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Numeri accanto e dentro ai francobolli

Numeri accanto e dentro ai francobolli

Numero di foglio:

Numero di tavola:

Numero di cilindro (e puntini di identificazione del quartino -in questo caso il secondo-) :

Qui sotto mostriamo invece altri interessanti numeri, non accanto ma proprio “nei” francobolli.
Per lo stesso francobollo, il Cent. 25 Michetti per l’Egeo, stessa isola, Caso, da due tavole diverse, abbiamo tre numeri in filigrana diversi, il 4, il 5, il 6.
Questi numeri dovrebbero evidenziare diverse tirature di carta o ditte produttrici, o più probabilmente il numero del ballerino con cui veniva impressa la filigrana.

Numero 4 in filigrana:

Numero 5 in filigrana:

Numero 6 in filigrana:

Le 3 quartine precedenti viste dal recto:

 

Dal Forum di F&F – Marzo 2006 / Settembre 2009
Contributi di cirneco giuseppe (pino)LuckyStr1ke e marcadabollo.
Elaborazione e adattamento: Luca Boldrini.

Distacco francobolli da buste e cartoline colorate

Distacco francobolli da buste e cartoline colorate

Altre 2 utili tecniche per staccare i francobolli dalle buste:
1. per staccarli da buste o carte colorate, basta inzupparli in acqua e sale che minimizzano (ed in alcuni casi evitano del tutto) lo scioglimento del colore che poi rovina i nostri francobolli: le proporzioni sono di 3 cucchiai di sale per ogni tazza grande d’acqua. Provate e riprovate per la concentrazione di sale secondo voi ottimale;
2. riempite un contenitore sufficientemente grande di acqua calda (ma non troppo) e ponetelo sotto il rubinetto di un lavandino. Inserite la MALEDETTA busta colorata nel contenitore ed aprite il rubinetto con acqua calda. L’acqua che scorre da quest’ultimo, andrà a riempire pian piano il contenitore sino all’orlo ed oltre, facendo fuoriuscire pian piano l’acqua ivi contenuta in modo che il “ricambio d’acqua continuo” eviti che il colore della busta abbia il tempo di depositarsi anche sui francobolli. Procedete al distacco quando la colla ha ceduto.

[ Lucas ]

Scatole… filateliche!

Scatole… filateliche!

In filatelia non si butta via niente.

Ecco una bella “ricetta” per riutilizzare dei francobolli rovinati o difettosi, e magari far divertire anche qualche bambino.

Occorrente:

– scatole in legno o in cartone di diverse dimensioni;
– francobolli;
– colla all’acqua per decoupage o colla vinilica;
– vernice lucida trasparente (o opaca) all’acqua per decoupage;
– carta vetrata finissima;
– carta vellutata;
– carta di riso bianca.

Procedimento

1) scartavetrare le scatole di legno fino ad ottenere una superficie liscia;
2) passare una mano di colla all’acqua per decoupage o semplicemente vinavil diluito con acqua sia all’interno che all’esterno delle scatole;
3) strappare con le mani la carta di riso e rivestire tutto l’interno della scatola;
4) ricoprire tutto l’esterno della scatola di francobolli incollandoli con la colla vinilica;
5) stendere una mano di colla vinilica, diluita con acqua, sia all’interno che all’esterno della scatola e lasciare asciugare bene;
6) verniciare, dando più di una mano, l’esterno della scatola con vernice lucida trasparente all’acqua. Attenzione: usare un pennello morbido e attendere che la vernice sia asciugata bene prima di dare un’altra mano di vernice;
7) Ritagliare a misura della base della scatola della carta vellutata e incollarla sotto la scatola;

Ed ecco il risultato:

Buon divertimento!

 

Dal Forum di F&F – Novembre 2008
Contributo di Ypsilon.
Elaborazione e adattamento: Luca Boldrini.

Il plattaggio

Il plattaggio

Deriva dall’inglese “plate”.
Per “plattaggio” è da intendersi l’identificazione della posizione di un francobollo nel foglio, stampato, appunto, mediante un “plate“, ovvero una tavola in tipografia, una pietra in litografia (anche se successivamente il sistema litografico è stato adattato alla lastra metallica (alluminio, zinco) ed una lastra in calcografia.

E’ in calcografia che il plattaggio dà notevoli soddisfazioni e maggiori certezze (pensiamo solo ai francobolli di Napoli e di Sicilia), mentre in una composizione tipografica, con il rimescolamento dei cliché, diventa molto complicato stabilirne la posizione (vedi ad esempio i francobolli di Toscana e Lombardo Veneto).

E’ possibile imbattersi anche nei termini “plate cylinder” e “printing cylinder“: essi sono entrambi da intendersi come cilindro di stampa, il primo relativo alla stampa in piano, il secondo alla stampa in tondo.

 

Dal Forum di F&F – Aprile 2008
Contributo di eurialo&niso.
Elaborazione e adattamento: Luca Boldrini.

Le scuole per impiegati postali

Le scuole per impiegati postali

Le scuole per gli impiegati postali e, in virtù dei progressi tecnologici, anche per tecnici quali telegrafisti, operatori ed impiantisti di varia natura, ebbero inizio nel 1924/25 in Gran Bretagna sotto il Re Giorgio V, ed istituzionalizzate a partire dagli anni ’30.
Di conseguenza, in molti altri paesi del mondo l’organizzazione di tali scuole fu di derivazione britannica.

Nell’immagine che segue sono mostrate due buste di materiale appositamente utilizzato nelle scuole sudanesi, con buste e bolli dedicati:

In queste speciali scuole gli impiegati postali imparavano il mestiere e tutte le pratiche connesse: lezioni teoriche e prove pratiche con materiale di riporto, cioè quello realmente emesso ma soprastampato o demonetizzato allo scopo, come è il caso dei seguenti valori, rispettivamente inglese e neozelandese:

Anche la Francia, allo scopo di addestrare il personale degli uffici postali, ha emesso a suo tempo molti tipi di appositi francobolli senza valore, spesso con dimensioni e colori che richiamavano quelli dei francobolli reali.
Questi francobolli sono regolarmente classificati e quotati dal catalogo Yvert & Tellier.
Qui ne vediamo alcuni, in un’immagine tratta dal sito http://www.stampprinters.info/ che costituisce un’ottima risorsa per informazioni approfondite su questo tipo di emissioni:

 

Dal Forum di F&F – Dicembre 2006 / Febbraio 2007
Contributi di mirko (tazzio24), eurialo&nisofabiov e pilzo.
Elaborazione e adattamento: Luca Boldrini.