Karl Benz nacque in realtà con un altro nome, Karl Friedrich Michael Vaillant, figlio di Josephine Vaillant e di Johann Georg Benz
Figlio di un macchinista ferroviario, rimase orfano di padre a due anni e fu educato dalla madre, che lo iscrisse al Politecnico incentivandone la spiccata passione per le discipline tecniche e i motori in generale.
Dopo aver fondato nel 1883 la Benz & Cie. Rheinische Gasmotorenfabrik, per progettare e costruire motori a gas a due tempi, si pose l’obiettivo di dar vita a un mezzo di trasporto più confortevole e moderno rispetto a quelli in circolazione. Nacque così il celebre Motorwagen, triciclo alimentato a benzina brevettato nel gennaio del 1886.
Ricordato come il progenitore dell’automobile moderna, non bastò a lanciare la società di Benz, messa in crisi dall’agguerrita concorrenza della Daimler Motoren Gesellschaft, che s’impose sul mercato con i primi modelli Mercedes.
Quest’ultima si fuse nel 1926 con la Benz & Cie, dando vita al prestigioso marchio Mercedes-Benz, quando l’ingegnere tedesco era già andato via dalla società, per produrre in proprio autovetture di scarso successo. (Fonte mondi.it)
Tazio Giorgio Nuvolari (Castel d’Ario, 16 novembre 1892 – Mantova, 11 agosto 1953) è stato un pilota motociclistico e pilota automobilistico italiano.
La sua carriera sportiva abbraccia un trentennio dal 1920 al 1950, con l’interruzione di oltre sei anni a causa del secondo conflitto mondiale. La carriera di quello che sarà ricordato dalla stampa e dagli appassionati con gli pseudonimi di “Mantovano volante” e di “Nivola”, fu tutt’altro che in discesa. Nei primi anni di corse Nuvolari dovette superare molte difficoltà e inseguire per lungo tempo quei successi che non volevano arrivare.
Nuvolari è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi piloti della storia dell’automobilismo mondiale. E’ ancora oggi ricordato e ammirato per le sue molte e speciali qualità, nonché per le sue doti umane
La stampa ha creato per lui vari nomignoli come “Mantovano volante” e “Nivola”.
Entrato nella storia dello sport, non solo italiano, oltre che per la bravura anche per la sua caparbietà, è riuscito anche a concludere una gara automobilistica senza il volante. Un personaggio, un mito, tanto che Lucio Dalla gli ha dedicato una canzone: Nuvolari.
È considerata la supercar per eccellenza negli Stati Uniti ed è la macchina sportiva di punta della General Motors.
Il primo modello, prodotto dagli stabilimenti di Flint (nel Michigan), fu disegnato da Harley Earl, mentre spetta a Myron Scott la paternità del nome Corvette che riprendeva quello di una nave da guerra, con la quale condivideva il pregio di essere piccola, maneggevole e veloce.
Dalla storica C1, prodotta dal 1953 al ’62, si sono succedute sette generazioni di auto, l’ultima, la C7, è stata presentata nel 2013, al salone dell’automobile di Detroit, la cui versione più recente è la “C7 Z06” del 2016.
“il mio nome è Ayrton e faccio il pilota, e corro veloce per la mia strada anche se non è più la stessa strada…“
sono le prime strofe che Lucio Dalla dedicò al Ayrton Senna, tragicamente scomparso il 1 maggio del 1994 ad Imola, in uno dei week-end più tragici della formula 1.
Il sabato precedente, Roland Ratzenberger perde la vita in un incidente con la sua footwork-art e, il giorno prima ancora, un incidente pauroso coinvolge un giovane Rubens Barrichello che cappotta sull’asfalto con la sua vettura e ne esce miracolosamente illeso.
La partenza della gara è rocambolesca: un incidente che coinvolge delle vetture fa bloccare la gara che riparte dopo qualche minuto.
