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"Sotopòrtego"
e corte Barbaro: sullo sfondo la riva sul rio de l'Acqua Dolce. |
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Ai Santi Apostoli.
Questi luoghi prendono il nome da alcune proprietà che aveva, sin da tempi
antichi, la famiglia Barbaro.
Di questa famiglia si favoleggia che fosse originaria di Roma, si sarebbe
poi trasferita in Istria e quindi a Trieste. Da qui, nell'868, giunse a
Venezia.
Il suo nome, secondo una leggenda, deriverebbe da un atto d'eroismo compiuto da un certo
Marco che combatteva a fianco del Doge Domenico Michiel (1118-1130) nella
spedizione d'aiuto in Terra Santa il quale strappò di mano ai barbari il
vessillo di San Marco del quale si erano impadroniti.
Ma Emmanuele Antonio Cicogna (1789-1868) racconta l'episodio in modo un
po' diverso: «Nel forte della battaglia il provveditore Marco Barbaro
tagliato un braccio ad un saraceno, disegnò con quel sangue un circolo
intorno alla sua bandiera e per ciò lo stemma di Barbaro con le tre rose
d'oro in campo azzurro fu poi cambiato in un cerco vermiglio in campo
bianco.»
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Lo
stemma della famiglia Barbaro. |
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Oltre che per uomini politici, militari e letterati, i Barbaro si
distinsero anche con un Ermolao che venne nominato nel 1491 Patriarca di
Aquileia.
Sopra la riva di corte Barbaro con il rio de l'Acqua Dolce è posto uno
stemma probabilmente del XV secolo, con l'arma scalpellata, forse
originariamente quella dei Barbaro.
Una elegante vera da pozzo è posta al centro della corte.
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