
Alcuni francobolli possono presentare delle macchiette di ruggine, a volte solo sul “verso”, in altri casi sia al “recto” che al “verso”, e in alcuni casi la macchia è passata anche sulla carta dell’album…. un problema serio per il collezionista?
A questo punto le domande fondamentali sono due:
la situazione continuerà a peggiorare?
è possibile evitare che le macchie si allarghino o peggio ancora che si trasmettano ai pezzi vicini (sulla stessa pagina o peggio attraverso i fogli dell’album stesso)?
Sono domande a cui molti hanno cercato di dare risposte pratiche.
In effetti le famose macchie di ruggine non sono altro che funghi o batteri generati dalle colle organiche che si usavano una volta quando queste (colle) erano tenute in ambienti umidi.
La grossa fregatura è che queste muffe aumentano col tempo e rischiano non solo di deturpare e rovinare il francobollo, ma anche di trasmettersi al supporto e poi di aggredire anche gli altri francobolli sani.
Come prima mossa anti-ruggine bisognerebbe isolare il malato e tenerlo in ambiente a temperatura controllata con un grado di umidità (se non ricordo male) intorno al 15%.
Questo dovrebbe bloccare il processo, ma non sconfiggere il male.
Tempo fa sentii parlare di benzina avio per lavare i francobolli, ma se questo andrebbe bene sul recto, al verso la gomma potrebbe venire danneggiata?
Il modo d’uso era quello di inumidire un batuffolo di cotone con benzina avio (che era super raffinata) e con questo detergere la zona macchiata.
Ricordo che mio nonno usava la AVIO per controllare le filigrane e imperfezioni dei francobolli nuovi (allora non esistevano molte diavolerie ) e quindi credo che non danneggi le gomme, ma non conosco i benefici sulle muffe.
La benzina avio di sicuro non danneggia il francobollo nè la gomma, anzi serve proprio a mettere in risalto la filigrana.
La benzina infatti non dovrebbe intaccare la gomma, visto che si può usare per verificare la filigrana anche sui bolli nuovi, certo strofinare potrebbe portare qualche rischio.
Sui bolli usati, ho sentito parlare di trattamenti con acqua e varechina o bicarbonato, non conosco però le dosi, la varechina credo si possa usare solo al verso e con parsimonia, non ho mai provato, si può sempre sperimentare su qualche doppione di scarso valore.
L’innesco del processo degenerativo inizia nel substrato del francobollo (ovviamente la carta)!
Guardandomi intorno negli scaffali della biblioteca di famiglia notavo che i libri più vecchi (anni ’30-’40) hanno effettivamente la tendenza ad avere pagine ingiallite/arrossate (presumo che il principi di base sia lo stesso), il mio sospetto puntava (ed adesso ne ho praticamente la conferma!) su quel minimo di componenti metallici che possono aver fatto parte dell’impasto di cellulosa all’origine.
Mi spiego meglio, magari piccole porzioni di materiali metallici facevano parte in origine dell’impasto con cui è stata fatta la carta (lo ritengo abbastanza improbabile, non mi risulta che merceologicamente vengano fatti procedimenti del genere neanche su carte speciali!!) ma di certo è possibile che un minimo di contaminazione avvenga durante il normale procedimento produttivo (non dimentichiamo che il 95% della lavorazione della carta viene effettuato “ad umido” e con macchinari in acciaio!!), quindi particelle infinitesimali di metalli ferrosi FANNO DI CERTO PARTE DELL’IMPASTO FINALE!
Sembra quindi che il collante a base organica possa fare da “innesco” o da “accelerante” in questo normale processo degenerativo della carta stessa (in effetti, ritornando ai libri, ho francobolli più recenti degli anni 30-40 che sono messi nettamente peggio di alcuni libri di fine ‘800!!)
Un’altra cosa che ho notato sugli usati è che spesso l’origine del deterioramento, sembra coincidere con un accumulo di inchiostro sull’annullo! che possa essere dovuto alle componenti metalliche presenti anche negli inchiostri tipografici o nei “punzoni” dei timbri postali stessi?
