Amaltea (corte, sotopòrtego)

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Il palazzo della famiglia Amalteo, in corte Amaltea, visto "da terra".
Ai Frari.
La corte ed il sotopòrtego prendono nome dalla famiglia Amalteo che qui abitava in un palazzo tardo cinquecentesco.
 
Il "sotopòrtego" attraverso il quale si accede alla corte Amaltea dal rio terà dei Frari.. 
 
La famiglia Amalteo pare provenisse originariamente dal Tirolo con un Francesco Amalteo che si sarebbe stabilito a Pordenone. Da qui differenti rami andarono a risiedere in altre località del Friuli, a Serravalle e ad Oderzo.
Dal ramo di Oderzo, dove erano iscritti nell'albo del Consiglio dal 1551, la famiglia venne a stabilirsi a Venezia.
Alcune fonti riportano che il nome Amalteo possa derivare dal mestiere di muratore che svolgevano alcuni membri che così in origine erano chiamati dalla Malta, a Malta, da cui Amalteo.
Numeri romani sull'architrave di una porta in corte Amaltea. 
  
  
Lo stemma della famiglia Amalteo (secondo Giovanni Dolcetti).
 
La famiglia si rese celebre per letterati, poeti e pittori. Tra questi ultimi sono da ricordare i due fratelli Pomponio e Girolamo Amalteo, figli di Natalia Amalteo che aveva sposato un certo Leonardo di Motta di Livenza; essendo questi senza un casato, conservarono il cognome della madre. Nati a Motta di Livenza, fuggirono a San Vito al Tagliamento ai tempi della Lega di Cambrai. Furono discreti pittori allievi del Pordenone la cui figlia sposò proprio Pomponio. 
  
La facciata di palazzo Amalteo sul rio di San Stin. 
La corte Amaltea. 
 
Le prime notizie che abbiamo degli Amalteo a Venezia risalgono al 1604, quando nel libro dei morti dell'allora parrocchia di San Polo alla data del 30 settembre leggiamo: «...la mag. mad. Emilia Amaltea de ani 48 da febre già un mese», ed alla data del 29 agosto 1613 «...il Sig. Anibal Amalteo de ani 50 da febre già giorni 14, visitato dal ecc.mo suo fratello».
Il fratello in questione potrebbe essere Ottavio Amalteo (1543-1627), «...medico famoso per tutto il mondo...» che con la sua professione aveva accumulato ingenti ricchezze.
La famiglia Amalteo poté accedere alla nobiltà solo nel 1822, quando la Repubblica di Venezia non esisteva più e la città era sotto la dominazione austriaca.
Gli architravi di alcune porte che danno sul palazzo Amalteo recano incise vecchie numerazioni in cifre romane.
Un lato della corte, al centro della quale una volta era posta una vera da pozzo oggi scomparsa, è caratterizzato da un porticato le cui colonne in pietra sono state rinforzante per motivi di statica da antiestetici contrafforti in cotto.
 
Particolare delle colonne rinforzate del porticato in corte Amaltea. 
 
Su un sostegno terminale di questo portico vi è una sporgenza nella pietra che potrebbe far supporre l'antica esistenza di un rilievo scolpito poi scalpellato, uno stemma o un leone marciano.
 
Un possibile resto di rilevo scalpellato, un leone marciano forse?
  
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Pagina aggiornata il 26 gennaio 2015