La filatelia ha celebrato questo grande ed innovatore pittore in molti francobolli di diversi paesi.
Propongo qui uno dei più belli, secondo me, ovvero riferito ad uno dei quadri che mi piacciono di più: “Il riposo durante la fuga in Egitto” conservato alla Galleria Doria Pamphili di Roma. Una iconografia di questo celebre episodio assai particolare, una delle poche scene ambientate all’aperto nei dipinti di C.
S. Giuseppe tiene tra le mani uno spartito musicale e l’angelo suona una musica celestiale come a far ristorare idealmente i viandanti dalle loro fatiche e a calmare il Bambino che magari piangeva reclamando la sua poppata che la Madonna gli sta per dare.
Il francobollo della RSM del 2009 è in una maximum card.
Poi propongo due errori sempre riferiti ai francobolli dedicati a C.
Uno noto a tutti che potremmo definire veniale. Come molti di voi forse sapranno la data di nascita presente sul francobollo dell’Italia del 1973 è errata. L’anno corretto è il 1571 e non il 1573. Ma come accennavo possiamo considerarlo veniale perché solo successivamente al 1973 è stato ritrovato l’atto di nascita del pittore con la data corretta ed il luogo di nascita (Milano).
L’altro francobollo è dell’Emirato di Ajman e presume di illustrare un quadro di C. che invece è di altro pittore. Il quadro in oggetto è un suonatore di liuto dipinto da Antiveduto Gramatica conservato alla Galleria Sabauda di Torino.
Quindi un errore grossolano (anche se Gramatica sicuramente è stato influenzato dalle idee e dallo stile di C.)
Articolo scritto da Remo sul nostro Forum il 16/07/18
Nato a Vitebsk, nell’attuale Bielorussia, e morto a Saint-Paul-de-Vence nel marzo del 1985, fu di frequente in Francia, di cui prese la cittadinanza, per sperimentare le principali avanguardie artistiche, dal cubismo al fauvismo. La sua pittura, intrisa di motivi legati alla cultura ebraica, si distingueva per la scelta di colori vivaci, attraverso cui veicolava una visione ottimistica della vita.
Marc Chagall nasce in una famiglia ebraica a Vitebsk (dove si parlava yiddish), allora facente parte dell’Impero Russo, oggi in Bielorussia. Il giorno stesso della sua nascita, il villaggio fu attaccato dai cosacchi durante un pogrom, e la sinagoga venne data alle fiamme; da allora, l’artista – rievocando le proprie origini – usava dire: “Io sono nato morto”. Chagall fu il maggiore di nove fratelli. Il padre, Khatskl (Zakhar) Chagall, era mercante di aringhe, sposato con Feige-Ite. Nelle opere dell’artista ritorna spesso il periodo dell’infanzia, felice nonostante le tristi condizioni in cui vivevano gli ebrei russi sotto il dominio degli zar.
Chagall nei suoi lavori si ispirava alla vita popolare della Russia europea e ritrasse numerosi episodi biblici che rispecchiano la sua cultura ebraica. Negli anni sessanta e settanta, si occupò di progetti su larga scala che coinvolgevano aree pubbliche e importanti edifici religiosi e civili. Le opere di Chagall si inseriscono in diverse categorie dell’arte contemporanea: prese parte ai movimenti parigini che precedettero la prima guerra mondiale e venne coinvolto nelle avanguardie. Tuttavia, rimase sempre ai margini di questi movimenti, compresi il cubismo e il fauvismo. Fu molto vicino alla Scuola di Parigi e ai suoi esponenti, come Amedeo Modigliani.
Georges Pierre Seurat nasce il 2 dicembre del 1859 a Parigi. Sin da piccolo apprezza la pittura e il disegno, grazie anche agli insegnamenti dello zio Paul, un pittore dilettante: così, nel 1876 si iscrive alla scuola comunale di disegno, dove conosce Edmond Aman-Jean. Qui Georges ha l’opportunità di copiare i disegni di maestri come Raffaello e Holbein, ma anche esercitarsi su calchi in gesso: conosce, quindi, le opere di Ingres, di cui ammira il plasticismo e le linee pure.
Allievo piuttosto serio anche se non particolarmente talentuoso, si dedica alla lettura di testi teorici come la “Grammatica dell’arte del disegno” di Charles Blanc, membro dell’Accademia francese che aveva messo in evidenza l’influenza determinata dall’accostamento di colori, interrogandosi sui rapporti tra tonalità primarie e tonalità complementari.
Nel 1878 Seurat si iscrive alla Scuola delle Belle Arti, dove segue i corsi di Henri Lehmann e legge la “Legge del contrasto simultaneo dei colori”, testo scritto dal chimico Michel Eugene Chevreul, che gli apre un mondo nuovo a proposito dello studio dei colori: secondo Chevreul, infatti, la posa di un colore non permette solo di colorare una certa parte di tela, ma anche di colorare la parte di tela circostante con il suo colore complementare.
