Il
Ponte dell'Accademia nell'Ottocento, quando ancora si chiamava Ponte
della Carità, visto dal Campo de la Carità.
Tra Campo de la Carità e Campo
San Vidal, sul
Canal Grande.
Questo ponte attraversa il Canal Grande mettendo in comunicazione campo
San Vidal con il Campo della Carità dove, in quella che erano stati la
chiesa, il convento e la Scuola della Carità, nel 1807 era stata
trasferita l'Accademia Reale di Belle Arti.
L'Accademia si arricchì ben presto di capolavori provenienti soprattutto
dalle chiese, palazzi ed edifici di culto che venivano chiusi a seguito
dei decreti napoleonici e che andarono a formare una pinacoteca destinata
soprattutto «...al comodo di chi si esercita a dipingere».
A cominciare dal 1817 la pinacoteca venne di tanto in tanto aperta al
pubblico fino ad assumere una piena autonomia nel 1882.
Dall'Accademia prende quindi nome questo ponte, che però inizialmente
venne chiamato "della Carità".
Già sul finire del XV secolo c'era chi a Venezia auspicava la costruzione
di altri ponti sul Canal Grande, essendo la città separata in due parti, de
citra e de ultra; l'unico ponte allora esistente era quello di
Rialto, ancora in legno. Scrive infatti il cronachista Stefano Magno
(circa 1499-1572): «Del 1488, a dì 10 agosto, in consegio per s. Luca
Trun prov. de Comun fu messa parte de far dui ponti sopra il Canal grando,
zoè uno a Santa Sofia, et l'altro a la Charità, ma tutto el consegio,
ridendose de questo, non fu balotà».
Nell'Ottocento riprese vivace la discussione sull'opportunità di unire le
due sponde del Canal Grande, anche perché l'Accademia, che aveva precedentemente sede nel Fondegheto de la Farina a San Marco, si sentiva
isolata e tagliata fuori dal centro pulsante della città.
Il
ponte dell'Accademia visto dal Campo de la Carità: si intravede (a
sinistra) sulla parte opposta del Canal Grande la macchia di verde
che cresce sul basamento di pietra, trasformato in aiola, del
vecchio ponte di ferro di Neville.
Il
ponte dell'Accademia di Neville sul Canal Grande, in una
fotografia del Novecento (dopo la I Guerra Mondiale).
Dopo non poche polemiche, fu
stabilito di affidare l'esecuzione del ponte all'inglese ing. Alfred
Neville.
Su due basamenti in pietra d'Istria fu collocata la passerella in ferro
che a pezzi era stata fatta arrivare dalle fonderie Neville in nord
Europa.
Il ponte venne inaugurato il 20 novembre 1854.
Proprio a seguito della realizzazione di questo ponte, all'epoca il
secondo sul Canal Grande, l'ing. Neville si convinse dell'opportunità di
avere una fonderia propria nella città, acquistando quella che lo svedese
Teodoro Hasselquist possedeva dietro a San Rocco.
Con il passare degli anni il ponte in ferro si presentava arrugginito e
malandato. Inoltre la passerella in ferro, essendo alta solo quattro metri
sul livello medio dell'acqua, in caso di marea sostenuta metteva in
difficoltà il transito di alcune imbarcazioni. Qualcuno prospettava
l'idea di sostituirlo con un tunnel pedonale sotterraneo per «...non
turbare [...] l'armoniosa visione del Canal Grande». Alla fine
si scelse una soluzione transitoria: in attesa dell'esisto di un bando di
concorso nazionale per realizzarne uno in pietra, concorso che poi venne
vinto dall'ing. Duilio Torres (1882-1969), essendo indifferibile la necessità di sostituire il ponte in
ferro quasi del tutto fatiscente, su progetto dell'ing. Eugenio Miozzi
(1889-1979) venne costruito in soli 37 giorni un ponte in legno provvisorio.
Il
ponte dell'Accademia provvisorio in legno dell'ing. Miozzi in
costruzione con accanto il vecchio ponte in ferro ancora in
funzione.
Dopo l'inaugurazione, avvenuta il 19 febbraio 1934, la passerella in ferro
del vecchio ponte venne smontata dai basamenti in pietra e venne fatta
poggiare su delle chiatte galleggianti, durante la bassa marea. Al
sopraggiungere dell'alta marea la passerella si alzò, le chiatte vennero
fatte ruotare ed il tutto, passando sotto il nuovo ponte, uscì dal Canal
Grande verso il bacino di San Marco per la successiva demolizione.
Il
ponte provvisorio in legno in una foto del febbraio 1949.
Del vecchio ponte ottocentesco
dell'ing. Neville, come vestigia, restano oggi parte dei due basamenti in
pietra d'Istria, a fianco del ponte in legno, uno in Campo San Vidal,
l'altro in quello della Carità, trasformati in piccole aiole con alberi.
A metà degli anni Ottanta del XX secolo si scoprì improvvisamente che, a
distanza di mezzo secolo, anche il ponte provvisorio in legno dell'ing.
Miozzi era divenuto pericolante.
Ne fu ordinata l'immediata chiusura ed il divieto di transito sotto, sul
Canal Grande.
La zona attorno alle Gallerie dell'Accademia restò nuovamente isolata ed
il traffico acqueo interrotto. In tempi brevissimi furono poste di
traverso, sul Canal Grande, alcune chiatte che diventarono passerelle di
attraversamento provvisorio per i pedoni mentre continuava a rimanere
interdetto il transito sotto il ponte fino a quando esso non fu messo in
sicurezza.
Oggi (2014) vediamo il ponte dell'Accademia ancora in legno, come lo aveva
progettato "provvisoriamente" l'ing. Eugenio Miozzi nel 1934;
solo in apparenza: di fatto la struttura portante è in ferro ed il legno
ne costituisce solo il rivestimento.