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A San Canciano.
Questa calle prende il nome da una bottega di acquavite che risulta
esistente nel 1713. La conduceva un certo Elia Gianazzi che pagava
l'affitto a monsignor Marco Gradenigo che pił tardi verrą eletto
Patriarca d'Aquileia.
Con il termine di "acquavitai", o venditori di acquavite, si
comprendevano anche i caffettieri che potevano ottenere l'appalto del
ghiaccio e dell'acquavite.
Non ci si limitava alle acquaviti, ma venivano commercializzati e venduti anche i rosoli
fabbricati a Venezia.
All'arte degli acquavitai venne proibito di aprire nuove botteghe: nel
1773, tra botteghe, banchi all'aperto e posti chiusi, si contavano a
Venezia 218
luoghi di commercio delle acquaviti.
L'arte degli acquavitai venne costituita nel 1601 e si raccoglieva nella
chiesa di San Stin, avendo come patrono San Giovanni Battista. |