Nel frattempo Georges frequenta il Louvre con assiduità, rendendosi conto che le teorie sui colori da lui apprese in realtà venivano già messe in pratica da Delacroix e dal Veronese, anche se in modo empirico, e studia le copie della “Leggenda della Vera Croce” realizzata da Piero della Francesca. Poco dopo rimane profondamente colpito, insieme con Ernest Laurent, da una Mostra degli Impressionisti in scena in avenue Opèra in cui vengo esposte opere di Pissarro, Monet, Degas, Mary Cassatt, Gustave Caillebotte e Jean-Louis Forain. Colpito da quella corrente artistica, si rende conto che l’istruzione accademica per lui non è più sufficiente, e abbandona quindi la Scuola di Belle Arti: inizia, in questo periodo, a realizzare le prime tele, dopo aver letto anche il leonardesco “Trattato della pittura”.
Interessatosi ai fenomeni luminosi, rifiuta le pennellate irregolari della pittura impressionista, e si dedica invece al puntinismo, una tecnica che prevede di applicare pennellate piccole e giustapposte di colore puro sul fondo bianco. Il manifesto del puntinismo (o pointillisme, alla francese), è “Una domenica pomeriggio all’Ile de la Grande Jatte” (risalente al 1886 e attualmente conservato all’Art Institute di Chicago), in cui personaggi ieratici e geometrizzati vengono posizionati all’interno di uno spazio regolare: in ogni caso, la prima opera di rilievo di Seurat risale a due anni prima: è “Un bagno ad Asnières”, e viene esposta al Salone degli Indipendenti (attualmente è alla National Gallery di Londra). Influenzando artisti singoli come Van Gogh e Gauguin ma anche l’intero movimento artistico della pittura moderna, Seurat sta inconsapevolmente accogliendo l’eredità degli Impressionisti e ponendo le basi del Cubismo, del Fauvismo e addirittura del Surrealismo.
Nel 1887 egli spedisce “La Modella in piedi”, uno dei suoi studi, al Terzo Salone degli Indipendenti, in cui espongono Maximilien Luce e altri esponenti del divisionismo: l’anno successivo, invece, sarà la volta della “Parata del circo” e de “Le modelle”, “Les Poseues”. Con “Le modelle”, l’artista vuole rispondere alle critiche di chi sostiene che la sua tecnica pittorica può essere utilizzata per ritrarre paesaggi e panorami ma non soggetti e figure, che risulterebbero prive di vita e legnose. Pertanto, questo quadro mette al centro della scena la figura umana, e lo impegna per diverse settimane.
A dispetto delle difficoltà iniziali, riesce nel suo tentativo, apportando per altro alcune novità nel suo modo di agire: per esempio delineando con un bordo dipinto il perimetro della tela, in maniera tale da rimuovere lo stacco bianco che la circoscrive solitamente. Per “Le Modelle”, come per le opere successive, i dipinti e i disegni preparatori realizzati sono pochi: è come se il pittore si concentrasse in misura maggiore sulle astrazioni e sempre meno sulla realtà, sui rapporti cromatici.
In questo dipinto, Seurat, che in realtà ricorre a una sola modella, ritrae tra fanciulle nel suo studio: al di là del classico tema delle Tre Grazie, l’artista francese vuole richiamare la “Grande baigneuse” di Ingres. Egli tuttavia poco dopo realizza un’altra versione del dipinto, in formato ridotto, probabilmente per sostituire la versione originale della composizione che non lo convinceva del tutto.
Spostatosi da Parigi a Port-en-Bessin, soggiorno estivo sulla Manica, Georges dà vita a vedute marine realizzate a puntini: si ricorda, tra l’altro, l'”Entrata del porto”. Gli ultimi lavori del pittore lo vedono affrontare il movimento, fino ad allora accuratamente evitato, in ambienti illuminati in maniera artificiale e in manifestazioni quasi sfrenate. Anche i soggetti scelti lo testimoniano: basti pensare alle ballerine dello Chahut o agli artisti dell’incompiuto “Il circo”, esposto nel marzo del 1891 agli Indipendenti.
Sarà quella l’ultima apparizione pubblica di Georges Seurat, che muore la mattina del 29 marzo 1891 dopo un forte mal di gola tramutatosi in una violenta influenza. La causa ufficiale della morte è un’angina, anche se la verità non è mai stata resa nota: probabilmente Seurat aveva contratto un’encefalite acuta, che in Francia quell’anno aveva già provocato diverse morti, o una difterite. Due settimane dopo il decesso di George, anche suo figlio morirà di encefalite. (dal sito biografieonline.it)
Chagall nei suoi lavori si ispirava alla vita popolare della Russia europea e ritrasse numerosi episodi biblici che rispecchiano la sua cultura ebraica.
Marc Chagall : Le tradizioni della natia Russia, i ricordi dell’infanzia, l’amore per gli animali domestici. Questi i temi ricorrenti della produzione di un artista di straordinaria suggestione.
Nato a Vitebsk, nell’attuale Bielorussia, e morto a Saint-Paul-de-Vence nel marzo del 1985, fu di frequente in Francia, di cui prese la cittadinanza, per sperimentare le principali avanguardie artistiche, dal cubismo al fauvismo. La sua pittura, intrisa di motivi legati alla cultura ebraica, si distingueva per la scelta di colori vivaci, attraverso cui veicolava una visione ottimistica della vita.