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Fiume e i suoi francobolli (di Pino Cirneco)

Fiume e i suoi francobolli (di Pino Cirneco)

Dal 1° maggio 1871 Fiume passò all’amministrazione ungherese ed usò francobolli ungheresi fino al dicembre 1918.
Nel 1918 la città venne occupata da truppe croate.
Alcuni giorni dopo e cioè il 30 ottobre 1918 avvenne l’annessione all’Italia a seguito di un plebiscito popolare.
Il 17 novembre le truppe croate abbandonano la città sostituite da quelle italiane, e viene insediato un Comando Interalleato.
Governata da un proprio Consiglio Nazionale, ebbe la possibilità e la facoltà, a partire dal 17 novembre 1918, di emettere carte valori e francobolli propri con la sola limitazione a non riprodurre simboli politici.

Dal 2 dicembre 1918 si utilizzarono francobolli d’Ungheria soprastampati Fiume.
Il 12 settembre 1919 Fiume viene occupata da Gabriele D’Annunzio ed i suoi legionari.
A questo punto vi fu un accordo fra Italia e Jugoslavia per riconoscere Fiume come Stato Indipendente; D’Annunzio si oppose e tentò di creare la Reggenza Italiana Del Carnaro.
Non ebbe successo e dopo l’elezione della Costituente fu formato il Governo Autonomo il 8-11-1922.
Questa è a grandi linee la storia politica di Fiume .

La leggenda metropolitana ci parla di una economia ungherese allo sfascio, di una inflazione galoppante, di una povertà diffusa e di corruzione a tutti i livelli politici.
Aggiungiamo che le soprastampe di Fiume vennero approntate da due diverse ditte private e che i francobolli sfusi furono soprastampati a mano anche direttamente dai dipendenti postali dietro richiesta di privati allo sportello postale; è facile vedere il commerciante che si reca in Ungheria e con quattro soldi fa incetta di francobolli svalutati, torna a Fiume e si fa soprastampare i francobolli da dipendenti postali più o meno onesti. Se non addirittura farsi fare un timbrino ad hoc con cui soprastamparli lui stesso.
Per i francobolli che seguirono l’entrata dei legionari a Fiume, il discorso è leggermente diverso.
Furono studiati e preparati a tavolino in grande stile.

Sempre le leggende metropolitane ci raccontano di un D’Annunzio capo di una Loggia Massonica, di un D’Annunzio spendaccione e sempre alla ricerca di fondi per le sue spedizioni.
Ci raccontano di entusiasmi popolari ad ogni sua apparizione in pubblico, di un gran seguito popolare ad ogni suo intervento politico.
Ci raccontano dell’entusiasmo della gente all’emissione dei francobolli che lo rappresentano o che raccontano le sue imprese.
E ci parlano anche di tipografie che lavorano a gran ritmo, anche di notte, e di commercianti che continuano a vendere i… “francobolli di D’Annunzio per la santa causa”

Pino