Balbi o Da Mosto già dei Colori (calle)

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La calle Balbi o Da Mosto già dei Colori. 
A San Leonardo.
La denominazione "dei Colori" è ripetuta altre volte a Venezia, per la presenza nel passato di differenti opifici che lavoravano per ottenere i colori verderame, cinabro, prussiato di ferro (azzurro), eccetera... da impiegarsi soprattutto nella tintura dei tessuti.
Proprio in questo luogo era presente una di queste fabbriche: un ramo di calle, oggi privatizzata, si chiama semplicemente e più ragionevolmente calle dei Colori.
Tuttavia non si tratta di un'unica calle, ma di un piccolo dedalo di calli che si frammentano.
Così ad alcune venne aggiunta la denominazione calle Da Mosto (anticamente solo Mosto): è accertato la presenza di un «...Gaspare Mosto da San Leonardo...» nel XIV secolo che faceva parte della Scuola di Santa Maria della Misericordia.
La famiglia Mosto, o Da Mosto, secondo le genealogie tradizionali proveniva da Padova, o da Oderzo. Un Alvise Da Mosto, o Cadamosto, (circa 1429/32-1483) fu un famoso viaggiatore: dopo aver viaggiato per il Mediterraneo e per parte dell'Europa, nel corso di una navigazione verso le Fiandre, partita l'8 agosto 1854, fu costretto dai venti contrari a fermarsi a Gibilterra dove incontrò un figlio del Re del Portogallo (Enrico di Aviz) che lo convinse ad esplorare le coste africane prospettandogli ingenti guadagni con le spezie.
In questo modo, ripartito il 22 marzo 1455, toccò Madeira, le isole Canarie, Capo Bianco fino a raggiungere la foce del fiume Senegal. Poi, assieme ad un genovese che aveva incontrato, Antonio Usodimare (1416-circa 1461), raggiunse le foci del fiume Gambia che avrebbe voluto risalire se non avesse incontrato l'ostilità degli indigeni ed anche del proprio equipaggio.
Un anno dopo ritentò l'impresa, riuscendo a risalire il fiume Gambia per 70 miglia, raggiungendo le regioni del Senegal meridionale, le isole Bijagos scoprendo (o avvistando) sulla via del ritorno l'arcipelago di Capo Verde.
Altro celebre membro della famiglia Da Mosto fu Vittore (1678-1709), governatore di nave nel 1701, almirante delle navi nel 1708 e provveditore a Santa Maura nel 1709: morì in un tragico incidente assieme a 260 persone quando, a seguito di un incendio, esplosero le munizioni della sua nave.
  Non si può dimenticare infine (per ordine cronologico) Andrea Da Mosto, per anni direttore dell'Archivio di Stato di Venezia il quale pubblicò, tra il 1937 ed il 1940, in due volumi, "L'Indice Generale, Storico, Descrittivo ed Analitico dell'Archivio di Stato di Venezia", opera ancora oggi fondamentale per gli studiosi.
L'aggiunta del nome Balbi avvenne per opera del Comune di Venezia solo nel 1889, destando le ire di Giuseppe Tassini (1827-1899).
Questi infatti aveva scritto nel suo "Curiosità Veneziane": «La Descrizione della contrada di S. Leonardo pel 1661 ricorda che in "Calle dei Colori" c'era la casa di "donna Felicita relitta de M. Anzolo Balbi dai colori"».
Così gli uffici comunali preposti alle denominazioni stradali nel 1889 pensarono bene di correggere il nome della calle in "Calle Da Mosto o Balbi dei Colori".
La replica del Tassini non si fece attendere (1890): «Che cosa c'entra questo Balbi? Noi abbiamo ricordato nelle "Curiosità Veneziane" che qui nel 1661 esisteva la "casa di donna Felicita relitta di M. Anzolo Balbi dai colori". Ma il Balbi di cui si parla non era nemmeno patrizio, ed in ogni modo per quali meriti ricordarne il cognome?».
Oggi, a 125 anni di distanza, con tante commissioni e gruppi di studio in Comune intenti a studiare la toponomastica del centro storico veneziano, la calle in oggetto si chiama "Calle Balbi o Da Mosto già dei Colori": curiosamente si è invertita l'importanza dei nomi.
 
Dove termina la calle Balbi o Da Mosto già dei Colori ed inizia la Pescaria di Cannaregio, si trova questo stemma Giustinian (XVI-XVII secolo) con le iniziali «I Z».
 
Nel Novecento questa zona è stata oggetto di notevoli interventi edilizi, a cominciare dall'interramento (1911) dell'ultimo tratto del rio dei Do Ponti (rio terà San Leonardo) per terminare nel secondo dopoguerra con la costruzione di anonimi edifici residenziali tra questi luoghi ed il vicino campiello Emo.
I nizioleti attualmente (2015) fanno un po' di confusione sull'esatta denominazione di queste calli e non tengono conto, ad esempio, che l'ultimo tratto di questa calle che sfocia sul canale di Cannaregio ufficialmente dovrebbe essere denominato "Pescaria de Cannaregio".
  
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Pagina aggiornata il 12 maggio 2015