Acqua dolce (rio dell')

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Ai Santi Apostoli.
Questo rio, secondo il sacerdote e professore Giammaria Dezan, sarebbe così chiamato perché attraverso di esso arrivavano le barche dalla terraferma cariche di acqua dolce per alimentare i pozzi della città nei periodi di siccità e qui vi stazionavano.
L'arte degli acquaioli si era costituita in Scuola nel XIV secolo ed il 25 dicembre 1386 aveva ottenuto l'autorizzazione di poter fabbricare un piccolo edificio per la loro sede in campo San Basegio, vicino al campanile della chiesa; nella chiesa inoltre avevano il proprio altare di devozione.
Il loro patrono era San Costanzo, perché questi «...si feva arder le lampade, cioè i cesendeli [piccole lampade votive - N.d.A.], pieni de acqua senza nessun liquor né oio, come nara messer Gregorio nel suo dialogo».
Nel 1773 erano 18 i capi maestri iscritti a questa corporazione ed 8 i figli di capo maestro, ma c'era anche un centinaio di praticanti questo mestiere che, pur non essendo iscritti alla Scuola, pagando 20 soldi all'anno, potevano introdurre acqua a Venezia per venderla al minuto.
Gli acquaioli, per quanto riguardava l'approvvigionamento dei pozzi pubblici, dipendevano dai Provveditori alla Giustizia Vecchia e dai Giustizieri Vecchi, mentre per quanto riguardava le tasse dal Collegio della Milizia da Mar.
 
   
  
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Pagina aggiornata il 3 giugno 2014