Il bollo dal Preunitario al Regno d’Italia (di Giuseppe Cirneco)

Il bollo dal Preunitario al Regno d’Italia (di Giuseppe Cirneco)

Il passaggio dagli Stati Preunitari al Regno d’Italia portò anche alla unificazione del tipo di annullamento da usare. Inizialmente si usarono le tipologie in corso negli Stati Sardi con la sola eccezione del lineare “raccomandata” al posto di “assicurata” che ora viene usata solo per le lettere con valore dichiarato.
L’incontro del Regio Commissario Cav. Perazzi con la famiglia De La Rue a Londra, oltre a portare novità nell’ambito dell’esecuzione e stampa di nuovi francobolli, portò anche alla decisione di provvedere all’uso di un nuovo tipo di annullatore e di un nuovo inchiostro che rendessero impossibile il riutilizzo fraudolento dei francobolli.
I consigli più importanti vengono proprio da Warren De La Rue e propendono per inchiostri indelebili ed annullatori “killer” che incidono il francobollo o ne taglino la superficie.
I primi esperimenti si tengono a Torino, dal 4 marzo al 9 maggio del 1864, utilizzando una macchina bollatrice inglese. I bolli usati furono due: il bollo a rombi sardo, messo ancora manualmente, che annullava il francobollo; mentre un piccolo bollo circolare contenente la data ed il nome della città di partenza veniva impresso con la macchinetta generalmente sulla lettera.

[uso del bollo con rombi sardo più bollo circolare del tipo inglese]

 

A questi esperimenti se ne affiancarono altri ed in questo secondo caso si preferì lavorare solo sul francobollo piuttosto che sulla lettera, forse per accelerare i tempi delle prove, non dovendo attendere il ritorno delle lettere e considerando che in effetti era il francobollo che poteva essere riusato e quindi su di esso si accentrarono le attenzioni.
Si usarono i francobolli detti “De La Rue” in fogli provenienti da Londra per tutti i valori, tutti soprastampati “SAGGIO” e non dentellati, ad eccezione del 2 lire che è dentellato.
Non si fa uso di inchiostro indelebile perché quello proveniente dall’Inghilterra emana un cattivo odore e perciò si continua ad usare quello già in uso che è inchiostro da stampa di colore nero, ben sciolto con olio di oliva oppure nero di fumo ben macinato con olio di noce cotto ed allungato con olio di oliva. Si evitò sempre di usare inchiostro per scrivere perché (pare) corrosivo dei bolli.

Queste furono le prove di annullamento:

 

Bollo circolare “TORINO 25 LUGL 65 4 S” in dotazione con la macchinetta acquistata a Londra. E’ probabile che la data indichi il giorno in cui siano state effettuate le stampe di prova. Su trenta centesimi.

 

Bollo a rombo rettangolare, già in uso negli Stati Sardi.

 

Bollo a sbarre diagonali con lo stemma sabaudo al centro.

 

Bollo ovale di tipo francese con una grande cifra 5110 e piccoli punti.

 

Bollo ovale con punti grandi e cifra 765 al centro. Il due lire è l’unico francobollo soprastampato SAGGIO dentellato.

 

Bollo rettangolare con la cifra 149 al centro e punti romboidali leggermente diversi nei quattro angoli.

 

Per controllare che l’inchiostro non scomparisse con i lavaggi, si fecero delle prove su questi francobolli con composti chimici, suggeriti (probabilmente) da Warren De La Rue che nell’azienda di famiglia si occupava dei procedimenti chimici inerenti i colori.
La scelta finale fu fra gli ultimi due tipi e questi dettero origine al bollo numerale a punti entrato in vigore il 1 maggio 1866 così come riportato sul “Supplemento al Bullettino Postale” n. 2 del 1866 in cui viene anche pubblicato l’elenco dei 2503 uffici postali in funzione allora e, la loro divisione in classi.

[due esempi di trattamento con acidi]

 

Pino Cirneco

 

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