Barzizza (corte, ramo)

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A San Silvestro.
Prende il nome dalla famiglia Barzizza che abitava in un palazzo di questa corte con la sua facciata principale, adornata dello stemma di famiglia, sul Canal Grande.
In origine si trattava di una antica casa-fondaco, risalente al XII-XIII secolo, di proprietà della famiglia Contarini. Sulla facciata che dà sul Canal Grande sono visibili ampie tracce di bassorilievi bizantini, patere, capitelli, archi e colonne delle finestre. Ebbe dei rifacimenti parziali nel XVI secolo e poi agli inizi del Settecento quando la famiglia Barzizza lo acquistò.
Dal ramo Barzizza, che quasi nascosto fiancheggia il palazzo, si giunge ad una rivetta sul Canal Grande, proprio di fronte all'imponente architettura di palazzo Grimani del Sanmicheli (1484?-1559).
La famiglia Barzizza ha origini bergamasche: il conte Nicolò Vincenzo Barzizza, canonico della cattedrale di Bergamo, aveva sovvenzionato con molto denaro la Repubblica di Venezia, impegnata nella guerra contro i Turchi. In cambio, nel 1694, venne ammesso nel Maggior Consiglio, assieme a nipoti e discendenti.
Dalla supplica che il canonico rivolse alla Repubblica per ottenere l'ingresso al patriziato, veniamo a conoscere alcuni illustri personaggi di questa famiglia, nominati per dar lustro alla stirpe..
Giacomo Barzizza riconobbe la successione dei Visconti; Giacomo Ambrosio Barzizza ottenne l'amicizia del Duca Galeazzo Sforza. Molti membri della famiglia Barzizza furono insegnanti in varie università: Giuniforte Barzizza, laureatosi a Pavia all'età di tredici anni, oltre a scrivere importanti opere, fu alla corte di Alfonso d'Aragona e servì come Vicario generale i duchi di Milano; G. Antonio Barzizza, dottore e Protonotatario Apostolico, ebbe diversi incarichi dal Papato, tra cui Auditore Generale delle Romagne. Infine «...con diploma (...) di Carlo V, e di Massimiliano II, che attesta la nobiltà di nostra casa, riconosciuta da stipite antico di 4 avi paterni e materni [i "quattro quarti della nobiltà" - N.d.A.] fu Gio. Maria Barzizza dichiarato secretario e consigliere di Stato, perpetuando nella casa il titolo di Conte Palatino, e nella persona quello di cavaliere aureato con honore d'haver nella coronatione dell'Imperatore in Aquisgrana tenuto la sua spada...».
Nel 1739, a causa di una lite di gioco, scoppiò una rissa nel Casino di San Felice tra i nobili Emilio Arnaldi, figlio di Vincenzo, e G. Alvise Barzizza, del fu Antonio. Per dirimere la questione, i due nobili si sfidarono a duello il 22 gennaio, a San Giovanni alla Giudecca con padrino Vincenzo Silva, un cugino del Barzizza. L'Arnaldi ebbe la peggio, riportando però solo una leggera ferita. Venutasi a sapere la cosa, che aveva avuto un gran risalto in città, essendo rarissimi i casi di duelli a Venezia, i due contendenti vennero processati assieme al padrino: l'Arnaldi fu assolto mentre il Barzizza ed il Silva furono condannati con bando.
 
 
Alla fine del Settecento troviamo un Alessandro Antonio Barzizza, dalla contrada di San Leonardo, in Maggior Consiglio e Deputato alla Pietà. Abitava appunto in una casa che dava sulla fondamenta Barzizza, oggi non più esistente a seguito dell'interramento del rio oggi chiamato Rio Terrà di San Leonardo; la fondamenta Barzizza andava, all'incirca, dalla chiesa di San Leonardo fino al Rio di Cannaregio.
   
  
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Pagina aggiornata il 10 giugno 2014