A Sant'Angelo.
Questa corte, alla quale si accede attraverso un varco ad arco aperto su un
muro in cotto, deve il suo nome a delle case che qui possedeva la famiglia
Barbarigo.
La tradizione riferisce che la famiglia Barbarigo sarebbe originaria di
Trieste, e precisamente di Muggia: nei primi tempi avrebbe portato il
cognome di Iubanica, o Zubanica. Qualche genealogista cercò di
nobilitarla al punto di farla passare per discendente della romana gens
Aemilia.
Secondo alcuni, l'origine del cognome Barbarigo è legato ad una leggenda
secondo la quale un certo Arrigo, dopo aver sconfitto i Saraceni, si
sarebbe fatto confezionare una collana (altri dicono un copricapo) con le
barbe dei barbari uccisi. Nello stemma dei Barbarigo infatti sono
presenti, stilizzate, sei barbe!
Il fatto fu oggetto di lazzi e scherzi, come risulta da questi pungenti versi:
«Barbadico tuo sunt sex in stemmate barbæ
Nulla sed ex istis te facit esse virum».
Gli adulatori non esitarono neppure ad alterare un verso dell'Eneide per
far credere che Virgilio abbia parlato di loro: «Barbadico
[nell'originale virgiliano "Barbarico" - N.d.R.] postes auro
spoliisque superbi».
La
vera da pozzo in Corte Barbarigo: lo stemma, scarsamente
leggibile, è compatibile con quello della famiglia Barbarigo.
In
realtà il cognome Barbarigo dovrebbe derivare dal nome, o soprannome, di
un antenato con l'aggiunta dell'antico suffisso veneziano in "-igo",
come è frequente incontrare in antichi cognomi: Mocenigo, Pasqualigo,
Gradenigo.
Altre località a Venezia portano il nome di questa famiglia.
All'Angelo Raffaele esisteva una corte Barbarigo, oggi scomparsa a seguito di
ampliamenti edilizi. Qui, fino al 1820, esisteva una casa di proprietà
dei Barbarigo, che nel 1592 (quando la casa era ancora di proprietà della
famiglia Michiel) ospitò l'Arciduca Massimiliano d'Austria, elettore di
Polonia.