Si riparte con Senna che dalla pole position comanda la gara. Siamo solo all’inizio del campionato, ed un giovane Michael Schumacher lo tallona dalla seconda posizione.
Davanti, in prima posizione The Magic Senna il mito, l’uomo da battere e dietro a seguire, un giovane tedesco che aveva vinto le prime gare del 1994.
Al sesto giro l’impatto, tremendo. Si rompe il piantone dello sterzo della sua Williams, alla curva del Tamburello, che si percorre ad alta velocità. Nell’impatto, una molla gli sfonda il caso e lo colpisce.
Appaiono subito gravissime le sue condizioni.
Ayrton Senna, pilota religiosissimo, quasi mistico. Il primo maggio di 23 anni fa, come tutte le mattine apre la Bibbia e lesse un passo in cui c’era scritto che Dio gli avrebbe fatto il dono più grande di tutti:”Dio stesso”
In serata la comunicazione del decesso.
Per la cronaca, la gara si concluse con la vittoria di Michael Schumacher; si, proprio quel pilota che ha battuto tutti i record della Formula 1 e che spesso viene accostato al nome di Ayrton e che pianse durante il post gara a Monza nel 2000, dopo che gli ricordarono che aveva raggiunto lo stesso numero di vittorie di Ayrton Senna, 41.
Da quel momento in poi, da quel maledetto primo maggio 1994 la Formula 1 non sarà più la stessa. Regole molto severe sulla sicurezza si imposero con forza; veicoli molto più sicuri, abitacoli che resistono ad urti pazzeschi, gomme che non volano più dopo gli incidenti.
Il week end più tragico della formula 1 ha fatto si che la sicurezza sia una delle peculiarità della massima espressione del motorsport. Il ricordo di Ayrton deve far capire di come non si può e non si deve prescindere dalla sicurezza.
E se Senna non fosse morto? Schumacher sarebbe quello che conosciamo oggi? troppe domande: “Dio” chiama Ayrton, Schumi che va a vincere la gara dove Ayrton perde la vita. Quell’anno il tedesco vincerà il suo primo titolo dei sette titoli mondiali. Ayrton gli ha lasciato il testimone.
Un pensiero anche per Michael Schumacher, di cui non si hanno più notizie da parecchio tempo, costretto su un letto dopo un assurdo e banale incidente sugli sci.
Che destino, per i più grandi piloti di formula 1!
E ho deciso in una notte di maggio, in una terra di sognatori, ho deciso, che toccaava forse a me.
E ho capito che dio mi aveva dato, il poter di far tornare indetro il mondo rimbalzando, nella curva insieme a me.
Mi ha detto chiudi gli occhi e riposa…ed io ho chiuso gli occhi [Lucio Dalla]
La Targa Florio nasce nel 1906 da un’idea di Vincenzo Florio che la finanzia e la organizza. Vincenzo Florio, di origini calabresi diventò sin da subito un personaggio chiave della belle époque siciliana.
Affascinato dalla velocità della “nuova invenzione”, che strizza l’occhio anche al movimento futurista, istituisce nel 1905 la “Coppa Florio”. La Targa Florio si è sempre svolta dall’anno successivo, fatta eccezione per l’interruzione forzata dovuta ai due eventi bellici mondiali. Scenario della corsa sono state le strette e tortuose strade siciliane che si snodano sulle Madonie mentre, in qualche occasione il teatro della corsa è stato il parco della Favorita a ridosso di Palermo.
La Targa Florio entrò subito nella leggenda per le enormi difficoltà dovute alla durezza del tracciato al punto che, specialmente nei primi anni, anche solamente a riuscire a completare la corsa significava compiere un’impresa titanica.