Per gli usati basta immergere i francobolli in una soluzione di acqua e sale per qualche minuto o più a lungo in ragione dell’estensione delle macchie.
Per i nuovi c’è bisogno di un distinguo fra quelli con gomma bicolore e quelli con macchie.
Quelli con gomma bicolore, che generalmente è dovuta alla conservazione del francobollo in taschine o alla sovrapposizione parziale di altri francobolli, si devono esporre ai raggi diretti del sole con una inclinazione di 45° rispetto ai raggi stessi. questa è una raccomandazione molto importante, altrimenti si rischia di aumentare il contrasto del bicolore.
Naturalmente parliamo del retro del francobollo, cioè quello gommato.
Quelli macchiati, invece, andranno gasati; nel senso che vanno posti in una piccola camera stagna in cui viene immesso un particolare gas (non so quale, perdonatemi l’incompletezza).
Questa tecnica abbastanza nuova è ancora poco usata perchè non esistono ancora camere prodotte industrialmente, ma solo artigianalmente, e poi perchè il gas è abbastanza nocivo.
Ma… è qui il grosso problema… le macchie sembrano eliminate ed invece sono ancora lì anche se in forma latente e se ponete il francobollo trattato sotto la lampada di WOOD vedrete quelle che erano una volta le macchie di ruggine come macchie luminescenti ed in molti casi, purtroppo, le macchie ritornano dopo alcuni mesi.
Esito delle prove:
1) benzina: le macchie non sono sparite, tra un po’ di tempo vedremo se effettivamente smettono di estendersi!!
2) immersione in acqua e sale (parecchio) per 20 minuti: nessun risultato;
3) immersione in bicarbonato: nessun risultato apprezzabile;
4) immersione in acqua e candeggina al 25%: nessun risultato;
5) immersione per 20 min. in candeggina assoluta (quella che salva i colori): la maggior parte delle macchie è sparita ed il disegno non è stato intaccato;
6) immersione in benzina rettificata (tipo per accendini!): né miglioramenti, né peggioramenti; 7) immersione in acqua ossigenata per uso “medico” (2 volumi) per circa 10 minuti: le macchie si sono appena schiarite, in compenso il resto della carta ha riacquistato un colore più vivo, più simile alla “carta nuova”, risulta un po’ più viva di prima, il colore della stampa sulla pare anteriore risulta più vivido, come se fosse stata asportata una patina di sporco;
8) un paio di immersioni in AVIO e acqua demineralizzata (solo per usati) e se dopo la verifica dovessero ancora avere imperfezioni un bagno in cloruro di sodio per pochi secondi: funziona;
Attenzione: la candeggina forte (oltre 5 vol. di cloro) funziona, ma bisogna stare attenti a non lasciare i bolli troppo a lungo, 2/3 minuti e poi risciacquare, caso mai ripetere, se se ne dimentica si corre il rischio di avere francobolli sbiaditi nei colori e nell’annullo.
Per gli usati, alcune gocce di candeggina in acqua tiepida funzionano benissimo, sia per la ruggine. sia per i francobolli che si ingialliscono o arrossano per colpa delle buste ( ma solo se fatto appena staccati dalla busta ed ancora bagnati). Naturalmente pochi minuti di immersione e risciacquo immediato.
Per l’usato funziona immergere per qualche minuto il francobollo in una bacinella con acqua e varechina (anche se inizialmente c’è da capire il dosaggio), esistono comunque prodotti specifici in commercio (ad esempio della Lindner).
Le prove di Pino
Ebbrezza del rischio!!! Pino ha preso un 20 centesimi di Toscana governo provvisorio con ormai il colore azzurro che era più giallo-oro che altro e seguendo i consigli di Biondi l’ha “salato” a dovere (proporzione 10:1).
Modus operandi: ho steso il vecchio corpo semimummificato nella vaschetta nera che serve da odontometro e dopo aver versato pochissima acqua ho coperto il tutto con un paio di centimetri di buon sale fino da cucina e lasciato riposare fino al mattino…
Osservazioni del mattino: un buon 20% di giallo-oro-rosso era sparito ed il restante appena schiarito. In compenso le parti visibili di colore originale sembravano più vive e fresche.
