L'ingresso
(a destra) della stretta calle de le Beccarie dal lato del canale di
Cannaregio.
A San Giobbe.
Quando l'area della punta di San Giobbe non era stata ancora urbanizzata,
operazione che cominciò sistematicamente a partire dal 1905 con la
costruzione di abitazioni di edilizia popolare, accanto alle antiche chiovere
si erano sovrapposte alcune attività di tipo artigianale-protoindustriale.
Una di queste era la macellazione dei capi di bestiame, cosa che avveniva
anche in altri luoghi della città; i macelli più importanti si trovavano
a San Marco (sulla piazzetta, davanti al bacino), ed è raffigurato nella veduta di Venezia
"a volo d'uccello" di Jacopo de Barbari del 1500, ed a Rialto.
E'
evidenziato il
macello di San Marco (da Jacopo de' Barbari).
La
calle de le Beccarie, stretta tra le abitazioni ed il muro che cinge
l'ex macello (oggi sede universitaria).
Sappiamo
che a San Giobbe nel 1713 esistevano «...due beccarie grandi con
magazzeni dove si ammazzano li manzi, di ragione Cucina [o Coccina -
N.d.R.], tenute in affitto dai partitanti Beccheri [macellai -
N.d.R.], i quali pagano, secondo l'informationi prese, per affitto 4
soldi per ogni manzo che si ammazza».
Agli inizi dell'Ottocento cominciò a farsi sentire l'esigenza di
concentrare i vari macelli sparsi per la città in un unico luogo. Vennero
fatte diverse proposte, tra cui una (1832) che prevedeva un grande
complesso localizzato a San Girolamo che riuniva le diverse lavorazioni legate alla
macellazione.
Nel 1838 l'Amministrazione si dimostrò propensa ad utilizzare l'area di
punta San Giobbe, ampliando le strutture dei macelli già esistenti: il
progetto venne redatto dall'ing. Antonio Cappelletto (1805-1874)
Fu
allora (1841) che Giacinto Robustello, un imprenditore padovano proprietario a San Giobbe del macello dei
bovini, acquistò dal Comune per 157,58 lire un'area all'estremità della
calle de le Beccarie per ampliare il proprio e per farlo diventare
l'unico luogo di macellazione degli animali.
Alla fine il Comune accettò la proposta ed in sette mesi il nuovo
fabbricato fu costruito con una spesa di 300.000 lire.
Il 4 maggio 1842 il Comune di Venezia ne prese possesso come affittuario
ed il 1° giugno 1843 venne attivato, con contestuale divieto di poter
utilizzare gli altri macelli cittadini.
Il 5 maggio 1863 il Consiglio Comunale deliberò di acquistare dal
Robustello tutto il complesso del macello, del quale era stato fino allora
affittuario.
Il macello, divenuto comunale, venne ristrutturato con un intervento
definitivo dall'ing.Giovanni Antonio Romano e restò in funzione
ufficialmente fino al 1972, anche se da anni era ormai in progressiva
dismissione ed abbandono.
Attualmente è sede universitaria.
Oggi l'antica lunga calle de le Beccarie si trova compresa tra il muro del
macello ed alcune modeste
abitazioni; una sola ha la dignità di una palazzina e probabilmente,
precedente alla costruzione del nuovo macello, prospettava direttamente
verso la laguna.
Accanto
alla calle si apre un campiello, con lo stesso nome, dove si trova ancora
un vecchio capitello del 1847 la cui immagine originaria è stata
sostituita da una modesta e scolorita riproduzione a stampa di una Madonna
con il Bambino.
Il
capitello votivo di campo de le Beccarie.
Sul muro, sopra il capitello, è ancora conficcato un gancio (non visibile
in questa foto) al quale era appeso il cesendèlo per l'illuminazione.
Su una sottostante targa in pietra è apposta la seguente scritta: