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L'ingresso
a calle Barucchi oggi privatizzata, chiuso dal muro sulla sinistra. |
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Al Ghetto.
E' una calle che non esiste più: o meglio, esiste, ma è diventata di
ragione privata, sbarrata da un lato da un cancello, chiusa dall'altro da
un muro.
Tuttavia è rimasto, almeno fino ad oggi, quando ne scriviamo, il
caratteristico nizioleto, la tipica insegna stradale veneziana.
Il nome della calle deriva da quello della famiglia Baruch.
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Il
"nizioleto" toponomastico. |
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Il 1° giugno 1728 cinque fratelli e sorelle, Jacob, Emanuel, Colomba, Ester
e Regina Baruch del fu Isach parteciparono ad una compravendita di vari immobili da
«...Jacob Baruch q. Samuel Ebreo» che si trovavano «...in Ghetto Vecchio
nella Calle Baruch...» dietro «...il pagamento di dote da esso
ottenuto nel M.to Ecc.mo de Cinque Savii alla Mercantia, 2 ottobre 1727, e
stime 14 marzo 1728, per la q. Rachel Sara Baruch loro madre».
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Qui
abbiamo evidenziato la
calle dei Barucchi, oggi divenuta di ragione privata, come era alla
caduta della Repubblica di Venezia secondo la ricostruzione
dell'architetto Guido Sullam (1873-1949). |
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La calle Barucchi conduceva un tempo ad una corte (Barucchi) dove esisteva
una locanda e l'ospedale degli ebrei.
Giovanni Battista Gallicciolli (1733-1806) nel suo "Delle Memorie
Venete Antiche Profane ed Ecclesiastiche" ricorda che in calle
Barucchi scoppiò un grande incendio il 15 aprile 1752; Giuseppe Tassini
(1827-1899) ci lascia detto che alla sua epoca ancora se ne vedevano le
tracce.
Ad uno degli accessi all'area Barucchi, sopra un muretto, sono collocati
due leoni reggiscudo con incisi due stemmi che non sappiamo identificare.
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