L’operazione è stata ripetuta fino al pomeriggio.
Osservazioni del pomeriggio: nessun risultato notevole, ma solo piccoli miglioramenti delle macchie.
A questo punto Pino ha versato due-gocce-due di candeggina casalinga sull’ammasso di sale ancora presente sul francobollo e lasciato riposare per un ora e quindi lavato in abbondante acqua fresca.
Osservazioni finali: il 90% del francobollo risulta privo di macchie, a parte un angolo il cui rosso è diventato giallognolo. In compenso l’azzurro originale del francobollo mi sembra ora più carta da zucchero, anche se il colore è davvero brillante e la carta leggermente sbiancata.
Inoltre la firma del perito Biondi sul retro non si è sciolta nell’acqua.
Seconda prova di Pino con un 45 cent del Lombardo Veneto in condizioni disperate. Ecco il risultato:
Il francobollo sembra perfetto, a parte un piccolo alone intorno all’annullo e ad un angolo con un ombra giallastra, visibile più dal retro.
La sigla del perito Biondi, anche in questo caso, non è andata persa nell’acqua.
Questa volta il trattamento è stato un bagno di otto ore in poca acqua e molto sale. Quindi sono state aggiunte due gocce (ma sempre solo due), sopra il sale, di candeggina casalinga e lasciato riposare per circa un’altra ora. Poi risciacquo in acqua fresca.
La gelatina di Pino
Terzo esperimento di Pino: la cura è per un francobollo “messo male”, un due grana delle Province Napoletane, naturalmente usato.
Questa volta abbiamo anche il confronto alla lampada di Wood.
Il risultato: questa volta il retro è rimasto più macchiato (o meno pulito) per due possibili motivi in concomitanza fra loro: macchie meno estese ma più profonde e tempo di permanenza del francobollo nella gelatina, formata da sale e candeggina e pochissima acqua, inferiore (solo 30 minuti)
I consigli di Giorgio
Giorgio riporta la risposta avuta dal Sig. Giorgio Landmans ad una sua mail in cui richiedeva suggerimenti per il lavaggio di francobolli “arruginiti”:
Risposta – “I francobolli USATI con formazioni di residui detti di ruggine (che ruggine non è) o comunque con macchie giallastre più o meno estese, sono il prodotto di errato modo di conservazione, specie a causa dal pessimo materiale usato dai produttori di classificatori.
Non perda la testa, la cosa è facilmente risolvibile.
Basta lavarli in acqua tiepida con qualche goccia (solo goccia) di candeggina (rapporto massimo 1/100). Indi rilavarli in nuova acqua tiepida contenente qualche goccia di aceto bianco (rapporto 1/100) che serve per fissare i colori; (io aggiungo anche un poco di amido per dar più corpo ai francobolli). Indi sistemarli ancora bagnati, divisi tra di loro e lontano da fonti di calore, in carta asciugante possibilmente pesante. In mancanza di tale carta asciugante adoperare i normali fogli di carta da casa che potranno essere anch’essi impilati tra di loro. Lasciare asciugare il tutto quanto basta.
Sarà bene, una volta asciutti, dare ad ognuno una sorta di veloce stiratina al retro con l’asta laterale di una pinzetta per renderli più compatti. Ora è necessaria una ulteriore attenzione. Meglio applicarli con una volgare linguella su volgari fogli di album che non inserirli in una qualsivoglia taschina.”
Giorgio ha messo in pratica i suggerimenti utilizzando tre differenti vaschette, la prima con acqua e candeggina in proporzione 1/100, la seconda con acqua e aceto sempre in proporzione 1/100, la terza con solo acqua demineralizzata. Il risultato è stato ottimo, la carta è bianca e tranne alcuni che presentano ancora piccolissime tracce di ingiallimento, che mi riprometto di trattare eventualmente con dose maggiore di candeggina.
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