Le strade erano sterrate e la corsa attraversava letteralmente i paesi delle Madonie; anche le case costruttrici che sono scese in campo con successo come Porsche, Lancia, Ferrari, Alfa Romeo, Mercedes, Bugatti, Lola, etc… , hanno sempre messo in risalto le prestazioni ottenute dalle autovetture di propria costruzione, pubblicizzandole al massimo. È qui che hanno corso leggende del volante legate a doppio filo con la Targa Florio: Tazio Nuvolari, Achille Varzi, Arturo Merzario, Wofgang Von Trips, Helmut Marko, Stirling Moss, Nino Vaccarella, sono solo alcuni nomi che hanno reso famosa la targa e che la Targa ha reso famosi; senza dimenticare, a conferma dello straordinario appeal di cui godeva già la manifestazione, che nel 1920 la baronessa Antonietta Avanzo, prese parte alla 14° edizione della corsa, entrando direttamente nel mito come la prima donna pilota che prese parte alla Targa Florio ed una delle prime donne pilota in assoluto.
“Continuate la mia opera perché io l’ho creata per sfidare il tempo.”
Così scriveva Vincenzo Florio e, per fortuna le generazioni future lo hanno ascoltato.
Quest’anno, nel 2017, siamo giunti alla 101° edizione.
Molte edizioni sono state celebrate anche dal collezionismo, con l’emissione di cartoline, annulli e francobolli. Nel 2006 le Poste Italiane pubblicavano per i 100 anni dalla istituzione della corsa un dentello raffigurante un dipinto di Margaret Bradley, pittrice inglese che negli anni 30 raffigurava uno scorcio dalle tribune: già l’evento era chiaramente cosmopolita! Nel 2016, in occasione della Centesima edizione, Poste Italiane ha distribuito un francobollo con l’emblema della 100th edizione ed alla cui presentazione, avvenuta nella elegante sala degli stemmi del Teatro Massimo di Palermo, hanno partecipato oltre al sindaco della città ed ai delegati di Poste Italiane, anche piloti come Jacky Icks, Arturo Merzario ed il presidente della FIA Jean Todt. Corpose inoltre le emissioni, nel corso degli anni, di annulli filatelici speciali, buste commemorative, cartoline ed altro.
Il Circolo Filatelico Numismatico Termitano, si occupa sin dagli anni 70, della pubblicazione di annulli e cartoline “ufficiali”, avendo le autorizzazioni necessarie da parte dell’Automobil Club di Palermo
Lo stesso Circolo è impegnato nell’attività culturale “i Florio tra i banchi di scuola”, dove viene narrata la storia della Sicilia ai tempi dei Florio: curiosità ed aneddoti che incuriosiscono alunni ed insegnanti!
“La piccola utilitaria Fiat venne presentata il 9 marzo 1955 a Ginevra, nel Palazzo delle Esposizioni.
Dotata di 2 portiere (nelle prime versioni prodotte fino al maggio 1964 con portiere incernierate posteriormente) e con una abitabilità discreta per 4 persone.
Era equipaggiata con un motore di nuova progettazione, il “100”, situato in posizione posteriore di 633 cm³, erogante una potenza di 21,5 CV (pari a 15,8 kW) a 4 600 giri al minuto, in grado di spingere l’automobile fino a 95 km/h. Il prezzo di listino era di 590 000 Lire.
La “600”, nata come vettura popolare, ma non del tutto superutilitaria, avrà uno strabiliante successo di vendite e, dopo pochi mesi, il tempo di attesa per la consegna supererà l’anno.
Ingredienti strategici del successo furono il prezzo competitivo, ma non stracciato, una buona dotazione e qualità per il prezzo, una buona abitabilità e il buon comportamento stradale che abbinato al buon cambio dava anche soddisfazioni di guida nonostante il piccolo motore.
L’arma vincente fu anche il basso costo di gestione: 14 km con un litro e, con una potenza fiscale di 9CV, una tassa di circolazione di sole 10.000 lire.
È da ricordare che, in occasione della presentazione della Fiat 600, la televisione, in epoca in cui la Rai non faceva pubblicità televisiva, trasmise un cortometraggio sulla macchina nuova nata, preparato da Cinefiat e tipico esempio di pubblicità redazionale.” (tratto da Wikipedia)